CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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La Roccia dell'Apostolo Pietro

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2009 17:23
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Conclusione

Con un rapido sguardo retrospettivo, si può dire che l’interpretazione più chiara di «και επί ταύτη τη πέτρα οικοδομήσω μου την Εκκλησίαν» è la seguente: «Costruirò la mia Chiesa su un terreno solido e anche su questa roccia, nella quale hai confessato Gesù Cristo; cioè su di te, Pietro, come colui che Lo ha confessato rendendosi così fondamento roccioso. Questo terreno non escludere ma piuttosto comprende la possibilità che si costruirà anche su altre pietre di fondamento, vale a dire sugli altri Apostoli, i quali proclameranno la medesima verità su Cristo affidata all’insegnamento della Chiesa».<26>
È perciò possibile che le summenzionate interpretazioni coesistano e si armonizzino per completare il significato della pericope. Quando poniamo queste cose su una base stabile, su una roccia, com’è stato fatto, possiamo allontanare quelle divergenze raramente assenti da supposizioni o presupposti personali o dogmatici.<27>


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NOTE

1.  Vedi, Ed. Eichmann-Κ. Morsdort, Lehrbuch des Kirchenrechts (auf Grund des Codex Juris Canonici), 1. Band, 11. Aufl., Munchen- Paderborn-Wien 1964, p. 343 ; Μ. SCHMAUS, Katholische Dogmatik, Band ΙΙΙ, 1: Die Lehre von der Kirche, 5 Aufl., Munchen 1958, p. 156 ss.; Μ. KAISER, Die Einheit der Kirchengewalt nach dem Zeugnis des Neuen Testaments und der Apostolischen Vater, Munchen 1956, p. 45 ss.; ΙΩ. ΚΑΡMΊΡΗ, Ορθόδοξος Εκκλησιολογία, Δογματικής Τμήμα Ε', Athens 1973, p. 555 ss. e Ο. CULLMANN, Ρetrus, Jung e Αpοstel-Μartyrer, 2. Aufl., Zurich-Stuttgart 1960.

2.  Inoltre, pensiamo che non è consigliabile né vantaggioso trattare questo passo per scrutare l’interpretazione attribuitagli di volta in volta dai sotenitori del primato papale e dai loro oppositori schierandoci o in una o in un’altra fazione e interpretazione. Sulle relative “scelte” e confutazioni è possibile trovare una ricca bibliografia nei seguenti studi: ΧΡΥΣΟΣTOΜΟΥ ΠΑΠΑΔΟΠOΥΛΟΥ, Το Πρωτείον του Επισκόπου Ρώμης, Athens 1930; 2a ed. Athens 1964; Μ. SCHMAUS, οp. cit., p. 157ss. e 852ss ; ΛΕΩΝ. ΦΙΛΙΠΠΊΔΟΥ, Πέτρα-Πέτρος (= λίθος) καί η Πέτρα (= ο βράχος), Athens, ARCHIM. ΣΠ. ΜΠΙΛAΛΗ, Ορθοδοξία και Παπισμός, 2 voll., Athens 1969 and ΙΩ. ΚΑΡΜΙΡΗ, οp.cit., p. 548 ss., 555ss. Con l’aiuto dei lavori sopra citati ne possono essere prodotti altri.

3.  Abbiamo trattato l’interpretazione di Gv 21, 15-17 in un lavoro più recente: Συνέπειαι της άρσεως των αναθεμάτων Ρώμης-Κωνσταντινουπόλεως, Athens 1976, p.176 ss. Terremo conto di questo lavoro, Dio volendo, con altri passi pertinenti dalle Sacre Scritture e dalla Sacra Legge della nostra Chiesa attinenti alla questione in oggetto.

4  Λεων. Φιλιππίδης (οp cit., p. 57)  parla di “complessissime ciance antibibliche basate su erronee interpretazioni”.

5.  Com’è ben noto, l’uso e la funzione di “και” nella lingua greca è estremamente ampio. Vedi J. HUMBERT-Γ. ΚΟΥΡΜΟΥΛΗ, Συντακτικόν της αρχαίας Ελληνικής Γλώσσης, Athens, pp. 354 ss. e pp 394 ss.

6.  Vedi nota 5.

7.  Vedi Giovanni Crisostomo, PG 51.77 e ΛΕΩΝ. ΦΙΛΙΠΠΙΔΟΥ, οp. cit., p. 63.

8.  Vedi ΠΑΝ. ΤΡΕΜΠΕΛΑ, Υπόμνημα εις το κατά, Ματθαίον Ευαγγέλιον, Athens 1951, p. 315.

9.  Da questo passo, in combinazione naturalmente con la confessione di San Pietro riguardo a Gesù, è possibile dire che l’episcopato di Gerusalemme, dove da una parte  «questa pietra è stata rigettata da tutti uomini» (απεδοκιμάσθη υπό των ανθρώπων) (I Pt 2,4), mentre dall’altra “fu testata d’angolo (εγενήθη εις κεφαλήν γωνίας) (I Pt 2,7), può rivendicare anche lui il primato della Chiesa.

10.  Vedi Gv 1,1: «Εν αρχη ην ο Λόγος και ο Λόγος ην προς τον Θεόν και Θεός ην ο λόγος» e Gv 1,14 : «Kαι ο λόγος σαρξ εγένετο».

11.  A proposito dell’estratto sopra citato (I Cor 3, 9-11). Il prof. Trebelas fa un commento degno di nota: «Cristo è la pietra, la testata d’angolo (che è rigettata poiché è impossibile costruire nella struttura d’Israele) sulla quale siamo chiamati ed edificati. Quando parliamo di Gesù Cristo come del fondamento intendiamo tutti gl’insegnamenti dogmatici dei Vangeli». (ΠΑΝ. ΤΡΕΜΠΕΛΑ, Υπόμνημα εις τας επιστολάς της Καινής Διαθήκης, νοl. 1, 2a ed., Athens 1954, p. 261).

12.  Le varie opinioni sul significato del termine «Tηv αρχήν» sono ben conosciute. Cfr. a tal proposito ΠΑΝ. ΤΡΕΜΠΕΛΑ, Υπόμνημα εις το κατά Ιωάννην Ευαγγέλιον, Athens 1954, p. 301. Più generalmente, riguardo all’interpretazione del passo in questione, vedi ΣΤ. ΣΑΚΚΟΥ, Iωάννου 8,25. Συμβολή εις την γλωσσικήν εξέτασιν της Καινής Διαθήκης, Thessalonica 1969.

13.  Certamente quest’implicazione è data specialmente dal passo sopra menzionato di Mt 7, 24-25 dal momento che è dello stesso autore (lo stesso che ha scritto il contestato passo su Mt 16,18). Così si ha diritto, dopo un’opportuna analisi, di affermare che l’autore parla di questa roccia.

14.  In un nostro iniziale lavoro (Τα εκκλησιαστικά οφφίκια ως τα κατά κόσμον αξιώματα - Συμβολή εις την ερμηνείαν τού ζ' καν. της Πενθέκτης Oικ. Συν. Athens 1970, p. 20) prodotto per altri motivi, abbiamo scritto «In questo passo è possibile accettare due o più interpretazioni, dal momento che la formulazione lo permette». Abbiamo seguito questo principio in un altro nostro lavoro esplicativo: «Περί την επικοινωνίαν ημών μετά των ετεροδόξων» - Συμβολή εις την ερμηνείαν του χωρίου Β' Ιω.10, Athens 1972, p. 22 dove abbiamo scritto: «Da quanto abbiamo studiato, giungiamo alla conclusione [...] che non siamo obbligati a stringerci in una sola interpretazione, cosa che le Sacre Scritture ci aiutano e ci incoraggiano di  fare».
Com’è logico, le due interpretazioni non dovrebbero coincidere, ma nessuna di esse dovrebbe giungere in conflitto con altri passi scritturistici.

15.  Riguardo alla modifica dei termini “λίθος-πέτρα” vedi i passi in Rm 9,33 e I Pt 2,7.

16.  Vedi ΠΑΝ. ΜΠΡΑΤΣΙΩΤΟΥ, Η Αποκάλυψις του Ιωάννου, Athens 1949, p. 300: «La città nuova ed eterna, la santa Gerusalemme, simbolo del regno di Dio, la Sua vera Chiesa». Vedi anche p. 308: «Il versetto introduttivo nove mostra il tema della “città santa” Gerusalemme, cioè la Chiesa».

17.  Vedi Ebr 11,10: «Εξεδέχετο γάρ (Αβραάμ) την τούς θεμελίους έχουσαν πόλιν, ης τεχνίτης και δημιουργός ο Θεός».

18.  L’Apostolo Pietro parla (confessa) in quel momento ed è per tale ragione  che Cristo si rivolge a lui. Se avesse parlato un altro Apostolo (avesse confessato) perché il Signore non avrebbe dovuto rivolgersi a lui?

19.  ORIGENE, Spiegazione del Vangelo di San Matteo, PG 13. 997.

20.  3a visione (V, 1) Publish. Ministry of the Apostolic Library of the Hellenic fathers and Church authors, 3o Vol., p. 45. col. 5ss. Vedi ΠΑΝ. ΜΠΟΥΜΗ, Η oικοδoμή της αιωνίας πόλεως, ή ο τετραγωνισμός του κύκλου (offprint from «Κοινωνία»), 2a Ed., Athens 1976, p. 14.

21.  Vedi II Pt 1, 21.

22.  Similmente ha anche valore aggiungere questo: il prof. ΛΕΩΝ. ΦΙΛΙΠΠΙΔΗΣ (οp. cit. p. 51ss.) avendo precedentemente accumulato vari estratti dalle interpretazioni di Origene e da scholia tratti dal passo suaccennato dice: «Che le fluttuazioni interpretative conducano parimenti a contraddizioni su questo soggetto è ovvio dai passi suaccennati». D’altra parte, dopo aver aggiunto altri passi da interpretazioni diverse, egli continua dicendo: «Questi sono come un assaggio di insigni chiarimenti superati, e gettano luce sulle variazioni riguardo al soggetto dell’Ermeneutica» (p. 56). Vedi le osservazioni di Arch. ΣΠΥΡ. ΜΠΙΛΑΛΗ (οp. cit., vol. Ι, p. 100) riguardo sant’Agostino.

23. Che il termine πέτρα  possa prendere il significato di base rocciosa o di una grande roccia (βράχος), che può sostenere altre pietre (λίθοι), può essere visto considerando i seguenti passi scritturistici:

a) «Εξήλθεν ο σπείρων του σπείραι τον σπόρον αυτού, και εν τω σπείρειν…έτερον κατέπεσεν επί την πέτραν και φυέν εξηράνθη δια το μη έχειν ικμάδα» (Lc 8, 5-6). Vedi Mt 13,15 e 13,20 e Mc 4-5; 4,16: «επί τα πετρώδη».
b) «Και λαβών το σώμα ο Ιωσήφ…έθηκεν αυτό εν τω καινώ αυτού μνημείω ο ελατόμησεν εν τη πέτρα» (Mt 27,59-60); Mc 15,46 e Ap 6,15-16.

24.  Se questo non fosse esistito completamente, si sarebbe forse spinti dalla tentazione di dire che esiste una contraddizione tra Matteo e Luca e confutare così la conclusione suddetta. Comunque tutto nelle Sacre Scritture è scritto con saggezza.

25.  Qui è sufficiente notare che il ruolo della tradizione e della successione apostolica («αποστολικών διαδοχών» secondo il prof. ΓΕΡ. ΚΟΝΙΔΑΡΗ, Περί το πρόβλημα της ενώσεως των Εκκλησιών, Atene 1978. P. 9, 15ss) è basilare ed è molto importante.

26.  Per tale ragiona ciò è chiamato «αποστολική παράδοσις»  (tradizione apostolica) e non «Πέτρειος παράδοσις» (tradizione di Pietro).

27.  D’altra parte comunque, una differenza può portarci a cercare meglio e ad interpretare le cose in una luce più sicura, riesaminando il passo in oggetto per meglio comprenderlo. Pensiamo che sia necessario quando l’interpretazione proposta si accorda con le Sacre Scritture e si armonizza con il totale spirito dei santi canoni ripondendo meglio alle richieste dei tempi moderni. Questo miglioramento è (o al meno dovrebbe essere) un aspetto di una certa parte della ricerca nella comunità ecclesiale per un suo rinnovamento. Vedi i contenuti di un’altro nostro lavoro: Περί την επικοινωνίαν ημών μετά των ετεροδόξων, pp. 22-3.


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