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03/02/2009 21:28 | |
GIACOMO DI SARUG Giacomo di Sarug, grande scrittore cristiano di lingua siriaca, nacque intorno al 449 a Kurtam sulle rive dell'Eufrate. Studiò verso il 470 alla Scuola di Edessa, erede della dottrina di Efrem il Siro. Visse nel tempo delle controversie teologiche che seguirono il concilio di Ca1cedonia; egli si situa nella corrente monofisita, ma, temperamento pacifico e apostolico, rifugge dalle polemiche che agitarono i suoi contemporanei e, di fronte alle dispute, desidera soltanto adorare il mistero nello stupore, nel rispetto e nel silenzio. Fu sacerdote e monaco nella diocesi di Sarug e nel 519 divenne vescovo di Batna. Morì nel 521 dopo solo due anni e mezzo di episcopato. È l'autore di lettere e di omelie fra cui un gran numero di omelie metriche in versi, dette «Mimra », una sorta di recitativi epici che furono integrati nell'ufficio siriaco. Proprio queste omelie metriche gli hanno valso, nelle chiese orientali, i soprannomi di «Arpa della Chiesa» e di «Flauto dello Spirito Santo». Fonti: Jacques de Saroug, Homélies sur la Fin du Monde, Paris 2005: citato: Fin du monde; Anaphorae syriacae. VoI. II, fase. I, Pontificio Istituto Orientale, Roma 1951: citato: Anaphorae. Traduzione dal francesce delle Monache Benedettine di Civitella S. Paolo. Una preghiera è tratta da: Ascolta la Parola, a cura di Mario Masini, Anno liturgico A, parte 1, Messaggero, Padova 1992, p. 166.
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03/02/2009 21:29 | |
SEI VENUTO TRA NOI… Figlio di Dio, nel tuo amore sei venuto tra noi a fare tutte le cose nuove. Perché io parli del tuo amore a chi mi ascolta, donami il tuo amore. Dio Altissimo, tu sei disceso dal cielo per abitare con noi peccatori. Perché io racconti la bellezza del tuo amore, donami di salire dove tu abiti. Nel tuo amore per noi, tu hai accettato con pazienza di essere inchiodato sulla Croce. Perché io parli della tua bontà, fa' scorrere nelle mie vene sangue tuo che dona la vita. Nel tuo amore bruciante, permetti che la mia bocca annunci con forza la tua buona notizia. Donami di cantare a piena voce la tua gloria tra le genti di questa terra.
( GIACOMO DI SARUG )
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03/02/2009 21:29 | |
VOGLIO DIRE LA TUA PAROLA Soffi su di me, Signore, lo Spirito di vita e io possa dire una parola meravigliosa sul tuo avvento. Ispira la mia parola, Figlio di Dio, per la tua lode e io possa dire ciò che dirò per l'utilità di tutti. La tua parola, Figlio di Dio, è piena di vita e, anche se proclamata dai semplici, essa è luce.
| Non sarà raffinata, né dotta, né bella, ma fa' che sempre sia utile a chi l'ascolta. Tu sei, tutto intero, utilità, Signore nostro, Figlio di Dio concedimi di essere utile a colui che mi ascolterà. Chi infatti guarda il sole pieno senza esserne illuminato? o chi trova un tesoro abbondante senza esserne arricchito? o chi mangia il tuo pane vivo senza che lo sazi? | O chi beve la tua coppa viva senza che lo disseti? Chi si inginocchia per bere di te, Figlio di Dio e ha la forza di staccare la bocca dalla tua fonte? Dolci sono le tue parole più del miele del favo. Fin du monde, Omelia I, pp. 17-20
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03/02/2009 21:29 | |
CANTERÒ LA TUA RISURREZIONE Apri le mie labbra, Signore, perché io parli del tuo giudizio. Sveglia la mia arpa! Che celebri la tua venuta!
La voce della risurrezione colpisce i miei orecchi. Concedimi di cantare la novità della tua opera! Terribile per me il tuo grande giorno perché sono un colpevole! | Non c'è innocenza per me nel suo giudizio perché io possa narrarne la storia. Come te, Signore, il mio spirito mi ha condannato come non tremerei davanti a te? Se tu non concludi con me un accordo per rimettermi i debiti io sono troppo debole per parlare del tuo giudizio. | Se la misericordia, avvocato eloquente, non viene a me come posso narrare un evento che mi è del tutto ostile? Pur fremendo fra me, parlerò del Giorno del Giudizio. Apri la porta, Signore, al racconto meraviglioso. Fin du monde, Omelia V, pp. 105-108
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03/02/2009 21:30 | |
LA TUA MISERICORDIA È IL MIO AVVOCATO DIFENSORE Quando per tuo ordine, Signore, si compiranno tutte le cose, per la tua misericordia io possa vivere, o Cristo, che vieni per compiere il giudizio.
Concedimi di temere la tua rivelazione, non a parole, ma che si trovino in me degli atti, non dei discorsi. Che il tuo amore sia il difensore della mia piccolezza, quando apparirai e che ti parli gentilmente a mio favore. Che ti dica con compassione, parlando della mia miseria: | «Nella tua bontà, fallo vivere, anche se non ne è degno! Chi è questo piccolo e quali sono le sue colpe? Non ti abbassare a parlare con questo miserabile! Non sprecare con questo piccolo il tuo grande giudizio! Che disonore per te se vieni a giudizio con costui! Poiché lui non è nulla e le sue colpe non sono un granché! Che cosa sono le sue colpe perché tu le punisca? » | Queste parole, te le dica il tuo amore per me e io possa vivere per grazia per celebrare la tua misericordia. O Signore salvami, come ti ho chiesto, quando apparirai, perché nel tuo regno io veda la tua gloria e lodi il tuo nome! Fin du monde, Omelia V, pp. 131-132
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03/02/2009 21:30 | |
STELLA PER ME LA TUA PAROLA La stella di luce indichi il luogo dove ti trovi, perché io prosegua il cammino in mezzo alle tempeste, e la vasta distesa non mi inganni sul mare in cui mi perdo. Poni in segreto davanti a me la luce della tua parola, che essa diriga la mia rotta sul mare, per il viaggio.
| La stella guida le navi perché sfuggano alle ondate. È un segno per i marinai e ad essa volgono lo sguardo. In alto, nel cielo, per tuo comando la luce è fissata, e la vasta distesa del mare è sottoposta al suo potere perché lo plachi. La tua Parola è luce e il mondo un mare. Ponila davanti a me! Perché, attirato ad essa, io trovi il porto sicuro! Fin du monde, Omelia VI, pp. 134-135 |
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03/02/2009 21:30 | |
TU SEI BENEDETTA O Maria, tu sei benedetta tra le donne e piena di ricchezza, Vergine pura e madre.
«Nube» di misericordia, che porta le speranze di tutto il mondo. Per te alla terra desolata fu donata la pace. «Nave» di ricchezza per mezzo della quale il tesoro del padre fu inviato sulla terra ai miseri e li arricchì. « Campo» che hai dato la messe senza il lavoro dell' aratro; e questa messe ha saziato la fame del mondo intero. | « Vite» intatta, che pur non potata, ha dato grappoli, il cui vino rallegra il creato che era nella tristezza. « Figlia» di poveri, «Madre» del solo Ricco, i cui tesori sono profusi ai mendicanti per arricchirli. « Lettera» nella quale fu scritto il segreto del Padre, che mediante la carne di lei si manifestò nel mondo, perché il mondo fosse rinnovato. Ascolta la Parola. p. 166 |
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03/02/2009 21:31 | |
CI DONIAMO LA PACE Dio Padre, che sei tranquillità infinita e pace perenne e carità indivisibile, che nell' abbondanza della tua bontà hai creato l'uomo per l'innocenza e quando ha trasgredito la legge e «per invidia del diavolo è divenuto reo di morte» con la venuta del tuo Figlio unigenito, nostro Signore e nostro Dio hai riempito la terra della pace celeste, riempi, o mio Signore, i nostri cuori con la tua benevolenza, purificandoci da ogni macchia da ogni inganno e da ogni ira mortifera e da ogni malizia e astuzia. E rendici degni di donarci a vicenda la pace nel santo bacio per comunicare senza condanna al tuo dono celeste e immortale, nel nostro Signore Gesù Cristo. Anaphorae. p. 11 |
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03/02/2009 21:31 | |
VISITA IL TUO POPOLO Tu che sei fonte di vita e mare di benedizioni, Signore, ricolma di gaudio i nostri cuori. Noi tuoi servi ti invochiamo In ogni paese e regione: aiuta i bisognosi e rallegra i tribolati; visita i malati nella tua clemenza. Sii guida per chi naviga in mare, timoniere nelle onde tempestose; dà salvezza a chi soffre nel naufragio. Salva tutti in tutti i luoghi perché tu sei per tutti aiuto e salvezza. Dà cibo agli affamati, so stenta gli orfani, nutri le vedove, raccogli i profughi. e riporta a casa gli erranti. E innalzeremo inni di gloria per la tua potenza. Anaphorae, p. 59 | LIBERACI DAL MALE Non ci indurre, Signore, in tentazioni che siano difficili per le anime e i corpi dei tuoi adoratori, ma per tua grazia custodiscili. Salva il corpo da tribolazione e dolori, e libera l'anima dalla bruttezza dei peccati. E liberaci dal Maligno e da tutte le sue arti, e dal suo inganno, e dalle sue provocazioni che incitano all'ira. Fa' che siamo pronti ad andare incontro alla rivelazione mirabile del Figlio di Dio, del tuo Figlio diletto, che si mostrerà agli abitanti di questo mondo alla consumazione dei tempi. Perché tuo è il regno e il potere e la gloria in cielo e in terra, e lassù mandiamo gloria a te e all'Unigenito Figlio tuo e al tuo santissimo Spirito, Amen. Anaphorae, p. 69 |
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03/02/2009 21:32 | |
LA CHIESA, TUA SPOSA Adorna, o Altissimo, la tua Chiesa santa, che hai preso in sposa da tutte le genti e rendila bella per l'afflusso del tuo popolo fedele.
Fioriscano i suoi prati di fiori spirituali e nel suo giardino appaiano gigli graziosi.
Apri le nostre bocche per una lode perpetua e le nostre labbra cantino la tua santità, ricolma le lingue di inni di gloria per ringrazi arti dei tuoi doni. Anaphorae, p. 61 |
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03/02/2009 21:32 | |
NON DIRCI: NON VI CONOSCO Chi potrebbe narrare la tua alta ed eterna grandezza, o Verbo Dio, o chi potrebbe comprendere il tuo volontario abbassamento? E chi può spiegare la mirabile tua nascita dalla Vergine o chi ricompenserà le sofferenze volontarie e immeritate che per noi hai affrontato e sopportato? Chi potrà adorare e onorare tutto il tuo progetto di salvezza per noi? Perciò ti preghiamo, Signore: nel giorno ultimo della tua venuta, quando giudicherai i vivi e i morti, quando sederai sul trono eccelso ed elevato, | quando gli angeli e gli arcangeli staranno davanti a te giudice giusto e retto, quando saranno rivelate le cose nascoste e gli uomini staranno in timore e tremore, in quell'ora delle sentenze definitive, o Signore pieno di misericordie, non distogliere da noi il tuo volto, non venire a giudizio con noi, non direi: Non vi conosco, perché non abbiamo negato il tuo santo nome. Ma guardaci, Signore, con misericordia, sii propizio e abbi pietà di noi.
Anaphorae, pp. 20-21 |
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03/02/2009 21:32 | |
INTERCESSIONE Ricordati, Signore, di tutti i poveri e pellegrini, di coloro che sono tristi e deboli, dei bisognosi e degli oppressi e di coloro i cui familiari sono di umile condizione e i parenti da poco e non possono aiutarli, ma tu, Signore, arricchiscili con le ricchezze della tua grazia e rallegrali con i tesori dei tuoi doni divini. Anaphorae, p. 57 |
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