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22/01/2009 03:44 | |
Nella sezione 12 Ratzinger continua e scrive:
"Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo — amore, questo, nella sua forma più radicale. Lo sguardo rivolto al fianco squarciato di Cristo, di cui parla Giovanni (cfr 19, 37), comprende ciò che è stato il punto di partenza di questa Lettera enciclica: « Dio è amore » (1 Gv 4, 8)".
Ciò che Ratzinger manca di affermare è il primo ed essenziale messaggio della lettera dell'Apostolo Giovanni: "Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna" (1 Giovanni 1:5). L'eccellenza della natura divina in tutta la sua perfezione è rappresentata dalla luce. In Dio è presente tutta l'assoluta pienezza di Santità, Giustizia e Verità. In Lui non c'è tenebra alcuna. Il concetto di Ratzinger del "volgersi di Dio contro sé stesso" è tenebra completa. Dio giammai si volge contro Sé stesso (8). Suo proposito non è "rialzare l'uomo", ma mostrare, piuttosto, perfetta dimostrazione della Sua giustizia.
Manca totalmente dall'intera enciclica il concetto biblico di peccato. L'umanità non viene mai mostrata "morta nei falli e nei peccati" (Efesini 2:1). Manca così anche il concetto di Dio che adempie Egli stesso ciò che Egli giustamente esige nel salvare persone spiritualmente morte. Di fatto è proposito di Dio che i credenti siano resi giustizia di Dio in Cristo Gesù. Quando il Signore, privo di un qualunque peccato personale, fu fatto peccato per noi, noi che non abbiamo giustizia alcuna da vantare di fronte a Dio veniamo fatti giustizia di Dio in Lui. Così infatti l'Apostolo riassume questo concetto: "Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui" (2 Corinzi 5:21).
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