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22/01/2009 03:47 | |
Ratzinger propone un misticismo sacramentale
Dopo aver definito l'amore di Dio come Dio che si volge contro Sé stesso nella morte di Cristo sulla croce, Ratzinger comincia la sezione 13 affermando:
"A questo atto di offerta Gesù ha dato una presenza duratura attraverso l'istituzione dell'Eucaristia, durante l'Ultima Cena. Egli anticipa la sua morte e resurrezione donando già in quell'ora ai suoi discepoli nel pane e nel vino se stesso, il suo corpo e il suo sangue come nuova manna (cfr Gv 6, 31-33)". Poi Ratzinger continua affermando: " L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione". La sezione termina con le parole: "La «mistica» del Sacramento che si fonda nell'abbassamento di Dio verso di noi è di ben altra portata e conduce ben più in alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento dell'uomo potrebbe realizzare".
La "mistica sacramentale" è un concetto assolutamente ripugnante rispetto al Dio tre volte santo ed alla verità della Sua Parola scritta. Nel vangelo secondo Giovanni, capitolo 6, che il Papa cita, il Signore spiega che stava per dare la Sua carne per la vita del mondo: "Io sono il pane vivente che è disceso dal Cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo" (Giovanni 6:51). Cristo Gesù presenta Sé stesso non solo come Colui che era venuto per morire. Dare la sua carne significa offrire Sé stesso come sacrificio, deporre volontariamente la Sua vita. In queste parole abbiamo il cuore stesso dell'Evangelo. Egli diede volontariamente la Sua carne nel Suo sacrificio "per la vita del mondo". "Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi" (Giovanni 6:53). Questo parla del requisito essenziale della fede in Gesù Cristo il Signore. La cosa è così seria che se uno non confida nel sacrificio di Cristo sulla croce, questi non avrà vita eterna. Mangiare la carne e bere il sangue del Figlio dell'Uomo significa confidare nel sacrificio di Cristo sulla croce. Cristo Gesù ha compiuto tutti i benefici della redenzione: il perdono dei peccati, l'accoglienza presso Dio, l'adozione come figli di Dio, l'accesso al trono della grazia, e la vita eterna. Ricevere tutto questo per fede è propriamente chiamato "mangiare la sua carne e bere il suo sangue". Mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue significa identificarsi totalmente per fede con Lui - perché la Sua morte sacrificale deve essere fatta propria per fede se uno vuole essere salvato. "Mangiare" equivale a "credere" e conferma il tema centrale di ciò che Egli proclama, riassunto nell'espressione: "In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna" (Giovanni 6:47). Il pane che il Signore dona non è diverso da Sé stesso: bisogna andare a Lui e credere in Lui per avere vita eterna.
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