I Ricordati e vedi, amico mio: è una cosa eccellente che si purifichi il proprio cuore, che si custodisca la propria lingua e che si trattengano le mani dal fare il male.
Non conviene, infatti, all'uomo mescolare il miele e l' assenzio. Se ci si astiene dal pane e dall' acqua, non bisogna mescolare ingiurie e maledizioni al proprio digiuno. Non c'è che una sola porta alla tua casa, che è il Tempio di Dio, e non conviene, o uomo, che per questa porta per la quale passa il re escano letame e fango. Con l'astenersi da tutte queste volgarità l'uomo riceva il corpo e il sangue del Messia e vigili sulla sua bocca attraverso la quale entra il Figlio del Re. Non hai il diritto, o uomo, di far uscire dalla tua bocca parole impure...
| II Ascolta ciò che dice il nostro Vivificatore: ciò che entra nell'uomo non insozza l'uomo, ma ciò che esce dalla sua bocca, ecco quello che lo può insozzare. Quando si digiuna, amico, è sempre migliore l'astinenza da cattiveria. È migliore dell' astinenza da pane e acqua, migliore dell' umiliare se stessi, curvare il collo come un gancio coprirsi di sacco e di cenere, come dice Isaia. Quando l'uomo si astiene dal pane, dall'acqua o da qualsiasi nutrimento, quando si copre di sacco e di cenere e si affligge, è amato, bello e gradito.
Ma ciò che piace di più è che umili se stesso, che sciolga le catene dell' empietà, che tagli i legami della frode. Allora la sua luce si diffonde come il sole, la sua giustizia cammina davanti a lui, è come un giardino irrigato, come una sorgente le cui acque non inaridiscono... | III È il nostro Vivificatore, il nostro Signore Gesù, il Messia, che è venuto, che ha rivestito la nostra umanità, che ha sofferto, che è stato tentato nel corpo ricevuto da noi, e che può così soccorrere coloro che sono tentati.
Infatti ha digiunato per noi, e ha vinto il nostro Nemico. Egli ci ha comandato di digiunare e di vegliare in ogni momento, perché con la forza del digiuno puro, perveniamo alla sua pace. Les exposés I. Du Jeùne, 1.8.16
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