Infedeltà e prostituzione
Il testo procede poi affermando che i figli di questa donna non possono essere amati e che essa va dietro ai suoi amanti per averne delle cose: "Seguirò i miei amanti che mi danno il mio pane, la mia acqua, il mio vino, il mio olio, le mie bevande." (Os 2,7). E poi: "Ecco il dono che mi hanno dato i miei amanti" (Os 2,14). Cos'è questo discorso del dono? Dio dice: "Allora ecco, io mi riprendo i miei doni". Proviamo a pensare un momento: cos'è la prostituzione? Cos'è l'adulterio? E' un modo con cui un rapporto, che dovrebbe essere unico, si spezza per diventare molteplice. La donna di Osea, invece di avere Osea per marito, ha gli amanti. Quindi, il suo rapporto entra in una dimensione di molteplicità. E' quasi una specie di "imitazione perversa dell'amore". Nel rapporto coniugale, l'unione dei due corpi significa l'unione delle persone, dei cuori, delle vite: "I due diventeranno una sola carne" (Gen 2,24). C'è questo dono talmente totale che io ormai non mi possiedo più, sono diventato uno con l'altro, indissolubile; ormai siamo una cosa sola. Il rapporto sessuale è manifestazione e segno di questo. Quando invece si entra in una dimensione di adulterio e prostituzione, il rapporto corporeo non può più essere segno dell'unione del cuore, perché l'unione suppone che i due siano uniti e che non ci sia più possibilità di staccarsi, riprendersi il dono e darsi a un altro. La molteplicità, di sua natura, nega il dono. Il dono di sé non può essere altro che totale. Se la donna è di tutti, vuol dire che non è più di nessuno.
Questa molteplice che nega l'unicità tipica del matrimonio, fa sì che il rapporto di unione perda anche la sua dimensione di fecondità. Perché quando anche i figli nascessero, non sono più il prolungamento di quell'unica carne che sono i due che si sono uniti, perché dove c'è molteplicità di padri, non c'è paternità possibile. Inoltre, nel rapporto d'amore i doni esprimono quell'amore, diventano manifestazioni di quel dono di sé che è il vero dono che conta. I doni materiali sono solo un segno, una memoria; per questo noi diciamo che tanto più sono piccoli, tanto più sono importanti. Non sostituiscono il dono di sé, ma lo segnalano. Nel rapporto di prostituzione, invece, quando ciò che si cerca sono i doni, succede che questo segno, tipico della relazione matrimoniale, si perverte perché i doni non esprimono più amore, offerta di sé, ma diventano invece merce di scambio. Comprano il corpo, diventano luogo di possesso. Si dà se stessi in cambio del dono, invece di dare se stessi dando il dono.
Pedro