CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Pensiero del giorno

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2015 20:26
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Sesso: Maschile
28/12/2015 19:22
 
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Beato colui la cui trasgressione è rimessa e il cui peccato è coperto! Beato l'uomo a cui l'Eterno non imputa l'iniquità e nel cui spirito non c'è frode alcuna.



Salmi 32:1,2

http://www.evangelico.it/

E possibile essere beati nel nostro mondo turbato? Essere beati significa possedere una felicità perfetta e inalterabile. La vera felicità esisterà evidentemente in uno stato futuro, ma fin da quaggiù, da ora, la Bibbia afferma che possiamo conoscerla. Essere beati significa essere in relazione con Colui che si dichiara "l'Iddio beato". Questa felicità che gli è propria, Egli la comunica agli uomini che ricercano lui, il Dio d'amore. Godere della salvezza che accorda e possedere la vita eterna significa essere beati. Chi crede in Gesù e gli accorda la sua fiducia, anche se si trova nella prova e nella sofferenza può rallegrarsi nel Signore, poiché le sofferenze del tempo presente non sono punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata" (Romani 8:18). Egli ha posto la sua speranza non nelle cose passeggere e vane di questo mondo, le cose che si vedono, ma in quelle che non si vedono e che sono eterne (2Corinzi 4:18). Conosce l'amore di Gesù, il buon Pastore che ha dato la sua vita per le sue pecore, che le conosce tutte per nome e dà loro la vita eterna. Questa felicità vi fa invidia? Essa è alla vostra portata, e scaturisce da una vita vissuta in una relazione personale con Gesù, che è "il vero Dio e la vita eterna" (1Giovanni 5:20).







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Sesso: Maschile
28/12/2015 20:26
 
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Vangelo Mt 28, 16-20

Dal vangelo secondo Matteo.


In quel tempo, gli undici  discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.  Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù,  avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.  Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del  Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto  ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine  del mondo”. Parola del Signore


 


“AMMAESTRATE TUTTE LE NAZIONI  BATTEZZANDOLE NEL NOME DEL PADRE, E DEL FIGLIO, E DELLO SPIRITO SANTO”. (Mt.  28,18)


Gesù con la sua venuta ci svela  qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso: Dio è Trinità: Padre, Figlio e  Spirito Santo. Cioè: Dio non è il solitario perfetto, l'incommensurabile, ma  solitario Motore Immobile (sommo egoista bastante a se stesso?). No: Dio è  festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono. Dio è tre persone che si  amano talmente, che se la intendono così bene che noi - da fuori - vediamo uno.  Abbiamo una così triste opinione di Dio! No, la Scrittura ci annuncia che Dio è  una festa ben riuscita, una comunione perfetta. Un po' come quando vediamo una  coppia di sposi o di fratelli che si vogliono talmente bene da sembrare una cosa  sola. Che bello! Vedere realizzato in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre  persone che non si confondono, che non si annullano in un'indefinita energia  cosmica, ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta. Riusciamo  addirittura a delineare l'opera, il lavoro di ognuno, il "carattere specifico"  di ogni persona: riconosciamo l'impronta del Padre nella Creazione, nello  stupore della natura; riconosciamo l'agire del Figlio nella sua volontà di  salvezza dell'uomo; riconosciamo il “soffio” dello Spirito che accompagna, porta  a compimento e santifica l'umanità pellegrina. Ma andiamo oltre: noi, come ci  ricorda la Bibbia, siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi  abbiamo  la stessa struttura, gli stessi desideri di Dio. Adesso capisco un sacco di  cose! Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: è contro la mia  natura! Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad  accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo la mia vocazione di  comunione! Se allora noi ragioniamo da egocentrici rischiamo di prendere delle  terribili cantonate. Se su una cosa dobbiamo investire, è proprio nella fatica  dello stare insieme, nella relazione, perché tutto il resto sarebbe tempo perso.  La festa della Trinità, allora, è la festa del mio destino, è lo specchio della  mia attitudine profonda, è il segreto della mia felicità. 


 



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