CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Il Papato

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2008 00:48
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27/12/2008 00:43
 
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Il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992 dal Vaticano, ribadisce questo concetto citando sia il Concilio Vaticano I sia il Concilio Vaticano II . Sarà stato quindi disilluso chi pensava che vi fossero grandi cambiamenti nelle dottrine ufficiali della Chiesa Cattolica, e particolarmente per quanto riguarda la figura e la funzione del Papa.
Ora, se ad un teologo cattolico dite che dagli scritti del Nuovo Testamento non risulta affatto che Pietro, presunto primo Papa, abbia mai esercitato un'autorità suprema nella Chiesa, e che il famoso passo del Vangelo di Matteo nel capitolo 16 - "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, ecc" - se gli dite che questo passo per alcuni secoli non fu affatto interpretato come l'interpreta oggi la Chiesa Cattolica, e che di un vero e proprio Papato si può cominciare a parlare forse dal V- VI secolo in poi; e se gli dite anche che non vi spiegate come mai ci siano voluti tanti secoli per arrivare alla definizione ufficiale dell'infallibilità papale - se dite tutto questo ad un teologo cattolico, vi risponderà che nel caso del Papato, come di varie altre dottrine proprie del Cattolicesimo Romano, questa dottrina era contenuta implicitamente nelle Scritture e che è stata compresa sempre meglio fino ad arrivare alla sua definizione ufficiale, così come un albero viene fuori da un seme: l'albero è già contenuto sostanzialmente nel seme, ma deve solo spuntare e crescere.
Oltre a ciò, il teologo cattolico vi dirà che la Scrittura non è l'unica fonte della Rivelazione cristiana, ma c'è anche la tradizione. Ecco come si esprime a tal riguardo il Catechismo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 81, citando la Costituzione Dogmatica "Dei Verbum" ( La Parola di Dio ) del Concilio Vaticano II:
" La Sacra Scrittura è la Parola di Dio in quanto è messa per iscritto sotto l'ispirazione dello Spirito divino. Quanto alla Sacra Tradizione, essa conserva la Parola di Dio, affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli, e la trasmette integralmente ai loro successori, affinché questi, illuminati dallo Spirito della verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano. Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e l'interpretazione della Rivelazione, attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra ( cioè la Scrittura e la Tradizione ) devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto".
Una tale affermazione riflette ciò che era stato già dichiarato dal Concilio di Trento l' 8 aprile del 1546, e cioè che la Rivelazione divina è contenuta "in Libris scriptis et sine scripto traditionibus", cioè "In Libri scritti ( la Sacra Scrittura ) e nelle tradizioni non scritte" ( Denzinger 1501 ), nel senso di tradizioni che si trovano al di fuori della Sacra Scrittura. Si ritiene che tali tradizioni contengano gli insegnamenti orali di Cristo trasmessi agli Apostoli e non riportati nel Nuovo Testamento. Tali insegnamenti orali, sempre secondo la dottrina cattolica, furono poi in vario modo messi per iscritto e si trovano nei cosiddetti "Padri della Chiesa", cioè gli scrittori cristiani dei primi quattro secoli - di particolare importanza sono considerati gli scritti dei "Padri Apostolici", cioè degli scrittori della prima metà del secondo secolo.
Ma il fatto è che su vari punti le dottrine della Chiesa Cattolica, a cominciare proprio dal Papato, sono molto diverse sia da quanto deduciamo dalla Sacra Scrittura, sia da quanto deduciamo proprio dai "Padri della Chiesa". Inoltre, si notano alcune divergenze dottrinali tra la testimonianza del Nuovo Testamento e le affermazioni degli stessi "Padri della Chiesa", quanto più ci allontaniamo dall'epoca apostolica, cioè dal primo secolo. Ora, se, come dicono i documenti cattolici, le due fonti della Rivelazione divina - la Sacra Scrittura e la tradizione - scaturiscono da un'unica fonte, non vi dovrebbero essere tali differenze; ma esse pur vi sono, come si può dimostrare.
Ho già accennato al fatto che, tra l'altro, il Papa è ufficialmente chiamato Vicarius Christi, cioè Vicario di Cristo, nei documenti ufficiali. Ma qual è il significato di Vicarius? In latino indica chi sostituisce un altro, prende il posto di un altro, rappresenta un altro. In questo caso significa che il Papa rappresenta Cristo sulla terra. Si ha quindi la netta impressione che il Papa potrebbe dire a tutti ciò che Cristo disse a Filippo a proposito del Suo rapporto con Dio Padre, ma cambiando naturalmente i termini del paragone. Il Papa potrebbe dunque dire così: "Chiunque ha visto me, ha visto Gesù Cristo" ( si veda Gv.14:9 ). Certo, i Cattolici negherebbero tutto ciò, dandosi a sottili distinzioni, ma è proprio questo che deduciamo dai loro documenti ufficiali, se l'espressione "Vicario di Cristo" ha un senso. E' comunque un fatto che i Papi hanno sempre cercato di prendere il posto di Cristo, proprio in forza dell'ufficio che hanno esercitato, o meglio usurpato - sia che il Papa si chiami Giovanni XXIII o Giovanni Paolo II.

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