CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

EBRAISMO

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2010 16:58
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.293
Sesso: Maschile
02/05/2010 16:53
 
Quota

MIDRASH

Sostantivo derivante da darash che, nell'Antico Testamento (AT) e a Qumrân, significa soprattutto ricercare, scrutare, esaminare, studiare.
Nella tradizione rabbinica, m. designa anzitutto una attività e un metodo di interpretazione della Scrittura che, andando al di là del senso letterale (chiamato peshat, semplice, ovvio), scruta il testo in profondità (secondo regole e tecniche proprie) e sotto tutti gli aspetti, per attualizzarlo e adattarlo ai bisogni e alle concezioni delle comunità, e trarne applicazioni pratiche e significati nuovi che sono lontani dall' apparire a prima vista. Indica altresì il risultato di questa ricerca: applicata alle parti legislative per dedurne conseguenze giuridiche, questa elaborazione dà il midrash halakhah (da h lak, camminare; da cui interpretazione normativa, regola di condotta); applicata alle sezioni narrative, dà il midrash haggadah (da higgîd, annunciare, raccontare) che comprende racconti storici o leggendari, sviluppi d'ordine morale o edificante.

Il m. parte sempre, in modo più o meno esplicito, dalla Scrittura, e può essere immesso in forme diverse secondo i generi letterari che lo trasmettono. Come tipo di attività esegetica e prodotto di questa attività, il m. è già presente nella Bibbia (di cui chiarisce spesso il processo di formazione), nella letteratura intertestamentaria (Apocrifi e Qumrân), così come nel Nuovo Testamento (NT). I risultati di secoli di «ricerca biblica» nelle scuole (beth ha-midrash: cf Sir 51, 23) e nelle sinagoghe, dopo un lunghissimo periodo di trasmissione orale, furono progressivamente messi per scritto per formare le raccolte multiple chiamate midrashim.


Queste si presentano sia come un commento continuo della Scrittura (m. esegetici), sia come un'antologia di sermoni sulle letture fatte in occasione del sabato e delle feste (m. omiletici). I più importanti sono: i midrashim tannaitici, che riferiscono tradizioni del I-II s., soprattutto halakhici (Mekhilta sull'Esodo, Sifra sul Levitico, Sitré su Numeri/Deuteronomio), il Midrash Rabbah (commento del Pentateuco e dei cinque «rotoli» letti nelle feste: Cantico, Ester, Rut, Lamentazioni e Qohelet), il Midrash Tanhuma, la Pesiqta di Rab Kahana, la Pesiqta Rabbati. Alcune compilazioni tardive (come i Pirqé di R. Eliezer, il Midrash ha-Gadol, il Midrash Tehillim, ecc.) possono tuttavia avere conservato tradizioni molto antiche.




--------------------------------------------------------------------------------





RABBINI



Ben Azai

Era un tannà. Visse a Tiberia all'inizio del II secolo E.V., e fu quindi coevo di Rabbì Akivà, di cui era discepolo-collega. Probabilmente fu allievo di Joshua bar Hananià ed era considerato uno tra i grandi Maestri della sua epoca. Morì giovane, senza ancora essere diventato rabbino. Non si sposò mai - e questa era considerata una grave colpa - per non distrarsi dallo studio della Toràh. In Berachot 57b è scritto che a chi compare Ben Azai in sogno, può sperare di raggiungere la santità.



Ben Zomà

Era un tannà del II secolo (i tannaim sono i Maestri che ordinarono e compilarono per iscritto la Legge orale, cioè tutte le norme che derivano dalle leggi della Bibbia) e anche lui non arrivò a diventare rabbino, ma nonostante questo di lui è scritto in Berachot 57b che chiunque lo veda in sogno, può sperare di divenire saggio. Molti dei suoi detti divennero proverbi, come ad esempio "chi può sperare di divenire saggio? quello che imlpara da chiunque. Chi è onorato? chi onora il suo prossimo". (Avot 4:1) Fu allievo di Joshua bar Hananià e sappiamo che si dedicò agli studi mistici. Secondo il midrash dopo aver gettato uno sguardo ai misteri esoterici impazzì e dopo pochi giorni morì



Rabbi Akiva (c. 50-135 d.C.)

Viene considerato uno dei maggiori Maestri del Talmud del suo tempo e ha avuto un rilevante ruolo anche nello sviluppo della halachà, la legge ebraica.
Rabbi Akiva inizialmente era un pastore semi-analfabeta. A quaranta anni però dedicò se stesso completamente allo studio della Toràh e dopo molti anni di studio divenne un grande Maestro del suo tempo. I principali maestri di Rabbì Akivà furono Rabbi Eliezer, Rabbi Yehoshua, e Nachum Ish Gamzu.
Come allievo Rabbi Akiva fu famoso per il suo brillante intuito nel far derivare i principi della legge ebraica dal testo biblico. Il metodo che seguiva rabbi Akivà era che essendo la Toràh una emanazione di origine divina, non contiene niente di inutile o ridondante, ma che ogni singola parola contenuta nel testo, compreso il particolare modo di scrivere una parolanel testo, ha un suo preciso e definito proposito e significato. Nel Talmud in effetti è scritto che Rabbì Akiva interpretava perfino il significato dei "taghim", i segni che adornano alcune lettere nei rotoli della Toràh. Rabbi Akiva viene riconosciuto come un maestro della Halacha (la legge ebraica), della Aggadah (l'interpretazione omiletica), ed anche della mistica.
Rabbì Akivà fu imprigionato, e quindi venne martirizzato ed ucciso dai Romani perché coinvolto nella rivolta di Bar Kochbà del 132 d.C..



Elishà Ben Avuyà

Conosciuto anche come Acher (l'altro). Era uno dei grandi dotti del suo tempo, ma poi rinunciò all'ebraismo. Tutto il capitolo 24 del Pirké de rabbi Nathan contiene detti attribuiti a lui. Ci sono varie interpretazioni sulle motivazioni dell'apostasia di Elishà Ben Avuyà. Oltre al pericolo insito nello studio della mistica, secondo alcuni si allontanò dall'ebraismo a causa della non osservanza delle mizwot, secondo altri invece a causa della cultura ellenistica e secondo altri ancora a causa del fatto che credeva in due esseri supremi e non in un Dio unico. Secondo altri ancora fu negativamente colpito vedendo il martirio degli ebrei durante la rivolta di Bar Kochbà. Il suo discepolo Rabbì Meir che secondo molti era rimasto legato all'ebraismo più volte cercò di fargli fare teshuvà. In punto di morte Elishà alle sollecitazioni di Rabbì Meir scoppiò in lagrime e per questo Rabbì Meir credette che si fosse pentito. La sua personalità controversa (forse a causa di crisi simili a quelle che attraversò e forse anche per la ricerca di nuovi sentieri a cui si dedicò) fu studiata nel periodo della Haskalà, l'illuminismo ebraico, ed ispirò molti racconti storici, romanzi e poemi di quel periodo.




Pedro

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com