CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Dio - Gesù - Spirito Santo

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2013 17:23
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26/01/2013 17:21
 
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Perchè Cristo è morto per noi?

Il sacrificio necessario

Prima di morire sulla croce Gesù disse:

"E' compiuto! E chinato il capo, rese lo Spirito"(Giovanni 19:16-30)
Tutti i popoli hanno da sempre avvertito la necessità di offrire olocausti e sacrifici per placare le divinità pagane indignate a motivo del peccato. Paura, superstizione e ignoranza hanno costituito gli ingredienti di chi non conosce la Legge di Dio. Speranza e fede sono invece gli elementi di chi tale legge conosce e desidera seguire. Per comprendere a fondo il significato e la grandezza del sacrificio di Cristo e della salvezza ad esso legata è necessario ripercorrere, per un attimo, la storia del popolo d'Israele.
Il popolo ebraico conosceva la Legge di Dio e presentava i sacrifici di riparazione da Lui richiesti (Levitico 6:5) perché rimanesse desto il senso della colpa e si cercasse in Lui l'alimento della speranza. Andando ancora più indietro nel tempo leggiamo, sempre nella Scrittura, che l'offerta di Abele fu gradita al Signore perché implicava l'accettazione del principio dell'espiazione (ossia la necessità di riparare alle proprie colpe compiendo un'azione gradita a Dio), mentre i frutti di Caino non furono accettati perché con essi egli mostrava di non riconoscere il suo stato di peccatore e la necessità del ravvedimento. La consapevolezza di essere nel bisogno del perdono è dunque alla radice del rapporto di Dio con l'uomo sin dall'inizio della sua esistenza.
Nel Nuovo Testamento, nella lettera agli Ebrei, questo principio è così riproposto:
"...e secondo la Legge quasi ogni cosa è purificata con sangue e senza spargimento di sangue non c'è remissione"(Ebrei 9:22).
La morte di Cristo, allora, non avvenne per caso o per un semplice susseguirsi di eventi. Non fu un errore al quale Cristo dovrà rimediare tornando una seconda volta per fare quello che non gli riuscì la prima. Neppure avvenne solo perché fu decretato da Giudei e Romani, dato che tutto era stato preordinato da Dio prima ancora della fondazione del mondo (1 Pietro 1:20).
Luca scrive: "Cristo doveva morire e risuscitare dai morti" (Atti 17:3).
La morte di Cristo è stato, dunque, un evento necessario per il genere umano ed è triste constatare come l'uomo ripaghi tanto amore con superficialità ed indifferenza. E' bene chiarire tuttavia, che Cristo non "doveva" morire per forza, ma ha scelto di farlo per offrire a tutti noi una via di salvezza dal peccato. Egli stesso afferma:
"perché io depongo la mia vita, per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me"(Giovanni 10:16)
Cristo è morto volontariamente, per noi, perché noi potessimo avere comunione con il Padre:
"Cristo ha sofferto una volta per i peccati, Egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio" (1 Pietro 3:18)
Cristo rappresenta la riconciliazione tra l'uomo e Dio. Questo vocabolo è l'opposto di "ostilità, inimicizia". Quando tra due parti esiste rottura non c'è dialogo né comprensione. La riconciliazione è la conseguenza della rimozione di tutte le cause che determinano l'inimicizia o l'ostilità. Si viene pertanto a creare un nuovo clima di amicizia. Nel caso dell'uomo e Dio, è stato il peccato a causare la separazione, e l'uomo non potrà mai ristabilire un dialogo con Dio fintantoché il peccato non sarà rimosso. Non ci illudiamo, siamo tutti peccatori, nessuno può essere così cieco e presuntuoso da considerarsi talmente bravo e a posto da non avere bisogno del sacrificio della vita di Cristo e della riconciliazione con il Padre. Scrive Giovanni:
"Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi...se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi" (1 Giovanni 1:8-10)
Buone azioni, amore verso gli altri, partecipazione ai problemi della società, sono tutte cose più che meritevoli, ma non possono farci avere quello che Cristo ha pagato con il suo sangue.
Il prezzo della salvezza è stato dunque altissimo ma il risultato è meraviglioso se l'uomo accetta il Cristo: la liberazione e la redenzione dal potere del peccato e dalla morte. La bontà di Dio e il Suo amore hanno raggiunto l'apice in quanto Cristo è morto al nostro posto ed ha pagato il prezzo necessario affinché coloro che lo vogliono siano salvati. Cristo è morto perché noi potessimo vivere in Lui:
"Egli morì per tutti affinché quelli che vivono, non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro" (2 Corinzi 5:15)
L'uomo è portato a vivere egoisticamente pensando solo ai propri interessi. In questa società vuota e materialista domina la volontà del singolo e in tutto egli cerca di seguire i propri fini, la propria gloria, la soddisfazione dei propri istinti ed interessi. Cristo trasforma l'uomo, e la sua morte è una lezione di umiltà e di coraggio, di compassione e di amore. Attraverso l'ubbidienza al Suo Vangelo, l'uomo riesce a mutare le sue disposizioni e a camminare in una nuova di vita, guidato dalle pagine ispirate della Sua Parola vivente e permanente.
Ogni uomo, prima o poi nella sua esistenza, è chiamato ad emettere un giudizio su Cristo Gesù. Ognuno di noi prende per un attimo il posto di Pilato e giudica il Figlio di Dio. Davanti a noi c'è la Sua vita, il Suo messaggio teso a sensibilizzare e ad educare il nostro spirito, i Suoi miracoli che testimoniano la sua Divinità.
Ora tocca a noi ucciderlo per la seconda volta con la nostra superficialità, con la nostra incredulità, con il nostro comportamento troppo spesso incoerente. Se continueremo a vivere tenendo Cristo lontano dal nostro cuore, è come se lo stessimo uccidendo un'altra volta, inchiodandolo sul legno con i chiodi del nostro disinteresse.
Se invece ci accosteremo a Dio con un cuore umile e pronto ad imparare da Lui, allora significherà che il Suo sacrificio non è stato vano e potrà inondarci di grazia e amore.

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