CAPITOLO PRIMO - RIFLESSIONI
“Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria” (Mt 24,30).
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo” (Mt 24,37).
“E non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo” (Mt 24,29).
“Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà” (Mt 24,44).
“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria” (Mt 25,31).
“Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso” (Mt 26,2).
“Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!” (Mt 26,24).
“Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori” (Mt 26,45).
“Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo” (Mt 26,64).
“Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati” (Mc 2,10).
“Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato” (Mc 2,28).
“E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare” (Mc 8,31).
“Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (Mc 8,38).
“Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti” (Mc 9,9).
“Egli rispose loro: Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato” (Mc 9,12).
“Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà” (Mc 9,31).
“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani” (Mc 10,33).
“Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45).
“Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (Mc 13,26).
“Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!” (Mc 14,21).
“Venne la terza volta e disse loro: Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori” (Mc 14,41).
“Gesù rispose: Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo” (Mc 14,62).
“Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. (Lc 5,24).
“E diceva loro: Il Figlio dell'uomo è signore del sabato” (Lc 6,5).
“Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo” (Lc 6,22).
“E` venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori” (Lc 7,34).
“Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno” (Lc 9,22).
“Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc 9,26).
“Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini” (Lc 9,44).
“Gesù gli rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo” (Lc 9,58).
“Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione” (Lc 11,30).
“Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio” (Lc 12,8).
“Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato” (Lc 12,10).
“Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate” (Lc 12,40).
“Disse ancora ai discepoli: Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete” (Lc 17,22).
“Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno” (Lc 17,24).
“Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo” (Lc 17,26).
“Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà” (Lc 17,30).
“Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
“Poi prese con sé i Dodici e disse loro: Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà” (Lc 18,31).
“Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. (Lc 19,10).
“Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande” (Lc 21,27).
“Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo” (Lc 21,36).
“Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!” (Lc 22,22).
“Gesù gli disse: Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?” (Lc 22,48).
“Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio” (Lc 22,69).
“Dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno” (Lc 24,7).
“Poi gli disse: In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo” (Gv 1,51).
“Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13).
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo” (Gv 3,14).
“E gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo” (Gv 5,27).
“Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo” (Gv 6,27).
“Gesù disse: In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Gv 6,53).
“E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?” (Gv 6,62).
“Disse allora Gesù: Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo” (GV 8,28).
“Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: Tu credi nel Figlio dell'uomo?” (Gv 9,35).
“Gesù rispose: E` giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo” (Gv 12,23).
“Allora la folla gli rispose: Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?” (Gv 12,34).
“Quand'egli fu uscito, Gesù disse: Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui” (Gv 13,31).
“E disse: Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio” (At 7,56).
Leggendo in successione tutte le affermazioni di Cristo Gesù legate alla sua manifestazione di “Figlio dell’uomo”, dobbiamo concludere con due verità:
- Veramente ogni potere è stato donato a Cristo Gesù. Tutto è nelle sue mani. Il Figlio dell’uomo è il Signore della storia e dopo di essa. È Signore nel tempo e nell’eternità. La sua Signoria è universale. La Sua Signoria è la stessa di Dio. Tra la Signoria di Dio e la Signoria del Figlio dell’uomo non c’è alcuna differenza. Padre e Figlio sono una sola Signoria. Anzi: il Padre esercita la Signoria sulla nostra storia attraverso il Figlio dell’uomo, che è il Suo Figlio Unigenito.
- L’altra verità è ciò che manca alla profezia di Daniele. L’altra verità è nell’Antico Testamento, ma non è in Daniele. La verità è questa: Cristo Gesù riceve ogni potere in cielo e in terra, passando attraverso la porta della croce. La croce è la via attraverso la quale Lui giunge fino a Dio per essere rivestito nella sua umanità di poteri eterni. La consegna ai pagani, che in Lui è obbedienza al Padre fino alla morte e alla morte di croce, annientamento, annichilimento, spoliazione di sé, versando fino all’ultima goccia di sangue, è ciò che bisogna aggiungere alla profezia di Daniele per entrare nella pienezza della verità che definisce e caratterizza il Figlio dell’uomo.
Applicando queste due verità al discepolo di Gesù: se queste due verità sono una cosa sola in Cristo, possono essere separate nel cristiano? Può il discepolo di Gesù entrare nella gloria eterna senza passare per l’annientamento di sé? Può cioè regnare con Cristo nel Cielo senza che regni con Lui sulla croce?
Solo lasciandosi stritolare dalle potenze del male, come Cristo Gesù, ogni suo discepolo si aprirà la via che lo condurrà alla gloria del Cielo.
È questa la verità dell’Apocalisse. Tutto il resto è uno sviluppo di questa primaria, essenziale, costitutiva verità su Cristo Gesù.
Con un abito lungo fino ai piedi: Cristo Gesù è vero sacerdote. L’abito che egli indossa (lungo fino ai piedi) è il segno della sua dignità sacerdotale.
Ecco come nell’Antico Testamento viene descritto l’abito e i suoi accessori che doveva indossare il Sommo Sacerdote:
Esodo - cap. 28.1-43: Tu fa’ avvicinare a te tra gli Israeliti, Aronne tuo fratello e i suoi figli con lui, perché siano miei sacerdoti; Aronne e Nadab, Abiu, Eleazaro, Itamar, figli di Aronne. Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e maestà.
Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso.
Faranno l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito.
La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa fattura e sarà d'un sol pezzo: sarà intessuta d'oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Prenderai due pietre di ònice e inciderai su di esse i nomi degli Israeliti: sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita. Inciderai le due pietre con i nomi degli Israeliti, seguendo l'arte dell'intagliatore di pietre per l'incisione di un sigillo; le inserirai in castoni d'oro. Fisserai le due pietre sulle spalline dell'efod, come pietre che ricordino presso di me gli Israeliti; così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale.
Farai anche i castoni d'oro e due catene d'oro in forma di cordoni, con un lavoro d'intreccio; poi fisserai le catene a intreccio sui castoni.
Farai il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato, di fattura uguale a quella dell'efod: con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Sarà quadrato, doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. Lo coprirai con una incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file. Una fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo: così la prima fila. La seconda fila: un turchese, uno zaffìro e un berillo. La terza fila: un giacinto, un'àgata e un'ametista. La quarta fila: un crisòlito, un ònice e un diaspro. Saranno inserite nell'oro mediante i loro castoni. Le pietre corrisponderanno ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo i loro nomi, e saranno incise come sigilli, ciascuna con il nome corrispondente, secondo le dodici tribù.
Poi farai sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro d'intreccio d'oro puro. Farai sul pettorale due anelli d'oro e metterai i due anelli alle estremità del pettorale. Metterai le due catene d'oro sui due anelli alle estremità del pettorale. Quanto alle due altre estremità delle catene, le fisserai sui due castoni e le farai passare sulle due spalline dell'efod nella parte anteriore.
Farai due anelli d'oro e li metterai sulle due estremità del pettorale sul suo bordo che è dalla parte dell'efod, verso l'interno. Farai due altri anelli d'oro e li metterai sulle due spalline dell'efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di attacco, al di sopra della cintura dell'efod. Si legherà il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell'efod mediante un cordone di porpora viola, perché stia al di sopra della cintura dell'efod e perché il pettorale non si distacchi dall'efod.
Così Aronne porterà i nomi degli Israeliti sul pettorale del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale davanti al Signore per sempre. Unirai al pettorale del giudizio gli urim e i tummim. Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli Israeliti sopra il suo cuore alla presenza del Signore per sempre.
Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera.
Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro: un sonaglio d'oro e una melagrana, un sonaglio d'oro e una melagrana intorno all'orlo del manto. Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà; così non morirà.
Farai una lamina d'oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo: Sacro al Signore. L'attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di essi il favore del Signore.
Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una cintura, lavoro di ricamo. Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per essi farai anche berretti a gloria e decoro. Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l'investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore.
Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all'altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. E` una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti.
Il Figlio dell’uomo è sacerdote. Anche il suo sacerdozio è differente da quello di Aronne. Lui entra nel Santo dei Santi, o nel Santuario del Cielo, con il proprio sangue, per compiere l’espiazione dell’umanità intera.
E cinto al petto con una fascia d'oro: è segno di regalità. Ma anche la regalità di Cristo è differente da ogni altra regalità. Lui è re, ma non di questo mondo. Lui è re di giustizia, di pace, di salvezza, di amore, di redenzione.
Ecco come Isaia vede la sua regalità:
Isaia - cap. 11.1-16: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.
Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa. In quel giorno il Signore stenderà di nuovo la mano per riscattare il resto del suo popolo superstite dall'Assiria e dall'Egitto, da Patròs, dall'Etiopia e dall'Elam, da Sènnaar e da Amat e dalle isole del mare. Egli alzerà un vessillo per le nazioni e raccoglierà gli espulsi di Israele; radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra. Cesserà la gelosia di Efraim e gli avversari di Giuda saranno sterminati; Efraim non invidierà più Giuda e Giuda non osteggerà più Efraim. Voleranno verso occidente contro i Filistei, saccheggeranno insieme le tribù dell'oriente, stenderanno le mani su Edom e su Moab e gli Ammoniti saranno loro sudditi.
Il Signore prosciugherà il golfo del mare d'Egitto e stenderà la mano contro il fiume con la potenza del suo soffio, e lo dividerà in sette bracci così che si possa attraversare con i sandali. Si formerà una strada per il resto del suo popolo che sarà superstite dall'Assiria, come ce ne fu una per Israele quando uscì dal paese d'Egitto.
Anche il profeta Zaccaria parla degli abiti sacerdotali:
Zaccaria - cap. 3,1-10: “Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L'angelo del Signore disse a satana: Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?
Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi davanti all'angelo, il quale prese a dire a coloro che gli stavano intorno: Toglietegli quelle vesti immonde. Poi disse a Giosuè: Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire di abiti da festa.
Poi soggiunse: Mettetegli sul capo un diadema mondo. E gli misero un diadema mondo sul capo, lo rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del Signore. Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè: Dice il Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio.
Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest'unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione oracolo del Signore degli eserciti e rimuoverò in un sol giorno l'iniquità da questo paese. In quel giorno oracolo del Signore degli eserciti ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico.
Gesù è il Figlio dell’uomo, è Sacerdote, è Re. Ciò che l’Antico Testamento insegna sulla regalità e sul sacerdozio, è solo una pallida figura per rapporto a Cristo Signore.
La sua verità è infinitamente oltre, oltre tutto ciò che è stato scritto sui re e sui sacerdoti.
[14]I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco,
Ancora due caratteristiche che rivelano la verità di Cristo Gesù.
I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve: questi capelli sono simbolo dell’eternità. L’eternità appartiene a Cristo per natura divina. Cristo Gesù è vero Dio prima che essere vero uomo. È il vero Dio, il Dio eterno, il Figlio eterno, unigenito del Padre, che si fa vero uomo. È il Verbo che è in principio presso Dio, che è in principio, e che è Dio che si fa carne. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Il Padre riveste l’umanità di Cristo di luce eterna, di gloria eterna, di bellezza eterna, di splendore eterno, di santità eterna.
La riveste però dopo essere passata attraverso la morte e perché è passata attraverso la morte.
Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco: l’occhio dice visione. Gesù ha gli occhi di Dio, cioè ha la pienezza della visione. Questa pienezza si chiama onniscienza.
Cristo Gesù, nella sua umanità, possiede la stessa scienza dell’Altissimo. Lui vede come vede il Signore. Nulla è nascosto ai suoi occhi.
Avendo la stessa visione di Dio, Egli può essere Giudice dei vivi e dei morti. Può essere anche il Signore della storia e degli eventi.
La visione di Dio non è solo per il presente, è anche per il passato e per il futuro, è per la terra e per il cielo, è per il tempo e per l’eternità.
Gesù vede ogni cosa secondo purissima verità. Lui vede il cuore, la volontà, la mente, le intenzioni, i propositi, i sentimenti.
Ecco come la Scrittura parla della conoscenza di Dio, o sua onniscienza:
Salmo 138,1-24: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Se dico: Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora.
Se Dio sopprimesse i peccatori! Allontanatevi da me, uomini sanguinari. Essi parlano contro di te con inganno: contro di te insorgono con frode. Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano e non detesto i tuoi nemici? Li detesto con odio implacabile come se fossero miei nemici. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita”.
Questa è conoscenza di Dio. Questa è conoscenza di Cristo Gesù. Senza alcuna differenza.
[15]i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque.
Il bronzo attesta stabilità, immutabilità. Cristo è immutabile nei secoli eterni. Da sempre e per sempre è lo stesso. La Lettera agli Ebrei dice: “Cristo è lo stesso ieri, oggi, sempre”. In Lui non c’è alcuna variazione di cuore, di mente, di animo, di spirito. La verità eterna è la base del suo trono.
Che il bronzo sia stato purificato nel crogiuolo significa che nell’immutabilità di Cristo non c’è alcuna impurità, alcun elemento di instabilità, di corrosione, di alterazione.
Nessuna cosa potrà mai incrinare neanche di un puntino, la stabilità e l’immutabilità di Cristo Gesù
Essa è immutabilità eterna, perché partecipa della stessa immutabilità di Dio.
Cristo Gesù non è come la statua di cui parla il profeta Daniele.
Daniele - cap. 2,1-49: “Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire. Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli astrologi, gli incantatori e i caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re. Egli disse loro: Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la spiegazione. I caldei risposero al re (aramaico): Re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione. Rispose il re ai caldei: Questa è la mia decisione: se voi non mi rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai. Se invece mi rivelerete il sogno e me ne darete la spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua spiegazione. Essi replicarono: Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione. Rispose il re: Comprendo bene che voi volete guadagnar tempo, perché avete inteso la mia decisione. Se non mi dite qual era il mio sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi risposte astute e false in attesa che le circostanze si mutino. Perciò ditemi il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione.
I caldei risposero davanti al re: Non c'è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile ad un mago, indovino o caldeo. La richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dei la cui dimora è lontano dagli uomini. Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte. Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.
Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòch, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia, e disse ad Ariòch, ufficiale del re: Perché il re ha emanato un decreto così severo? Ariòch ne spiegò il motivo a Daniele. Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli avrebbe dato la spiegazione dei sogni al re.
Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria, ed essi implorarono misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia.
Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo: Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, perché a lui appartengono la sapienza e la potenza. Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza, concede la sapienza ai saggi, agli intelligenti il sapere. Svela cose profonde e occulte e sa quel che è celato nelle tenebre e presso di lui è la luce. Gloria e lode a te, Dio dei miei padri, che mi hai concesso la sapienza e la forza, mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato e ci hai illustrato la richiesta del re.
Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva affidato l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: Non uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere la spiegazione del sogno. Ariòch condusse in fretta Daniele alla presenza del re e gli disse: Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno. Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione? Daniele, davanti al re, rispose: Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto.
O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire. Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d'oro puro, il petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò.
Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione. Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re.
Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria. A te ha concesso il dominio sui figli dell'uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti: tu sei la testa d'oro. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all'argilla. Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l'altra fragile. Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla.
Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione.
Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. Quindi rivolto a Daniele gli disse: Certo, il vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero. Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i saggi di Babilonia; su richiesta di Daniele, il re fece amministratori della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego. Daniele rimase alla corte del re”.
In Cristo non ci sono impurità. Neanche ci sono amalgami di diverso tipo. In lui il bronzo è purissimo. La sua stabilità è eterna. Il suo bronzo è stato purificato sul crogiolo della croce ed è tutto purissimo.
Questa certezza di fede ogni discepolo di Gesù deve possedere, se vuole anche lui venire purificato nel crogiuolo della sofferenza e della persecuzione, al fine di ricevere stabilità eterna.
La sofferenza, la persecuzione, il martirio per Cristo ci purifica da ogni impurità e ci rende stabili nella fedeltà e nell’amore per tutta l’eternità.
La voce era simile al fragore di grandi acque: anche la voce è quella di Dio. Voce potente, forte. Voce che supera ogni altra voce. Voce che fa tacere ogni altra voce.
La voce di Cristo è l’unica che bisogna ascoltare.
La voce di Cristo supera in verità, in santità, in dottrina, in insegnamento, in ammaestramento tutte le altre voci, dichiarandole inadeguate, ambigue, false, erronee, voci che non danno salvezza piena, duratura, stabile, eterna.
Ecco da alcuni riscontri come la Scrittura parla sia del bronzo che delle grandi acque:
“Io marcerò davanti a te; spianerò le asperità del terreno, spezzerò le porte di bronzo, romperò le spranghe di ferro. (Is 45,2).
“Poiché sapevo che tu sei ostinato e che la tua nuca è una sbarra di ferro e la tua fronte è di bronzo” (Is 48,4).
“Farò venire oro anziché bronzo, farò venire argento anziché ferro, bronzo anziché legno, ferro anziché pietre. Costituirò tuo sovrano la pace, tuo governatore la giustizia” (Is 60,17).
“Ed ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese” (Ger 1,18).
“Potrà forse il ferro spezzare il ferro del settentrione e il bronzo?” (Ger 15,12).
“Ed io, per questo popolo, ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore” (Ger 15,20).
“Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d'un vitello, splendenti come lucido bronzo” (Ez 1,7).
“Egli mi condusse là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era come di bronzo, in piedi sulla porta, con una cordicella di lino in mano e una canna per misurare”. (Ez 40.3).
“Aveva la testa d'oro puro, il petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo” (Dn 2,32).
“Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati” (Dn 4,12).
“Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava” (Dn 7,19).
“Il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine” (Dn 10,6).
“Alzati e trebbia, figlia di Sion, perché renderò di ferro il tuo corno e di bronzo le tue unghie e tu stritolerai molti popoli: consacrerai al Signore i loro guadagni e le loro ricchezze al padrone di tutta la terra” (Mic 4,13).
“Alzai ancora gli occhi per osservare ed ecco quattro carri uscire in mezzo a due montagne e le montagne erano di bronzo” (Zac 6,1).
“Dall'alto stese la mano e mi prese; mi fece uscire dalle grandi acque” (2Sam 22,17).
“Stese la mano dall'alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque” (Sal 17,17).
“Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell'angoscia. Quando irromperanno grandi acque non lo potranno raggiungere”. (Sal 31,6).
“Sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque e le tue orme rimasero invisibili” (Sal 76,20).
“Ma più potente delle voci di grandi acque, più potente dei flutti del mare, potente nell'alto è il Signore” (Sal 92,4).
“Coloro che solcavano il mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque” (Sal 106,23).
“Stendi dall'alto la tua mano, scampami e salvami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri” (Sal 143,7).
“Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio” (Sal 8,7).
“Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali” (Ez 1,24).
“Era bello nella sua altezza e nell'ampiezza dei suoi rami, poiché la sua radice era presso grandi acque” (Ez 31,7).
“Ed ecco che la gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via orientale e il suo rumore era come il rumore delle grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria” (Ez 43,2).
La voce di Cristo Gesù è voce di verità, di giustizia, di pace, di riconciliazione, di salvezza eterna.
In questa voce deve essere posta la radice di ogni sana moralità, di ogni vera santità, di ogni cammino autentico di ascesi cristiana.
La voce di Gesù deve risuonare nel mondo più forte di ogni altra voce. Chi deve prestare la voce alla voce di Cristo è il cristiano e deve prestarla proprio nel momento della sua grande sofferenza e tribolazione.
La voce del cristiano dovrà essere più forte, più potente, più alta ed elevata di quella dei suoi carnefici e persecutori.
Più potente di ogni altra voce che esiste nel mondo deve essere la voce di testimonianza che il cristiano deve far udire in mezzo ai suoi fratelli.
Dalla sua voce possente, come di grandi acque, nasce la testimonianza a Gesù Signore, nasce la conversione e la fede al Vangelo di tanti altri uomini, donne, giovani e bambini.
[16]Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza.
La stella è il potere regale di Cristo Gesù. La spada affilata è il suo potere giudiziale. Lui ha il potere di giudicare il mondo.
Gesù tiene nella destra sette stelle, non una sola. Ciò significa che il suo potere regale è un potere perfetto, è senza inizio e senza fine, è universale, si esercita nel tempo e nell’eternità, su ogni uomo.
La spada affilata a doppio taglio indica anch’essa perfezione nell’azione. Il giudizio di Cristo Gesù è senza alcuna falsità, esso è purissimo giudizio di verità eterna.
Abbiamo già visto come Isaia presenta il Messia di Dio riguardo al giudizio:
Isaia - cap. 11.1-16: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio”.
Il volto di Cristo Gesù splende come il sole a mezzodì. Lo splendore luminosissimo è la “veste” di Dio.
Cristo Gesù è “vestito” della gloria di Dio nella sua umanità, poiché il volto di Cristo, quello che Giovanni vede, è il volto della sua natura umana, il volto del suo corpo.