CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Dio - Gesù - Spirito Santo

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2013 17:23
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Dio - Gesù - Spirito Santo

impariamo a conoscerli

credo biblico

Le basi della fede

■ La base della nostra fede è la sacra Bibbia, Parola vivente di Dio, tramandataci nei 66 libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Noi crediamo che essa sia stata ispirata dallo Spirito Santo (2 Pt 1,19-21) nei suoi testi originali.
■ C’è un solo vero Dio, eterno e immortale, che si è rivelato nella storia in tre persone coesistenti: Padre, Figlio e Spirito Santo.
■ Gesù Messia è Dio da Dio, Logos eterno che si è incarnato nella storia, quando fu concepito nella vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
■ Gesù Messia è morto volontariamente sulla croce, prendendo su di sé tutti i peccati del mondo, affinché chiunque crede in Lui sia salvato.
■ Nel terzo giorno dopo la morte, Gesù è risuscitato per glorificare Dio, il quale lo ha così dichiarato Messia-Re e Signore.
■ Essendo asceso al cielo, Gesù si è posto a sedere alla destra del Padre, dove intercede come unico mediatore fra Dio e gli uomini.
■ L’uomo è stato creato a immagine di Dio, quindi con un’affinità tale che gli permette di avere relazione con lui. La disubbidienza dell’uomo lo ha separato da Dio.
■ Ogni uomo è peccatore e perciò perduto. Per questo ha bisogno d’essere spiritualmente generato da Dio e d’essere vivificato dallo Spirito Santo.
■ La salvezza dell’uomo si realizza solo per la grazia divina e non per opere giuste che l’uomo possa mai fare, né mediante una religione, una qualche cerimonia o l’aderenza a una certa tradizione. La Bibbia afferma che chi crede in Cristo ha vita eterna, mentre chi non crede è già giudicato.
■ Chiunque crede in Gesù quale Messia-Re riceve lo Spirito Santo. Egli è il Paracleto, ossia il difensore e consolatore, che il Messia ha inviato. Lo Spirito prende dimora nel credente, lo suggella per la vita eterna, lo guida nella verità, lo riprende quanto al peccato e gli insegna la volontà di Dio conforme alla sua Parola.
■ Gesù Messia è il capo della sua chiesa (= assemblea) ed essa è il suo corpo, composto di uomini e donne che hanno creduto in Lui.
■ Alla fine dei tempi avverrà la risurrezione dei morti: gli uni a vita eterna, per vivere insieme al loro Dio, e gli altri a eterna perdizione, lontani dal loro Creatore.
■ Tutti i veri credenti aspettano il ritorno visibile del Messia sulla terra perché regni con i suoi seguaci come re di giustizia e pace.
■ Infine, secondo la promessa, i credenti aspettano che Dio annienti ogni forma di male e crei nuovi cieli e nuova terra.

Dottrine bibliche

DOTTRINE FONDAMENTALI DELLA FEDE CRISTIANA

1. LE SCRITTURE: Noi crediamo che le sacre Scritture sono la vera Parola di Dio. Essendo esse il prodotto del soffio di Dio, sono quindi verbalmente ispirate in tutte le parti e completamente senza errore nei testi originali. Come tali esse sono adatte e sufficienti per essere regola infallibile, guida suprema e giudice del comportamento, delle credenze e delle opinioni degli uomini. Cfr. 2 Tm 3,16; 2 Pt 1,19-21.
2. LA TRINITÀ: Noi crediamo nel Dio unico e trino. Egli è un essere personale, spirituale e sovrano. Dio è perfetto, infinito ed eterno nel suo essere. Le sue qualità sono santità, amore, saggezza e potenza. Dio è separato da ogni creatura ed esiste di là da ogni creazione e al disopra del mondo, che egli sostiene. Egli è auto-esistente. Si è rivelato nella storia in tre distinte persone — il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ognuna delle persone della Deità la rappresenta ed è perciò da riconoscere e da trattare come vero Dio. Quanto alle funzioni attuali, constatiamo che il Padre ha l’autorità, il Figlio è il mediatore e lo Spirito Santo dimora nella chiesa e nei credenti. Cfr. Dt 33,27; Sal 104; Mc 12,29; Gv 5,23.26.
3. DIO PADRE: Noi crediamo in Dio Padre, perfetto in santità, infinito in saggezza, senza limiti in potere. Egli ama il mondo e s’occupa con misericordia delle vicende umane, ascolta e risponde alle preghiere e salva dal peccato e dalla morte seconda tutti coloro che vengono a Lui per mezzo di Gesù Cristo. Lo scopo supremo dei cristiani è di glorificarlo tramite l’ubbidienza e l’adorazione. Cfr. Mt 7,11; Gv 15,8; 20,17; 1 Cor 8,6.
4. GESÙ CRISTO: Noi crediamo in Gesù, Messia (= Cristo = Unto a re) e Signore. Egli è la seconda persona della Trinità. Senza alcun mutamento essenziale nella sua divina persona, diventò uomo tramite il miracolo della nascita da una vergine. Egli continua a esistere in perpetuo come vero Dio e vero uomo. In quanto uomo è stato provato come tutti gli altri uomini, ma senza peccato. In quanto Agnello perfetto di Dio dette se stesso alla morte sulla croce, portando su di sé il peccato del mondo e soffrendo tutta la pena divina al posto dei peccatori. Egli è risorto dai morti ed è stato glorificato con lo stesso corpo con cui aveva vissuto, aveva sofferto ed era morto. In quanto Sommo Sacerdote è asceso al cielo, per comparire davanti al cospetto di Dio e per esplicare il suo attuale ministero di avvocato e intercessore a pro dei credenti. Cfr. Mt 1,23; Gv 1,1; 20,25-28; Rm 8,34; Gal 3,13; Col 2,9; Eb 4,15; 1 Gv 2,1.
5. LO SPIRITO SANTO: Noi crediamo nello Spirito Santo. Egli è la terza persona della Trinità. Lo Spirito Santo è l’agente divino nella natura, nella rivelazione e nella redenzione. Egli convince il mondo di peccato e riprende il male. Lo Spirito Santo rigenera il credente, lo rende un figlio di Dio, lo inserisce nel corpo di Cristo, lo suggella, gli conferisce forza, guida, insegnamento e santificazione. Cfr. Gv 16,8-11; At 5,3,4; 1 Cor 2,10; 6,11-19. Egli elargisce carismi (o doni spirituali) ai membri del corpo di Cristo perché li usino nella chiesa. Il dono delle lingue e delle guarigioni furono dati allora soprattutto come segni per l’Israele incredulo, confermando la Parola di Dio per quella nazione e accreditando il ministero degli apostoli. Cfr. 1 Cor 14,21s.
6. LA CREAZIONE E LA CADUTA DELL’UOMO: Noi crediamo nella creazione e nella caduta dell’uomo. Adamo era la creazione diretta di Dio; non era quindi il prodotto dell’evoluzione da specie animali. Dio creò l’uomo a sua immagine, ossia secondo la propria specie. Adamo disubbidì personalmente alla volontà che Dio gli aveva rivelata; in tal modo peccò e di conseguenza produsse la morte fisica e spirituale per tutta la razza umana, sua discendenza. Da lì in poi gli uomini sono universalmente peccaminosi sia per natura sia nella pratica. Gli esseri umani sono lontani da Dio, non posseggono la capacità di tenersi in vita e non hanno alcun mezzo di scampo o di salvezza in loro stessi. Cfr. Gn 1,26ss; 3,1-24; Rm 1,18; 5,12; Ef 4 ,18.
7. LA SALVEZZA: Noi crediamo nella salvezza per grazia mediante la fede. La salvezza è un dono che Dio dà gratuitamente, perciò non può essere meritata. Essa non può essere prodotta, in parte o in tutto, mediante qualsiasi virtù o opera umana, ma viene ricevuta soltanto per la fede personale nel Signore Gesù Cristo. Chi, credendo in Lui, lo accetta come Salvatore e Signore, riceve come beni attuali il dono della vita eterna, una giustizia perfetta, la posizione di figlio nella famiglia di Dio, la liberazione dalla condanna, la sicurezza della salvezza e la garanzia divina che non perirà giammai. Riceve inoltre ogni risorsa spirituale necessaria per la vita, la devozione e la santificazione. Cfr. Gv 3,16; 10,27ss; Rm 3,24; Tt 3,5; 1 Gv 5,13; 2 Pt 1,3.
8. SATANA: Noi crediamo nell’esistenza di Satana (ebr. «avversario»). Questo essere fu originalmente creato, come tutte le creature celesti, quale essere perfetto e santo, ma l’orgoglio e l’illecita ambizione lo portarono a ribellarsi contro Dio. In tal modo divenne completamente corrotto nel suo carattere, avversario di Dio e del suo popolo, capo di tutti gli angeli e spiriti malvagi, ingannatore e «dio di questo mondo». I suoi poteri, pur essendo molto grandi, sono limitati, non possono nulla contro l’onnipotenza di Dio e sono efficaci solo negli ambiti che Dio gli permette. Il diavolo fu sconfitto alla croce, dove fu decretata anche la sua futura condanna. Cfr. Mt 12,24ss; Gv 8,44; 16,11; Ef 6,12-18; Ap 12,9ss.
10. LA CHIESA: Noi crediamo nell’unica vera chiesa, corpo e sposa di Cristo. Il Signore l’ha stabilita con l’inaugurazione del nuovo patto, ha iniziata a edificarla di fatto nel giorno di Pentecoste, ed essa sarà completa alla sua seconda venuta. Nella chiesa quale corpo di Cristo sono inseriti tutti i cristiani di ogni epoca. I membri di questo corpo spirituale sono chiamati a radunarsi in chiese locali, che consistono di credenti battezzati. I credenti come membri dell’assemblea del Messia svolgono il loro ministero mediante adorazione, evangelizzazione, preghiera, comunione, insegnamento, testimonianza, ubbidienza e quant’altro serve alla mutua edificazione.
10. LA SECONDA VENUTA DI CRISTO:Noi crediamo nella seconda venuta di Cristo. Il suo ritorno sarà personale, visibile e glorioso. Ciò suscita nei credenti una beata speranza. Il momento specifico dell’avvento del Messia per regnare personalmente su questa terra non è rivelato, perciò è sempre imminente. Quando Egli verrà, rapirà dalla terra, prendendoli a sé, dapprima tutti i credenti, resuscitando quelli morti e trasformando quelli ancora in vita. Poi Dio riverserà la sua ira sul mondo empio e incredulo. Infine il Signore Gesù scenderà con tutti i suoi santi sulla terra per stabilire il suo regno glorioso sopra tutte le nazioni per mille anni. Dopo tutto ciò, risorgeranno i morti empi per comparire dinanzi al giudizio finale. Cfr. 1 Ts 4,16ss; Tt 2,11ss; Ap 20,11-15.

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Questi articoli di fede non esauriscono certamente tutto il contenuto del credo cristiano rispettoso della Bibbia. La base della fede rimane la stessa Parola di Dio. Perciò questi articoli di fede non intendono limitare la Parola di Dio. In ogni modo, riteniamo che essi rispecchino la sana dottrina, così come insegnata nelle Scritture, e la rappresentino degnamente. I cristiani fanno quindi bene a vagliare queste basi della fede con la Bibbia e, dopo averli accertati come conformi a essa, si applichino a esse nel loro pensiero e nella loro pratica.


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Conoscere Dio

E IL SUO PIANO DI REDENZIONE PER L'UMANITÀ

DIO ESISTE
L'uomo ha la capacità e la sensibilità di percepire la presenza di Dio. Il nostro essere spirituale, che è stato creato da Dio a Sua immagine e somiglianza, può realizzare la comunione con Dio. La nostra anima ci porta a ragionare, a riflettere ed a sperimentare quelle cose che hanno a che fare con i sentimenti, le emozioni , etc.. Queste cose ci fanno comprendere che siamo speciali; Dio ci ha creati diversi dalle altre creature. (1° Corinzi 11:7). Con lo spirito che Dio ci ha dato, possiamo sentire la sua presenza. Con i sensi del nostro corpo abbiamo il contatto diretto con la natura, con tutto quello che ci circonda, e questi ci dimostrano l'esistenza di Dio, di un Essere più potente, delle stesse cose che vediamo, che è stato capace di crearle. (Romani 1:20).
DIO É IL CREATORE
Esiste un solo Dio che è creatore di tutte le cose, visibili ed invisibili, delle cose che sono nel cielo (angeli, arcangeli, etc.), dell'universo, delle cose che sono sulla terra e sotto la terra. Egli è il creatore del tempo e da Lui ha origine ogni cosa (Colossesi 1:16). Dio ha anche creato l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Dio, in seguito all'allontanamento volontario della prima coppia, si è manifestato ad alcuni uomini, scelti da Lui, con i quali ha stabilito dei patti e fatto delle promesse inerenti il piano di salvezza per l'umanità, che è quello di riportare l'uomo allo stato originale, stare vicino a Lui e godere, oltre che della Sua meravigliosa presenza, di tutto quello che si può ricevere dalla Divinità.
DIO COMUNICA CON GLI UOMINI
Dio, dopo aver parlato anticamente solo a pochi uomini ed in altre occasioni tramite i Suoi portavoce, i profeti, negli ultimi tempi ci ha parlato direttamente tramite il Suo Unico Figlio: Gesù Cristo, il quale è nato come uomo ed è stato per breve tempo sulla terra, annunziando, con parole di grazia e dimostrazione di potenza, il messaggio della Buona Novella (Ebrei 1:1-2).
Dio comunica con noi, indirettamente, con la comunicazione visiva del creato; direttamente, al nostro spirito, con il Suo Spirito; alla nostra anima (l'intelletto) tramite la Sua Parola ascoltata o letta. In questo modo è coinvolto tutto il nostro essere: il fisico, il razionale e lo spirituale. Con questo possiamo comprendere, che sin dalla creazione Dio non ha avuto mai l'intenzione di abbandonare l'uomo. Soltanto una precisa condizione interferisce e impedisce questa comunicazione, ed è soltanto un difetto dell'uomo. E' il peccato.
DIO É UNA PERSONA
La Sacra Scrittura, oltre che come Creatore, ci presenta Dio come una Persona, con una propria personalità e con i propri sentimenti. La Sua caratteristica principale è L'AMORE, infatti come dice l'Apostolo Giovanni:
"Dio è Amore" (I Giovanni 4:16).
Egli essendo una Persona può avere un'intima relazione con l'unico essere creato a Sua immagine: l'uomo. Dio ha un cuore, percepisce le nostre difficoltà, soffre per il nostro peccato, e si contrista quando non vogliamo andare da Lui e corriamo verso la rovina a causa del nostro peccato. Tutto l'essere di Dio è indirizzato verso le Sue creature. Egli non solo soffre per loro e con loro, ma si rallegra quando una persona si pente del suo peccato, si ravvede e torna a Lui. Dio ci ama in modo personale e ci conosce uno per uno. Avendo il vero Dio queste caratteristiche, è ovvio che i vari dei che sono venerati in tutto il mondo non sono la stessa Persona, avendo essi caratteristiche e personalità diverse. A prescindere dal nome di come i vari popoli chiamano Dio, soltanto se presenta le caratteristiche del Vero Dio ( che sono quelle presentateci prima dalle Sacre Scritture e poi dal Figlio di Dio direttamente), può essere riconosciuto come tale.
DIO SI PRENDE CURA DELL'UOMO
Dio, malgrado l'uomo si sia volontariamente allontanato da Lui, durante tutto il corso della storia, ha cercato di instaurare un rapporto diretto con i discendenti dalla prima coppia. Il distacco, ancora esistente, tra Dio e l'uomo si è venuto a creare, a causa del peccato, e non per incompatibilità o per incapacità di adattamento date le diversità che abbiamo con Lui. Peccato è tutto quello che, trasgredendo la legge e la volontà di Dio, reca del male, prima a noi, poi al nostro prossimo, e offende Dio. Dio vuole che l'umanità e, singolarmente, ogni uomo, ritornino a Lui. Solo con l'avvicinamento dell'uomo a Dio si possono realizzare tutte quelle realtà e condizioni di vita che sono state programmate da Dio, ma che sono state rifiutate dalla prima coppia: la pace sulla terra, il benessere dell'umanità e la convivenza armoniosa degli uomini tra di loro, con gli animali e con la natura.
DIO ACCOGLIE L'UOMO
Per far sì che l'uomo potesse ricongiungersi a Lui, Dio ha progettato il Piano della Salvezza, che consiste nella morte espiatoria di Suo Figlio Gesù, il quale per mezzo della sua giustizia ci rende giusti, per mezzo della sua morte ci da la vita eterna e per mezzo della sua risurrezione ci fa rinascere, nello spirito, figli di Dio. Da nostro creatore Dio può diventare nostro Padre. Dio desidera che tutti gli uomini giungano alla VERITÀ e che tutti possano ricevere la SALVEZZA. La Verità è che esiste un solo DIO ed un solo Mediatore tra Lui e l'uomo ed è Suo Figlio Cristo Gesù Uomo, e che accettandolo si ottiene la Salvezza.
DIO vuole riportare a se l'uomo togliendolo dalla condizione di peccatore e dalle conseguenze dannose e mortali che si e' attirato incominciando dal peccato originale, dalla morte, dalle malattie, dalle maledizioni, dalla condanna eterna, dall'inferno, etc.. Ricongiungendosi a Dio, l'uomo riceve quella realtà di vita e le benedizioni che Dio aveva programmate per lui. Per prima cosa la Vita Eterna e la Figliolanza di Dio. Per realizzare questo, Dio, ha provveduto un mezzo, e questo mezzo è una persona: SUO FIGLIO GESÙ. Questo mezzo, oltre la persona di Gesù, comprende L'OPERA DI GESÙ, cioè quello che lui ha fatto per realizzare il Piano della Salvezza. Dio ha stabilito soltanto questo mezzo per ricondurre l'uomo a se. Non ci sono altri metodi, altre vie o scorciatoie.
CHI É GESÙ CRISTO?
Gesù di Nazareth visse in Palestina duemila anni fa. La sua vita e i suoi insegnamenti sono descritti nei quattro Vangeli, che si trovano nel Nuovo Testamento, che insieme all'Antico Testamento, compongono la Bibbia, ovvero "Le Sacre Scritture". Nell'Antico Testamento ci sono molte profezie che parlano della nascita, della vita, della morte, della resurrezione e della seconda venuta di Cristo sulla terra; sono state scritte centinaia di anni prima della nascita di Cristo, e si sono adempiute alla lettera. Alcune profezie, per esempio, preannunziavano che Gesù Cristo sarebbe nato da una vergine a Betlemme, che sarebbe entrato a Gerusalemme cavalcando un asino, che sarebbe stato tradito e messo a morte per trenta monete d'argento, che sarebbe risuscitato, ed altro ancora. Gesù Cristo stesso disse che sarebbe stato ucciso e che sarebbe risuscitato il terzo giorno (Matteo 28:6).
La Bibbia dichiara molte cose straordinarie su Gesù. Afferma che è il Figlio di Dio (Giovanni 3:18), che è Dio (Giovanni 1:1) e che non commise mai alcun peccato (Ebrei 4:15).
Racconta che compì molti miracoli (Matteo 14:35-36), risuscitò i morti (Giov 11:43-44 ), consolò e diede la serenità interiore a molte persone (Luca 7:47-50). Le persone che vissero con Gesù ed osservarono la sua vita da vicino, credettero che lui era veramente il Figlio di Dio ed alcuni suoi discepoli hanno messo per iscritto i suoi insegnamenti e i suoi miracoli, affermando che sono stati fatti realmente accaduti. La certezza e la fede che i discepoli avevano in Cristo erano talmente forti da condurli anche alla morte, infatti, secondo dati storici, tutti i dodici Apostoli e molti altri suoi discepoli hanno subito il martirio.
LO SCOPO DI CRISTO
Duemila anni fa, circa, quando Gesù era fisicamente presente in Palestina, tutte le persone che lo hanno riconosciuto come il Salvatore mandato da Dio, il MESSIA, hanno ricevuto i benefici della Grazia di Dio col perdono dei peccati, guarigioni da malattie e da infermità, liberazioni da oppressioni e da possessioni diaboliche, etc... Gesù operava potentemente in risposta alla FEDE che esercitavano coloro che accorrevano a lui, ma il più grande miracolo che Gesù faceva, e che fa ancora oggi, era la trasformazione del cuore delle persone che lo accoglievano. Esempi sono gli Apostoli, Maria Maddalena, Zaccheo, Lazzaro, il Centurione Romano e molti altri ancora; di altri non vengono riportati i nomi, ma sono descritti i meravigliosi e sconvolgenti incontri che hanno fatto con Cristo. Anche dopo la sua ascensione al cielo le persone che lo accoglievano nel loro cuore sperimentavano la gloria, la potenza e l'amore di Dio in Cristo. Tra i più famosi ci sono: Paolo, che in seguito Gesù lo ha costituito apostolo, Luca, colui che ha scritto l'omonimo vangelo, Timoteo, Tito e molti altri. Dopo circa tre anni dalla sua apparizione pubblica, secondo come programmato da Dio, Gesù venne arrestato sotto falsa accusa e fu condannato a morte per mezzo della pena capitale utilizzata allora dai Romani: la Crocifissione. Sulla croce, prima di spirare, Gesù pronunziò una frase, che ci da il senso della sua consapevolezza del compito a lui affidato e di quello che stava in quel momento realizzando. Gesù disse:
"Tutto è compiuto".
LA MORTE ESPIATRICE DI CRISTO
Con quell'atto ed in quel momento si realizzava alla perfezione il Piano di Salvezza per l'uomo. Gesù, morendo come l'Agnello di Dio, si sacrificava al posto di tutto il genere umano corrotto. Con la sua morte ha pagato la giustizia di Dio liberando dalla condanna tutti coloro che da quel momento in poi si sarebbero voluti accostare a Dio, più quelli del passato che, secondo le rivelazioni dello Spirito Santo, avevano posto fede in lui e nella sua opera. Come segno di approvazione e garanzia della Redenzione, Dio ha risuscitato suo Figlio Gesù, il quale si è presentato vivente ai suoi discepoli, insegnando ancora le cose relative il Regno di Dio per quaranta giorni. Gesù Cristo morendo sulla croce ha portato i peccati degli uomini liberandoli dall'ira e dal giudizio di Dio. Solo Cristo ha potuto essere il sostituto, in quanto non aveva commesso alcun peccato. Egli ha preso il posto dei peccatori e ha subito la punizione che l'uomo meritava. Gesù è morto, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Per questo Gesù è l'unica persona che ci avvicina a Dio.
QUELLO CHE CRISTO PUÒ FARE OGGI
Al terzo giorno, dopo essere stato crocifisso, morto e sepolto, è risuscitato e si è fatto vedere, prima dagli Apostoli e poi da altri discepoli. Dopo la risurrezione è rimasto con i discepoli per 40 giorni, dopodiché è asceso al cielo. Prima di ascendere al cielo ha comandato ai suoi discepoli di andare per tutto il mondo ad annunziare il VANGELO, la Buona Notizia: Dio ha provveduto per l'uomo un Salvatore e per mezzo suo si riceve il perdono dei peccati e la Vita Eterna. Gesù ha pure promesso che sarebbe stato insieme a loro, ed insieme a quelli che sarebbero venuti in seguito, sino alla fine del mondo. Il peccato è stato annullato per Cristo, la giustizia divina è stata completamente soddisfatta. Gesù Cristo ha pagato il prezzo pieno. Gesù è il solo Salvatore che Dio ha provveduto per l'uomo, come sta scritto:
"In nessun altro è la salvezza, perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).
Gesù adesso ci dice:
"Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo".
Egli può risolvere i problemi e può togliere le conseguenze presenti e future dei nostri peccati lavandoci come fonte di purezza dalla nostra fragilità di uomini fallibili.
Quindi che aspettiamo a cercare Dio attraverso il Nostro Salvatore Gesù?
Dio vuole che tutti gli uomini possano conoscere la verità e possano essere salvati (1°Tim 2:4).

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Lo Spirito Santo

La Sua natura

Lo Spirito Santo non è una esibizione che accade in un particolare momento del culto o della vita cristiana. E' molto più di questo.
Lo Spirito Santo è tutto ciò che abbiamo, e senza di esso non esiste la vita cristiana. Senza lo Spirito Santo, non esiste Evangelo, senza di esso non esiste la resurrezione, rapimento, nè tantomeno salvezza e vita.
Noi dobbiamo conoscere lo Spirito Santo, dobbiamo esserne ripieni e avere una relazione con esso. Io mi sono fatto una idea dello Spirito Santo, osservando il movimento carismatico.
Tra le chiese protestanti, neo-pentecostali, pentecostali, ed anche in alcune cattoliche vi è questo movimento carismatico. Il dono delle lingue strane, il cadere nello Spirito, profezie, visioni, rivelazioni, manifestazioni di quello che spesso si presume provenga dallo Spirito Santo.
Tutte queste cose hanno in comune una manifestazione fisica, visibile.
Questo è ciò che abbiamo imparato per esperienza.
La verità è che nella maggior parte, questi movimenti dell'opera carismatica non provengono dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è molto di più che farfugliare suoni incoerenti, molto più di doni metafisici, molto più di frasi prese fuori dal contesto, molto di più.

Lo Spirito Santo è la natura divina di Dio che interagisce con l'essere umano, o per essere più specifici, con la chiesa. La prima opera dello Spirito Santo è convincere l'uomo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.

Molto di ciò che si vede oggigiorno, sono presunte manifestazioni dello Spirito Santo, fatte passare come "risveglio", ma che creano una confusione generalizzata dalla mancanza di ravvedimento e di convinzione di peccato! In base a ciò, NON si può pretendere che qualunque movimento carismatico sia l'opera dello Spirito Santo. Voi avete visto tutte queste cose, vero?
Ma che cosa fa lo Spirito Santo? Esso convince di peccato, di giustizia e di giudizio.
Questi cosiddetti "risvegli" sono carichi di manifestazioni esterne e visibili di un risveglio, ma spesso privi della manifestazione interna: il ravvedimento.
Nei risvegli di Jonathan Edwards invece, i peccatori cadevano ma sulle loro ginocchia, piangendo per il loro peccato. Questa è certamente l'opera dello Spirito Santo, in quanto esso stava convincendo il peccatore del suo peccato! Al contrario, oggigiorno questo movimento non convince ma INCITA il popolo a peccare, e questo non proviene dal cielo, non proviene dallo Spirito Santo!
Qualunque manifestazione cosiddetta "spirituale" deve passare per il setaccio della Parola di Dio. E la Parola di Dio dice che lo Spirito convince del peccato, lo spirito di questo secolo, invece incita a peccare! Questo non è lo Spirito Santo.
Incita a peccare!
Senza lo Spirito Santo io non posso mettere (comprendere) in pratica la Parola.
Senza lo Spirito Santo, è impossibile mettere in pratica la Bibbia!
Senza lo Spirito Santo, tu non amerai il prossimo!
Senza lo Spirito Santo, tu non avrai occhi Santi.
Senza lo Spirito Santo tu non riuscirai a perdonare i tuoi nemici!
Senza lo Spirito Santo, tu non potrai mettere in pratica... perché?

Perché umanamente, è impossibile mettere in pratica la Parola!

E' impossibile amare qualcuno che è prepotente, che è cattivo!
E' impossibile perdonare, è impossibile essere santo!
E' impossibile andare contro il mondo, perché vivo in esso.

Gesù, conscio di questo fatto, disse:
"...quando però sarà venuto Lui, lo Spirito della verita, egli vi guiderà in tutta la verità," (Giovanni16:13)
Lo Spirito Santo inviato vi renderà capaci di mettere in pratica la Parola!

Dove l'amore è assente, lo Spirito Santo produrrà amore. Dove mancherà il perdono, lo Spirito Santo lo produrrà! Dove manca la santificazione che deve essere attuata così come dice la Parola, lo Spirito Santo la produrrà!

Quindi, si mette in pratica la Parola, si cammina rettamente con il Signore solo quando si ha lo Spirito Santo nella propria vita.
In questo, molti hanno sbagliato, ecco perchè vi sono molti cristiani in chiesa che sono immorali, religiosi, privi di qualunque capacità e sono solo empi che si riuniscono!
Non hanno le forze di resistere al minimo peccato!
Non riescono a mettere in pratica nulla!
Ma perché?
Perché stanno tentando di ubbidire alla Parola guidati dalla forze della carne, dal loro intelletto, dalla ragione! Per questo non ce la fanno! E' impossibile!
Posso dunque constatare che non sono ripieni dello Spirito Santo, altrimenti sarebbero già stati convinti del peccato, riuscendo quindi a mettere in pratica la Parola di Dio!
Ricerchiamo lo Spirito Santo.
Perché pastore?
L'uomo fu corrotto dal peccato.
L'uomo con il peccato divenne imperfetto, corrotto.
Dio quindi dichiara che il Suo popolo è inclinato a deviarsi di Lui.
Gesù dice: Voi uomini siete malvagi!
Io quindi, non possiedo capacità alcuna di produrre bontà, sono stato corrotto dal peccato ereditario di Adamo. E' impossibile produrre benignità, bontà, perché non coesistono in me! Quindi io non posso mettere in pratica la Bibbia, perché essa è giusta e io, invece, un uomo sbagliato e corrotto dal peccato!
Ma lo Spirito Santo in me mi rende giusto, rimuovendo la natura peccaminosa sostituendola con quella divina e santa, dandomi la capacità di camminare per i sentieri buoni del Signore.
Quindi lo Spirito Santo è essenziale per mettere in pratica la Parola e i suoi comandamenti. Quindi alcune chiese si ingannano credendo di essere ripiene dello Spirito Santo.
Credono di vivere un grande risveglio perché sono riuscite a raggiungere la programmazione televisiva ovunque. Ma hanno fallito nel produrre cristiani che osservano la Parola!
Quindi cosa fanno?
Corrono ai ripari rivolgendosi alla sociologia e alla psicologia. Scienze umane, con le quali tentano di colmare questa mancanza!
Ecco perché la chiesa attuale non è in condizione di mettere in pratica la Parola: essa è priva dello Spirito della verità!
Pensaci.
Tu non riuscirai mai a mettere in pratica la Bibbia! Non riuscirai mai ad osservere la minima richiesta della Bibbia senza l'azione dello Spirito Santo nella tua vita!
E qual'è la conseguenza di non compiere la Parola, di non camminare nei sentieri del Signore, come comandato da Dio?

La condanna all'inferno!


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La Trinità

Studio biblico sulla Trinità nelle Sacre Sritture

La "dottrina" della Trinità - cioè, che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo sono tutti ugualmente ed eternamente l'unico vero Dio - può apparire difficile da comprendere, ma è il fondamento dell'insegnamento cristiano.
Sia l'Antico che il Nuovo Testamento insegnano l'unità e la trinità (o tri-unità) di Dio. L'idea che ci sia un solo Dio, che ha creato tutte le cose, viene ripetutamente sottolineata in molti versi della Bibbia; un esempio è Isaia 45:18: "Così dice l'Eterno che ha creato i cieli, egli, il Dio che ha formato la terra e l'ha fatta...: 'Io sono l'Eterno e non c'è alcun altro'".
Questo verso dichiara che Dio ha creato i cieli e la terra, e che non esistono altri dèi. Confrontiamolo con Giovanni 1:1-3: "Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta". Qui leggiamo chiaramente che tutto ciò che esiste è stato creato dalla Parola di Dio. Pochi versi dopo, in Giovanni 1:14 leggiamo che Gesù Cristo è la Parola di Dio, che "è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi". Egli non è un essere creato ma esiste da sempre ("nel principio era la Parola", Giovanni 1:1), dimora pienamente in Dio ed è Dio stesso ("la Parola era con Dio, e la Parola era Dio", stesso verso - si veda la nota conclusiva di questo studio per l'analisi del testo originale in greco).

La Bibbia insegna che Dio è un Dio unico, composto da tre Persone:

*Dio Padre: "Nel principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1:1) *Dio Figlio: "Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio" (Giovanni 1:1) *Dio Spirito Santo: "La terra era informe e vuota... e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque" (Genesi 1:2). Sono tre Persone unite ma un solo Dio:
*Unite: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" (Genesi 1:1) *Distinte: Dio Padre dona il Suo unigenito Figlio Cristo Gesù volontariamente per la salvezza degli uomini; Dio Figlio si dona rivestendosi di mortalità, morendo alla croce e risuscitando il terzo giorno; Dio Spirito Santo discende per convincere i cuori di peccato. Non dimentichiamo che Gesù ha pregato il Padre che ci fosse dato il Consolatore (Giov. 14:16,17).
Le tre Persone della Deità risaltano da brani della Scrittura quali Isaia 48:16: "Fin dal principio non ho parlato in segreto; quando questi fatti avvenivano, io ero là. E ora il Signore, l'Eterno, e il suo Spirito mi hanno mandato". Chi parla in questo brano dell'Antico Testamento è evidentemente Dio, eppure è proprio Gesù Cristo, infatti dice di essere stato "mandato dal Signore, l'Eterno" (cioè, dal Padre) "e dal suo Spirito" (cioè, dallo Spirito Santo).
Un altro brano, Isaia 9:5, che profetizzava della venuta di Gesù Cristo nel mondo, dice di Lui: "Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace". Qui Gesù è inequivocabilmente associato all'unico Dio.
Nel Nuovo Testamento la dottrina della Trinità è evidente nel brano di Giovanni 15:26, dove il Signore Gesù dice: "Ma quando verrà il Consolatore, che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me". C'è ancora la formula battesimale: "...battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Matteo 28:19). Un nome (Dio)... e nello stesso tempo tre nomi!
GESÙ: Che Gesù, l'unigenito Figlio di Dio, abbia preteso effettivamente di essere Dio, uguale al Padre, è evidente da numerosi brani della Scrittura. Per esempio, Egli disse: "Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio, e la fine... che è, che era e che ha da venire, l'Onnipotente" (Apocalisse 1:8). Lo stesso Spirito Santo di Dio è chiamato intercambiabilmente "Spirito di Dio" oppure "Spirito di Gesù Cristo" (Romani 8:9, Atti 16:7, Filippesi 1:19, 1 Pietro 1:11).
SPIRITO SANTO: Certe sètte insegnano la falsa dottrina che lo Spirito sia qualche genere di "forza" o influenza divina impersonale, ma la Bibbia insegna che Egli è una persona reale, esattamente come lo sono il Padre e il Figlio, che si può rattristare come una persona (Efesini 4:30), e che guida e parla da parte del Padre. Gesù disse: "Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire" (Giovanni 16:13).
Il concetto di tri-unità: L'insegnamento della Bibbia a proposito della Trinità può essere sintetizzato come segue: Dio è una Tri-unità, in cui ciascuna Persona della Deità è ugualmente, pienamente ed eternamente Dio. Ognuno di loro è necessario, ognuno è distinto, eppure tutti e tre sono Uno solo. Il Padre è la Sorgente invisibile e onnipresente di ogni essere, rivelato in e per mezzo del Figlio (cfr. Matteo 11:27, Giovanni 14:6) e sperimentato in e per mezzo dello Spirito Santo. Il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito dal Figlio. Con riferimento alla creazione divina, il Padre è il Pensiero che le sta dietro, il Figlio è la Parola che genera e che la fa sussistere, e lo Spirito è l'Atto che la traduce in realtà.
Noi "vediamo" Dio e la Sua grande salvezza nel Figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo, poi facciamo "esperienza" della loro realtà per mezzo della fede, attraverso la presenza del Suo Spirito Santo dentro di noi. Per quanto queste relazioni possano apparire paradossali, sono in effetti profondamente realistiche, e la loro verità è scritta nel profondo della natura umana. Perciò gli esseri umani hanno sempre intuito la verità che Dio dev'essere "là fuori", presente dappertutto e la Causa fondamentale di ogni cosa, ma hanno corrotto questa conoscenza intuitiva del Padre per decadere nel panteismo, e infine nel naturalismo. Allo stesso modo, gli uomini hanno sempre avvertito il bisogno di "vedere" Dio in termini della loro propria esperienza e comprensione, ma questa consapevolezza che Dio deve necessariamente rivelare Sé stesso è stata distorta per produrre il politeismo e l'idolatria. Così gli esseri umani hanno sempre costruito delle "immagini" di Dio, a volte sotto forma di immagini scolpite, altre volte anche sotto forma di sistemi religiosi o filosofici che pretendono di rappresentare la realtà ultima.
Infine, gli esseri umani hanno sempre saputo che dovrebbe essere possibile avere comunione con il loro Creatore e sperimentare la Sua presenza "dentro". Ma questa profonda intuizione dello Spirito Santo è stata corrotta per produrre varie forme di falso misticismo e fanatismo, perfino lo spiritismo e l'occultismo diabolico. Dunque, la verità della tri-unità di Dio è insita nella stessa natura dell'uomo, ma spesso quest'ultimo l'ha distorta, sostituendovi un dio falso.
Versi della Bibbia che dimostrano che, oltre al Padre, anche il Figlio e lo Spirito Santo sono Dio.
Riguardo al Figlio.
- L'apostolo Giovanni scrive: "Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa é stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.... E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità" (Giov. 1:1-3;14).
Riassumendo:
*Gesù era ed è l'Eterno Iddio, esistente da sempre, prima del tempo e della materia: "Nel principio era la Parola". *Egli era ed è una Persona distinta da Dio Padre: "La Parola [il Figliuolo preincarnato] era con Dio" (il Padre). *Egli era ed è Dio: "La Parola era Dio" (Giov. 1:1). *Egli è coesistente con Dio Padre fin dall'Eternità (verso 2). *Egli è il Creatore dell'universo (verso 3).
- Paolo disse di Gesù Cristo ai Colossesi che "in lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19). Ed è proprio in virtù del fatto che in Cristo abitò tutta la pienezza della Divinità che noi abbiamo potuto ricevere da lui grazia sopra grazia infatti Giovanni dice: "E’ della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia" (Giov. 1:16).
- L’apostolo Paolo disse ai Romani: "Dai quali (dagli Israeliti) è venuto, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen" (Rom. 9:5). Quindi Cristo Gesù, benché fu trovato nell’esteriore come un uomo, é l’Iddio che è benedetto per l’eternità.
- Paolo dice a Tito: "Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù..." (Tito 2:13).
- L’apostolo Pietro ha chiamato anche lui Gesù Cristo "il nostro Dio e Salvatore", infatti all’inizio della sua seconda epistola è scritto: "Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo" (2 Piet. 1:1).
- Nell'epistola agli Ebrei è scritto che "dice del Figliuolo: Il tuo trono, o Dio, è nei secoli dei secoli..." (Ebr. 1:8). Anche da queste parole tratte dal quarantacinquesimo salmo si comprende chiaramente che il Figliuolo è Dio.
- Nel libro degli Atti degli apostoli tra le parole che Paolo rivolse agli anziani della chiesa di Efeso vi sono queste: "Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue" (Atti 20:28). Ora, in queste parole è detto che Dio ha acquistato la sua Chiesa con il suo sangue, il che a prima vista parrebbe incredibile perché sappiamo che non è Dio che è morto sulla croce ed ha versato il suo sangue per noi, ma il suo unigenito Figliuolo. Ma esaminando attentamente questo passo e confrontandolo con altri passi della Scrittura noteremo che qui Paolo si riferisce al Figliuolo di Dio e non a Dio il Padre il quale nei giorni della carne del suo Figliuolo continuava ad essere assiso sul suo trono nel cielo. Ricordatevi che quando Toma disse a Gesù: "Signor mio e Dio mio" (Giov. 20:28), ammise implicitamente che il suo Dio era morto sulla croce, che aveva sparso il suo sangue per comprarci con esso, e poi era risorto; ma badate che non è che con quelle parole ammise che Dio Padre era morto sulla croce; dico questo per farvi comprendere che c’è sempre da fare una chiara distinzione tra Dio Padre e Dio Figliuolo. Sono due persone unite e della medesima sostanza da ogni eternità, ma nello stesso tempo diverse tra loro e devono essere nominate separatamente al fine di non scambiare l’una per l’altra. In conclusione, Gesù Cristo è l’Iddio che, secondo le parole di Paolo, ha comprato la sua Chiesa con il suo sangue.
- Sempre in questa lettera è scritto: "E quando di nuovo introduce il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino" (Ebr. 1:6). Ora, noi sappiamo che gli angeli adorano solo Dio secondo che è scritto: "L’esercito de’ cieli t’adora" (Neh. 9:6); quindi, siccome gli angeli sanno che si deve adorare solo Dio (l’angelo di Gesù che apparve a Giovanni sull’isola di Patmo, quando vide che Giovanni si prostrò davanti a lui per adorarlo gli disse: "Guàrdati dal farlo... Adora Iddio!" [Ap. 22:9]) essi sanno e riconoscono che Gesù Cristo è Dio. E poi se Dio Padre ha ordinato ai suoi angeli di adorare il suo Figliuolo vuole dire che Egli stesso riconosce in Cristo Gesù la seconda persona della Divinità. Se Gesù non fosse Dio, il Padre non avrebbe giammai ordinato ai suoi angeli di adorarlo.
- Paolo dice ai Filippesi: "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini..." (Fil. 2:5-7). In questa maniera Paolo ha confermato sia che Cristo Gesù era uguale a Dio, e sia che Egli come Figliuolo di Dio era presso il Padre avanti la fondazione del mondo.
Riguardo allo Spirito Santo.
Innanzi tutto va detto che lo Spirito Santo è una persona infatti parla secondo che é scritto: "Perciò, come dice lo Spirito Santo, Oggi, se udite la sua voce, non indurate i vostri cuori.." (Ebr. 3:7-8); "E lo Spirito disse a Filippo: Accostati, e raggiungi codesto carro" (Atti 8:29); "E come Pietro stava pensando alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco tre uomini che ti cercano. Lèvati dunque, scendi, e và con loro, senza fartene scrupolo, perché sono io che li ho mandati" (Atti 10:19-20); "E mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati" (Atti 13:2); "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire" (Giov. 16:13); "Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede" (1 Tim. 4:1).
Lo Spirito Santo rivela secondo che é scritto in Luca: "Gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non vedrebbe la morte prima d’aver veduto il Cristo del Signore" (Luca 2:26).
Lo Spirito ascolta perché Gesù disse di lui: "Dirà tutto quello che avrà udito" (Giov. 16:13).
Lo Spirito vede infatti i sette occhi che aveva l’Agnello che vide Giovanni sono i sette Spiriti di Dio, o come disse il profeta Zaccaria "gli occhi dell’Eterno" (Zacc. 4:10).
Lo Spirito prega secondo che é scritto: "Lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili... esso intercede per i santi secondo Iddio" (Rom. 8:26-27).
Lo Spirito Santo fa nascere di nuovo secondo che è scritto: "...se uno non è nato d’acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio... quel che è nato dallo Spirito, è spirito" (Giov. 3:5,6).
Lo Spirito Santo costituisce gli anziani nella chiesa secondo che disse Paolo agli anziani di Efeso: "Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue" (Atti 20:28).
Lo Spirito Santo può vietare di fare qualcosa, come fece verso gli apostoli, secondo che é scritto: "Poi, traversarono la Frigia e il paese della Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro d’annunziar la Parola in Asia" (Atti 16:6) (vorrei che notaste che il verbo vietare é menzionato anche in queste Scritture che si riferiscono alla persona di Gesù: "Allora vietò ai suoi discepoli di dire ad alcuno ch’egli era il Cristo" [Matt. 16:20], e: "E Gesù ordinò loro di non parlarne ad alcuno; ma più lo divietava loro e più lo divulgavano..." [Mar. 7:36]).
Lo Spirito Santo può non permettere certe cose secondo che é scritto: "Giunti sui confini della Misia, tentarono d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro" (Atti 16:7) (anche in questo caso vorrei che notaste che in queste altre Scritture il non permettere qualcosa si riferisce alla persona di Gesù: "E come egli montava nella barca, l’uomo ch’era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. E Gesù non glielo permise..." [Mar. 5:18-19]; "Non permetteva loro di parlare, perché sapevano ch’egli era il Cristo" [Luca 4:41]).
Lo Spirito può essere contristato infatti é scritto: "E non contristate lo Spirito Santo di Dio.." (Ef. 4:30); "Ma essi furono ribelli, contristarono il suo Spirito Santo" (Is. 63:10).
Lo Spirito può essere contrastato infatti Stefano disse davanti al Sinedrio: "Voi contrastate sempre allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate anche voi" (Atti 7:51).
Lo Spirito può essere tentato infatti Pietro disse a Saffira: "Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore?" (Atti 5:9).
Allo Spirito si può mentire infatti Pietro disse ad Anania: "Anania, perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere?" (Atti 5:3).
Allo Spirito si può parlare contro secondo che é scritto: "Ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello avvenire" (Matt. 12:32).
Lo Spirito Santo insegna secondo che é scritto: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa..." (Giov. 14:26), ed ancora: "Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe e ai magistrati e alle autorità, non state in ansietà del come o del che avrete a rispondere a vostra difesa, o di quel che avrete a dire; perché lo Spirito Santo v’insegnerà in quell’ora stessa quel che dovrete dire" (Luca 12:11-12); ed ancora: "E desti loro il tuo buono Spirito per istruirli..." (Neh. 9:20); ed anche: "Noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito..." (1 Cor. 2:13).
Lo Spirito investiga infatti é scritto: "Lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio" (1 Cor. 2:10).
Lo Spirito ricorda le parole del Signore secondo che è scritto: "E vi rammenterà tutto quello che v’ho detto" (Giov. 14:26).
Lo Spirito ha un sentimento secondo che é scritto: "Colui che investiga i cuori conosce qual sia il sentimento dello Spirito.." (Rom. 8:27).
Ora, metteremo a confronto i passi della Scrittura che si riferiscono allo Spirito Santo di Dio con quelli che si riferiscono a Dio al fine di dimostrare che lo Spirito Santo é Dio.
- Lo scrittore agli Ebrei dice: "..Quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente?" (Ebr. 9:14), e Mosè afferma di Dio: "Ab eterno in eterno, tu sei Dio" (Sal. 90:2). Lo Spirito è quindi eterno come lo è Dio.
- Davide disse a Dio: "Dove me ne andrò lungi dal tuo Spirito?" (Sal. 139:7), mentre Dio disse a Geremia: "Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto sì ch’io non lo vegga? dice l’Eterno" (Ger. 23:24). Lo Spirito è dunque onnipresente come lo è Dio.
- Paolo dice che "lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio" (1 Cor. 2:10), mentre Anna disse di Dio: "L’Eterno è un Dio che sa tutto" (1 Sam. 2:3). Lo Spirito è quindi onnisciente come lo è Dio.
- Elihu disse: "Lo Spirito di Dio mi ha creato" (Giob. 33:4), mentre Davide disse a Dio: "Poiché sei tu che hai formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre" (Sal. 139:13). Lo Spirito quindi crea come fa Dio.
- Gesù disse: "...se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio... quel che è nato dallo Spirito, è spirito" (Giov. 3:5,6), mentre Giovanni dice che coloro che credono nel nome del Figlio di Dio "son nati da Dio" (Giov. 1:13). Lo Spirito fa dunque nascere di nuovo come fa Dio.
- Pietro, prima disse ad Anania: "Anania, perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere?" (Atti 5:3), e poi gli disse: "Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio" (Atti 5:4). Mentire allo Spirito Santo quindi equivale a mentire a Dio.
- Nel libro degli Atti degli apostoli é scritto che Paolo disse a dei Giudei che rifiutarono di credere nel Vangelo: "Ben parlò lo Spirito Santo ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia dicendo: Và a questo popolo e dì: Voi udrete coi vostri orecchi e non intenderete; guarderete coi vostri occhi, e non vedrete..." (Atti 28:25-26), mentre nel libro del profeta Isaia queste parole sono attribuite al Signore degli eserciti che Isaia vide in visione secondo che é scritto: "Nell’anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto... Poi udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò? E chi andrà per noi? Allora io risposi: ‘Eccomi, manda me!’ Ed egli disse: ‘Và, e dì a questo popolo: Ascoltate, sì, ma senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!..." (Is. 6:1,8-9). Quindi lo Spirito Santo mandò Isaia a predicare come fece anche il Signore degli eserciti.
- Nel libro degli Atti degli apostoli dopo che lo Spirito Santo parlò ad Antiochia dicendo: "Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati" (Atti 13:2), è scritto che essi "mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là navigarono verso Cipro" (Atti 13:4). Gesù disse: "Ben è la mèsse grande, ma pochi son gli operai. Pregate dunque il Signor della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse" (Matt. 9:37-38), facendo chiaramente capire che é Dio che manda i suoi operai nella sua messe; quindi lo Spirito Santo è Dio perché mandò Paolo e Barnaba nella messe del Signore.
- Gesù chiamò lo Spirito Santo "il Consolatore" (Giov. 15:26) quindi Egli consola quelli che sono abbattuti. Paolo ai Corinzi dice: "Ma Iddio che consola gli abbattuti, ci consolò con la venuta di Tito.." (2 Cor. 7:6), ed anche: "Benedetto sia Iddio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e l’Iddio d’ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione" (2 Cor. 1:3-4). Quindi lo Spirito Santo consola come fa Dio.
- In Isaia é scritto che gli Israeliti nel deserto "contristarono il suo Spirito Santo" (Is. 63:10), mentre nei Salmi é scritto: "Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, e lo contristarono nella solitudine!" (Sal. 78:40). Gli Israeliti quindi, contristando lo Spirito Santo contristarono Dio.
- Paolo disse ai Corinzi "Non sapete voi che il vostro corpo é il tempio dello Spirito Santo che é in voi..?" (1 Cor. 6:19) ed anche: "Non sapete voi che siete il tempio di Dio..?" (1 Cor. 3:16). Lo Spirito Santo quindi abita nel credente assieme a Dio.
- Gesù disse: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa..." (Giov. 14:26), ma disse anche: "Saranno tutti ammaestrati da Dio" (Giov. 6:45), e Davide dice che Dio "insegnerà ai mansueti la sua via" (Sal. 25:9). Lo Spirito Santo quindi insegna come fa Dio.
- Gesù ha detto dello Spirito: "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità" (Giov. 16:13); e Davide nei Salmi dice a Dio: "Guidami nella tua verità" (Sal. 25:5). Quindi se lo Spirito della verità guida nella verità come fa Dio ciò significa che Egli è Dio.
Come potete da voi stessi vedere le Scritture affermano che lo Spirito Santo è eterno, onnipotente, onnipresente e onnisciente come Dio.

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26/01/2013 17:17
 
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Risposte alle obiezioni dei Testimoni di Geova

1. GESU' NON E' UN DIO
MINORE

I Testimoni di Geova negano la divinità di Gesù Cristo, e
affermano che nel verso di Giovanni 1:1 Egli è chiamato "un dio", e non "Dio".
Per questo, le loro Bibbie (la cui versione è detta "Traduzione del Nuovo
Mondo") sono state alterate in modo che quando si parla di Gesù si parla sempre
di "un dio". Le alterazioni presenti nelle loro Bibbie sono elencate in questo
studio, e messe a confronto con il testo originale del Nuovo
Testamento.

Essi basano la loro interpretazione sul fatto che in greco
(la lingua originale del Nuovo Testamento) non esiste l'articolo
indeterminativo, così essi considerano fondamentale la presenza dell'articolo
determinativo. Quando trovano "ho theos" ("il dio"), traducono con "Dio", mentre
quando trovano solo "theos" ("dio"), traducono con "un dio". È davvero questa
l'interpretazione corretta? No. È una regola sbagliata, e infatti essi stessi la
violano! Il verso di Giovanni 1:18 si riferisce a "theos" due volte senza
l'articolo, eppure i Testimoni di Geova traducono "theos" in un caso con "Dio" e
nell'altro con "dio". Il verso è il seguente: "Nessuno ha mai visto Dio;
l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere". È
evidente che nel primo caso si parla di Dio Padre, e nel secondo si parla di Dio
Figlio, cioè Gesù, che è chiamato "l'unigenito Dio".

Osserviamo ora il
testo originale in greco di Giovanni 1:1 con relativa traduzione: "En archei en
ho Logos [Nel principio era la Parola], kai ho Logos en pros ton Theon [la
Parola era con Dio], kai Theos en ho Logos [la Parola era Dio]". Per la
precisione, "kai Theos en ho Logos" menziona prima "Theos" (Dio), e poi "Logos"
(Parola). Perché questo? Perché in greco, per riconoscere il soggetto di una
frase, è necessario osservare il modo in cui terminano le parole. Nel caso di
parole come "Theos" e "Logos", che terminano nella stessa maniera, si utilizzava
l'articolo determinativo per "marcare" il soggetto della frase. L'apostolo
Giovanni, dunque, scrisse "kai Theos en ho Logos" ("ho" è l'articolo) proprio
perché non intendeva dire "Dio era la Parola" (frase che dottrinalmente poteva
generare confusione), come l'ordine delle parole potrebbe far pensare, ma "la
Parola era Dio". Questo è il motivo per cui, seguendo la grammatica greca,
Giovanni omise l'articolo determinativo accanto a Theos.

Del resto,
l'affermazione dei Testimoni di Geova secondo cui Gesù è "un dio minore", non
poteva che essere falsa, in quanto, nelle Scritture, Dio dichiara almeno quattro
volte l'impossibilità che vi sia "un altro dio" o "un dio" all'infuori di
Lui!

2. LA DOTTRINA DELLA TRINITA' SI TROVA NELLA SCRITTURA

In
questo studio abbiamo citato numerosi passi che confermano la Trinità, e ve ne
sono molti altri ancora. Il concetto di Trinità è presente non solo nel Nuovo
Testamento, ma in tutta la Scrittura, e fin dal primo verso della Genesi, dove
leggiamo che "Dio" ("Elohim", nel testo originale ebraico) creò i cieli e la
terra. "Elohim" letteralmente significa "Dii" ma è accompagnato dal verbo al
singolare. Il primo verso della Genesi significa letteralmente: "I Dii creò i
cieli e la terra" (Gen. 1:1), e non "crearono". Questo nome di Dio al plurale
sottintende la Trinità. Dio è una pluralità di Persone (Padre, Figlio, Spirito
Santo), ma è e resta un unico e solo Dio, per questo motivo il testo sacro si
riferisce a Lui usando il verbo al singolare.

Il concetto è ripetuto in
Deuteronomio 6:4. Un'antica esegesi ebraica su questo verso spiega: "Perché è
necessario citare tre volte il nome di Dio in questo versetto? Il primo, Jahwe,
è il Padre. Il secondo è la discendenza di Iesse, il Messia (il Cristo), che
viene dalla famiglia di Iesse, tramite Davide. E il terzo è lo Spirito Santo che
ci mostra la via, e questi tre sono Uno." (cit. in: Wie erkennt man den
Messias?, pag. 23, Der Òlbaum e.V., Lorrach).

3. GESU' E' DIO, NON E' UN
ESSERE CREATO

Abbiamo già dimostrato che Gesù è Dio, ma vogliamo
aggiungere alcune considerazioni. In Romani 1:25 l'apostolo Paolo dice, a
proposito degli idolatri: "... Essi, che hanno mutato la verità di Dio in
menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è
benedetto in eterno. Amen" (Rom. 1:25). Noi dunque dobbiamo adorare Dio, e non
le sue creature; non importa che sia una creatura potente come gli angeli o
benedetta come gli apostoli, nessuna creatura deve essere adorata. Se Cristo
fosse una creatura di Dio (che sia la prima o una delle tante non importa) noi
saremmo degli idolatri. Sarebbero idolatri anche i discepoli, perché lo
adorarono, come pure i magi, le donne che lo seguirono, e gli stessi angeli di
Dio, perché lo adorano (Ebrei 1:6). Ma come abbiamo visto, Gesù Cristo non è una
creatura, ma è "Dio benedetto in eterno" (Rom. 9:5).

Cristo viene
definito "principio della creazione di Dio" e "primogenito di ogni creatura" nel
senso che egli è superiore alla creazione e a ogni creatura, infatti è scritto
che Egli "è sopra tutte le cose" (Rom. 9:5) e "sopra tutti" (Giov. 3:31), ed
anche nel senso che tutta la creazione ha il suo principio in Lui, e senza di
Lui nessuna cosa è stata fatta (Giov. 1:3). Notiamo che se si volesse intendere
che Gesù fu creato perché è chiamato "il principio" (Colossesi 1:18), la stessa
cosa si dovrebbe dire anche di Dio Padre perché anche lui è chiamato "il
principio" (Apocalisse 21:6). Il termine "primogenito" usato nel verso in
Colossesi indica la supremazia di Cristo sopra tutte le creature di Dio, come
quando nei Salmi è detto: "Io altresì lo stabilirò il primogenito, il più
eccelso dei re della terra" (Sal. 89:27). Ricordiamo anche che il profeta
Michea, profetizzando della venuta di Cristo, dichiarò che le sue origini non
risalgono a un determinato momento della creazione, ma bensì "dall'eternità"
(cap. 5:1-2).

Consideriamo infine ciò che Gesù disse ai Giudei: "Prima
che Abramo fosse nato, io sono" (Giov. 8:58). Poté dirlo anche se esteriormente
appariva come un uomo, perché egli esisteva dall'eternità prima di assumere la
natura umana. Se così non fosse stato, cioè se Gesù fosse stato creato, egli non
avrebbe potuto fare quell’affermazione perché si sarebbe arrogato un attributo
che spetta solo a Dio. Avrebbe potuto affermare: "Prima che Abramo fosse nato io
esistevo o io ero", ma non "io sono" (è evidente anche il riferimento al nome di
Dio in Esodo 3:14).
Secondo alcuni Testimoni di Geova, Gesù non disse "io
sono" ma "io ero". Guardiamo allora il testo greco di Giovanni 8:58: "eipen
autois Iêsous, Amên amên legô humin, prin Abraam genesthai egô eimi". La
conclusione della frase di Gesù è "egô eimi", che significa "io sono" (prima
persona singolare, tempo presente indicativo). Sono le stesse identiche parole
che Gesù usa quando dice "io sono" in numerosi altri passi dei
vangeli.

4. GESU' E' CHIAMATO DIO POTENTE E PADRE ETERNO

Il
profeta Isaia profetizzò della venuta di Cristo molti secoli prima della nascita
di Gesù dicendo: "Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci é stato dato, e
l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio
potente, Padre eterno, Principe della pace" (Isaia 9:5). Questa frase equipara
molto esplicitamente Cristo al Padre. Vediamo da vicino i titoli che sono
elencati in questo verso.

Consigliere ammirabile. Nei Salmi è scritto che
Dio disse a Davide: "Io ti consiglierò" (Sal. 32:8), e Davide stesso nel
sedicesimo salmo disse: "Io benedirò l’Eterno che mi consiglia" (Sal. 16:7);
quindi Dio era il consigliere di Davide. Del fanciullo che sarebbe nato fu detto
che sarebbe chiamato Consigliere, e difatti Cristo Gesù è il nostro Consigliere.
A conferma di ciò vediamo le seguenti parole che il Figlio di Dio rivolse
all’angelo della chiesa di Laodicea: "Poiché tu dici: Io sono ricco, e mi sono
arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti,
e miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me dell’oro
affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu
ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per
ungertene gli occhi, affinché tu vegga" (Ap. 3:17-18).

Dio potente. Sotto
l’Antico Patto Geremia chiamò così il Creatore di tutte le cose infatti gli
disse: "Ah, Signore, Eterno! .... Tu sei l'Iddio grande e potente, il cui nome è
l'Eterno degli eserciti" (Ger. 32:17-18). Anche Isaia chiamò così Dio quando
disse: "Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all'Iddio potente" (Is.
10:21). Siccome non possono esistere due "dii" che si possano chiamare ambedue
"Dio potente" perché c'è un solo Dio potente, ne consegue che Cristo Gesù è Dio.
Egli mentre era sulla terra ha dimostrato ampiamente di essere l’Iddio potente,
e tuttora lo sta dimostrando perché salva, guarisce, e opera potentemente in chi
crede in Lui.

Padre eterno. Nessuna creatura avrebbe potuto portare un
simile nome perché esso s’addice solo a Dio. Gesù è chiamato Padre eterno perché
egli quale Figlio di Dio è eterno, cioè senza inizio di giorni e senza fine di
vita, e poi perché noi credenti essendo stati generati da Lui diveniamo suoi
figli. A tale proposito Gesù chiamò i suoi discepoli non solo fratelli ma anche
figlioletti ("Figliuoli, avete voi del pesce?" (Giov. 21:5), e: "Figlioletti, è
per poco che sono ancora con voi" (Giov. 13:33). Il profeta aveva detto di lui:
"Egli sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per la casa di Giuda" (Is.
22:21), ed in verità Egli lo è un padre per tutti noi. Badate che con questo non
vogliamo dire che Cristo Gesù è il Padre perché in tale caso negheremmo
l’esistenza della prima persona della Trinità, cioè del Padre, ma solo che egli
è un padre per tutti noi.

Principe della pace. Chi è colui che dà la
pace? Dio, secondo che è scritto in Isaia: "O Eterno, tu ci darai la pace" (Is.
26:12); e per questo Egli è chiamato "l’Iddio della pace" (Rom. 16:20). Ma Isaia
disse che Gesù sarebbe stato chiamato Principe della pace, e infatti Gesù disse
ai suoi discepoli: "Io vi lascio pace; vi do la mia pace" (Giov. 14:27). Siccome
solo Dio può dare pace all’anima afflitta e Isaia disse che Egli ci avrebbe dato
la pace, vediamo anche qui che Gesù Cristo è Dio.

Riguardo alla gloria
che spetta a Dio solo. Dio disse tramite Isaia: "Io sono l’Eterno; tale è il mio
nome; e io non darò la mia gloria ad un altro, né la lode che m’appartiene,
agl’idoli" (Is. 42:8). Gesù, prima di essere arrestato, nella preghiera che fece
al Padre suo disse: "Ed ora, o Padre, glorificami tu presso te stesso della
gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse" (Giov. 17:5); questo lo
disse perché egli voleva che il Padre gli restituisse quella gloria di cui Lui,
quale Figlio di Dio coeterno col Padre, si era privato per un breve tempo
assumendo la forma di un servo e divenendo simile agli uomini per morire sulla
croce annoverato tra i malfattori. Più avanti nella preghiera Gesù disse anche:
"Padre, io voglio che dove son io, siano meco anche quelli che tu m’hai dati,
affinché veggano la mia gloria che tu m’hai data; poiché tu m’hai amato avanti
la fondazione del mondo" (Giov. 17:24); quindi da ciò si comprende che Dio ha
dato la sua gloria al suo Figliuolo, e siccome che la gloria appartiene solo a
Dio (secondo che è scritto: "A te appartengono il regno, la potenza e la gloria,
in sempiterno. Amen" [Matt. 6:13]) si deduce che Gesù Cristo, il Figlio di Dio,
è l’Iddio a cui appartiene la gloria. L’Agnello è ora circondato di gloria in
cielo; Giovanni nel libro della Rivelazione dice tra le altre cose: "E vidi, e
udii una voce di molti angeli attorno al trono e alle creature viventi e agli
anziani; e il numero loro era di miriadi di miriadi, e di migliaia di migliaia,
che dicevano con gran voce: Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricever la
potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l’onore e la gloria e la
benedizione" (Ap. 5:11-12); e siccome che poco prima egli aveva visto i
ventiquattro anziani prostrarsi davanti a Dio Padre che era seduto sul trono ed
adorarlo dicendo: "Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricever la gloria e
l’onore e la potenza..." (Ap. 4:11), e tra le cose che anche l’Agnello è degno
di ricevere al pari di Dio ci sono pure la gloria, l’onore e la potenza si deve
affermare che Gesù è Dio benedetto in eterno.

Alcuni critici sostengono
che la dottrina cristiana della Trinità sia riscontrabile nel neoplatonismo
medievale; ma il medioevo inizia nel 476 d.C., quando la dottrina trinitaria era
ampiamente riconosciuta. Basta citare Teofilo che visse tra il 120 e il 185 (si
veda Ad Autolico, Libro II, cap. 15), oppure Origene verso il 200 (si veda
Contro Prassea, II). Piuttosto, molti riconoscono che nell'idea plotiniana
dell'Hen c'è un'influenza cristiana: le tre ipostasi plotiniane, ossia l'Hen, il
Nous, e la Psychè sono lontanissime dalla Trinità, visto che come nel platonismo
più classico ogni ipostasi degrada in luminosità rispetto alla precedente, come
un sasso gettato in uno stagno, più i cerchi concentrici si allargano e più si
disgregano.

POICHÉ TRE SONO QUELLI CHE RENDONO TESTIMONIANZA NEL CIELO:
IL PADRE, LA PAROLA E LO SPIRITO SANTO; E QUESTI TRE SONO UNO.

(
1Giovanni 5:7)

Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perchè
se NON CREDETE CHE IO SONO, morirete nei vostri peccati (Giovanni 8:24)

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26/01/2013 17:18
 
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Chi è Gesù

Qual era la sua missione?

La sua nascita non fu festeggiata e riconosciuta dalle istituzioni e dai governi terreni. Fece del bene ovunque, aiutò gli altri, diede amore ai bambini, guarì i cuori infranti, diede forza ai corpi affaticati e portò salvezza alle anime.
Non si limitò a predicare il suo messaggio, ma lo visse tra di noi. Non nutrì le persone solo spiritualmente, ma dedicò gran parte del suo tempo ad aiutarle materialmente, a guarire gli ammalati, a dar da mangiare agli affamati e a condividere con noi la sua vita e il suo Amore!
Il Suo messaggio era semplice: per riceverlo, egli disse che bisognava diventare come bambini! Non ci insegnò ad andare in un tempio, a frequentare sinagoghe o chiese, né a seguire cerimonie complicate o regole difficili da rispettare.
Predicò e dimostrò soltanto Amore, guidando i figli di Dio verso il suo vero regno, le cui uniche leggi sono quelle di amare il Signore con tutto il cuore e di amare il nostro prossimo come noi stessi.
Gesù Cristo non è un filosofo, un insegnante, un rabbino, un guru, e neanche un semplice profeta: è il Figlio di Dio! Dio, il grande Creatore, è uno Spirito onnipotente, che trascende la comprensione umana, e ha quindi inviato Gesù nelle vesti di un uomo per aiutarci a comprenderlo meglio e a sentirci più vicini a lui. Molti grandi maestri ci hanno parlato dell'Amore e di Dio;
ma Gesù è Amore ed è Dio!
E' l'unico ad essere morto e a risorgere per i peccati del mondo!
Nessun altro è paragonabile a lui: è il solo Salvatore!
Gesù non è entrato nel mondo come un grande re; eppure lo era eccome. Nel cielo, come Figlio unico di Dio, era circondato di lode e d’onore. La Bibbia afferma che fu lui a creare tutte le cose dal nulla. Era Dio, l’onnisciente e l’onnipotente Figlio del Padre. Eppure il Padre vedeva che l’umanità non riusciva ad essergli gradita. L’uomo, con le sue forze, era talmente lontano che Dio fece questa domanda: “Chi andrà per noi, chi libererà gli uomini da una tale miseria, dalla morte eterna?” Fu proprio Gesù a rispondere, ubbidiente a suo Padre: “Eccomi, manda me”. Per questa sua risposta, per il desiderio di salvare gli uomini, Egli accettò di rimpicciolirsi lasciando la forma di Dio e prendendo quella di un uomo, e non di un uomo potente, ma di un figlio di falegname, non circondato di beni lussuosi ma vestito di stracci e giacente in una mangiatoia. Il Figlio di Dio in una mangiatoia, per amore dell’uomo! Ma questo bambino era talmente speciale che il cielo non poteva lasciar passare la sua nascita del tutto inosservata: degli angeli andarono ad avvisare i pastori portando questa notizia:
“E’ nato il Salvatore, il Messia, il Signore”.
Anche oggi questo evento riesce spesso a passare inosservato. Quante volte hai pensato a Gesù che per te ha lasciato il cielo? Quante volte lo hai ringraziato di essere diventato uomo per venirci a salvare? Tanti criticano Dio, lo rimproverano del fatto che c’è tanta malvagità nel mondo, e tanta ingiustizia, e si domandano perché Dio non interviene? Ma quante volte si sono dati il pensiero di cercare veramente una risposta a queste domande? Ti dico una cosa: solo il fatto che Gesù è venuto nel mondo, ci parla di un Dio che si cura delle sue creature, che le ama e che le vuole salvare. Avrebbe certo potuto trovare mille altri modi per salvare gli uomini. Ma è venuto di persona perché tu ed io siamo veramente importanti agli occhi suoi.
Certo il fatto più importante della storia è Dio che viene sulla terra nelle sembianze di questo piccolo bambino. Ma la storia non finisce certo qui.
Perché Gesù è venuto nel mondo? Qual era la sua missione? Abbiamo già detto che fu spinto dal desiderio di fare la volontà di Dio suo padre. Fu spinto dall’amore che provava per noi. Ma qual è il seguito della storia?
Gesù non è rimasto sempre bambino. All’età di trent’anni cominciò la sua missione, parlando del regno di Dio, di come entrarci e dei castighi che sarebbero sopraggiunti a coloro che non avrebbero accettato il suo messaggio, il vangelo, la buona notizia. Parlava spesso con i suoi discepoli della morte che avrebbe dovuto subire sulla croce, al posto nostro. Non si può parlare di Gesù senza dire che, per amore, non solo prese la forma di un uomo, ma si abbassò ancora di più accettando la morte vergognosa della croce.
Perché?
Era giusto, era buono, era dolce, amabile, andava ovunque facendo del bene. Il suo insegnamento era d’ubbidienza e d’amore, insegnava umiltà e perdono. Che cosa aveva commesso per subire quella condanna ed essere inchiodato alla croce? Lui niente. Tu ed io qualcosa di molto grave.
Tu ed io davanti agli occhi del Dio Santo siamo colpevoli ogni giorno di peccato. Le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre azioni testimoniano che il nostro cuore è malvagio. Il fatto stesso di reputarsi senza peccato è già un peccato. meditando sulla scrittura che tutti hanno peccato, e come conseguenza meritano la morte, ovvero l’inferno, la separazione eterna da Dio. E’ giusto che siamo puniti, perché siamo peccatori. Gesù, per salvarci, si propone di essere il nostro sostituto. Leggendo questo testo del profeta Isaia, ispirato dallo Spirito Santo, capirai meglio ciò che intendo:
“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. E, nondimeno, erano le nostre malattie ch'egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s'era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquità di noi tutti.” (Isaia cap.53 vers.3)
Moriva per salvarci. Si faceva lui peccatore, subendo la morte (e una particolarmente tragica e dolorosa) al posto mio e tuo. Chiunque crede in Gesù, nella sua straordinaria venuta nel mondo, nella sua vita senza peccato e nella sua morte sostitutiva sulla croce può essere salvato dai suoi peccati.
Gesù, il terzo giorno è risorto ed è salito in cielo, alla destra di suo Padre. La sua opera perfetta era compiuta. Ha aperto la via del cielo grazie al suo sangue versato. La salvezza è disponibile agli uomini che, rinunciando a loro stessi, alle loro opere inutili ad acquistar salvezza, vengono a Lui pentiti e umiliati.
Sei disposto ad accettare tutto questo? Riconosci l’amore di Dio nell’opera di Gesù? Vuoi essere salvato e vedere il suo regno celeste, dove Lui è il re e il Signore e dove non esiste nessun pianto e nessuna ingiustizia? Se dici sì prega in questo modo:
“Signore, riconosco di essere un peccatore e non merito di essere salvato, ma ti ringrazio perchè qualcuno ha pagato per il mio riscatto: tuo Figlio Gesù Cristo. Desidero chiederGli di salvarmi e diventare il mio Signore. Ti do tutto ciò che sono e ti prego di farmi diventare un tuo figlio ubbidiente. Te lo chiedo nel nome di Gesù Cristo. Amen”.
Se hai fatto questa preghiera con cuore sincero, puoi essere certo di aver sperimentato il vero Natale e di aver ricevuto il dono più grande che esista: la vita eterna.
Dopodichè contattaci, tutti i veri credenti gioiscono nello stare insieme e nel condividere ciò che Gesù ha fatto per loro.

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26/01/2013 17:20
 
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La deità di Gesù Cristo

Non solo uomo

«Le dimensioni del Cristianesimo sono meglio misurate dalla grandezza e dall'influenza della persona che lo fondò».
Mentre Gesù Cristo fu realmente uomo, fu anche veramente Dio.
«Penso di conoscere qualcosa della natura umana, e vi dico che tutti costoro (gli eroi dell’antichità) furono uomini come lo sono io, ma non furono simili a Lui; Gesù Cristo fu più di un uomo». (Napoleone al Conte di Montholon in “Memorie di Bertrand“.
Non basta parlare della Deità di Cristo. Gli uomini affermano di essere divini, di venire da Dio. Noi dovremmo affermare la divinità di Cristo. Egli era Dio.
Prima di tutto si dovrebbe considerare che tanto il Vecchio che il Nuovo Testamento rappresentano Cristo come sostituto per quelli che era venuto a salvare (Is. 53:5-6; Matt. 20:28; Giov. 10:11; Gal. 3:13).
Se Cristo non fosse stato Dio, non avrebbe potuto prendere il posto dei peccatori, per fare l'espiazione dei loro peccati.
Una crea­tura non può, nel consiglio di Dio, prendere il posto di un'altra. Un angelo non può agire al posto di un uomo, perché tutto quello che un angelo può fare è unicamente dovuto a Dio.
Questa è la legge universale delle creature. Ora, secondo questo concetto, soltanto una creatura perfetta poteva prendere il posto di una creatura pecca­trice. Ci volle la divinità di Cristo perché la Sua morte per la razza avesse un valore universale, e per dargli la possibilità di «gustare la morte per ogni uomo».
«Un uomo che legga il Nuovo Testamento e non veda che Cristo dichiara di essere di più di un semplice uomo, potrebbe anche guar­dare il cielo in pieno mezzogiorno, in un giorno sereno, e non vedere il sole» (Beiderwolf).
Per quelli che accettano la dottrina della Trinità naturalmente non è necessario alcun ragionamento per cercare di dimostrare la Deità di Cristo. Credere nell'una porta necessariamente a credere nell'altra.
Se Cristo è la seconda persona della Trinità, Egli ha la stessa essenza del Padre e dello Spirito Santo, ai quali Egli è necessariamente uguale in potenza e gloria.
In Dio Padre noi abbiamo la sorgente della Divinità; in Gesù Cristo la Divinità del Suo deflusso. Ma nella corrente sta tutta la perfezione della fonte. il Padre è la sorgente della gloria, Gesù Cri­sto, il Figlio è il fulgore (il riflesso splendente) della Sua gloria. Ebr. 1:3 “il quale essendo lo splendore della sua gloria, e l'impronta della sua essenza”. Impronta significa: impressione prodotta da uno stampo, o da un incisore, su una moneta, per indicarne la na­tura ed il valore. Così qui essa si riferisce all'impronta precisa della natura e del carattere di Dio.
La subordinazione del Figlio al Padre è un ordine di personalità, di funzione e di attività, che permette al Padre di essere ufficialmente il primo, al Figlio il secondo, e allo Spirito Santo il terzo, in perfetta coerenza con l'uguaglianza.
La precedenza non è necessariamente indice di superiorità. La possibilità di un ordine, che tuttavia non implica nessuna inegua­glianza, può essere illustrata dalle relazioni tra l'uomo e la donna.
Nelle funzioni l'uomo è primo e la donna seconda, ma l'anima di una donna vale quanto quella dell'uomo (I Cor. 11:3). Fin dall'eternità Gesù Cristo è per posizione subordinato a Dio Padre. Per gli scopi della redenzione, nell'incarnazione Egli assunse una determinata subordinazione, con la quale Egli cambiò la Sua sovranità in servitù (Fil. 2:5-8). Questo si può vedere dai seguenti passi delle Scritture:
* Cristo parlò della grandezza del Padre superiore alla Sua.
Giov. 14:28 -
«Avete udito che v'ho detto: Io me ne vo, e torno a voi; se voi mi amaste, vi rallegrereste ch'io vo al Padre, perché il Padre è maggiore di me».
* Cristo fu generato dal Padre.
Giov. 3:16 -
"Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non pe­risca, ma abbia vita eterna".
* Cristo dipendeva dal Padre.
Giov. 5:19 -
«Gesù quindi rispose e disse loro: In verità, in verità io vi dico che il Figliuolo non può da se stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente».
Vedere Giov. 5:36; Giov. 6:57.
* Cristo fu mandato dal Padre.
Giov. 8:29 –
“E Colui che mi ha mandato è meco: Egli non mi ha lasciato solo, perché fo del continuo le cose che gli piacciono”
Vedere Giov. 6:29; 8:42.
* Cristo era sotto l'autorità del Padre.
Giov. 10:18 -
«Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio».
* Cristo riceveva il suo messaggio dal Padre.
Giov. 17:8 -
«Poiché le parole che tu mi hai date, le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute, e hanno veramente conosciuto che io son proceduto da te, e hanno creduto che tu m'hai mandato».
Vedere Giov. 8:26, 40; Matt. 28:19.
* Il Regno di Cristo fu disposto dal Padre.
Luca 22:29 -
"E io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me".
* Cristo alla fine darà il Suo Regno al Padre.
I Cor. 15:24 -
«Poi verrà la fine, quand'Egli avrà rimesso il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni podestà ed ogni potenza».
* Cristo è e sarà soggetto al Padre.
1 Cor. 11:3 –
“Ma io voglio che sappiate che il capo d'ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio”.
Vedere 1 Cor. 15:27-28.

Sebbene vi sia una subordinazione eterna di Cristo al Padre, tuttavia essa è soltanto una subordinazione di ordine, di funzione e di attività, non di essenza.

Gesù: vero uomo e vero Dio

Ipostatica

"Che cos’è l’unione ipostatica? Com’è possibile che Gesù sia Dio e uomo allo stesso tempo?"

Risposta: L’unione ipostatica è il termine usato per descrivere il modo in cui Dio Figlio, Gesù Cristo, prese su di sé la natura umana rimanendo completamente Dio allo stesso tempo. Gesù è sempre stato Dio (Giovanni 8:58; 10:30), ma al momento dell’incarnazione Gesù è diventato un essere umano (Giovanni 1:14). Gesù è l’aggiunta della natura umana alla natura divina: il Dio-uomo. Questa è l’unione ipostatica, Gesù Cristo, una Persona, pienamente Dio e pienamente uomo.
Le due nature di Gesù, quella umana e quella divina, sono inseparabili. Gesù sarà per sempre il Dio-uomo, pienamente Dio e pienamente uomo, due nature distinte in una sola Persona. L’umanità e la divinità di Gesù non sono mischiate, ma sono unite senza che nessuna delle due perda la sua identità distinta. Gesù a volte ha operato con le limitazioni dell’umanità (Giovanni 4:6; 19:28) e altre volte nella potenza della Sua divinità (Giovanni 11:43; Matteo 14:18-21). In entrambe i casi, le azioni di Gesù provenivano dalla Sua unica Persona. Gesù aveva due nature ma una personalità.
La dottrina dell’unione ipostatica è un tentativo di spiegare come Gesù poteva essere sia Dio sia uomo allo stesso tempo. In ultima analisi, tuttavia, è una dottrina che non siamo pienamente capaci di comprendere. E’ impossibile per noi comprendere pienamente come Dio agisce. Noi siamo esseri umani con delle menti limitate e non dobbiamo pretendere di comprendere completamente un Dio infinito. Gesù è il Figlio di Dio perché è stato concepito dallo Spirito Santo (Luca 1:35). Ma ciò non significa che Gesù non esisteva prima di essere concepito. Gesù è sempre esistito (Giovanni 8:58; 10:30). Quando Gesù fu concepito, divenne un essere umano in aggiunta ad essere già Dio (Giovanni 1:1, 14).
Gesù è sia Dio che uomo. Gesù è sempre stato Dio, ma non è diventato un essere umano fino a che non è stato concepito da Maria. Gesù è diventato un essere umano per identificarsi con noi nelle nostre lotte (Ebrei 2:17) e, principalmente, per poter morire sulla croce e pagare il prezzo dei nostri peccati (Filippesi 2:5-11). Riassumendo, l’unione ipostatica insegna che Gesù è sia pienamente umano che pienamente divino, che non c’è miscuglio o diluzione di nessuna delle due nature e che Lui è una Persona unita per sempre.



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26/01/2013 17:21
 
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Perchè Cristo è morto per noi?

Il sacrificio necessario

Prima di morire sulla croce Gesù disse:

"E' compiuto! E chinato il capo, rese lo Spirito"(Giovanni 19:16-30)
Tutti i popoli hanno da sempre avvertito la necessità di offrire olocausti e sacrifici per placare le divinità pagane indignate a motivo del peccato. Paura, superstizione e ignoranza hanno costituito gli ingredienti di chi non conosce la Legge di Dio. Speranza e fede sono invece gli elementi di chi tale legge conosce e desidera seguire. Per comprendere a fondo il significato e la grandezza del sacrificio di Cristo e della salvezza ad esso legata è necessario ripercorrere, per un attimo, la storia del popolo d'Israele.
Il popolo ebraico conosceva la Legge di Dio e presentava i sacrifici di riparazione da Lui richiesti (Levitico 6:5) perché rimanesse desto il senso della colpa e si cercasse in Lui l'alimento della speranza. Andando ancora più indietro nel tempo leggiamo, sempre nella Scrittura, che l'offerta di Abele fu gradita al Signore perché implicava l'accettazione del principio dell'espiazione (ossia la necessità di riparare alle proprie colpe compiendo un'azione gradita a Dio), mentre i frutti di Caino non furono accettati perché con essi egli mostrava di non riconoscere il suo stato di peccatore e la necessità del ravvedimento. La consapevolezza di essere nel bisogno del perdono è dunque alla radice del rapporto di Dio con l'uomo sin dall'inizio della sua esistenza.
Nel Nuovo Testamento, nella lettera agli Ebrei, questo principio è così riproposto:
"...e secondo la Legge quasi ogni cosa è purificata con sangue e senza spargimento di sangue non c'è remissione"(Ebrei 9:22).
La morte di Cristo, allora, non avvenne per caso o per un semplice susseguirsi di eventi. Non fu un errore al quale Cristo dovrà rimediare tornando una seconda volta per fare quello che non gli riuscì la prima. Neppure avvenne solo perché fu decretato da Giudei e Romani, dato che tutto era stato preordinato da Dio prima ancora della fondazione del mondo (1 Pietro 1:20).
Luca scrive: "Cristo doveva morire e risuscitare dai morti" (Atti 17:3).
La morte di Cristo è stato, dunque, un evento necessario per il genere umano ed è triste constatare come l'uomo ripaghi tanto amore con superficialità ed indifferenza. E' bene chiarire tuttavia, che Cristo non "doveva" morire per forza, ma ha scelto di farlo per offrire a tutti noi una via di salvezza dal peccato. Egli stesso afferma:
"perché io depongo la mia vita, per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me"(Giovanni 10:16)
Cristo è morto volontariamente, per noi, perché noi potessimo avere comunione con il Padre:
"Cristo ha sofferto una volta per i peccati, Egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio" (1 Pietro 3:18)
Cristo rappresenta la riconciliazione tra l'uomo e Dio. Questo vocabolo è l'opposto di "ostilità, inimicizia". Quando tra due parti esiste rottura non c'è dialogo né comprensione. La riconciliazione è la conseguenza della rimozione di tutte le cause che determinano l'inimicizia o l'ostilità. Si viene pertanto a creare un nuovo clima di amicizia. Nel caso dell'uomo e Dio, è stato il peccato a causare la separazione, e l'uomo non potrà mai ristabilire un dialogo con Dio fintantoché il peccato non sarà rimosso. Non ci illudiamo, siamo tutti peccatori, nessuno può essere così cieco e presuntuoso da considerarsi talmente bravo e a posto da non avere bisogno del sacrificio della vita di Cristo e della riconciliazione con il Padre. Scrive Giovanni:
"Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi...se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi" (1 Giovanni 1:8-10)
Buone azioni, amore verso gli altri, partecipazione ai problemi della società, sono tutte cose più che meritevoli, ma non possono farci avere quello che Cristo ha pagato con il suo sangue.
Il prezzo della salvezza è stato dunque altissimo ma il risultato è meraviglioso se l'uomo accetta il Cristo: la liberazione e la redenzione dal potere del peccato e dalla morte. La bontà di Dio e il Suo amore hanno raggiunto l'apice in quanto Cristo è morto al nostro posto ed ha pagato il prezzo necessario affinché coloro che lo vogliono siano salvati. Cristo è morto perché noi potessimo vivere in Lui:
"Egli morì per tutti affinché quelli che vivono, non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro" (2 Corinzi 5:15)
L'uomo è portato a vivere egoisticamente pensando solo ai propri interessi. In questa società vuota e materialista domina la volontà del singolo e in tutto egli cerca di seguire i propri fini, la propria gloria, la soddisfazione dei propri istinti ed interessi. Cristo trasforma l'uomo, e la sua morte è una lezione di umiltà e di coraggio, di compassione e di amore. Attraverso l'ubbidienza al Suo Vangelo, l'uomo riesce a mutare le sue disposizioni e a camminare in una nuova di vita, guidato dalle pagine ispirate della Sua Parola vivente e permanente.
Ogni uomo, prima o poi nella sua esistenza, è chiamato ad emettere un giudizio su Cristo Gesù. Ognuno di noi prende per un attimo il posto di Pilato e giudica il Figlio di Dio. Davanti a noi c'è la Sua vita, il Suo messaggio teso a sensibilizzare e ad educare il nostro spirito, i Suoi miracoli che testimoniano la sua Divinità.
Ora tocca a noi ucciderlo per la seconda volta con la nostra superficialità, con la nostra incredulità, con il nostro comportamento troppo spesso incoerente. Se continueremo a vivere tenendo Cristo lontano dal nostro cuore, è come se lo stessimo uccidendo un'altra volta, inchiodandolo sul legno con i chiodi del nostro disinteresse.
Se invece ci accosteremo a Dio con un cuore umile e pronto ad imparare da Lui, allora significherà che il Suo sacrificio non è stato vano e potrà inondarci di grazia e amore.

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26/01/2013 17:23
 
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La salvezza: per opere o per grazia?

alcune meditazioni bibliche sulla salvezza

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti. (Efesini 2:8)
Abbiamo sempre la tendenza a distoglierci dalla grazia che Dio ci propone. Strano atteggiamento, perché accettandola non abbiamo nulla da perdere e tutto da guadagnare. In realtà è l'orgoglio che porta a respingere la grazia; accettare quest'ultima sottintende che riconosciamo di essere dei peccatori perduti. Chi è ammaestrato dalla Parola di Dio scopre tutta la propria nudità morale e riconosce la propria colpevolezza. Non soltanto questo, però! Impara anche che la grazia e la verità sono venute verso di lui nella persona di Gesù Cristo.
Dio, spinto dal suo amore, ha mandato il suo Figlio verso gli uomini perché fosse il loro Salvatore. La salvezza che offre è assolutamente completa. Dio è perfetto, e non sarebbe soddisfatto se quelli che Egli salva non fossero resi perfetti. Se abbiamo colto qualche cosa delle ricchezze della sua grazia ricevendo una così grande salvezza, non cerchiamo più di migliorare il nostro "io" incorreggibile che è stato crocifisso con Cristo alla croce.
Voler aggiungere a questa salvezza qualche merito, con degli obblighi, delle regole e dei precetti, equivarrebbe a mancare di fede e a misconoscere Dio. Il vecchio "io" egoista e pretenzioso ci è presentato, nella Bibbia, come crocifisso e sepolto con Cristo. Accettiamo questa dichiarazione della Scrittura e, credendo al Vangelo, lasciamo questo vecchio "io" nella morte per vivere pienamente la vita nuova, coscienti della nostra relazione filiale con Dio, che ci ama.
Una giusta ed armoniosa relazione col Signore non comincia mai col fare qualche cosa, ma col credere in qualcuno e in qualcosa che è già stato fatto. Infatti, da Cristo in poi, la vita e la salvezza sono contenute in una notizia da accogliere nel cuore. La salvezza è un annuncio, è qualcosa da conoscere, ed è proprio il Vangelo che ci fa conoscere la meravigliosa notizia che non c'è più condanna per qualsiasi peccatore che si ravvede e crede nel Signore Gesù! Gesù stesso ha sintetizzato la vita eterna con queste parole:
"Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Giovanni 17:3).
Il Signore ci annuncia nelle Scritture che Egli stesso ha fatto la pace con noi peccatori rimuovendo il peccato. Questo, Egli lo ha fatto di Sua iniziativa, senza coinvolgerci nell'azione. Ora, ci offre la pace, il perdono e la salvezza alla sola condizione che noi l'accettiamo. Infatti, il nocciolo del Vangelo è un invito a riconoscere la nostra condizione di peccatori davanti a Dio, e a riconciliarci con Lui mediante il sacrificio del Suo Figlio. Paolo infatti scrive:
"E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo dì Cristo... Infatti Dio riconciliava con sé il mondo per mezzo di Cristo non imputando agli uomini le loro colpe" (2 Corinzi 5:18-19).
Questo ha fatto il Signore, e ce lo fa sapere perché approfittiamo di questo Suo grande amore ed entriamo per fede in questa salvezza gratuita. Ma l'apostolo prosegue il suo messaggio indicando la nostra parte nel problema:
"Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio" (2 Corinzi 5:20).
Cioè, come Dio si è riconciliato con voi, facendone pagare il caro prezzo al Suo Figlio, ora voi, riconciliatevi con Lui, col vostro cuore, umiliandovi, riconoscendo la vostra malvagità e corruzione, ma ponendo fede in ciò che Egli ha detto, e cioè che chi crede in Lui, non è più condannato, ma ha la vita eterna, perché così ha voluto il Signore.
Ecco perché tutto è contenuto nel messaggio del Vangelo, perché esso è la grande notizia della salvezza gratuita per ciascuno di noi, notizia di cui tutti gli uomini hanno diritto di venire a conoscenza. Gesù parlando della salvezza che era venuto a portare disse:
"Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31-32).
È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (Efesini 2:8-10)
A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? (Giacomo 2:14)
Non c'è alcuna contraddizione tra le parole dell'apostolo Paolo e quelle di Giacomo. Il primo ha in vista la salvezza nella sua radice, il secondo nei suoi frutti. Paolo spiega che la fede è l'opera di Dio che produce una vita nuova; Giacomo spiega che le opere sono una prova dell'esistenza di questa nuova vita. Si può abusare della fede tanto quanto delle opere: facendo della fede un guanciale di sicurezza, e delle opere "meritevoli" un falso appoggio. Giacomo combatte la prima di queste tendenze e Paolo la seconda.
Entrambi gli insegnamenti sono necessari. Occorre anche in ogni credente ci siano l'uno e l'altro, a seconda della vita distorta che siamo tentati d'imboccare. Se ci capita di guardare con compiacimento a quello che abbiamo fatto e di gloriarci delle nostre opere, o di confidare in qualche misura nella nostra religiosità, Paolo ci ricorda che
"l'uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge" (Romani 3:28).
E se ci capita di fare appello ai meriti di Cristo passivamente, con un atteggiamento ozioso e sterile, sarà Giacomo a ripeterci:
"vedete che l'uomo è giustificato per opere e non per fede soltanto" (Giacomo 2:24).
Così abbiamo i due insegnamenti per controllare e dirigere la nostra vita cristiana. Paolo e Giacomo, lungi dal contraddirsi, si completano. Ascoltiamoli tutti e due insieme.
Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. (Giovanni 4:23)
La maggior parte delle religioni consiste in cerimonie e opere che bisogna obbligatoriamente compiere per piacere all'Essere supremo e per soddisfare la sua giustizia. È per questo che i pagani portavano, e portano ancora oggi, delle offerte ai loro idoli per renderseli favorevoli alle loro richieste. Ma non è per tali ragioni o interessi che noi cristiani rendiamo un culto a Dio Padre e al Suo Figlio Gesù Cristo.
Non Lo adoriamo per essere salvati, liberati o protetti, ma perché L'amiamo. Noi uomini non possiamo fare nulla per la nostra salvezza. La nostra natura in Adamo non è in grado né di amare Dio, né di piacerGli. È Lui che ha fatto tutto, donandoci Suo Figlio Gesù, il salvatore! Il culto che offriamo a Dio è semplicemente l'espressione della nostra riconoscenza e obbedienza, l'occasione di ringraziare e di celebrare la Sua grandezza e il Suo amore per noi.
Insistiamo su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che si intende generalmente per religione. L'uomo vuol fare e portare qualcosa, e pensa che Dio ne terrà conto perdonandolo e occupandosi di lui. Ma bisogna ben capire che Dio è Colui che per primo ci ha donato grazia (cfr. Romani 5:8), e a noi tocca renderGli grazie per ciò che Lui è, e per ciò che ha fatto per noi. Il nostro amore, che esprimiamo attraverso la lode e l'adorazione, è una risposta al Suo amore. Come dice 1 Giovanni 4:19:
"Noi l'amiamo perché Egli ci ha amato per primo".
L'amore, naturalmente, deve anche esprimersi nell'ubbidienza a Dio e nel nostro modo di vivere e di agire ogni giorno della nostra vita, altrimenti la nostra fede è morta (vedi Giacomo 2:17 e seguenti). Dio vuole da noi TUTTO il nostro cuore:
"Figliuol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie" (Prov. 23:26).
La vera fede è una fede operante: non semplicemente credere, ma agire di conseguenza; così come non basta credere che Dio esista, ma bisogna riconoscersi peccatori, rivolgersi al Signore e accettare in dono la salvezza, la giustificazione, che si riceve solo per fede in Cristo Gesù.
avendo pur nondimeno riconosciuto che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù affin d’esser giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata.(Galati 2:16).
"Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità" (2 Timoteo 1:9).


da:-http://www.timmylove.altervista.org/sc/slz/idx.html

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