CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Note sul libro dell’ESODO

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2011 20:23
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21/04/2011 20:20
 
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CAPITOLI 28 E 29
Capitoli 28 e 29
Questi capitoli ci fanno conoscere il sacerdozio in tutto il suo valore e la sua efficacia e sono pieni d’un interesse profondo. Il solo termine sacerdozio risveglia nel cuore dei sentimenti di viva riconoscenza per la grazia che non solo ha trovato per noi un mezzo perché potessimo arrivare fino alla presenza di Dio, ma che ha anche provveduto a far sì che potessimo rimanere in questa presenza, secondo il carattere e le esigenze di questa alta e santa posizione.

Il sacerdozio di Aaronne era un dono di Dio a un popolo che era lontano da lui e aveva bisogno che qualcuno rimanesse per lui alla presenza di Dio continuamente. Il cap. 7 agli Ebrei ci dice che quest’ordine di sacerdozio era legato alla legge, fatto tale «a tenore di una legge dalle prescrizioni carnali» (v. 16); che quelli che lo esercitavano erano molti «perché per la morte erano impediti di durare» (v. 23) ed erano «uomini soggetti a infermità» (v. 28). Un tale ordine di sacerdozio non poteva portare alla perfezione; abbiamo quindi da benedire Dio se esso venne istituito «senza giuramento» (v. 21). Il giuramento di Dio non poteva unirsi se non a ciò che doveva durare per sempre, cioè al sacerdozio perfetto, immortale, non trasmissibile del nostro grande e glorioso Melchisedec, che dà al suo sacrificio e al suo sacerdozio tutto il valore, tutta la gloriosa dignità della sua incomparabile persona. Il pensiero d’avere un siffatto sacrificio e un siffatto sacerdote, produce nel cuore un sentimento di viva gratitudine.

Al cap. 28 è parlato dei paramenti sacerdotali e al cap. 29 dei sacrifici. I primi sono immediatamente in rapporto ai bisogni del popolo, mentre gli ultimi sono in relazione ai diritti di Dio. I paramenti sono e rappresentano le varie funzioni e i diversi attributi del sacerdozio. L’«efod» era l’abito sacerdotale per eccellenza; era inseparabilmente unito alle due spallette e al pettorale, perché la forza della spalla dei sacerdote e l’affezione del suo cuore, erano interamente consacrate agli interessi di coloro ch’egli rappresentava e in favore dei quali portava l’efod. Queste cose, tipificate in Aaronne, sono realizzate in Cristo: la sua forza onnipotente e il suo amore infinito ci appartengono eternamente, incontestabilmente. La spalla che sostiene l’universo sostiene il membro più debole e più sconosciuto dell’Assemblea riscattata a prezzo di sangue. Il cuore di Gesù è pieno di un’affetto invariabile, d’un amore eterno e infaticabile anche per il membro meno considerato dell’Assemblea.

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