CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 17:45
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10/01/2010 17:43
 
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“Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: Come può satana scacciare satana?” (Mc 3,13).

“Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire” (Mc 3,26).

“Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro” (Mc 4,15).

“Egli disse: Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore” (Lc \10,18).

“Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl” (Lc 11,18).

“E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” (Lc 13,16).

Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici” (Lc 22,3).

“Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano” (Lc 22,31).

“E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: Quello che devi fare fallo al più presto” (Gv 13,27).

“Ma Pietro gli disse: Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno?” (At 5,3).

“Ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me” (At 26,18).

“Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi” (Rm 16,20). 

“Questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore. (1Cor 5,5).

“Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione” (1Cor 7,5).

Per non cadere in balìa di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni” (2Cor 2,11).

“Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce” (2Cor 11,14).

“Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia” (2Cor 12,7).

“Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma  satana ce lo ha impedito” (1Ts 2,18).

“La  cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di  portenti, di segni e prodigi menzogneri” (2Ts 2,9). 

“Tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare” (1Tm 1,20).

“Già alcune purtroppo si sono sviate dietro a satana” (1Tm 5,15).

“Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei ricco e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana” (Ap 2,9).

“So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana” (Ap 2,13).

“A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana come le chiamano non imporrò altri pesi” (Ap 2,24).

“Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono : li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato” (Ap 3,9).

“Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. (Ap 12,9).

“Afferrò il dragone, il serpente antico cioè il diavolo, satana e lo incatenò per mille anni” (Ap 20,2).

“Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere” (Ap 20,7).

“Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati” (Mt 8,16).

“Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità” (Mt 10,1).

“Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa” (Mt 12,45).

“Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!” (Mc 1,27).

Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: Tu sei il Figlio di Dio!” (Mc 3,11).

E gli spiriti lo scongiurarono: Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi” (Mc 5,12).

“Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare” (Mc 5,13).

“Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi” (Mc 6,7).

“Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?” (Lc 4,36).

“Che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti” (Lc 6, 18).

“In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi” (Lc 7,21).

“C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni” (Lc 8,2).

“Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima” (Lc 11,26).

“Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti” (At 5,16).

Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati” (At 8,7).

“Al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano” (At 19,12).

“Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica”. (At 19,13).

“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6,12).

“Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche” (1Tm 4,1).

“Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane” (Ap 16,13).

Sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente” (Ap 16,14).

“Nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli” (Ef 2,2).

“Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno., prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio” (Ef 6,2-10).

Anche sulla tribolazione il Nuovo Testamento è ricco di affermazioni:

“Ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato” (Mt 13,21).

“Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà” (Mt 24,21).

“Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte” (Mt 24,29).

“Ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono” (Mc 4,17).

“Perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà” (Mc 13,19).

“In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore” (Mc c13,24).

“Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo”  (Gv 16,33).

“Rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio” (At 14,22).

“So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni” (At 20,23).

“E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni” (Rm 5,3).

“Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” (Rm 8,35). 

“Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12).

“Il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2Cor 1,4).

Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo” (2Cor 1,6).

“Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita” (2Cor 1,8).

Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati” (2Cor 4,8).

Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2Cor 4,17).

“Ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce” (2Cor 6,4).

“Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (2Cor 7,4).

“Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, la nostra carne non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all'esterno, timori al di dentro” (2Cor 7,5).

“Nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità” (2Cor 8,2).

“Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra” (Ef 3,13).

“Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione” (Fil 4,14).

“E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto  la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande  tribolazione” (1Ts 1,6).

“Perché nessuno si lasci  turbare in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo  siamo destinati” (1Ts 3,3).

“Già quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo  che avremmo dovuto subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e  voi ben sapete” (1Ts 3,4).

“Ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta  l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede” (1Ts 3,7).

“Così noi possiamo gloriarci di voi nelle  Chiese di Dio, per la vostra fermezza e per la vostra fede in tutte le  persecuzioni e tribolazioni che sopportate” (2Ts 1,4).

“Ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo”. (Eb 10,33).

“Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati” (Eb 11,37).

“Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù” (Ap 1,9).

Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei ricco e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana” (Ap 2,9).

“Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita” (Ap 2,10).

“Gli risposi: Signore mio, tu lo sai. E lui: Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello” (Ap 7,14).

Sulla corona di gloria, di onore, di giustizia corona della vita, così parla il Nuovo Testamento:

“Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile” (1Cor 9,25).

“Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole” (2Tm 2,5).

Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”. (2Tm 4,8).

“Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti” (Eb 2,9).

“Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta  superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha  promesso a quelli che lo amano” (Gc 1,12).

“E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce” (1Pt 5,4).

“Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita” (Ap 2,10).

“Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona” (Ap 3,11).

“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1).

“Io guardai ancora ed ecco una nube bianca e sulla nube uno stava seduto, simile a un Figlio d'uomo; aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce affilata” (Ap 14,14).

Si è abbondato in ogni genere ci citazioni bibliche su “diavolo, satana, spirito del male, tribolazione, corona della vita”, perché è giusto che ognuno da sé possa farsi un’idea certa, vera, anzi verissima, degli ostacoli che attendono il cristiano e perché sappia contro chi deve lottare e cosa lo attende.

La lotta non è mai fine a se stessa. Essa è invece ai fini dell’eternità beata. Chi vuole entrare nella vita eterna, deve vincere il diavolo, sottoporsi ad ogni sua angheria, o vessazione, lo deve combattere in ogni tentazione, lo deve vincere in ogni prova. Solo così entrerà nel regno eterno di Dio.

L’Angelo della Chiesa di Smirne è trovato nella verità, nella giustizia, nella santità della vita.

Quanto è stato fatto fino ad oggi però non lo porta in Paradiso. Lo porta in Paradiso la sua fedeltà sino alla fine. La fine della fedeltà è la morte.

Per questo lui viene esortato a perseverare sino alla fine. Gli è chiesto di non desistere dal suo combattimento contro il male.

La perseveranza è uno dei più grandi ostacoli del cristiano nel suo cammino verso il Paradiso.

Molti sono quelli che iniziano. Pochi in verità quelli che perseverano sino alla fine. Chi non persevera non riceverà alcun premio di vita eterna. Questa è verità.

Oggi questa verità è come sparita dalla nostra mentalità non dico di fede, ma anche dalla nostra mentalità religiosa. È questa sparizione – non si possiede neanche più il concetto di perseveranza fedele sino alla fine – una della più gravi sciagure che si sono abbattute sul cristianesimo attuale. La non perseveranza investe tutti gli ambiti: fede, verità, grazia, sacramenti, comandamenti. La stessa religiosità, come supporto della fede e della grazia, è tarlata dalla non perseveranza, è incenerita dalla istantaneità dei pensieri, delle idee, delle decisioni, degli impegni.

[11]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

Le parole che lo Spirito dice all’Angelo della Chiesa di Smirne – e dicendole a lui le dice ad ogni discepolo del Signore – sono chiare. Solo il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

Il vincitore è colui che avrà perseverato sino alla fine. È colui che avrà concluso la sua esistenza terrena rimanendo nella fede, nella carità, nella speranza, crescendo in queste virtù di giorno in giorno, portando ogni frutto spirituale.

Oggi molti figli della Chiesa mancano di questo ascolto. Sono senza orecchi. La colpa in gran parte è dei pastori. Sono loro che sovente insegnano la non perseveranza, la non fedeltà, la non necessità della vittoria per entrare nel Paradiso, o per non incorrere nella seconda morte.

Anche di questo peccato dobbiamo rendere conto a Dio, quando ci presenteremo al suo cospetto.

Solo nell’Apocalisse si parla della seconda morte e viene specificata con queste parole: “Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E` questa la seconda morte (Ap 21,8).

Ecco i testi nei quali ricorre questa espressione:

“Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte”. (Ap 2,11).

“Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille ann”. (Ap 20,6).

“Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco” (Ap 20.14).

“Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E` questa la seconda morte” (Ap 21,8).

Anche a noi oggi lo Spirito dice di avere orecchi, di ascoltare la sua parola, di fondare su di essa la nostra fede.

Anche a noi dice che se vogliamo non vedere la seconda morte, dobbiamo essere vincitori, cioè dobbiamo perseverare sino alla morte nella professione della nostra fede in Cristo Gesù.

Beati noi se sapremo ascoltare questo monito solenne dello Spirito di Dio e avremo disposto il nostro cuore ad una fedeltà senza riserve nella fede che dovrà divenire in noi realizzazione di ogni Parola di Cristo Gesù, nella carità che dovrà tradursi in un amore senza risparmiarci in niente, nel dono totale della nostra vita, nella speranza che nulla si attende da questa vita, perché tutto il cristiano dovrà ricevere da Dio, quando il Signore verrà per chiamarlo e portarlo con Sé nel Paradiso.

Abbiamo già due grandi verità che devono segnare la nostra vita di cristiani.

La prima (Chiesa di Efeso) ci dice che dobbiamo rimanere in un amore sempre nuovo, sempre vero, sempre santo, anzi ogni giorno più nuovo, più vero, più santo, in un crescendo che mai finisce.

La seconda (Chiesa di Smirne) ci insegna che la perseveranza deve essere sino alla fine sia nella fede che nella vigilanza contro chi vuole attaccare la fede.

Chi osserva queste due regole di sicuro varcherà la porta del Paradiso e sarà accolto nella gloria eterna del Signore.


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