È difficile trovare qualcuno che non sia d’accordo con la laicità dello Stato.
Nell’incontro dello sorso anno tra Ciampi e Ratzinger, il Presidente della Repubblica
aveva riaffermato la laicità della Repubblica italiana e Ratzinger, poco diplomaticamente,
gli aveva precisato che doveva trattarsi di sana laicità.
Naturalmente, a stabilire quando la laicità sia sana sarebbe compito del papa cattolico,
perchè la distinzione tra laicità e sana laicità è tutta nella testa di Ratzinger e non ha
riscontro nella cultura giuridica e politica moderna.
Un’altra distinzione che appare continuamente nella stampa e nei discorsi cattolici è
quella tra laicità e laicismo. Tutto ciò che non corrisponde ai desideri ed agli interessi della
chiesa cattolica sarebbe laicismo e non laicità. Insomma, i laicisti sarebbero i laici cattivi.
C’è una grande nostalgia per quando vigeva una religione di Stato, che lo Stato doveva
prediligere, difendere, aiutare e incentivare.
Sulla stampa cattolica molto spesso abbiamo letto frasi come questa: “Laicità non
significa che per lo Stato una religione valga l’altra”.
Il problema non è questo. Lo Stato laico non entra nel merito delle religioni, non giudica
se una religione valga più di un’altra, come non giudica se le favole dei fratelli Grimm
sono da preferire a quelle di Andersen o di Perrault.
Allo Stato laico non deve interessare che i cittadini siano atei o religiosi. Non deve
favorire né la diffusione dell’ateismo né la diffusione della religione, di qualsiasi religione.
Lo Stato laico non deve né favorire né ostacolare questa o quella concezione del mondo.
In modo particolare i soldi dello Stato non devono andare per propagandare concezioni
del mondo.
Nella nostra Costituzione sta scritto: “Stato e chiesa cattolica sono ciascuno, nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani”. Indipendenti, anche dal punto di vista economico.
Lo Stato laico chiede soldi ai propri cittadini per perseguire i propri scopi, tra i quali non
ci sono quelli religiosi, che appartengono all’altro ordine. La chiesa cattolica chiede soldi ai
propri fedeli per perseguire i propri fini siano essi religiosi o di altro tipo.
Non è lo Stato laico che deve dare soldi alla chiesa cattolica. Noi diciamo questo perché
siamo laici e non anticlericali.
Clericali sono coloro che pretendono e coloro che favoriscono che un fiume di denaro
pubblico, alimentato da mille piccoli e grandi affluenti, vada direttamente o
indirettamente alla chiesa cattolica.
Lo Stato laico non deve fare l’elemosiniere per conto della chiesa cattolica. Non deve
togliere soldi ai cittadini per darli alla chiesa cattolica. O li lascia ai cittadini o li impiega
per i propri scopi, tra i quali non rientrano quelli religiosi.
Noi queste cose possiamo affermarle con forza perché non ci presentiamo alle elezioni e
non rincorriamo il voto dei cattolici e la benevolenza delle gerarchie ecclesiastiche.
Non ci si dica che il nostro è qualunquismo. Noi comprendiamo la necessità dei partiti di
chiedere i voti su un programma politico complessivo e di evitare prese di posizione che