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12/05/2011 18:04 | |
Poiché il re di Gerusalemme tradizionalmente fin dai tempi di Melchisedek univa le due funzioni di monarca e di primo sacerdote (Sl 110, 4), per la prima volta venne evidenziata la stretta relazione fra trono ed altare, fra stato e tempio. Per questo motivo il tempio di Salomone, anche per la sua origine cananea, apparì sempre più agli occhi dell'antica comunità tribale di Israele come un corpo estraneo. A questo si aggiunga anche il fatto che, essendo divenuta l'adorazione del Dio di Israele, una religione di stato, nel tempio di Gerusalemme furono obbligate all'adorazione anche popolazioni non ebraiche che poi privatamente adoravano altre divinità.
Un altro problema era costituito dalle ingenti spese necessarie per il mantenimento della corte e per la costruzione del tempio e del palazzo reale, per cui si rese necessario organizzare dei lavori forzati in grande stile. Soltanto per il reperimento del legname nel Libano furono impiegati oltre trentamila lavoratori (1 Re 5, 13-18). Tutto questo non contribuì certamente a favorire i buoni rapporti del re con il suo popolo, come pure con i paesi circostanti. Dopo la sua morte gli anziani del nord si recarono da Roboamo perché alleggerisse il pesante giogo che suo padre aveva imposto loro (1 Re 12, 4).
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