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01/02/2009 20:48 | |
Ecco, così, altre evidenze - ciò che dice Girolamo contro Vigilantius nel 406; Claudio, vescovo di Torino nella prima parte del nono secolo, il linguaggio della Noble Lecon (scritta nel 1100) come pure altri documenti originali antichi ritrovati da Samuel Morland 111655 - che dimostrano
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come i Valdesi di fatto siano stati preservati da Dio nella linea ininterrotta della fede apostolica dai primi secoli della nostra era attraverso la Riforma.
Nei documenti esistenti c'è confusione fra il termine Valdesi e Valligiani. La politica coerente della Chiesa cattolica romana, infatti, è stata quella di cercare di confondere l'origine delle chiese delle Valli valdesi. Afferma essere stato Pietro Valdo a stabilire queste chiese, cercando così di dimostrare che si tratti non della chiesa ma di eretici. Però, i fatti storici ancora disponibili rendono chiaro come il Papato abbia dietro di sé una lunga scia di tentativi revisionisti di falsificare la storia, cosa che rimane a tutt'oggi. Uno dei fatti molto importanti è che Pietro Valdo non era conosciuto se non dopo il 1160, mentre la Nobla Lecon era stata scritta nel 1100.
Allix contende nel 1690: “Non è vero che [Pietro] Valdo abbia dato il nome agli abitanti di queste valli. Essi erano chiamati già Vallensi o Valligiani prima del suo tempo, dalla valle in cui abitavano. Questo troviamo in ... Ebrardus de Bethune, che scrive nell'anno 1212 dove, egli afferma che essi si chiamassero Vallensi ... perché abitavano nella 'valle di lacrime'. Ecco così come questa etimologia ha più a che fare con il luogo dove vivevano, nelle valli del Piemonte, che con il nome di Pietro Valdo” (37).
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