CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

I DIECI COMANDAMENTI

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 18:19
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 839
Città: ROMA
Età: 37
Sesso: Femminile
23/04/2011 18:17
 
Quota

Nono comandamento

NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI

Il nono Comandamento si trova in ambedue le redazioni del Decalogo che abbiamo nell’Antico Testamento: Esodo 20,17 e Deuteronomio 5,21 unito e fuso con quello che noi chiamiamo il decimo. Nella redazione dell’Esodo suona così: “Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la donna del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo”. La redazione del Deuteronomio è quasi identica, a parte l’inversione dell’ordine delle cose che non si devono desidera re: “Non desiderare la moglie del tuo prossimo e non bramare né la casa... né cosa alcuna che sia sua”. Per quanto riguarda la morale sessuale, dunque, ciò che questa “parola” del Signore proibisce è il desiderare la moglie del prossimo, dal momento che questa è una “cosa” che appartiene a lui. Si tratta cioè del caso di un uomo che avrebbe l’intenzione di compiere un atto d’ingiustizia contro un altro uomo derubandolo della sua moglie o di altre cose sue. Questo stesso desiderio è già un peccato, dice il Comandamerto. Perciò il discorso è incentrato sui diritti di proprietà di ogni padrone di casa, non sul valore della castità in se stessa. In realtà l’idea della castità del cuore che emerge nel Decalogo originale i ancora molto primitiva, com’è pure primitiva l’idea della donna, proprietà dell’uomo, che esso presuppone. Ricordiamo però che la proibizione mosaica dei desideri cattivi fu rivolta a un popolo ancora “duro di cuore”, come dice Cristo nel Vangelo di Matteo (19,6), ed esigeva da loro solo quel minimo della castità che era ritenuto necessario. per disciplinare la libidine maschile nei confronti di donne sposate.

LA MORALE EBRAICA POSTERIORE

La predicazione dei grandi profeti e la graduale maturazione della vita socio-religiosa degli ebrei li portarono più tardi a un apprezzamento molto più profondo e personal della castità sia esterna che interiore. Così nel libro di Giobbe, che è del quarto secolo a.C., questi, “uomo perfetto, integro, timorato e alieno dal male” (1,1), dice di se stesso: “Un patto avevo stretto con i miei occhi, di non fissare vergine alcuna” (31,1). Qui viene fuori il senso della castità del cuore come valore morale e religioso autonomo, cioè non più come esigenza del diritto del padrone di casa al possesso esclusivo della propria moglie. E Qualsiasi desiderio lascivo è considerato peccato. Una simile morale sessuale si trova nel Libro dell’Ecclesiastico. (circa 190 a.C.): “Non fissare una vergine, per non esseri pulito assieme a lei” (9,5). La castità dei desideri è accettata come una virtù di ogni persona “timorata d’Iddio e aliena dal male”.

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA

Il valore morale della castità interiore è puntualizzato ancora di più da Gesù nel passo del Discorso della Montagna che tratta dell’adulterio. “Avete udito che fu detto “Non commettere adulterio”. Ma io vi dico che chiunque avrà. guardato una donna, desiderandola, ha già commesso adulteri con lei, nel suo cuore” (Matteo 5,27-28). Volendo spiegare la Nuova Legge in contrapposizione a quella “degli antichi” Gesù si limita ad alcuni aspetti specifici dell’argomento della castità del cuore. In primo luogo e questo e una novità la lascivia interiore è equiparata adesso a quella dell’agire: l’adulterio si può commettere anche “nel cuore”. In secondo luogo, l’insegnamento di Gesù sulla castità interiore, come tutti gli altri insegnamenti che egli propone nel Discorso della Montagna, è proposto come un aspetto particolare di un terna religioso e morale di portata totale e universale, la ricerca del Regno di Dio, una ricerca operativa, concreta e impegnativa in tutti i settori della vita, cominciando con quello interiore. “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (5,8).

CHE COSA CI INDICA QUESTO COMANDAMENTO

L’amore tra l’uomo e la donna nel matrimonio deve e può rendere visibile l’amore di Dio per gli uomini. Esso diventa così una vivente testimonianza di fede. Chi vuole avere la donna del suo prossimo, non solo rifiuta di accettare nella propria vita l’immagine dell’amore di Dio, ma addirittura la distrugge là dove essa riesce ad imprimersi, minacciando un altro matrimonio. Il nono Comandamento perciò approfondisce il sesto. Noi abbiamo la responsabilità che anche i matrimoni degli altri uomini possano diventare, con la loro riuscita, una testimonianza in favore dell’amore di Dio. Non possiamo, quindi, insidiare un altro matrimonio né con l’azione concreta né con l’ “aspirazione”.

IL DESIDERIO

Per comprendere bene il significato del nono e anche del decimo Comandamento è bene riflettere un momento sul significato del desiderio. Il desiderio è un fenomeno umano fondamentale, che fa e dell’istinto di conservazione. E’ normale che l’uomo il cibo, la bevanda, l’indumento che scalda desideri belli, nonché la casa che rappresenta un rifugio. Un’esistenza umana sana ha una sete profonda e quasi insaziabile di vita, e gli individui che si dicono prematuramente contenti di quel che sono, hanno rinunciato in pratica ad espandersi. Il desiderio di amore e il desiderio di una congrua proprietà sono di importanza fondamentale per la maturazione umana, così come il desiderio di successo e di prestigio. Può compiere cose grandi solo chi desidera appassionatamente. Temere in partenza una cosa del genere può avere effetti deleteri per l’uomo, perché può spingerlo troppo facilmente ad essere rinunciatario. La Bibbia parla in termini molto positivi e del desiderio degli uomini e del desiderio di Dio. Di quest’ultimo dice per esempio in Is. 42,13: “Il Signore come un guerriero eccita il suo ardore”, quando interviene per il suo popolo e contro gli oppressori. Negli stessi termini l’Antico Testamento descrive uomini con forti passioni, e lo stesso Nuovo Testamento non manifesta alcuna simpatia per gli individui insensibili e freddi. Ricordiamo le parole dell’Apocalisse di Giovanni (3,15s): “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo. Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca”. Gesù esorta espressamente a desiderare: “Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato” (Mc. 11,24; similmente 1Gv. 5,14). Quanto più grandi sono i nostri desideri, tanto più sicuramente la cosa desiderata viene concessa. Viceversa gli uomini che hanno scarsa fiducia in Dio vengono biasimati (cf. Mt. 7,7-11; 21,22; Gv. 14,13s; 15,7). Riconoscere che l’uomo deve desiderare, bramare e aspirare in una misura adeguata per potersi sviluppare in maniera piena non significa ovviamente che egli debba accondiscendere a qualsiasi specie di desiderio, infatti il desiderio disordinato sotto forma di avidità, ambizione, gelosia e sete di piaceri ha effetti sinistri e deleteri. Dobbiamo perciò mettere in conto un’ambivalenza dei desideri; essi sono benefici e nello stesso distruttivi. La Bibbia tiene oggettivamente presente questo loro secondo aspetto. Secondo il racconto della Genesi il peccato originale dell’uomo fu provocato dalla sua insoddisfazione e dal conseguente desiderio disordinato. Gesù stesso ricorda che non le cattive azioni contaminano l’uomo, ma il desiderio disordinato nascosto che sta alla loro base. Contro i suoi avversari egli afferma che non la trasgressione di una prescrizione macchia l’uomo, bensì quel che promana dal suo cuore, “le intenzioni cattive, le prostituzioni, i furti” ecc. (cf. Mc. 7,18.20-23). La lettera di Giacomo indica con chiarezza la capacità deleteria del desiderio disordinato: “Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra?” (Gc. 4,1). il desiderio disordinato sembra in un primo momento dirigersi verso un qualcosa di positivo, cioè verso un’ auto realizzazione sempre più intensa non solo per il momento, ma a lungo termine. Non si accettano i limiti che la situazione presente impone (nel matrimonio, nella famiglia, nella posizione sociale). “Si ritiene di dover andare al di là di essi e realizzare altri lati finora non sviluppati nel proprio essere”. Un uomo sposato, che scopre “la donna dei suoi sogni”, crede e spera di trovare finalmente con questa creatura l’ampliamento dei suoi orizzonti, a lungo sospirato. L’allettante possibilità che suscita il desiderio, sembra come la “promessa di una nuova terra, di una nuova possibilità, di una nuova espansione”. il desiderio di una più intensa auto realizzazione e auto espansione può diventare allora tanto forte che uno è pronto a superare molti ostacoli, anche a calpestare il diritto e la felicità altrui. Occorre prevenire certi processi, che tendono a diventare incontrollabili, e canalizzare le passioni in maniera tale ch’esse rimangano produttive e non divengano deleterie. Una cosa deve essere perciò chiara: non si tratta di reprimere ma di purificare desideri, non di rimuoverli ma di educarli. I due Comandamenti non mirano a soffocare tutti i moti del desiderio, dell’aspirazione, degli appetiti, delle passioni. Dio è interessato all’ordine interiore dell’uomo, e i due comandamenti invitano perciò a lavorare in questo senso. Dove non ci si preoccupa di questa purificazione, lì spuntano uomini senza scrupoli che pur di raggiungere l’oggetto dei loro desideri passano letteralmente “sui cadaveri”. E’ spaventoso vedere quanto in fretta, oggi, tanti uomini ricorrano alla violenza, perché qualcosa ostacola il loro cammino. Quando i testi biblici parlano del “cuore puro” (cf. per es. Mt. 5,7; Sai. 24,3s), non intendono un cuore che non conosce ancor nulla della concupiscenza sessuale, ma pensano a un cuore purificato, che è diventato chiaro e trasparente davanti a Dio, a un cuore più orientato verso la volontà di Dio che verso i propri desideri egocentrici, a un cuore che ha fatto proprio il “desiderio” scesi necessaria alla purificazione del “cuore” serve cosa di cui è facile far prendere coscienza al potenziamento dell’Io. Chi ha imparato a resistere a stimoli disordinati sperimenta un potenziamento della propria autocoscienza, perché può dirsi: non ho bisogno di questo e di quello. Un’adeguata educazione in questo senso è quanto mai preziosa. Essa è preziosa per i singoli individui e il loro ambiente immediato ed è preziosa per la nostra società libera e democratica, perché ne va della sua sussistenza. Proprio una società in alto grado libera ha bisogno di uomini sovrani, che sanno fare un determinato uso della loro libertà. Dovrebbe esser chiaro che l’ascesi cui qui pensiamo non è l’auto negazione masochistica e misantropa di biechi zeloti, ma un autocontrollo sereno, elastico e veramente libero. Teniamo presente ch’esso non si costruisce da solo e che per raggiungerlo bisogna non di rado sostenere una lotta impegnativa. Dovrebbe esser chiaro a questo punto che non è il desiderio in se stesso ad esser proibito. Il Comandamento mette piuttosto in guardia contro la distruzione egoistica del matrimonio di un altro. Non può essere volontà di Dio che un uomo credente, per amore della sua fede, si sforzi spasmodicamente di non trovare bella e desiderabile una bella donna. Però è importante ch’egli lasci volentieri che un altro si goda la propria donna, non perché ne sia proprietario, ma perché è parte di lui stesso, forse, addirittura la sua “miglior metà” nel senso letterale dell’espressione. L’Antico Testamento contiene due lunghi racconti sugli effetti disastrosi d’una passione disordinata, provocati ambedue le volte proprio da capi del popolo d’Israele che alla fine passano, o sono decisi a passare su due cadaveri. Il primo racconto parla dell’adulterio del re Davide con la moglie dell’Hittita Una, un mercenario straniero, e sottolinea con particolare energia il fatto che l’azione di Davide è tanto più riprovevole in quanto perpetrata da un potente nei confronti di un uomo debole (cf. 2Sam. 11,1-12,15). Il profeta Natan si presenta impavido davanti al re e gli propone la parabola dell’uomo ricco e del povero “Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; ma il povero non aveva nulla se non una sola pecorella”, che gli era molto cara. Un ospite di passaggio arrivò dall’uomo ricco, e questi privò il povero della sua pecorella per preparare da mangiare all’ospite. A questo racconto il re Davide “si scatenò contro quell’uomo e disse: “Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte...”. Allora Natan disse a Davide: “Tu sei quell’uomo!”. Quindi il racconto prosegue ricordando come Davide si pentì, fece penitenza e fu perdonato. Il secondo racconto racconta di una donna sposata, della quale si invaghiscono ancora una volta alcuni capi del popolo, questa volta giudici. Solo perché Dio rende il profeta Daniele capace di smascherare la loro ingiustizia, Susanna la vittima innocente, viene salvata da morte (cf. Dn. 13,1-64). Questo mostra come il profondo rispetto del matrimonio richiesto da Gesù nel discorso della montagna (cf. Mt. 5,28) sia presente anche nella tradizione ebraica. Per quanto riguarda l’attualizzazione odierna del Comandamento, viene spontaneo sottolineare soprattutto tre aspetti:

  1. In discussione non è solo il desiderio dell’uomo,ma anche quello della donna. Il Comandamento vale per ambedue i sessi, un’affermazione quasi banale ma che non è inutile: “Non desiderare l’uomo d’altre!”.

  2. Il senso del Comandamento può essere esteso fino a vanificare ciò che esso proibisce di sequestrare l’altro in misura tale da impedirgli di essere o diventare se stesso. La tentazione di aggiogare gli altri davanti al proprio carro per amore della propria presunta auto realizzazione è grande. Allora ci si interroga solo più sul proprio utile, sul valore che gli altri hanno per noi e li si inquadra nei propri piani. “Il pericolo d’una simile strumentalizzazione del prossimo costante e generale in tutte le relazioni umane , fin nella sfera del matrimonio”. Qui sta il vero pericolo: nell'auto affermazione egocentrica, che distrugge e rende impossibile l’amore.

  3. Dobbiamo renderci oggettivamente conto che non è facile attuare l’educazione del desiderio per quanto riguarda le reciproche relazioni fra i sessi. La negazione diretta di un desiderio emergente ne aumenta a volte semplicemente il fascino. “Nè la lotta puramente volontaristica né la soppressione, né la rimozione sono la via migliore o anche solo efficace per superarlo. La cosa qui più utile, accanto alla confessione della propria tendenza è quella di tentare una rinuncia franca e matura, una E rinuncia che non si esaurisce in una pura negazione, ma e accompagnata da un’assunzione rinnovata e più decisa di compiti e impegni e che è sorretta dalla convinzione che, accettando dei limiti, non perdiamo ma salvaguardiamo la vita”. Infine l’uomo può sempre affidare il proprio appetito disordinato all’amore salvante e ordinante di Dio, che lo conosce meglio di quanto l’uomo conosca se stesso.

Pozzanghere

Un giorno due monaci camminavano per una strada di campagna mentre pioveva a dirotto. Ad una svolta della via, videro a un tratto una ragazza, giovane e bella, che esitava nel superare una vasta pozzanghera. T’aiuto io, ragazza, disse uno dei due monaci, e senza esitare la prese fra le braccia e la depose dall’altro lato del pantano. L’altro monaco non disse nulla. Ripresero la strada fino a che, a sera, non giunsero in un tempio a pregare. Terminata l’orazione, finalmente sbottò: Fratello, sai bene che noi monaci non dobbiamo avere familiarità con donne: le soprattutto con quelle giovani e graziose. Perché dunque lo hai fatto? L’altro rispose: lo quella ragazza l’ho lasciata laggiù. Non ti accorgi che tu la stai ancora portando con te?.

(Fiaba cinese)


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:37. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com