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Jn 1,6-14
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OMELIA 2
(Jn 1,6-14)


Jn 1,6-14


Un uomo mandato da Dio.
Se volete essere autentici cristiani, aderite profondamente a Cristo in ciò che si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato.

1. Giova, o fratelli, per quanto sarà possibile, commentarvi il testo delle divine Scritture, e soprattutto del santo Vangelo, senza tralasciare alcun passo. Cercheremo di nutrircene secondo la nostra capacità, per poter così farne parte a voi. Ricordiamo di aver cominciato domenica scorsa a commentare il primo capitolo, e precisamente le parole: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; questo era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e niente senza di lui è stato fatto. Ciò che fu fatto, in lui è vita; e la vita era la luce degli uomini; e la luce risplende tra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno compresa (Jn 1,1-5). Mi pare che abbiamo commentato fin qui. Voi che eravate presenti lo ricorderete; e voi che non c'eravate, potete credere a noi e a coloro che erano presenti. Ora, siccome non possiamo sempre ricominciare da capo, per riguardo a quanti desiderano ascoltare il seguito, per i quali sarebbe pesante sentirsi ripetere cose già dette e vedersi defraudare del seguito; abbiano la compiacenza, quelli che ieri non c'erano, di non esigere le cose passate, ma di voler ascoltare insieme agli altri le cose di oggi.


(Il legno per attraversare il mare.)
2. 2. Ecco dunque il seguito: Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni (Jn 1,6). Quanto è stato detto prima, o fratelli carissimi, riguardava l'ineffabile divinità di Cristo, ed era anch'esso, se possiamo dire cosi, ineffabile. Chi potrà capire, infatti, parole come queste: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio? E affinché non fosse svilito per te il nome Verbo a causa dell'uso abituale delle parole, l'evangelista aggiungeva: E il Verbo era Dio. E' di questo Verbo che noi abbiamo lungamente parlato ieri, e voglia il Signore che a forza di parlare, qualcosa siamo riusciti a far giungere ai vostri cuori. In principio era il Verbo. E' sempre lo stesso, sempre allo stesso modo; è così come è da sempre, e non può mutare: semplicemente è. Questo suo nome lo rivelo al suo servo Mosè: Io sono colui che sono. Colui che è, mi ha mandato (Ex 3,14). Chi dunque potrà capire cio, vedendo come tutte le cose mortali siano mutevoli; vedendo che tutto muta, non solo le proprietà dei corpi: che nascono, crescono, declinano e muoiono; ma anche le anime stesse, turbate e divise da sentimenti contrastanti; vedendo che gli uomini possono ricevere la sapienza, se si accostano alla sua luce e al suo calore, e che possono perderla, se per cattiva volontà si allontanano da essa? Osservando, dunque, che tutte queste cose sono mutevoli, che cos'è l'essere, se non cio che trascende tutte le cose contingenti? Ma chi potrebbe concepirlo? O chi, quand'anche impegnasse a fondo le risorse della sua mente e riuscisse a concepire, come puo, l'Essere stesso, potrà pervenire a ciò che in qualche modo con la sua mente avrà raggiunto? E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare. Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare.

Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo. Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà.

3. Come vorrei, o miei fratelli, incidervi nel cuore questa verità! Se volete vivere un cristianesimo autentico, aderite profondamente al Cristo in ciò che egli si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato. E' per questo che ci ha raggiunti, per farsi uomo per noi fino alla croce. Si è fatto uomo per noi, per poter così portare i deboli attraverso il mare di questo secolo e farli giungere in patria, dove non ci sarà più bisogno di nave, perché non ci sarà più alcun mare da attraversare. E' meglio, quindi, non vedere con la mente ciò che egli è, e restare uniti alla croce di Cristo, piuttosto che vedere la divinità del Verbo e disprezzare la croce di Cristo. Meglio pero di ogni cosa è riuscire, se possibile, a vedere dove si deve andare e tenersi stretti a colui che porta chi avanza. A questo giunsero le grandi menti di coloro che noi abbiamo chiamato monti, sui quali massimamente risplende la luce di giustizia: giunsero a capire e videro ciò che è. Il veggente Giovanni diceva: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Quelli videro, ma per raggiungere ciò che da lontano vedevano, non abbandonarono mai la croce di Cristo, né disprezzarono la sua umiltà. Le anime infantili che non arrivano a capire ciò che gli altri capiscono, ma che non si allontanano dalla croce e passione e resurrezione di Cristo, sono condotte anch'esse e arrivano a ciò che non vedono, in quel medesimo legno insieme a quelli che vedono.

(O sapienza superba.)

2. 4. Vi sono stati, per la verità, filosofi di questo mondo che si impegnarono a cercare il Creatore attraverso le creature. Che il Creatore si possa trovare attraverso le sue creature, ce lo dice esplicitamente l'Apostolo: Fin dalla creazione del mondo le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità, onde sono inescusabili. E continua: Perché avendo conosciuto Dio... Non dice: perché non hanno conosciuto Dio, ma al contrario: Perché avendo conosciuto Dio, non lo glorificarono né lo ringraziarono come Dio, ma vaneggiarono nei loro ragionamenti e il loro cuore insipiente si ottenebro. In che modo si ottenebro il loro cuore? Lo dice chiaramente: Affermando di essere sapienti, diventarono stolti (Rm 1,20-22). Avevano visto dove bisognava andare, ma, ingrati verso colui che aveva loro concesso questa visione, attribuirono a se stessi ciò che avevano visto; diventati superbi, si smarrirono, e si rivolsero agli idoli, ai simulacri, ai culti demoniaci, giungendo ad adorare la creatura e a disprezzare il Creatore. Giunsero a questo dopo che già erano caduti in basso. Fu l'orgoglio a farli cadere, quell'orgoglio che li aveva portati a ritenersi sapienti. Coloro di cui l'Apostolo dice che conobbero Dio, videro ciò che dice Giovanni, che cioè per mezzo del Verbo di Dio tutto è stato fatto. Infatti, anche nei libri dei filosofi si trovano cose analoghe, perfino che Dio ha un unico Figlio per mezzo del quale furono fatte tutte le cose. Essi riuscirono a vedere ciò che è, ma videro da lontano. Non vollero aggrapparsi all'umiltà di Cristo, cioè a quella nave che poteva condurli sicuri al porto intravisto. La croce apparve ai loro occhi spregevole. Devi attraversare il mare e disprezzi la nave? Superba sapienza! Irridi al Cristo crocifisso, ed è lui che hai visto da lontano: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio. Ma perché è stato crocifisso? Perché ti era necessario il legno della sua umiltà. Infatti ti eri gonfiato di superbia, ed eri stato cacciato lontano dalla patria; la via era stata interrotta dai flutti di questo secolo, e non c'è altro modo di compiere la traversata e raggiungere la patria che nel lasciarti portare dal legno. Ingrato! Irridi a colui che è venuto per riportarti di là. Egli stesso si è fatto via, una via attraverso il mare. E' per questo che ha voluto camminare sul mare (Mt 14,25), per mostrarti che la via è attraverso il mare. Ma tu, che non puoi camminare sul mare come

lui, lasciati trasportare da questo vascello, lasciati portare dal legno: credi nel Crocifisso e potrai arrivare. E' per te che si è fatto crocifiggere, per insegnarti l'umiltà; e anche perché, se fosse venuto come Dio, non sarebbe stato riconosciuto. Se fosse venuto come Dio, infatti, non sarebbe venuto per quelli che erano incapaci di vedere Dio. Come Dio, non si può dire che è venuto né che se n'è andato, perché, come Dio, egli è presente ovunque, e non può essere contenuto in alcun luogo. Come è venuto, invece? Nella sua visibile umanità.

5. E siccome era talmente uomo da nascondere la sua divinità, fu mandato innanzi a lui un grande uomo, affinché mediante la sua testimonianza si potesse scoprire colui che era più che un uomo. Chi è costui? Ci fu un uomo. E come poteva quest'uomo dire la verità parlando di Dio? Fu mandato da Dio. Come si chiamava? Il suo nome era Giovanni. A quale scopo egli venne? Egli venne come testimone, per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo suo (Jn 1,7). Quale personalità è mai questa, venuta per rendere testimonianza alla luce? E' senz'altro straordinario questo Giovanni, uomo di grande valore, dotato di un carisma speciale, figura davvero sublime. Contemplatelo, si, contemplatelo come si contempla una montagna. Se non che una montagna, se non viene inondata dal sole, è nelle tenebre. Ammirate, dunque, Giovanni quanto basta per ascoltare ciò che segue: Non era lui la luce; e cio perché non si scambi la montagna con la luce, perdendovi nella montagna, invece di trovarvi rifugio. Ma che cosa si deve ammirare? La montagna in quanto montagna. Ma, subito, elevatevi fino a colui che illumina la montagna, che per questo è stata innalzata, perché accolga per prima i raggi, e ne dia l'annunzio ai nostri occhi. Dunque, non era lui la luce.

(Un uomo illuminato.)

2. 6. Perché dunque è venuto? Per rendere testimonianza alla luce. Perché occorreva questa testimonianza? Affinché per mezzo suo tutti credessero. E a quale luce egli è venuto a rendere testimonianza? C'era la luce vera. Perché l'evangelista aggiunge vera? Perché anche l'uomo che è illuminato può essere chiamato luce, ma la vera luce è quella che illumina. Cosi, siamo soliti chiamare anche i nostri occhi luce del corpo; tuttavia, se di notte non si accende la lucerna e di giorno non esce il sole, queste nostre luci restano aperte invano. Così anche Giovanni era luce, ma non la luce vera: senza essere illuminato non era che tenebre; mediante l'illuminazione, è diventato luce. Se non fosse stato illuminato, egli sarebbe stato tenebra, come tutti gli empi, ai quali, ormai credenti, l'Apostolo diceva: Siete stati un tempo tenebra. Invece, ora che credevano, che cosa erano? Ma ora -dice -siete luce nel Signore (Ep 5,8). Se non avesse aggiunto nel Signore, non avremmo capito. Siete luce nel Signore, dice; prima tenebra, ma non nel Signore. Dice infatti: Siete stati un tempo tenebra, e non aggiunge "nel Signore". Dunque eravate tenebra in voi; siete luce nel Signore. E' in questo senso che Giovanni non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce.

3. 7. Ma dov'è questa luce? C'era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Jn 1,9). Se illumina ogni uomo che viene nel mondo, allora ha illuminato anche Giovanni. Dunque il Verbo illuminava colui dal quale voleva essere testimoniato. Comprenda la vostra Carità: egli veniva in soccorso degli spiriti deboli, dei cuori feriti, per curare la vista malata dell'anima. Per questo veniva. E come quest'anima avrebbe potuto vedere ciò che è perfetto? Come solitamente avviene quando, vedendo un oggetto illuminato, si può arguire che il sole è spuntato, anche se non riusciamo a vederlo coi nostri occhi. Perché quelli che hanno gli occhi malati, possono vedere un muro, o un monte, o un albero, o un qualsiasi altro oggetto illuminato e rischiarato dai raggi del sole: ogni oggetto rischiarato dal sole, annunzia che il sole è spuntato anche a coloro i cui occhi infermi non possono ancora fissarlo. Cosi, poiché tutti quelli per i quali Cristo veniva non sarebbero stati capaci di vederlo, egli invio i suoi raggi su Giovanni; e dichiarando questi che non era lui a irradiare e illuminare ma era egli stesso irradiato e illuminato, fu conosciuto colui che illumina, che rischiara, che inonda tutti della sua luce. E chi è questi? E' colui - dice l'evangelista -che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Se l'uomo non si fosse allontanato da Dio, non avrebbe avuto bisogno d'essere illuminato: dovette esserlo, perché si era allontanato da chi poteva sempre illuminarlo.
[Modificato da Manlio- 25/04/2009 17:06]