CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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COSA SIGNIFICA ESSERE CRISTIANO

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2016 19:25
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12/01/2016 19:22
 
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OFFERTE

Ci sono  alcuni che pretendono essere cristiani senza sentire il più debole desiderio o  il più piccolo dovere di offrire la loro vita a Cristo.


Questa  pretesa è assurda perché non si può essere cristiani ed essere contemporaneamente  indifferenti verso Cristo. Il cristianesimo è, oltre a tutte le cose esposte precedentemente,  passione per Cristo, comunione con Cristo.


L'Apostolo  Paolo assomiglia le relazioni della chiesa cristiana con Cristo a quelle che uniscono  i coniugi nella vita matrimoniale. Come è inconcepibile un matrimonio nel quale  una sposa rifiuti di offrire la propria vita allo sposo, così è inconcepibile  un cristianesimo nel quale manchi l'offerta pura e sincera a Cristo.


Dove non  c'è offerta, non c'è amore e dove non c'è amore c'è indifferenza. L'indifferenza  può essere ammessa in coloro che non hanno conosciuto Cristo, ma non può essere  concepita in quanti si professano suoi discepoli.


Anche  la natura c'insegna che l'amore ci spinge a dare. Quando amiamo un oggetto desideriamo  dare ad esso tutta la nostra cura e tutte le nostre attenzioni, e quando amiamo  sinceramente una persona, sentiamo il bisogno di dare tutto ciò che può fare la  felicità della persona amata. Amore e offerta, dunque, si fondono anche nella  vita naturale, quasi ad insegnarci che queste due realtà, sul terreno pratico  rappresentano una sola, inscindibile, entità.


Se sei  cristiano, devi sentire il bisogno imperioso di onorare Cristo e di compiacere  Cristo con la tua offerta; se non senti questo bisogno vuol dire che non sei stato  mai cristiano o non sei più tale.


Il discepolo  di Gesù offre spontaneamente ed entusiasticamente la propria vita al Maestro.  Egli gioisce quando può dare a Gesù il proprio tempo, le proprie energie, i propri  beni perché egli  “sente” che le sue offerte rappresentano le espressioni  pratiche del suo amore ardente per Cristo.


L'offerta  più frequente e più naturale del credente è costituita dalla “lode”. Il vero credente  loda sempre il Signore; lo loda con ardore e con gratitudine, con sincerità e  in adorazione. La lode, assieme alla preghiera, o la lode come preghiera, è il  linguaggio più espressivo dell'amore.


lo benedirò  sempre il Signore e la sua lode sarà sempre nella mia bocca! Questa dichiarazione  contenuta nei salmi rappresenta la regola del cristiano: nella gioia o nella prova;  attraverso le tenebre o al chiarore del sole egli loda sempre e con slancio il  Nome del Signore.


Se sei  cristiano, non puoi tacere perché la tua vita è colma e traboccante di motivi  di lode. Il cielo è aperto sopra te e Iddio è presente nella tua vita: tu non  puoi non elevare lodi al cielo.


Paolo  lodava il Signore nelle Comunità e lo lodava nelle solitudini; lodava Cristo nei  giorni di tranquillità e lo lodava nelle sofferenze e nelle prigioni. Egli non  manifestava un eroismo particolare, ma semplicemente il cristianesimo, il vero  cristianesimo.


Se lasci  passare le tue giornate senza lodare il Signore o se bastano le piccole avversità  della vita per spegnere la lode sulle tue labbra o dentro il tuo cuore, tu non  vivi cristianamente.


Nella  miseria, nella sofferenza, nella malattia, nella persecuzione un cristiano deve  essere sempre facilmente riconoscibile dalla lode che offre a Cristo.


Assieme  alla lode, il vero cristiano offre al Maestro tutte le altre risorse della sua  vita: il tempo, le energie, i beni.


Certi  sedicenti cristiani trovano tempo per ogni cosa, ma non riescono a trovare il  tempo necessario per offrire a Cristo; riescono a trovare energie per ogni occupazione,  ma non trovano capacità ed energie per offrire al Maestro.


Non hanno  tempo per pregare, per studiare le scritture, per compiere opere cristiane, per  partecipare la comunione fraterna; non hanno forza e abilità per il servizio,  per l'evangelizzazione... In altre parole si sentono nell'impossibilità di presentare  le loro offerte a Cristo.


Quest'impossibilità  deriva unicamente dalla qualità del loro cristianesimo che invece di essere originale,  è soltanto imitazione.


Il vero  cristiano desidera parlare con Cristo e brama ascoltare Cristo. Offre la preghiera  al proprio Maestro perché essa è il colloquio dell'anima- il mezzo per riversare  nel grembo di Cristo le espressioni di affetto e le richieste sincere e per ricevere  da Cristo consolazioni, gioie e benedizioni.


Il vero  cristiano altresì desidera studiare ed investigare le scritture non soltanto perché  esse suggellano le preziose promesse del cielo, ma perché in esse è contenuta  la legge del Maestro. Il cristiano sente la necessità di offrire la propria attenzione  e il proprio tempo a Cristo mediante l'esame accurato e vivente della Sua divina  parola perché essa è il cibo dell'anima, l'alimento indispensabile per vivere  la vita dello spirito, la vita cristiana.


Nello  stesso modo che desidera la preghiera e lo studio delle scritture, il cristiano  desidera ardentemente offrire il proprio tempo nella ricerca della comunione fraterna.  Uno dei fenomeni del  “cristianesimo moderno” è rappresentato dall'isolazionismo;  s'incontrano frequentemente sedicenti credenti che vivono il  “loro cristianesimo  » separato dagli altri.


Il cristianesimo  degli isolati non è originale, sopratutto se è provocato dal desiderio di non  impiegare il proprio tempo nella ricerca della comunione fraterna. In altre parole:  coloro che non hanno tempo per avere comunione col popolo di Dio, che non hanno  tempo per vivere in mezzo al popolo di Dio, non hanno tempo da offrire a Cristo  e perciò non appartengono alla schiera dei suoi discepoli.


Tempo  ed energie sono le offerte che il credente presenta costantemente sull'altare  dell'amore cristiano. E' meraviglioso constatare il funzionamento armonico del   “Corpo di Cristo”.


Non tutte  le membra sono impegnate in grandi compiti, ma tutte vivono, si muovono in funzione  della vita del corpo. Tutte hanno tempo ed energia per il corpo e tutte danno,  in ogni momento il proprio tempo e la propria energia nel corpo.


Nella  chiesa ci sono i ministeri spirituali e quindi ci sono i ministri che li espletano,  ma, oltre a questi, anche “tutti” i credenti fanno parte del corpo ed hanno una  funzione nel corpo. Tutti devono poter dare tempo ed energia, secondo la propria  funzione, per la vita gloriosa del corpo.


I ministri  sono forse impegnati in compiti fondamentali che richiedono “tutto” il loro tempo,  ma gli altri sono ugualmente impegnati nella vita del corpo al punto di dover  dare  “tutto il tempo e tutte le energie” che il corpo richiede.


Il commerciante  che prima di sentirsi commerciante non si senta cristiano, non è cristiano. Il  contadino o l'operaio che prima di sentirsi tali non si sentano cristiani non  sono cristiani.


Se un  individuo sacrifica il proprio cristianesimo alla qualifica sociale che lo impegna  nella vita, vuol dire che non è cristiano, ma è semplicemente medico, commerciante,  muratore ecc.


E' assurdo  pensare ad un discepolo di Cristo disposto ad offrire tempo ed energie al proprio  lavoro, ma non disposto a portare l'offerta del tempo e dell'energia richieste  dal proprio Maestro sull'altare della fedeltà e dell'amore.


I veri  cristiani lavorano per Cristo, producono a Cristo, collaborano con Cristo.


Se sono  ministri, lavorano nell'espletamento dei ministeri spirituali e se non sono ministri,  lavorano ugualmente nell'ambito delle proprie competenze, nelle assistenze, nell'evangelizzazione,  nei compiti comunitari. Offrono ed offrono perché è attraverso l'offerta che vivono  e godono profondamente il proprio cristianesimo che è un cristianesimo autentico.


C'è un'altra  offerta che non manca mai nella mano del cristiano: quella dei Suoi beni, del  suo denaro, Il discepolo onora il Maestro anche con l'offerta generosa delle proprie  risorse economiche. Se volete misurare il cristianesimo di una comunità o di un  credente pesate le loro offerte: la lode, la preghiera, lo studio, il tempo, le  energie, il denaro.


Purtroppo  si trovano degli impudenti pronti a rivendicare il loro titolo nonostante che  non abbiano una sola offerta nelle loro mani. Noi diciamo soltanto che questi  poveri illusi posseggono un cristianesimo apparente.


Nel  cristianesimo esiste l'offerta perché il cristianesimo è la religione di Colui  che si è offerto. I discepoli di Cristo sono tali in quanto sanno essere imitatori  di quel Maestro che ha dato, dato, e sempre dato con generosità ed amore.


Il  cristiano dunque offre anche il proprio denaro; lo offre a Cristo per l'opera di Cristo  e perciò non l'offre come si potrebbe offrire un'elemosina, ma l'offre come si  potrebbe offrire un dono generoso ed affettuoso al proprio Maestro.


C'è  una differenza notevole fra la moneta di rame che fate scivolare, forse con indifferenza,  nella mano del mendicante e il dono prezioso che offrite solennemente alla persona  amata. L'offerta del cristiano non può assomigliare all'elemosina perché deve  superare l'atto di affetto verso la persona cara al vostro cuore.


Gesù non  ha bisogno, da un punto di vista generale, del nostro denaro, ma Egli lo accetta  e lo gradisce non soltanto perché è un contributo al servizio del Suo Regno, ma  perché è un'espressione positiva del nostro amore per Lui. Il nostro contributo  e la espressione del nostro amore però non devono essere ridotti in termini di  elemosina perché altrimenti invece di onorare Cristo noi offendiamo il Suo Nome  benedetto.


L'offerta  della moneta di rame può trasformarsi, sull'altare della fede, nell'offerta d'oro,  se essa esprime amore e sacrificio, ma rimane soltanto elemosina insultante se  è dimostrazione di indifferenza ed avarizia.


Ognuno  è accettevole a Cristo in “proporzione” di quello che possiede; quindi se l'offerta,  anche povera, comporta un profondo, ma entusiasta sacrificio è e rimane un'autentica  offerta. Ma se l'offerta è costituita dalla misera elargizione di una moneta tanto  superflua quanto inutile, può essere definita soltanto elemosina.


Non raramente  s'incontrano membri di comunità cristiane che non concepiscono l'offerta del “loro  denaro”. Non vogliamo dire che non concepiscono l'offerta del denaro, ma non concepiscono  l'offerta del “loro” denaro. Questi cristiani soltanto in apparenza, si aspettano  di ricevere offerte per loro e per la loro comunità, ma non pensano di onorare  Cristo con la loro offerta. Se ci sono dei problemi economici connessi con il  servizio dell'Evangelo, delle necessità finanziarie inerenti all'opera di Dio,  questi credenti alzano la voce per sollecitare la generosità degli altri, ma chiudono  la borsa per covare la propria avarizia.


Più di  una volta abbiamo veduto povere comunità chiamate cristiane che hanno cercato  di risparmiare il proprio minuto e grosso bestiame per offrire sull'altare del  servizio la dolce agnella dell'uomo povero. Se questa descrizione figurativa,  ispirataci dalle parole del profeta all'impenitente Davide, non dovesse essere  comprensibile, diremo più chiaramente:


- Più  di una volta abbiamo veduto comunità ecclesiastiche, forniate da membri facoltosi  ed avari che, di fronte ad una necessità locale, hanno saputo risparmiare tutti  i beni e tutte le possessioni dei ricchi del luogo per godere l'offerta generosa  dei veri credenti di altre località che hanno presentato il frutto del proprio  sacrificio a Cristo.


L'individuo  che di fronte a Colui che chiama il proprio Maestro rimane indifferente e serra  la borsa, non è degno di chiamarsi del nome di Cristo.


Gesù vuol  dare, ma vuole anche ricevere; vuole onorare, ma vuole essere onorato; vuole arricchire  con le Sue benedizioni e con la Sua provvidenza, ma vuole altresì essere esaltato  attraverso il tributo della generosità profonda e sincera.


Ricordiamoci:  il Maestro divino non possedeva nulla eppure ha avuto tutto quello che era necessario  all'espletamento del Suo ministero. Egli non aveva ove posare il capo, ma è stato  ospitato in case sontuose. Egli non aveva una tavola, ma è stato accolto alle  mense più sontuose; non aveva denari, ma è stato sovvenuto in ogni necessità.


Molti  hanno dato con gioia la loro casa, la loro tavola, il loro denaro, la loro cavalcatura,  il loro olio odorifero e finanche la propria tomba al Maestro divino. E noi vogliamo  chiamarci discepoli tenendo tutto il denaro e tutti i beni che possediamo serrati  egoisticamente nella nostra mano?


Il vero  cristiano offre ed offre generosamente ogni qualvolta sente ripetere la frase:  - Il Signore ne ha bisogno!


Con queste  offerte cristiane viene manifestata la potenza della grazia che parla veramente  di Cristo e dei cristiani cioè di Cristo e dei veri cristiani.


Sei cristiano?  Che cosa dai a Cristo? Offri forse le briciole superflue del tuo tempo, delle  tue energie, del tuo denaro?


Sei  occupato più a offrire a te stesso e quindi all'idolo del tuo io oppure a Colui  che chiami Maestro e Signore? Ricordati: se ti chiami cristiano, ma non offri a Cristo, il tuo cristianesimo  non è autentico.



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