| | | OFFLINE | Post: 511 | Età: 45 | Sesso: Maschile | |
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20/01/2009 17:51 | |
24 marzo: Lasciarsi fare
La contemplazione comincia quando tu non mediti più, non interroghi più ma... ti lasci fare.
Elia si lascia finalmente fare, e giungendo all'Oreb, dopo la purificazione del deserto, è pronto alla rivelazione di Dio.
«"Esci e sta' sul monte, innanzi a JHWH". Ecco JHWH passò. Ci fu un vento grande e gagliardo da scuotere i monti e spaccare le pietre innanzi a JHWH. Ma JHWH non era nel vento...
Dopo il terremoto un fuoco, ma JHWH non era nel fuoco.
E dopo il fuoco, il sussurro di un vento leggero.
Appena ebbe sentito questo, Elia si copri il volto con il mantello, usci e si fermò all'ingresso della spelonca.
Ed ecco una voce che gli diceva: "Che cosa fai qui, Elia?"» (1 Re, 19,11-13).
Preferisco fare come Elia: attendere la sua venuta nella grotta dell'Oreb.
La contemplazione, che è passiva, è la venuta di Dio in noi come conoscenza. Dio si fa conoscere «com'è», non come ci può apparire dall'esterno.
E nella contemplazione che realizzo la pienezza della mia vita terrena e mi nutro di autentica vita eterna, perché sono destinato alla vita eterna.
Tutto il resto verrà, perché è poca cosa in confronto della vita eterna. «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in soprappiù» (Mt 6, 33).
No, non è nel fuoco, non è nel terremoto, non è nel vento che Elia realizzerà se stesso, ma nel silenzio. Quel silenzio onorato dalla Presenza di Dio, dove tu hai sentito la tua anima ridotta ad un debole e fragile stelo. Ma uno stelo capace di riempirsi della rugiada di Dio e divenire spiga per il granaio di Dio.
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