Eredi per fede
Come Davide che, pur essendo il vero re, è stato perseguitato da Saul che aveva perso il regno, così anche Cristo, Re dell’Universo, è stato perseguitato dalle autorità religiose ed è stato flagellato e crocifisso da quelle politiche. Noi non dobbiamo aspettarci niente di diverso (Luca 23:31).
Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
2Timoteo, 3:12
Cristo ha promesso che chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del suo nome erediterà la vita eterna (Matteo, 19:29). Ha detto che riceveremo già in questa vita cento volte tanto di quello che avremo lasciato, ma ci ha anche garantito che non ci mancheranno le persecuzioni (Marco, 10:30). Appunto perché la vera eredità non la riceviamo in questo mondo. La riceviamo sì in questa vita, ma in vista di quella a venire.
Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.
Ebrei, 13:14
È stato così anche per l’eredità promessa ad Abramo, Isacco e Giacobbe. Abramo aveva avuto promessa da Dio tutta la terra di Israele, ma dovette comprare a caro prezzo anche il campo dove seppellì sua moglie Sara (Genesi, 23:15-16).
Per fede Abramo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.
Ebrei, 11:8-10
Se è vero che, con la venuta di Cristo, quella che era la "minore età" di Israele è giunta al suo compimento e ora non siamo più servi ma figli ed eredi (Galati, 4:1-7), è anche vero che la perfezione non è ancora arrivata (1Corinzi, 13:10). Il nostro corpo, fatto com'è di eredità terrena, ci impedisce di avere piena comunione con Dio. Questo è stato il sentimento di tanti uomini di Dio, da Giobbe (Giobbe, 19:26) a Giovanni Battista (Giovanni, 3:30-31), e anche Paolo ci conferma che "mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore" (2Corinzi, 5:6). Fino a quando il Signore non tornerà nella sua gloria, l'uomo, per quanto sia da sempre il destinatario e l'erede di tutta la creazione, deve vivere come uno straniero, senza un posto dove poter stare al sicuro in questa terra. Gesù stesso lo ha detto:
Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo.
Matteo, 8:20
Questa condizione non è per sempre, perché per i credenti c’è un sabato eterno (Ebrei 4:9-11) in cui potremo entrare nel riposo del Signore, riposandoci anche dalla nostra fatica di vivere come stranieri e di convivere con le nostre imperfezioni e con quelle degli altri.
Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Filippesi, 3:13-14
Il premio della chiamata di Dio non è ubicato in un futuro terreno che non arriva mai, ma in un futuro eterno che condiziona anche il nostro presente, dandoci una gioia e una pace che derivano la loro certezza dalla fedeltà di Colui ha fatto le promesse (Ebrei, 10:23). Nella lingua della Bibbia, il futuro – che equivale all'imperfetto – è il tempo delle cose che avvengono sempre.
Le tue testimonianze sono la mia eredità per sempre, esse sono la gioia del mio cuore.
Salmi, 119:111
La parola testimonianza in ebraico viene dalla stessa radice con cui si ferma l'avverbio che significa "ancora" ('od). Il passato della testimonianza di Dio è il passato delle cose che sono avvenute come segno di quelle che avverranno ancora. In questa speranza, che viene dalla certezza delle promesse eterne di Dio, possiamo rallegrarci di una gioia viva e presente.
Il Signore è la mia parte di eredità e il mio calice; tu sostieni quel che mi è toccato in sorte. La sorte mi ha assegnato luoghi deliziosi; una bella eredità mi è toccata!
Salmi, 16:5-6
Questa eredità è conservata per noi in cielo.
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi…
1Pietro, 1:3-4
In questa eredità incorruttibile non si entra certo per le opere della carne (che ci impediscono anzi di parteciparne, come l'apostolo Paolo ripete più volte, per es. in 1Corinzi 6:9-10, Galati 5:21, Efesini 5:5) e neanche per quelle della legge (che non ci rendono giusti davanti a Dio, Romani 3:20). Non si entra nemmeno solo per essere fisicamente parte della discendenza di Israele, perché ci possono entrare tutti gli uomini di tutte le nazioni (Efesini, 3:6). Si entra piuttosto ricevendo l’ubbidienza di Cristo, cioè per fede e pazienza (Ebrei, 6:12). Infatti non sono quelli che stanno bene oggi o che oggi si sentono a posto che possono consolarsi con le promesse di Dio. Piuttosto sono i poveri nello spirito e gli umili di cuore che erediteranno la terra di domani (Salmi 37:9-11, Matteo 5:5, Giacomo 1:9). Perché in questa eredità non entreremo con la nostra natura di oggi.
Ora io dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l’incorruttibilità.
1Corinzi, 15:50
La nostra destinazione finale non è nella vita presente, che è destinata a passare.
Infatti "noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia" (2Pietro, 3:13).
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.
Apocalisse, 21:1-7
Conviene quindi che la nostra mente, piuttosto che lasciarsi turbare pensando alle cose che si vedono quaggiù sulla terra (Colossesi, 3:1-2), si faccia rinfrescare dalla rivelazione delle cose che sono in cielo.
Perché lì sta la nostra vera eredità.
… il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza.
Efesini, 1:17 -19
Pedro