Vangelo Mt 28, 16-20
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Parola del Signore
“AMMAESTRATE TUTTE LE NAZIONI BATTEZZANDOLE NEL NOME DEL PADRE, E DEL FIGLIO, E DELLO SPIRITO SANTO”. (Mt. 28,18)
Gesù con la sua venuta ci svela qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso: Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Cioè: Dio non è il solitario perfetto, l'incommensurabile, ma solitario Motore Immobile (sommo egoista bastante a se stesso?). No: Dio è festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono. Dio è tre persone che si amano talmente, che se la intendono così bene che noi - da fuori - vediamo uno. Abbiamo una così triste opinione di Dio! No, la Scrittura ci annuncia che Dio è una festa ben riuscita, una comunione perfetta. Un po' come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola. Che bello! Vedere realizzato in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre persone che non si confondono, che non si annullano in un'indefinita energia cosmica, ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta. Riusciamo addirittura a delineare l'opera, il lavoro di ognuno, il "carattere specifico" di ogni persona: riconosciamo l'impronta del Padre nella Creazione, nello stupore della natura; riconosciamo l'agire del Figlio nella sua volontà di salvezza dell'uomo; riconosciamo il “soffio” dello Spirito che accompagna, porta a compimento e santifica l'umanità pellegrina. Ma andiamo oltre: noi, come ci ricorda la Bibbia, siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi abbiamo la stessa struttura, gli stessi desideri di Dio. Adesso capisco un sacco di cose! Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: è contro la mia natura! Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo la mia vocazione di comunione! Se allora noi ragioniamo da egocentrici rischiamo di prendere delle terribili cantonate. Se su una cosa dobbiamo investire, è proprio nella fatica dello stare insieme, nella relazione, perché tutto il resto sarebbe tempo perso. La festa della Trinità, allora, è la festa del mio destino, è lo specchio della mia attitudine profonda, è il segreto della mia felicità.