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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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IL CAMMELLO

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2010 17:53
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Città: ROMA
Età: 37
Sesso: Femminile
01/01/2010 17:51
 
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IL CAMMELLO

    Il cammello è un animale ben noto ed utilissimo nei paesi orientali, chiamato con ragione "la nave del deserto".

    Secondo la legge Mosaica era annoverato fra gli animali immondi: "Ma tra quelli che ruminano e tra quelli che hanno l'unghia spartita, non mangerete questi: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia spartita; lo considererete impuro" (Levitico 11:4).
L'altezza del cammello fino alla sella è di solito circa m. 1.80. Benché emetta forti lamenti quando lo si fa inginocchiare e lo si carica, è docile e cammina come se fosse conscio d'un penoso dovere da adempiere. Il colore nei cammelli varia dal bianco al nero, ma di solito è brunastro. Nelle contrade bibliche si trova il cammello con una gobba ("camelus dromedarius"). Il cammello con due gobbe ("camelus bactrianus") si trova quasi esclusivamente nell'Asia centrale.

    Dopo essere stato abbeverato a sazietà, il cammello può camminare per 20 o 30 giorni senza morire di sete. Siccome il cammello non suda mai, almeno in modo che si possa scorgere, non v'è perdita di tutta quell'acqua bevuta. Tutte queste qualità si accordano assieme per rendere il cammello adatto al paese in cui abita e ai servizi che sono da lui richiesti.

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    Dal cammello si ricavavano dei vestiti: "Giovanni aveva un vestito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; e si cibava di cavallette e di miele selvatico" (Matteo 3:4).

    Se fatto con la parte più soffice e più fine del pelo, serviva per gli abiti di lusso. Una qualità più grossolana si usava per fare tende e mantelli da pastori e cammellieri. I viaggiatori ci raccontano che i moderni "dervis" (asceti) vestono di questo panno e portano anche cinture di cuoio. Giovanni Battista si vestiva probabilmente a quel modo, perché il pelo di cammello è contrapposto a "vestimenti morbidi": "Ma che cosa andaste a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Quelli che portano delle vesti morbide stanno nei palazzi dei re" (Matteo 11:8).

    Gesù usò la figura di quest'animale per dare importanti insegnamenti biblici. Per esempio, per parlare dell'ipocrisia religiosa: "Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello" (Matteo 23:24).

    In un altro momento citò nuovamente il cammello, per biasimare il comportamento del giovane ricco: "Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu sai i comandamenti: "Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre"". Ed egli rispose: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù". Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: "Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni. Gesù, guardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!" I discepoli si stupirono di queste sue parole. E Gesù replicò loro: "Figlioli, quanto è difficile per quelli che confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio! É più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio" (Marco 10:17-25).

    Questo passo è singolare, perché ci presenta un giovane quasi "perfetto" nelle sue qualità morali. Notiamo infatti alcuni aspetti importanti della sua vita:

    a. S'inginocchiò davanti a Gesù. Riconobbe che Gesù era il Messia atteso e promesso. Egli sapeva bene quanto la Scrittura diceva intorno all'inginocchiarsi: "Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al Signore, che ci ha fatti" (Salmi 95:6).

    b. Gli pose una domanda vitale. Il quesito che questo giovane pose a Gesù è di fondamentale importanza per ogni uomo che desidera trascorrere la sua eternità con il Signore: "Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" Comprese che solo Gesù poteva dare una risposta soddisfacente alla domanda del suo cuore.

    c. Lo riconobbe "buono". Questo significa che riconosceva la divinità di Gesù, infatti il Signore stesso lo sottolinea: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio". È come se Gesù gli avesse detto: "Se credi che io sono buono, credi allora anche che io sono Dio".

    d. Manifestò la sua fede nell'osservare scrupolosamente la legge. Questo giovane infatti, dice di non aver mai ucciso nessuno; di non aver mai commesso adulterio; di non aver mai rubato; di non aver mai detto bugie; di non aver mai frodato nessuno; di onorare suo padre e sua madre: "Tu sai i comandamenti: "Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre". Ed egli rispose: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù". (Marco 10:19-20). 

    Potremmo dire che abbiamo di fronte un credente perfetto, un credente modello, un esempio da imitare. Ma il Signore non guarda alla vernice, va oltre l'apparenza: "Il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore" (1Samuele 16:7).

    Gesù non si è lasciato mai andare a facili entusiasmi, a facili trionfalismi. A chi aveva gridato davanti alla folla che era disposto a seguire Gesù, il Signore gli aveva subito dimostrato che il suo desiderio in realtà si fondava solo sull'emozione: "Allora uno scriba, avvicinatosi, gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". Gesù gli disse: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Matteo 8:19,20).

    Gesù andò oltre la semplice osservanza della legge: "Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: "Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni" (Matteo 10:21,22).

    Dopo che il giovane andò via, Gesù fece ricorso alla figura del cammello: "Gesù, guardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!" I discepoli si stupirono di queste sue parole. E Gesù replicò loro: "Figlioli, quanto è difficile per quelli che confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio! É più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio" (Matteo 10:23-25).

    Desidero soffermarmi sull'espressione che Gesù usò verso questo giovane: "Una sola cosa ti manca". Come dicevamo prima, il Signore guarda al cuore non all'apparenza. È vero che questo giovane faceva tutto quello che aveva testimoniato di fare, ma c'era qualcosa che non andava nella sua vita, qualcosa che aveva a che fare proprio con la legge che lui aveva affermato di osservare. Cosa dice il decalogo e dove questo giovane aveva fallito? Leggiamo insieme le leggi che Dio dette a Mosè: "Io sono il Signore, il tuo Dio. Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso...Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano... Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non attestare il falso contro il tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo" (Esodo 20:2-17).

    Dove aveva fallito questo giovane? Proprio nell'inosservanza del secondo comandamento: "Non avere altri dei oltre a me". Aveva altri dei questo giovane ebreo monoteista? La risposta è SÌ! Il denaro era il suo Dio e anche se osservava tutta la legge ma ne infrangeva un solo punto, si rendeva colpevole: "Chiunque, infatti, osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti. Poiché colui che ha detto: "Non commettere adulterio", ha detto anche: "Non uccidere". Quindi, se tu non commetti adulterio, ma uccidi, sei trasgressore della legge" (Giacomo 2:10-11).
Il peccato che era nel cuore di questo giovane era dunque l'idolatria, l'avarizia che è la radice di ogni sorta di male: "Poi disse loro: "State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita". E disse loro questa parabola: "La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni e dirò all'anima mia: "Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio" (Luca 12:15-21).

    Questo giovane è vero si che cercava di servire Dio, ma serviva anche Mammona: "Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona" (Matteo 6:24).


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