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La caduta di Gerusalemme rappresentò la fine della dinastia di Davide e del regno meridionale di Giuda, come stato indipendente. L’esperienza della libera società di Yahveh come stato era fallita. Già la divisione del regno aveva messo in evidenza la grande discrepanza creatasi fra i privilegiati giudei e le altre tribù del Nord che venivano sistematicamente sfruttate dalla corte di Gerusalemme. Anche i duecento anni di storia dei due regni separati non furono altro che una lenta dissoluzione delle strutture della libera società di Israele e terminarono necessariamente con la distruzione del regno settentrionale.

Il regno di Giuda potè salvarsi sotto Acaz soltanto perché accettò di diventare uno stato vassallo degli Assiri e di dipendere politicamente da questi. Questa decisione fu presa naturalmente in contrasto con gli avvertimenti del profeta Isaia il quale esortava i giudei ad avere più fede in Dio ed a scegliere la casa di Davide. Dopo Acaz ci fu anche, durante i regni di Ezechia e di Giosia, un timido tentativo di liberarsi dal giogo assiro ed i deuterocanonici collegarono questo tentativo di liberazione con un ritorno al vero culto di Dio ed al suo giusto ordinamento sociale.