CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 17:45
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 839
Città: ROMA
Età: 37
Sesso: Femminile
10/01/2010 17:45
 
Quota

La dottrina è l’idolatria di Iezabele.

Le profondità di satana sono le insidie nascoste, subdole di satana che con maestria infernale sa abbinare il male al bene, la falsità alla verità, l’ingiustizia alla giustizia, la vera adorazione all’idolatria, la sana moralità all’immoralità, in modo che a poco a poco il male, la falsità, l’ingiustizia, l’idolatria, l’immoralità e ogni altro genere di vizi e di malvagità divorino la verità, il bene, la giusta adorazione, la sana moralità.

Le profondità di satana oggi sono tutti quei pensieri che dichiarano nulla la volontà dell’uomo in ordine alla salvezza della propria anima. Sono tutte quelle dottrine che insegnano che la salvezza è stata operata da Cristo per tutti gli uomini e che tutti gli uomini sono salvi senza che loro facciano nulla per entrare nella salvezza. Sono ancora tutti quei pensieri che con sofisticata accortezza l’uomo attribuisce a Dio, mentre in verità altro non sono che la totale negazione della sua volontà.

Molti in Tiatira sono rimasti fedeli alla verità, al Vangelo, alla Parola di Cristo Gesù.

A tutti costoro Gesù non chiede altro se non di continuare a vivere il Vangelo sino alla fine.

Per loro Gesù non ha altri pesi da imporre, non ha cioè altre disposizioni da donare loro, per la loro santificazione e salvezza finale.

È veramente divino questo pensiero: il Vangelo da solo basta per la salvezza di ogni uomo.

Perché noi imponiamo una quantità infinita di altri pesi alla gente? Perché li torturiamo con una caterva di prescrizioni vane, che altro non fanno se non scoraggiare, allontanare dallo stesso Vangelo coloro che lo vorrebbero vivere e praticare?

Anche queste sono profondità di satana. Lui sa che insinuandosi nella mente e aiutandola a concepire pesi inutili per se e per gli altri, alla fine ci si stanca, si abbandona la verità del Vangelo, ci si consegna all’apatia prima, alla stessa negazione della verità poi.

Satana sa che ci sono due modi per portare nell’errore i credenti in Cristo Gesù: insegnando loro la falsità in nome di un bene più grande; oppure scoraggiando l’osservanza della verità, rivestendola di una colluvie di pesi e di prescrizioni che sono frutto di mente creata.

È compito dell’Angelo di ogni Chiesa rivestirsi della stessa saggezza di Cristo Gesù in modo che nessun altro peso all’infuori del peso del Vangelo venga imposto sul collo dell’anima cristiana.

Chi sa fare questo, farà di sicuro amare la bellezza del Vangelo ad un gran numero di persone.

È giusto che ogni Angelo sappia che le profondità di satana sono veramente profonde e che solo con la saggezza di Cristo Gesù sarà possibile smascherarle, metterle in luce, combatterle, distruggerle.

[25]ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.

È questa la regola della salvezza eterna: entrare nella verità, camminare di verità in verità, fino alla fine dei nostri giorni.

Il ritorno di Cristo Gesù per la Chiesa intera è la fine del mondo. Lui verrà in quel giorno per giudicare i vivi e i morti. Verrà per fare Cieli nuovi e terra nuova.

Fino alla fine del mondo la Chiesa deve conservarsi nel Vangelo, nella Parola, nella Verità di Cristo Gesù.

Nella Verità, nella Parola, nel Vangelo deve tenersi salda, ben salda. Da questa fonte eterna di vita mai si deve distaccare.

Per la singola anima invece il ritorno di Gesù è l’ora della sua morte, l’ora del giudizio particolare. Anche la singola anima deve tenere saldo ciò che ha ricevuto, ciò che ha accolto, ciò che possiede.

Altre regole di salvezza non esistono. Possono esistere, ma solo come esplicitazione, concretizzazione di quest’unica regola divina.

Questa regola ci suggerisce una sola verità pastorale: quando la Chiesa si accorge che essa stessa, o uno, o molti dei suoi figli, sono usciti dalla Verità, dalla Parola, dal Vangelo, quando essa vede che la Parola, il Vangelo, la Verità non sono più la Legge della sua vita, né delle anime di tutti i suoi figli, è giusto che Essa faccia di tutto, ma veramente di tutto, al fine di riportare Se stessa e le anime, il mondo intero nella Parola, nella Verità, nel Vangelo.

Questa Legge di salvezza è unica, sola, eterna.

[26]Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; [27]le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, [28]con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.

Questi tre versetti sono una sola promessa e un solo dono. Esaminiamo frase per frase il loro significato e il loro contenuto di dono e di promessa:

Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere: la prima verità è questa: non c’è fede senza le opere e non ci sono opere senza la fede.

Sono opere di Cristo Gesù tutte quelle che sono l’incarnazione della Parola nella nostra vita.

Quanto non è incarnazione della Parola, realizzazione puntuale, precisa, esatta di essa, non si può chiamare opera di Cristo Gesù.

Gesù non dona ricompensa per le nostre opere, per le opere cioè che sono frutto di una nostra volontà, di un nostro desiderio, di una nostra decisione, della nostra libertà, di una nostra autonomia da Lui.

Cristo ci ricompensa se abbiamo lavorato nella sua vigna, non nella nostra.

In queste opere bisogna perseverare sino alla fine. La fine per la Chiesa è la fine del mondo. Per la singola anima l’ora della sua morte.

Fino alla morte il cristiano è chiamato a perseverare nelle opere di Cristo Gesù.

Fino alla fine del mondo la Chiesa è chiamata a perseverare nella realizzazione di tutta la Parola di Gesù Signore.

Darò autorità sopra le nazioni: a tutti costoro che avranno perseverato nelle sue opere, Gesù darà autorità sopra le nazioni. Li farà cioè partecipare del suo potere regale di giudizio, di salvezza, di redenzione, di santità.

I Santi, quanti cioè hanno compiuto le sue opere, hanno un grande potere, una grande autorità nel mondo: essi sono realmente pieni di questa autorità. La esercitano come mediatori, strumenti di carità, di soccorso, di sollievo, di aiuto, di protezione, di difesa a beneficio di ogni uomo.

Questa verità è Gesù stesso che l’annunzia ai suoi discepoli durante la sua vita vissuta insieme a loro. Esattamente lo ha detto loro nella circostanza del giovane ricco in Matteo, e in Luca sulla lezione di umiltà che Gesù dona ai suoi discepoli nel Cenacolo.

Vangelo secondo Matteo - cap. 19,16-30: “Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? Egli rispose: Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. Ed egli chiese: Quali? Gesù rispose: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso.

Il giovane gli disse: Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? Gli disse Gesù: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

Gesù allora disse ai suoi discepoli: In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli.

A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: Chi si potrà dunque salvare? E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile.

Allora Pietro prendendo la parola disse: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?

E Gesù disse loro: In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi”.

Vangelo secondo Luca - cap. 22.24-30: “Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele”.

La stessa potestà regale di Cristo sarà donata a tutti coloro che avranno perseverato con Lui nelle sue prove.

La prova di Cristo è una sola: la sua obbedienza al Padre fino alla morte e alla morte di croce.

Anche per il cristiano la prova è una sola: compiere le opere di Cristo Gesù sino alla fine.

Il regno di Cristo Gesù è regno di giustizia, di verità, di pace, di carità, di santità, di misericordia, di perdono, ma anche di giudizio eterno.

Questo stesso regno sarà donato a tutti coloro che avranno compiuto le opere di Cristo Gesù sino alla fine.

È in questo versetto la verità sull’intercessione dei santi. È anche in questo versetto che si può attestare la santità di una persona dopo la sua morte: se essa esercita sulla terra il suo potere regale e lo esercita governando il corpo, l’anima, lo spirito degli uomini che si trovano nel mondo.

È in questo versetto il fondamento dell’attestazione della loro santità per mezzo del compimento di miracoli e dell’elargizione di grazie.

Sono Santi perché partecipano del potere regale di Cristo. Hanno il governo del mondo e degli elementi del mondo.

Hanno il potere regale di Cristo perché hanno compiuto sino alla fine le sue opere, hanno vissuto di perfetta e totale obbedienza alla sua Parola.

Le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta: sono queste parole mutuate dal Salmo 2.

Salmo 2,1-12: “Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami.

Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore. Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno: Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte. Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai.

E ora, sovrani, siate saggi istruitevi, giudici della terra; servite Dio con timore e con tremore esultate; che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia”.

Queste parole significano una cosa sola: nessuno potrà mai opporsi efficacemente al potere regale di Cristo Gesù.

Nessuno potrà opporsi efficacemente al potere regale che Gesù conferirà ai suoi eletti, a quanti hanno cioè perseverato con Lui nelle sue prove, o hanno compiuto sino alla fine le sue opere.

Sia Cristo che i Santi del Cielo esercitano un potere di grazia, di benignità, di misericordia, di verità, di salvezza, ma anche di giudizio, e di un giudizio eterno.

È Cristo Gesù il Signore del cielo e della terra. Sono i Santi del cielo i veri signori dell’universo.

Sono Cristo e i Santi coloro che esercitano la vera potestà, la vera autorità sulla terra.

Quanti sono oggi potenti, sono potenti per finta. Sono potenti di un solo giorno, di una sola ora, di un attimo. Sono potenti la cui potenza sarà schiacciata con scettro di ferro e stritolata come vaso di terracotta.

A che serve questa potenza che non è capace di essere vera potenza contro il principe di questo mondo e il suo impero di male? A che serve questa potenza che rende schiavo di essa chi la possiede? A che serve questa potenza che non è capace di liberare dalla morte eterna colui che la esercita?

Con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio: queste parole di Gesù sono chiare: nessuna differenza tra Lui e quanti hanno fatto le sue opere. Una stessa autorità, un solo potere, senza differenze, senza distinzioni, senza superiorità, o inferiorità dell’uno sugli altri.

L’autorità che Cristo ha ricevuto dal Padre, questa stessa autorità dona ai suoi servi fedeli.

Questa è verità di fede. Su questa fede dobbiamo impostare tutta la nostra vita.  

E darò a lui la stella del mattino: la stella del mattino è il potere regale di Gesù Risorto.

Quanto nella Scrittura è detto del potere regale di Cristo Gesù si deve affermare di ogni suo discepolo che compie le sue opere con una perseveranza a prova di martirio.

È giusto che ora ci chiediamo quale sia il significato per l’ora attuale di questa solenne promessa di Cristo Gesù.

Chi è Cristo Gesù? È Colui che ha assunto il suo potere regale, dinanzi al quale ogni ginocchio dovrà piegarsi in cielo, sulla terra e negli inferi, solo dopo essere passato attraverso la grande tribolazione della croce.

La croce per Cristo Gesù è stata la porta del suo regno. Lui è entrato nel suo regno eterno passando attraverso la porta della croce.

La croce è stata come la scala per salire fino al Cielo e lì prendere possesso del suo regno eterno.

Se il discepolo di Gesù vuole anche lui divenire re nel regno di Dio, anche lui come il suo Maestro e Signore, deve passare attraverso la grande tribolazione, attraverso il martirio, la persecuzione, la croce.

Se lui saprà perseverare sino alla fine nelle opere di Cristo, cioè nella confessione della sua fede, anche lui sarà rivestito della stessa gloria eterna e dello stesso potere di Cristo Gesù.

Lui che è attualmente uno sconfitto dal potere del mondo diventerà uno che sconfiggerà ogni potere di questo mondo.

Attraverso il supplizio si conquistano regno e gloria eterna, potere su tutte le nazioni e mediazione di grazia e di misericordia per ogni uomo che vive sulla terra.

Anche oggi, quanti partecipano delle sofferenze di Cristo, partecipano anche del suo potere regale. Sono costoro che vincono il mondo, lo liberano dal male, lo riconquistano per il Signore. Sono costoro i soli che possono edificare il regno di Dio sulla nostra terra.

Ricompensa più grande di questa nessuno potrebbe neanche immaginarla. Ciò che è Cristo siamo noi. Dove è Lui siamo anche noi. Ciò che fa Lui lo facciamo anche noi, se noi però facciamo ora ciò che ha fatto Lui: ci sottoporremo al potere delle tenebre e della morte per attestare che solo la sua Parola, il suo Vangelo, la sua Verità sono Parola, Verità, Vangelo di vita eterna.

[29]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Anche questa promessa di regno e di gloria eterna è sottoposta all’accoglienza di ogni singola anima.

Niente potrà mai operare Cristo in noi, né in questo secolo, né in quello futuro senza la nostra volontà.

La volontà dell’uomo è fondamento insostituibile nell’opera della nostra salvezza e della salvezza del mondo intero.

Si ascolta in un solo modo: consegnando la nostra vita a queste parole.

Queste parole sono vere perché non le dice un uomo. Chi le dice è lo Spirito di Dio e lo Spirito è la Verità eterna.

Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine.

Signore della Chiesa è Cristo Gesù (Le sette stelle nella sua mano destra. In mezzo a sette candelabri d’oro). Lo si è già detto. La Chiesa è nelle mani di Cristo Gesù. È Lui che vigila sopra di essa. Nessun altro ha potere sopra la sua Chiesa. Come Gesù custodisca, conduca, guidi la sua Chiesa è mistero. Ognuno però deve constatare che neanche la storia della Chiesa è in suo potere. Su di essa vigila il Signore, aleggia perennemente lo Spirito Santo, l’occhio del Padre è rivolto costantemente sopra di essa. Padre, Figlio e Spirito Santo la custodiscono nella verità, la nutrono di grazia, la fortificano perché non vacilli, la sostengono perché prosegua sempre il suo cammino di salvezza in mezzo agli uomini. Di Dio ognuno di noi è chiamato però a divenire collaboratore. Può collaborare solo nella santità, nell’assenza di vizi, nella lontananza dal peccato. È questa la via santa per la crescita della Chiesa in grazia e in santità, ma anche in un gran numero di nuovi figli. La Chiesa la costruiscono i santi, la distruggono i peccatori. I santi la fanno prosperare, i peccatori la rendono non credibile. Anche questo è mistero della Chiesa.

Il discernimento. Il discernimento è vera via di salvezza. Esso consente di separare verità e falsità, bene e male, giusto ed ingiusto, sacro e profano, volontà di Dio e volontà dell’uomo, pensiero di Dio e pensiero dell’uomo. Un cristiano senza discernimento è un cristiano che vive senza verità e senza grazia, è un cristiano che non è progredito nella sapienza, nella saggezza, nel consiglio dello Spirito Santo. Il cristiano è adulto quando è capace di sano, giusto, vero discernimento. Chi non discerne bene attesta di non essere santo. È proprio dei santi la sapienza nel discernimento e nella separazione non solo del bene dal male, ma anche del bene e del meglio, dell’utile e dell’inopportuno, di ciò che serve e di ciò che è inutile, vano. Il sano discernimento è quanto serve ad un discepolo del Signore per crescere in una santità sempre più grande.

Hai abbandonato l’amore di prima. Il pericolo più grave della vita spirituale è questo: iniziare con un grande amore e finire poi con una grande apatia, indifferenza, distrazione, noncuranza, tiepidezza. Quando si cade dall’amore il rischio è uno solo: si apre la porta prima al peccato veniale e poi se si persevera nella carenza di amore, si può giungere anche a cadere nel peccato mortale. Con il peccato mortale è la fine dell’amore. Quando si cade dall’amore le opere si possono pure fare, ma sono opere prive dalla forza della conversione e della salvezza, della redenzione e della giustificazione. Sono prive di una tale forza, perché la forza delle opere che facciamo è l’amore. È l’amore che salva non le cose che facciamo. Non è la croce di Cristo che ci salva. Ci salva tutto l’amore con il quale Lui ha accolto la croce e l’ha portata fin sul calvario, salendovi anche sopra. Quando si cade dall’amore, ogni cosa si fa come per “mestiere”. Anche il sacerdozio rischia di divenire un mestiere. È la fine della salvezza. Salva l’amore, non il mestiere. Ecco perché è giusto, anzi santo che si rimanga, anzi si cresca sempre di più nell’amore iniziale. Ecco anche perché non c’è cosa più necessaria per un cristiano di quella di ritornare nell’amore di un tempo. Ritornare nell’amore è ritornare a svolgere opere che danno salvezza al mondo intero.

Dalla dottrina le opere. Intervenire sulla dottrina, se si vogliono cambiare le opere. L’assenza di dottrina diviene assenza di opere. È questo uno degli errori più gravi nella pastorale. Si vedono opere che non vanno e si agisce per cambiarle, lasciando però il cuore, la mente nella verità o nella dottrina che quelle opere hanno generato, prodotto, fatto operare per tanti anni. Chi vuole cambiare le opere necessariamente deve intervenire sulla dottrina. Cambiando la dottrina subito si cambiano le opere. L’assenza di dottrina manifesta o diviene assenza di vere opere evangeliche. È sufficiente a volte dare un principio nuovo ad un uomo perché tutto il suo universo culturale cambi e con esso tutte le opere da lui compiute fino a quell’ora, o a quell’istante. È evidente che tutto questo può avvenire se iniziamo un vero lavoro di formazione nella verità di Cristo Gesù per mezzo di catechesi solide. Senza catechesi la mente non cambia e finché non sarà cambiata la mente le opere resteranno sempre le stesse, anzi diventeranno sempre più necessarie, perché si vedrà in esse l’essenza stessa della nostra fede. Mentre tutti sappiamo che non è così. Gesù ha cambiato i pensieri dell’uomo e con essi ha cambiato tutte le antiche opere.

Fedele fino alla morte. La fedeltà che Gesù chiede ad ogni suo discepolo è fino alla morte. Non ci può essere vera fedeltà che duri qualche ora, qualche giorno, qualche mese, qualche anno. O la fedeltà è fino alla morte, o essa non è fedeltà. Salva solo la fedeltà che dura sino alla morte. Ogni altra fedeltà non salva, proprio perché non è fedeltà, bensì infedeltà. Iniziare non basta, Continuare per qualche tempo neanche. Bisogna iniziare bene, continuare bene, finire bene e la fine è la nostra morte.

Il vincitore non sarà calpestato dalla seconda morte. La seconda morte è la perdizione eterna, lontano dal Signore, nelle tenebre dell’inferno. Ma chi è il vincitore che non sarà calpestato dalla seconda morte? È vincitore colui che sarà rimasto fedele fino alla morte. Solo costui è il vero vincitore. Tutti gli altri non sono vincitori, sono dei perdenti. Per loro non ci sarà posto nel regno eterno di Dio. Tutti costoro saranno calpestati dalla seconda morte. Finiranno nelle tenebre dell’inferno per tutta l’eternità.

Nessuna comunione tra falsità, verità, bene, male. La comunione è nella verità, nel bene, nel Vangelo, nella fede, nella santità, nella giustizia, nella carità. Chi pensa che vi sia possibilità di comunione tra falsità e verità, non sa né cosa sia la verità, né cosa sia la falsità. Per lui falsità e verità sono la stessa cosa e così dicasi del bene e del male. Fare comunione nella falsità, nel male verrebbe a significare che noi scegliamo la falsità, il male come principio per la costruzione della nostra vita e questa scelta è in evidente contrasto e contraddizione con la verità che professiamo.

La forza di un Angelo è nel suo discernimento. La Chiesa ha come suo stabile fondamento l’Angelo del Signore, l’Apostolo, il Vescovo. La forza dell’Angelo della Chiesa è il suo discernimento tra bene e male, tra vero e falso, tra giusto ed ingiusto, tra sacro e profano, tra verità di Dio e pensiero della terra. Se un Angelo non ha la perfezione nel discernimento, la sua azione pastorale sarà sempre debole, fragile, esposta ad ogni tentazione. Non si può costruire la Chiesa sulla falsità, sulle ingiustizie, sul peccato, sul vizio, sulla concupiscenza dei suoi figli. Quando l’Angelo del Signore è forte nel discernimento di verità e di grazia, tutta la Chiesa ne riceve un grande beneficio. Quella Chiesa che è fondata su un solido discernimento è una Chiesa che può edificare se stessa nella verità e può tanto crescere in grazia e in santità.

Gesù giudice dei pastori e del gregge. Facendo l’esame di coscienza agli Angeli delle Chiese, Gesù attesta pubblicamente al suo servo Giovanni che Lui è Giudice sia dei pastori che dei fedeli. Lui è il Giudice dei pastori e del gregge, di chi guida e di chi è guidato. Questa verità dovremmo tutti metterla nel cuore e fare di essa l’unico programma spirituale della nostra vita. Gesù può giudicare la mia opera in ogni istante. Ogni istante è buono perché Lui operi il giudizio su di me e mi privi della mia carica, del mio ministero, della mia missione e di ogni altra opera che svolgo a favore della sua Chiesa.

Angeli non per sé, ma per gli altri. Ogni Angelo della Chiesa deve sapere che il ministero che gli è stato affidato non è per sé, è per gli altri. È a beneficio di tutto il popolo di Dio, del gregge di Cristo Gesù. Se è per gli altri, deve essere vissuto nella grande verità, santità, grazia, giustizia. Deve essere svolto in tutto secondo la volontà di Cristo e di Dio, nello Spirito Santo. È grande la responsabilità di chi è stato investito di un ministero. Per lui si edifica la Chiesa, ma anche si distrugge, se il ministero non viene vissuto nella più pura obbedienza a Dio.

Convinzioni personali e Parola di Dio. Chi esercita un ministero una cosa non deve mai fare: gestirlo a gusto, secondo pensieri, o convinzioni personali. Il ministero ricevuto non si esercita a gusto, a pensieri e volontà umani. Si esercita invece conformemente alla Parola di Dio consegnataci nella sua interezza di verità e di dottrina da Cristo Gesù. Per questo è giusto che ognuno si spogli totalmente dei suoi pensieri e agisca, operi, decida, voglia sempre e solo secondo la Parola di Cristo Gesù.

Il Vangelo da solo basta per la santificazione di ogni uomo. Il Vangelo, poiché è la rivelazione della Volontà di Dio nella sua pienezza ed interezza di verità e di grazia, da solo è sufficiente per la santificazione di ogni uomo. Al Vangelo niente si deve aggiungere e nulla si deve togliere. Il Vangelo è tutto per un uomo e tutto è nel Vangelo. Il Vangelo è tutto se è dato nella sua pienezza di grazia e di verità, nella sua interezza di Parola. Se questo non viene fatto, si può anche ricorrere al altro, ma ogni altra cosa, fuori della Parola di Dio, mai potrà condurre un uomo alla santificazione. La santificazione è l’osservanza tutta intera del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.

Altri pesi sono inutili. Sono pesi inutili che gravano sulle spalle del cristiano tutti quelli che non sono incarnazione della Parola di Cristo Gesù, o se sono incarnazione della Parola, si tratta di una incarnazione non più attuale, perché vecchia, stantia, logora. Chi è preposto alla cura del gregge di Cristo Gesù deve porre ogni attenzione a che nessun peso, neanche il più lieve, venga caricato sulle spalle dei discepoli del Signore, che non sia l’incarnazione attualizzata all’oggi di ogni Parola che è uscita dalla bocca di Cristo Gesù.

Ciò che si possiede bisogna tenerlo saldo fino al ritorno di Cristo Gesù. Ciò che il cristiano possiede e che bisogna tenere saldo fino al ritorno di Gesù è: la Parola, la Fede, la Verità, la comprensione santa e retta della fede e della Parola secondo la pienezza di verità verso la quale ci conduce lo Spirito Santo. Tenendo salde queste cose santissime fino al ritorno di Cristo Gesù è segno che noi abbiamo perseverato sino alla fine e Dio ci aprirà le porte del suo regno.

Il Vangelo unica regola di salvezza. Il Vangelo è l’unica e sola regola di salvezza perché Esso è la pienezza della Volontà di Dio rivelata a noi da Cristo Gesù. La salvezza, la santificazione è osservanza della Volontà di Dio. Oltre il Vangelo non abbiamo altra Volontà di Dio. La stessa Tradizione e lo stesso Magistero altro non fanno che condurci, sotto la luce dello Spirito Santo, verso la verità tutta intera che è contenuta nella Parola di Cristo Gesù.

Fede ed opere una cosa sola. La fede ci rivela qual è la volontà di Dio. Le opere altro non sono che ogni Parola del Vangelo messa in pratica, vissuta nell’amore, nella verità, nella grazia di Gesù Signore. Fede ed opere sono una cosa sola perché l’una e l’altra nascono dall’unica Parola. La fede ci dice cosa Dio vuole da noi. Le opere sono il compimento della volontà che il Signore ci ha manifestato, rivelato, per la nostra salvezza eterna. Quando l’opera è separata dalla fede, perché non è incarnazione storica della Parola creduta, questa opera non salva, perché Dio non la riconosce come sua.

Saremo ciò che è Cristo Gesù oggi, se noi siamo oggi ciò che Lui fu: il Crocifisso per amore. Anche Gesù e ogni suo discepolo sono una cosa sola, perché sono un solo corpo, una sola vita, una sola missione, una sola testimonianza. Gesù e ogni suo discepolo sono anche una sola eternità, non due. Questa unità è nel cielo se è anche sulla terra. Se sulla terra il cristiano rompe l’unità con Cristo, mai potrà sperare di ricomporla nel cielo. Prima bisogna ricomporla sulla terra con la conversione e la fede al Vangelo, ricomposta sulla terra è immediatamente ricomposta anche nel Cielo. Oggi invece si vuole l’unità con Cristo nel Cielo, mentre si vive da separati sulla terra, anzi più che separati: da nemici della croce di Cristo Gesù. Sarà una cosa sola con Cristo nel Cielo il cristiano che sulla terra è divenuto una cosa sola con Cristo, il Crocifisso per amore.

Si ascolta consegnandosi alla Parola.  Tutto nasce dall’ascolto della Parola. Ma come si ascolta secondo verità, anzi secondo pienezza di verità la Parola? La regola c’è ed è semplicissima: si ascolta consegnandosi interamente alla Parola perché divenga il principio ispiratore di ogni nostro atto, gesto, opera, pensiero, volontà, sentimento, desiderio. Tutto il cristiano deve essere dall’interno della Parola. Mai più niente dovrà essere in lui dall’esterno della Parola. Ascolta il Vangelo chi entra nel Vangelo e diviene un solo pensiero con il Vangelo. La vita nuova sulla terra è da questa consegna e da questo ascolto.


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com