00 27/12/2008 01:02
L'unità del genere umano: non c'è ambizione più lodevole,

ma qual è il vero obiettivo del Papismo?

Uno dei pericoli più grandi in cui incorre il cristianesimo contemporaneo, è la

promozione dell'unità a spese della verità biblica, relativizzata, quando non

deliberatamente soppressa. Il pericolo si intensifica quando i mass media si compiacciono

di mostrare anche molti famosi leader cristiani noncattolici

che sembrano accogliere con

entusiasmo le lusinghe ecumeniche del Vaticano.

Dovrebbero ubbidire alle chiare esortazioni bibliche ed esempi, ma...

Invece che mettere in guardia i credenti sul fatto che questa ingannevole unità

altro non è che l'emergere della chiesa apostata degli ultimi tempi, molti

evangelici abbracciano ed applaudono proprio coloro che la stanno preparando.

Invece che conservare puro l'Evangelo, tollerano coloro che predicano “un altro

Evangelo” (Galati 1:69).

Invece di essere santificati nella verità, essi vanno a braccetto con chi

compromette o nega la verità biblica (Giovanni 17:17).

Invece che odiare tutto ciò che è falso, tollerano “dottrine di demoni” e vangeli

contraffatti (Salmo 119:104,128).

Invece di denunciare “con nome e cognome” gli agenti del compromesso, essi li

sopportano (Efesini 5:11; 2 Timoteo 1.4).

La Chiesa deve essere messa in guardia contro la strategia del

Vaticano

E' sorprendente quanto poco, dai nostri pulpiti, si senta parlare contro l'apostasia.

Raramente sono denunciati i falsi dottori che seducono il popolo allontanandolo

dall'autentica fede biblica. Questi apostati appaiono come “ministri di giustizia” ed

incontrano molta poca opposizione. Hanno successo nell'ingannare chi ha scarso senso di

discernimento perché i pastori ed i leader delle chiese non parlano contro di loro. Sono

pochi quei cristiani che mettono la gente in guardia contro questi lupi feroci in vesti

d'agnello. La Chiesa del 21mo secolo ha bisogno di leader forti come lo era l'apostolo

Paolo. Egli così ammoniva la Chiesa antica:
“...anche tra voi stessi sorgeranno uomini

che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Perciò vegliate,

ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con

lacrime”
(Atti 20:30,31).

Tutt'attraverso le Scritture siamo esortati a mettere alla prova ogni spirito, ogni dottore

ed ogni dottrina perché si può essere ingannati molto facilmente.

Scrive un settimanale cattolico:

“Il terzo "sentiero" che il nuovo Papa intende percorrere è quello del dialogoecumenico: «L’attuale successore di Pietro [sic] si assume come impegno

primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della

piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo»
1.Notevole, non è vero? Molti sono entusiasti di una simile ambizione. Come si potrebbe,

infatti, essere contro la pace e la concordia? E come non si potrebbe applaudire tali

propositi? Eppure, essi non si avvedono che ciò che il Cattolicesimo intende per “unità dei

cristiani” è molto diverso da quello che loro si immaginano.

E' sorprendente vedere quanto così tanti evangelici non si avvedano dell'abile strategia

del Vaticano di portare, se fosse possibile, tutto il mondo sotto il dominio del papato e

questo con il pretesto di operare per la pace e la conciliazione.

Risale al 1965, infatti, lo sforzo concertato di “riportare all'ovile i fratelli separati”, di

riportarli “alla santa madre chiesa”. Nella sua enciclica del 1995 “Ut unum sint”
2, il Papa

Giovanni Paolo II ribadisce la “vocazione all'unità” della sua chiesa.

Considerando la Chiesa cattolica romana “unica e vera chiesa” [le altre sarebbero solo

chiese, anzi, “comunità ecclesiali” difettose da incoraggiare ad abbracciare “la pienezza”

posseduta solo dal Cattolicesimo] egli riafferma le ambizioni del Concilio Vaticano II:

“La Costituzione Lumen gentium in una sua affermazione fondamentale che il

Decreto Unitatis redintegratio riecheggia, scrive che l'unica Chiesa di Cristo

sussiste nella Chiesa cattolica. Il Decreto sull'ecumenismo sottolinea la presenza

in essa della pienezza (plenitudo) degli strumenti di salvezza. La piena unità si

realizzerà quando tutti parteciperanno alla pienezza dei mezzi di salvezza che

Cristo ha affidato alla sua Chiesa” (UUS, 76).

Di questa unità, il Papa di Roma sarebbe imprescindibile “custode e garante”:

“Tra tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, la Chiesa cattolica è consapevole di

aver conservato il ministero del Successore dell'apostolo Pietro, il Vescovo di

Roma, che Dio ha costituito quale "perpetuo e visibile principio e fondamento

dell'unità", e che lo Spirito sostiene perché di questo essenziale bene renda

partecipi tutti gli altri”
(UUS, 88).

L'ecumenismo di cui la Chiesa Cattolica parla, quindi, ha per unico e solo obiettivo

quello di sottomettere tutti i cristiani all'autorità papale [tanto per cominciare],

persuadendoli della sua legittimità, bontà e necessità. A questo fine hanno buon gioco nel

mostrare come molti non cattolici stiano riconsiderando, infatti, proprio questo...

“È tuttavia significativo ed incoraggiante che la questione del primato del

Vescovo di Roma sia attualmente diventata oggetto di studio, immediato o in

prospettiva, e significativo ed incoraggiante è pure che tale questione sia presente

quale tema essenziale non soltanto nei dialoghi teologici che la Chiesa cattolica

intrattiene con le altre Chiese e Comunità ecclesiali, ma anche più generalmente

nell'insieme del movimento ecumenico”
(UUS, 89).

E' questa l'unica cosa che “interessa” al Cattolicesimo: tutto il resto è secondario,

nonostante tutte le belle parole di cui si riempie la bocca, parole ingannevoli di

seduzione. Come dice la Scrittura:
“...con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuoredei semplici” (Romani 16:18).

La Chiesa cattolica romana, in questo “dialogo ecumenico” non ha alcuna intenzione di

rinunciare alle sue dottrine particolari, anzi, vuole promuoverle fintanto che tutti non

siano persuasi della loro bontà... Quali sono queste dottrine? Proprio quelle che i cristiani

evangelici considerano gravi errori dottrinali contrari all'insegnamento della Bibbia ed

espressione di palese apostasia. La stessa enciclica “Ut Unum Sint”, mette in rilievo

quanto segue:

“Sin da ora è possibile individuare gli argomenti da approfondire per

raggiungere un vero consenso di fede: 1) le relazioni tra sacra Scrittura, suprema

autorità in materia di fede e la sacra Tradizione, indispensabile interpretazione

della parola di Dio; 2) l'Eucaristia, sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo,

offerta di lode al Padre, memoriale sacrificale e presenza reale di Cristo, effusione

santificatrice dello Spirito Santo; 3) l'Ordinazione, come sacramento, al triplice

ministero dell'episcopato, del presbiterato e del diaconato; 4) il Magistero della

Chiesa, affidato al Papa e ai Vescovi in comunione con lui, inteso come

responsabilità e autorità a nome di Cristo per l'insegnamento e la salvaguardia

della fede; 5) la Vergine Maria, Madre di Dio e icona della Chiesa, Madre spirituale

che intercede per i discepoli di Cristo e tutta l'umanità”
(UUS, 79).

Di tutto questo sembrano, così, non avvedersi molti evangelici “ecumenici”. Ignoranza?

Compiacenza? Sottovalutazione? Faremmo bene a prestare ascolto a ciò che un tempo

diceva C. H. Spurgeon:
“L'ignoranza è stata da sempre uno dei più grandi agenti del

Papismo sin dalla sua istituzione. Attraverso l'ignoranza indotta, gli occhi degli uomini

sono stati così accecati tanto che essi non riescono più a discernere il bene dal male, e

perciò seguiranno implicitamente una qualsiasi guida finché non cadranno entrambi nel

fosso della perdizione”
.

Il Cattolicesimo non si accontenta, però, di voler portare tutti i cristiani non cattolici

sotto il suo dominio. La sua strategia è di portare
ogni religione sotto il potere e

l'influenza del papato. Il Papa Giovanni Paolo II ha attraversato il mondo intero per

gettare ponti verso tutte le religioni non cristiane. L'enciclica Ut Unum Sint ci rammenta:

“Nel 1986, ad Assisi, durante la Giornata Mondiale di preghiera per la pace, i

cristiani delle varie Chiese e Comunità ecclesiali hanno invocato con una sola voce

il Signore della storia per la pace nel mondo. In quel giorno, in modo distinto ma

parallelo, hanno pregato per la pace anche gli Ebrei e i Rappresentanti delle

religioni non cristiane, in una sintonia di sentimenti che hanno fatto vibrare le

corde più profonde dello spirito umano”
(UUS 76).

Pur negando di volere giungere ad una sintesi sincretista delle varie religioni e

insistendo di volere solo promuovere pace e concordia, è chiaro il tentativo del Papa e

dell'istituzione vaticana di porsi come protagonista e mediatore del dialogo interreligioso

e di acquisire “meriti” in questo campo.

L'interesse per le altre religioni sarebbe “strategico”:

“Se vogliono «contrastare lo scontro di civiltà», i cristiani devono studiare le

grandi religioni «a cominciare dall’Islam, dal Buddismo e dall’Induismo»: lo ha

detto ieri il Papa, con un discorso a un convegno della Pontificia Università

Urbaniana. L’invito di Giovanni Paolo a studiare «le grandi religioni mondiali»
nonè occasionale, ma strategico: le varie Università pontificie - a partire dalla più

importante, la Gregoriana - sono state già sollecitate ad aprire dipartimenti per lo

studio delle religioni”3.

Il Cattolicesimo è persuaso che: “Cristo è il compimento dell'anelito di tutte le religionidel mondo e, per ciò stesso, ne è l'unico e definitivo approdo" (Papa Giovanni Paolo II,

Tertio Millennio Adveniente, fin. 6 e 7), e “se è chiaro” che il Papa è il Vicario di Cristo in

terra “ne consegue” che Egli “non potrà che” essere il catalizzatore delle religioni

mondiali.

Quando così, ingenuamente, molti applaudono al tentativo di conciliazione che il Papa

promuove, essi non si avvedono che il Cattolicesimo lo fa solo per realizzare le proprie

ambizioni di dominio, giustificate dalla loro particolare arrogante concezione teologica.