CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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9-COMMENTO AL VANGELO DI SAN GIOVANNI

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2009 04:43
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15/05/2009 04:42
 
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. (Tutta la profezia parla di Cristo.)

. 4. La profezia, dunque, fin dai tempi più remoti, fin dai primordi del genere umano, parlo sempre di Cristo: egli era presente, ma occulto: la profezia era ancora acqua. Come si dimostra che in tutti i tempi che precedettero la venuta del Signore, la profezia non manco di rendergli testimonianza? Lo afferma il Signore stesso. Quando risuscito da morte, trovo i discepoli che dubitavano di lui, che pure avevano seguito: lo avevano visto morto, infatti, e non speravano che sarebbe risorto, e tutta la loro speranza crollo. Perché il buon ladrone merito di essere accolto in paradiso in quel medesimo giorno (Lc 23,40-43)? Perché in croce confesso Cristo, proprio quando i discepoli dubitarono di lui. Li trovo che erano fluttuanti, e quasi si rimproveravano di aver sperato in lui come redentore, anche se erano addolorati che egli fosse stato ucciso senza alcuna colpa, perché lo sapevano innocente. E proprio questo dissero, dopo la risurrezione, a lui che aveva trovato per via alcuni di loro, tristi: Tu sei proprio l'unico abitante di Gerusalemme a non sapere che cos'è accaduto in essa in questi giorni? Che cosa dunque? domando loro. Ed essi gli risposero: ciò che è accaduto a Gesù nazareno, che s'era mostrato un profeta possente in opere e in parole davanti a Dio e davanti a tutto il popolo, come i nostri capi lo hanno consegnato perché fosse condannato a morte, e lo hanno crocifisso. Si, noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; ma ecco che oggi è il terzo giorno dacché sono accadute queste cose. Queste e altre cose furono dette da uno di quei due che il Signore aveva trovato sulla strada, diretti al villaggio vicino. Ed egli così rispose: O spiriti senza intelligenza, lenti a credere tutto ciò che hanno annunciato i profeti! Non doveva forse il Cristo patire tali cose, per entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e percorrendo tutti i profeti, interpreto loro in tutte le Scritture le cose che si riferivano a lui (Lc 24,18-27). E in un'altra occasione quando volle che i discepoli lo palpassero con le mani affinché si convincessero che era risuscitato nel corpo, egli disse: Questi sono i discorsi che io vi facevo quand'ero ancora con voi: che si doveva compiere tutto ciò che è scritto di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora apri ad essi lo spirito all'intelligenza delle Scritture, e disse loro: così era scritto che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome il ravvedimento in vista della remissione dei peccati fosse proclamato a tutte le genti, a cominciare da Gerusalemme (Lc 24,44-47).

. (Senza Cristo, tutto è senza sapore.)

3. 5. Tenendo conto di questi dati evangelici, che certamente sono chiari, si potranno chiarire tutti i misteri che sono nascosti in questo miracolo del Signore. Avete notato ciò che dice: che si

doveva compiere in Cristo tutto ciò che di lui era stato scritto? Nella Legge, - egli dice -nei Profeti e nei Salmi. Non tralascia nessuna delle antiche Scritture. Quella era l'acqua, e il Signore chiamo spiriti senza intelligenza quei discepoli, perché percepivano ancora il solo sapore dell'acqua e non quello del vino. E come trasformo l'acqua in vino? Apri loro l'intelligenza e spiego loro le Scritture, cominciando da Mosè attraverso tutti i profeti. E quelli, ormai inebriati, dicevano: Non ci ardeva forse il cuore, lungo la via, mentre ci rivelava le Scritture (Lc 24,32)? Avevano scoperto Cristo in quei libri, nei quali sino a quel momento non lo avevano riconosciuto. Nostro Signore Gesù Cristo muto dunque l'acqua in vino: così ciò che prima era insipido acquista sapore, e ciò che prima non inebriava, adesso inebria. Certo, egli avrebbe potuto ordinare che si gettasse via l'acqua dalle anfore, e riempirle di vino, che egli poteva far affluire dalle misteriose sorgenti del creato, come fece con il pane quando sazio tante migliaia di persone (Mt 14,185). Cinque pani non potevano certo saziare cinquemila persone e neppure riempire le dodici sporte avanzate, se l'onnipotenza del Signore non fosse stata, diciamo cosi, la fonte del pane. Cosi, egli avrebbe potuto, gettata via l'acqua, far affluire il vino nelle anfore. Ma se così avesse fatto, avrebbe dimostrato di voler riprovare l'Antico Testamento. Mutando invece l'acqua in vino, ci dimostra che anche l'Antico Testamento viene da lui; infatti per ordine suo furono riempite le anfore (Jn 2,1-11). Si, anche l'Antico Testamento viene dal Signore; esso pero non possiede alcun sapore, se non vi si scopre Cristo.

6. Notate ora quello che egli dice: Tutto ciò che è stato scritto nella Legge, nei Profeti e nei Salmi si riferisce a me. Sappiamo che la Legge comincia la sua narrazione con l'origine del mondo: ln principio Dio creo il cielo e la terra (Gn 1,1). Partendo dalle origini e arrivando fino al presente, si contano sei età, come spesso avete sentito e sapete: la prima età va da Adamo fino a Noè; la seconda da Noè fino ad Abramo; la terza, seguendo l'ordine e la divisione dell'evangelista Matteo, va da Abramo fino a David; la quarta da David fino all'esilio babilonese; la quinta dall'esilio babilonese a Giovanni Battista; la sesta, infine, da Giovanni Battista alla fine del mondo (Mt 1,17-18). perciò Dio creo l'uomo a sua immagine nel sesto giorno, perché in questa sesta età si ha per mezzo del Vangelo l'annuncio del nostro rinnovamento spirituale secondo l'immagine di colui che ci ha creati (Col 3,10); e l'acqua è mutata in vino affinché possiamo finalmente gustare Cristo già annunciato nella Legge e nei Profeti. Per questo c'erano là sei anfore, che egli ordino fossero riempite di acqua: quelle sei anfore rappresentavano le sei età del mondo, nelle quali mai venne a mancare la profezia. Queste sei età, divise e distinte in parti, non sarebbero che vasi vuoti, se Cristo non le avesse riempite. Perché parlo di età che sarebbero trascorse invano, se in esse non fosse stato predicato il Signore Gesù? Si son compiute le profezie, si son riempite le anfore; ma perché l'acqua si muti in vino, in quelle profezie bisogna scoprire Cristo.

(Il mistero della Trinità.)

2. 7. Che significa dunque contenenti ciascuna da due a tre metrete? Più d'ogni altra, questa espressione ci appare misteriosa. Parla di metrete come di determinate misure, come se dicesse urne, anfore, o qualcosa di simile. La metreta è una misura, come appunto significa questo nome. I Greci chiamavano infatti la misura e da qui viene metreta. Contenenti ciascuna da due a tre metrete. Che dire, o fratelli? Se l'evangelista avesse detto soltanto "tre", il nostro pensiero andrebbe subito al mistero della Trinità. Ma non dobbiamo subito scartare questo pensiero per il fatto che l'evangelista dice due o tre: se nominiamo il Padre e il Figlio, necessariamente si intende anche lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, infatti, non è soltanto lo Spirito del Padre o soltanto lo Spirito del Figlio, ma è insieme lo Spirito del Padre e del Figlio. Sta scritto: Se uno ama il mondo, non c'è in lui lo Spirito del Padre (1Jn 2,15); e sta pure scritto: Se uno non ha lo Spirito di Cristo, costui non gli appartiene (Rm 8,9). E' dunque identico lo Spirito del Padre e quello del Figlio. E se si nomina il Padre e il Figlio, s'intende anche lo Spirito Santo, perché è lo Spirito del Padre e del Figlio. Quando, allora, è nominato il Padre e il Figlio, è come nominare due metrete: e includendovi lo Spirito Santo, tre metrete. Per questo l'evangelista non dice che alcune anfore contenevano due metrete, altre tre; dice che tutte le sei anfore contenevano da due a tre metrete. E' come se dicesse: Quando dico due, voglio che si intenda anche lo Spirito del Padre e del Figlio, e quando dico tre, più esplicitamente mi riferisco alla Trinità.

1. 8. E cosi, nominando il Padre e il Figlio, bisogna includervi ciò che è la carità vicendevole del Padre e del Figlio: lo Spirito Santo. Forse, esaminando più a fondo le Scritture (non dico questo con l'intenzione di fermarmi ancora sull'argomento o come se non fossero possibili altre interpretazioni), troveremo che lo Spirito Santo è carità. E non vogliate considerare la carità una cosa da poco. Come potrebbe essere cosi, se una cosa che non è di poco prezzo, noi la diciamo cara? E se ciò che non è di poco prezzo è caro, cosa può esserci di più caro della stessa carità? Ecco l'elogio che ne fa l'Apostolo: Vi addito una via ancora più eccellente (1Co 12,31). Se anche parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho la carità, sono un bronzo sonante, o un cembalo squillante. E se anche conosco tutti i misteri e tutta la scienza ed ho il dono della profezia e possiedo la pienezza della fede, così da trasportare le montagne, ma non ho la carità, sono nulla. E se anche distribuisco tutte le mie sostanze ai poveri, e se anche do il mio corpo per essere bruciato, ma non ho la carità, non mi giova nulla (1Co 13,1-3). Gran cosa è dunque la carità, che se manca, è inutile tutto il resto; se c'è, tutto diventa utile. Tuttavia, pur lodando la carità con tanta effusione, l'apostolo Paolo ha detto di essa meno di quanto con tanta brevità abbia detto l'apostolo Giovanni, l'autore di questo Vangelo, quando non esita a dire: Dio è carità (1Jn 4,16). Sta anche scritto: La carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato (Rm 5,5). Come si puo quindi nominare il Padre e il Figlio, prescindendo dalla carità del Padre e del Figlio? E quando si comincia ad avere questa carità, si ha lo Spirito Santo; mancando questa, si è privi dello Spirito Santo. Come il tuo corpo privo del tuo spirito, che è la tua anima, è morto, così la tua anima senza lo Spirito Santo, cioè senza carità, è da considerare morta. Dunque, le anfore contenevano due metrete perché nella profezia di tutti i tempi è predicato il Padre e il Figlio. Ma essendo presente anche lo Spirito Santo, per questo l'evangelista aggiunge: o tre. Quando sentiamo il Figlio che dice: Io e il Padre siamo una sola cosa (Jn 10,30), non dobbiamo pensare che escluda lo Spirito Santo. Tuttavia, poiché ha nominato il Padre e il Figlio, si dice che le anfore contenevano due misure; ascolta pero: o tre. Andate, dunque, battezzate tutte le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19). Sicché, dove si dice "due", implicitamente si allude alla Trinità; dove si dice "tre", vi si allude in maniera esplicita.

2. 9. Esiste pero un'altra interpretazione, che non si deve trascurare, e la riferisco. Ognuno scelga quella che preferisce: io non posso privarvi di ciò che Dio mi suggerisce. Questa è la mensa del Signore, e colui che serve non puo defraudare i commensali, soprattutto quando sono affamati come siete voi, che non riuscite a nascondere la vostra avidità. La profezia, che risale ai tempi più remoti, è ordinata alla salvezza di tutte le genti. Certo, Mosè fu inviato unicamente al popolo d'Israele, e soltanto a quel popolo per mezzo di lui fu data la Legge; è solo da quel popolo che uscirono i Profeti, e la ripartizione stessa dei tempi avvenne in base alla storia di quel popolo. Per questo vien detto che le anfore erano per la purificazione dei giudei (Jn 2,6); e tuttavia è ben chiaro che quella profezia veniva annunziata anche per tutte le altre genti: Cristo infatti si celava in colui nel cui nome sono benedette tutte le genti, secondo la promessa del Signore ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti (Gn 22,18). Ancora non si poteva cogliere la portata della profezia, dato che ancora l'acqua non era stata mutata in vino.

La profezia, dunque, si estendeva a tutte le genti. Ma perché questo vi risulti più chiaro, ci rifaremo, secondo le circostanze, alle singole età, che è quanto dire alle singole anfore.


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