Le nostre società sono indubbiamente già plurali, occorre dunque uno sforzo per farle diventare pluraliste, ponendo così termine a un evidente disagio derivante da questo "scollamento". Resta ovviamente da individuare un insieme di valori comuni condivisi da rinegoziare con un confronto di natura politica, dove per "politica"s'intende il senso più nobile del termine. Impresa difficile, ma non impossibile, che richiede una buona dose di umiltà e di buona volontà.
Il confronto assiologico presuppone inoltre la buona fede di chi è disposto a restare in ascolto delle ragioni dell' altro, per volerle comprendere, fino ad amarle e forse riuscire, almeno in parte, a condividerle. Solo la generosità reciproca può salvarci dall'inferno dell'incomprensione!
Questa ricerca di valori condivisi non va ovviamente confusa con la supina e, forse per alcuni, non convinta, accettazione dei valori cosiddetti "universali". Lungi dal rifiutarli a priori, questi vanno comunque ripensati collegialmente e con pari dignità da parte degli interlocutori, alla luce delle diversità culturali e religiose, non dedotte in astratto, ma così come queste sono in concreto incarnate dagli uomini, in funzione di quelle evoluzioni che possono essere determinate, nelle sensibilità dei singoli, anche dalla circolazione di nuove idee.
Per conseguire questo obiettivo, la laicità delle istituzioni rappresenta una garanzia irrinunciabile, senza la quale non si può neanche ipotizzare una società multiculturale. La laicità, che può tra l'altro conoscere diverse declinazioni (sulla scelta del modello di laicità da adottare il dibattito deve coinvolgere ovviamente gli attori sociali appartenenti alle diverse esperienze culturali e religiose), dovrebbe essere intesa come dimensione di libertà protetta per tutte le espressioni del pensiero umano che non costituiscano minacce concrete per l'altro. Impegno quindi, per i pubblici poteri, a non privilegiare, nello spazio pubblico, un'opzione culturale o religiosa rispetto alle altre, pur lasciando all'individuo, anche quando attraversa la scena pubblica (si pensi, ad esempio all' affaire del velo in Francia), la libertà di vivere e manifestarsi in conformità coi propri legittimi principi.