CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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11 - COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2009 18:31
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07/07/2009 18:31
 
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1. 6. Nicodemo, che si era recato da Gesù di notte, era incapace di gustare questo spirito e questa vita. Gesù gli aveva detto: Nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce di nuovo. E quello, incapace di elevarsi al di sopra della sapienza della sua carne e la cui bocca non aveva ancora gustato il sapore della carne di Cristo, gli dice: Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Puo, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e rinascere (Jn 3,3-4)? Non conosceva altro modo di nascere, se non quello da Adamo ed Eva; ancora non sapeva che si poteva nascere da Dio e dalla Chiesa. Conosceva solo quei genitori che generano per la morte, non ancora quelli che generano per la vita; conosceva solo quei genitori che generano degli eredi, non ancora quelli che, essendo immortali, generano figli che per sempre rimarranno. Vi sono, insomma, due nascite: Nicodemo ne conosceva una sola. Una nascita è dalla terra, l'altra dal cielo; una è dalla carne, l'altra dallo Spirito; una da ciò che è mortale, l'altra da ciò che è eterno; una dall'uomo e dalla donna, l'altra da Dio e dalla Chiesa. E tutte e due sono uniche, e perciò irripetibili. Nicodemo aveva compreso bene la nascita secondo la carne: tu cerca di capire la nascita spirituale come egli capi quella secondo la carne. Cosa capi Nicodemo? Puo, forse, un uomo entrare una seconda volta nel seno di sua madre e rinascere? Cosi, se qualcuno ti dicesse che devi nascere di nuovo spiritualmente, puoi rispondere con Nicodemo: Puo, forse, un uomo entrare una seconda volta nel seno di sua madre e rinascere? Sono già nato una volta da Adamo, e Adamo non può generarmi una seconda volta; sono nato già una volta da Cristo, Cristo non può generarmi una seconda volta. Come non si può ripetere il parto, così non si può ripetere il battesimo.

7. Chi nasce dalla Chiesa cattolica nasce da Sara, nasce dalla donna libera; chi nasce dall'eresia, nasce dalla schiava, sempre pero dal seme di Abramo. Consideri vostra Carità questo grande mistero. Dio lo attesta e dichiara: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe (Ex 3,6). Non esistevano forse altri patriarchi? non c'è stato forse prima di quelli il santo Noè, che unico di tutto il genere umano merito di scampare, con l'intera sua famiglia, al diluvio (Gn 7,7)? Noè e i suoi figli, figura della Chiesa, scamparono al diluvio per merito dell'arca. Conosciamo ancora altri grandi personaggi, che la Scrittura ricorda: conosciamo Mosè, del quale si dice che fu fedele in tutta la casa di Dio (Nb 12,7 He 3,2). Eppure vengono nominati solo quei tre come se essi soli avessero goduto il favore di Dio: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe; questo è il mio nome in eterno (Ex 3,6 Ex 15). Grande mistero! Voglia il Signore aprire la nostra bocca e il vostro cuore, affinché noi possiamo dire ciò che egli si è degnato rivelarci, e voi possiate intenderlo adeguatamente.

(Tre patriarchi e un solo popolo.)

2. 8. Tre sono questi patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe. Voi sapete che i figli di Giacobbe erano dodici, e che da essi ebbe origine il popolo d'Israele, perché Giacobbe stesso si chiamava Israele. Il popolo d'Israele era formato da dodici tribù, discendenti ciascuna da uno dei dodici figli di Giacobbe. Abramo, Isacco e Giacobbe: tre padri e un solo popolo. Tre padri che furono come il principio del popolo; tre padri nei quali era raffigurato il popolo: il popolo primogenito e quello attuale. Nel popolo giudaico, infatti, era raffigurato il popolo cristiano. Là c'era la figura, qui c'è la realtà; là c'era l'ombra, qui c'è il corpo. Come dice l'Apostolo: Tutte queste cose accaddero loro come in figura; e continua: e sono state scritte per ammaestramento nostro, di noi per i quali è giunta la fine dei tempi (1Co 10,11). Ritorniamo ora ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Vediamo che da questi tre partoriscono donne libere e schiave; vediamo figli delle libere e figli delle schiave. La schiava non significa nulla di buono: Manda via la schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non dev'essere erede col figlio della libera (Gn 21,10 Ga 4,30). Ricordando questo fatto, l'Apostolo afferma che i due figli di Abramo erano figura dei due Testamenti, il vecchio e il nuovo. Al Vecchio Testamento appartengono quelli che amano le cose temporali, il mondo; al Nuovo appartengono quelli che amano la vita eterna. In questo senso, la Gerusalemme terrestre era solo l'ombra della Gerusalemme celeste, madre di tutti noi, e che è nel cielo: sono parole dell'Apostolo (Ga 4,22-26). Di questa città, lontani dalla quale ci troviamo nella nostra peregrinazione, già molto conoscete, molto avete già sentito dire. Orbene, noi vediamo una cosa degna di nota in questi parti, in questi figli che sono stati concepiti e sono nati da donne libere e da schiave; troviamo quattro categorie di uomini; e in queste si profila completa la figura del futuro popolo cristiano, tanto che non sorprende più se in riferimento a quei tre è stato detto: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Considerando infatti la totalità dei cristiani, o fratelli, vediamo che nascono dei figli buoni da cattivi genitori e figli cattivi da buoni genitori, buoni da buoni, e finalmente cattivi da cattivi: fuori di questi quattro, non si danno altri casi. Ripeto, state attenti, ricordatelo; scuotete i vostri cuori, non siate pigri, cercate di capire bene, per non cadere in inganno: in queste quattro categorie sono compresi tutti i cristiani. O dai buoni nascono dei cattivi, o dai cattivi nascono dei cattivi; o dai cattivi dei buoni, o dai buoni dei cattivi. Credo che sia chiaro. Dai buoni vengono dei buoni, se quelli che battezzano sono buoni e quelli che sono battezzati credono sinceramente e lealmente appartengono alle membra di Cristo. Dai cattivi vengono i cattivi, se quelli che battezzano sono cattivi e quelli che sono battezzati si accostano a Dio con cuore insincero e conducono una vita non conforme all'insegnamento della Chiesa, così che in essa ci sono piuttosto come paglia che come frumento; e la vostra Carità sa bene quanto costoro siano numerosi. Dai cattivi vengono dei buoni, quando, per esempio, colui che battezza è un adultero mentre chi riceve il battesimo viene giustificato. Dai buoni vengono dei cattivi, quando colui che battezza è santo, e chi ha ricevuto il battesimo ricusa di seguire le vie di Dio.

9. Credo, o fratelli, che quanto sto dicendo sia ben noto nella Chiesa, e comprovato ogni giorno. Ma consideriamo questo fatto nei primi nostri padri, perché queste quattro categorie esistono anche presso di loro. Dai buoni i buoni: Anania battezzo Paolo (Ac 9,18). Esiste anche il caso di cattivi dai quali nascono buoni? L'Apostolo parla di certi predicatori del Vangelo, soliti ad annunciare il Vangelo non con sincerità, e che egli tollerava nella società cristiana, e osserva: Che importa? ad ogni modo, purché Cristo, o per secondi fini o con sincerità, venga predicato, sono contento (Ph 1,18). Forse che l'Apostolo era malevolo e godeva del male altrui? No di certo: ma la verità era predicata anche per mezzo dei cattivi, e Cristo era annunciato anche da bocche insincere. Se costoro battezzavano altri loro simili, erano cattivi che battezzavano cattivi; se invece coloro che venivano battezzati erano di quelli per i quali vale l'ammonimento del Signore: Fate quello che vi dicono, non fate come essi fanno (Mt 23,3), allora i cattivi battezzavano i buoni. C'erano dei buoni che battezzavano dei cattivi, come Filippo, che era santo e battezzo Simon Mago (cf. Ac 8,13). Sono dunque chiare, o fratelli, queste quattro categorie. Di nuovo ve le ricordo, tenetele a mente, contatele, tenetene conto; guardatevi dai cattivi, seguite i buoni. Dai buoni nascono i buoni, quando i santi vengono battezzati dai santi; dai cattivi nascono i cattivi, quando quelli che battezzano e quelli che sono battezzati vivono nell'iniquità e nell'empietà; dai cattivi i buoni, quando sono cattivi quelli che battezzano e buoni quelli che sono battezzati;

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