CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Carlo Carretto - Riflessioni

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2009 18:28
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20/01/2009 18:23
 
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21 maggio : La chiave

Sì, sovente l'esperienza mi ha fatto pensare che se Dio non fosse esistito saremmo stati costretti a inventano perché senza di Lui e di ciò che Lui rappresenta non riusciamo a vivere e siamo già in difficoltà' ai primi vagiti o ai primi passi. Senza la fede in Dio è come se abitassimo in una casa senza tetto o volessimo leggere di notte senza lampada.
Ma Dio non occorre inventano perché è già inventato ed ècosì vicino che possiamo sentirne il respiro quando taciamo o preghiamo.
Certo esistono problemi di visibilità, ma questi non dipendono da Lui, nia dalle nostre complicazioni infinite.
Dio è semplice e noi lo facciamo complicato. È vicino e noi lo pensiamo lontano. E nel reale e negli avvenimenti e noi lo cerchiamo nei sogni e nelle utopie impossibili.
Il vero segreto per entrare in rapporto con Dio è la piccolezza, la semplicità di cuore, la povertà di spirito: tutte cose che vengono frustrate in noi dall'orgoglio, dalla ricchezza e dalla furbizia.
Gesù lo aveva detto: «Se non sarete come bambini.. .non entrerete» (Mt 18, 3) e non aveva certo voglia di scherzare o di prenderci in giro.
Il vedere o il non vedere Dio dipende dal nostro occhio: se è un occhio semplice lo vede, se è un occhio maligno non lo vede.
Dio dà la vita all'uomo, gli dà il pane per sostenerlo e gli dà questa intuizione che è la fede per guidano e illuminargli il cammino.
E la dà a tutti.
Tutti!

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22 maggio: In parabole e simboli

L'esistenza di Dio è evidente a chi ne sente i passi.
Ma è evidente per chi è semplice, per chi è buono, per chi è vero.
E noi purtroppo non siamo più semplici, non siamo più buoni, non siamo più veri.
Non essere semplici, non esser buoni, non esser veri significa essere peccatori.
Dio non è evidente al peccatore. O almeno.. è evidente e non è evidente, così ... a seconda ... Questo Dio, che è evidente e non è evidente nella natura, lo chiamerei il Dio della parabola.
Gesù stesso - continuando il metodo della natura nella sua prima rivelazione all'uomo - parlerà in parabole e ci dirà il perché: «Per questo parlo loro in parabole, perché vedano senza vedere e ascoltino senza ascoltare né comprendano» (Mt 13,13).
Il Dio della parabola, si presenta attraverso il velo dei simboli, un Dio che ti manda da lontano una cartolina, un disegno, un quadro, un biglietto da visita. E un Dio che tu pensi «rivestito di maestà e di magnificenza ...» (SaI 104,1) o che «vola sulle ali del vento» (Sal 104, 3).
E un Dio che va, che viene nella tua esistenza, che compare, che scompare e che soprattutto tu non riesci mai a localizzare o afferrare.
E ancora nascosto in una storia non pronunciata, in un germe non schiuso.
Poi viene una grande ora, un passaggio, un immenso salto di qualità, una cosa veramente nuova, un'ora veramente «ora».
E l'ora di Dio; la pienezza dei tempi.
È il passaggio al Dio della fede.
Non si presenta più come un simbolo, come immagine, come ragionamento, come bellezza, come estetica, come numero, come spazio, come sentimento; si presenta come persona.

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23 maggio: Lo cercai

Ecco come fa.
Proprio quando tu hai deciso di essere sua, Lui scappa e lontano. Difatti:
«L'anima mia venne meno perché se n era andato.
Lo cercai ma non lo trovai; lo chiamai ma non mi rispose. I custodi m'incontrarono mentre erano di ronda per la città, mi percossero, mi ferirono; portarono via il mio velo
i custodi delle mura.
Oh, figlie di Gerusalemme, vi scongiuro, se trovate il mio diletto, ditegli
che piagata sono d'amore» (Ct 5, 6-8).
Per molto tempo durante la mia vita mi chiedevo come mai Dio ha un così strano modo di agire.
Perché tace così lungamente?
Se io busso, perché non mi ha aperto?
Questo ed altro ho pensato anch'io quando ero novizio alla sua scuola. Ma poi, camminando pazientemente, non lasciandomi impressionare dalle prime difficoltà, resistendo alla sua porta con la volontà di chi fa lo sciopero della fame, soprattutto credendo al Vangelo come cosa vera e inesorabile, ho incominciato a vedere come stavano le cose, a scoprire il modo di fare di Dio, a distinguere il suo passo felpato.
Non mi sono più stupito che mi trattasse come la sposa del Cantico dei Cantici e che scappasse quando io aprivo la porta.
Toccava a Lui aprirla, non a me, sempre pieno di fretta.
Il peccato è la fretta di Adamo, e la mia lussuria di possesso è più forte dell'amore vero per Lui.

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24 maggio: Povero o ricco

Se è vero che la misericordia di Dio è attirata dal povero, il peccatore l'attira di più perché è il più povero tra i poveri.
Cos'è la povertà di un uomo che è nudo nel corpo, in paragone della sua nudità nello spirito?
Cos'è la mancanza del pane, in confronto alla mancanza dell'amore?
E più povero Francesco nudo ma libero, o suo padre vestito che idolatra le sue ricchezze?
Non c'è limite alla miseria dell'uomo violento, crudele, incatenato dai sensi e ridotto a uno straccio dalla droga e dalla lussuria.
Non c e angoscia più grande di chi fugge dai grandi valori della vita e si riduce alla solitudine dell'egoismo più raffinato.
Se Dio è Dio, come è vero che è Dio, la gerarchia della felicità comincia da Lui, non dal contrario.
Più l'uomo è vicino a Dio e più è felice; più è da Lui lontano e più è povero.
Il peccato, che è fuga da Dio, non è interessante, non dà gioia, pienezza, pace e ti tradisce continuamente.
Per chi ha provato, per chi conosce la verità e ha gustato la dolcezza di Dio e della sua casa, il peccatore è veramente il disgraziato che attira la sua compassione.
Dov'è la casa per il peccatore?
Dov'è la gioia per chi tradisce?
Dov'è la sicurezza e la stabilità per chi non crede, non spera, non ama?
Ecco perché tutto il Vangelo può essere riassunto nella parabola di Luca: il ritorno al Padre del figlio lontano.
Il ritorno è la vittoria di Dio, è la stessa gioia di Dio. Nella misericordia Dio sazia la sua sete d'amore. Conoscendo Dio, pur sapendo che c'è la possibilità di perderci, mi sono convinto che tutti si salvano.

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25 maggio: Come un bambino

Poter rimanere sereni alla prova!
Non è facile e tutta la~ vita ci è donata per giungere a questa vittoria, a questa pace. E un impegno virile il nostro, è un costruire mattone su mattone l'edificio della nostra religiosità, è un aprirci passo passo al dono della fede che dipende solo da Dio, attraverso continui "atti di fede" che dipendono da noi e dal nostro impegno. Come in tutto il resto Dio vuole la nostra collaborazione. I doni successivi dipendono dall'impegno presente come la forza dell'atleta dipende dal suo allenamento.
Davide fu più forte nella fede dopo aver accettato la sfida di Golia come Giosuè più unito a Dio dopo aver attaccato Gerico senza armi valide. Giuditta fu più cara a Dio dopo aver accettato nella fede di entrare nella tenda di Oloferne, come Giuseppe fu più giusto" dopo aver detto di sì all'angelo che gli consigliava di prendere Maria come sua sposa.
Gli atti di fede, ci abituano a vivere nella confidenza in Dio; la confidenza genera la confidenza fino all'ultima intimità più assoluta, all'unità più perfetta.
«JHWH, il mio cuore non ha pretese né i miei occhi mirano troppo alto.
Non mi muovo tra cose troppo grandi o troppo difficili per me.
Anzi, ho placato e acquietato la mia anima come un bimbo
sul seno della madre» (Sal 131,1-2).
Ecco il punto più alto della vita religiosa sulla terra: ridurre la propria anima come bimbo sul seno della madre.
Questo dormire del piccolo tra le braccia sicure del suo amore, vicino alla fonte stessa del suo essere, sotto lo sguardo sicuro di chi l'ha voluto "vivo" e che l'ha pensato prima che lui fosse, è davvero il sunto più completo del rapporto tra l'uomo e Dio, è l'esempio più valido della confidenza sulla quale regge la pace di ciascuno di noi che viviamo nel mistero di Dio.

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26 maggio: In Dio

Dio è giunto al mio cuore come una grande parabola. Tutto ciò che mi circondava mi parlava di Lui,
il cielo mi parlava di Lui, la terra mi parlava di Lui, il mare mi parlava di Lui.
Era come un segreto nascosto in tutte le cose visibili e invisibili.
Era come la soluzione a tutti i problemi.
Era come il Personaggio più importante che entrava nella mia vita e con cui avrei dovuto vivere per sempre.
Presto mi son sentito avvolto da Lui come «Presenza sempre Presente», che mi guardava con tutte le foglie del bosco in cui passeggiavo e attraverso le nubi che cavalcavano vive sulla mia testa.
Non ho mai avuto difficoltà a sentire la presenza di Dio, specie da piccolo. Mi sarebbe parsa così strana e così inverosimile la sua assenza.
Mi son sentito in Dio come uccello nell’aria, come legna nel fuoco, come bimbo nel seno della madre.
Questa ultima immagine è stata la più forte, la più vera e cresce sempre di più in me.
Penso davvero che il grembo di una donna che contiene un bimbo sia il tema dell'universo intero, la visibilità delle cose invisibili, il segno del modo di procedere da parte di Dio per farmi suo figlio.
In Lui vivo, respiro e gioisco della sua Presenza generatrice, anche se - e ne soffro - non è ancora giunto il tempo di poter vedere il suo Volto divino, come dice la Bibbia, faccia a jaccia~(cf. I Cv 3, 2).
E ancora presto.


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27 maggio: Dio solo

È così difficile credere radicalmente all'azione di Dio nelle c,0se del mondo! Ed è, penso, la tentazione più frequente e prolungata, a cui siamo sottoposti su questa povera terra. Tutta la Bibbia è là a testimoniare questo dramma; e, in fondo, la storia del popolo eletto non è altro che la storia d'un pugno d'uomini a cui Dio chiede continuamente e in ogni occasione: Credi in me? Io sono il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe. Io sono il Dio che con mano forte ti ho tratto dalla schiavitù di Egitto, t'ho guidato in una terra riarsa, t'ho nutrito di manna del cielo e t'ho dato a bere l'acqua scaturita dalla roccia. Per te ho colpito i primogeniti d'Egitto, per te ho atterrato re potenti. E che hai fatto per ricompensarmi di questi prodigi, di questa assistenza continua? Ti sei costruito idoli di legno e d'argento e hai abbandonato mie, tuo Dio.
Questa è la storia di sempre, storia d'Israele e storia nostra.
Anche noi crediamo in Dio e lo preghiamo; ma poi ci convinciamo che sono i grandi predicatori a convertire le anime; e riduciamo la nostra preghiera per l'estensione del Regno a una qualche cosa di futile, come la petizione ad un ufficio da cui non speriamo quasi nulla.
Così, sotto un cielo strano, in una penombra irreale di fede e di sentimentalismo, in una equidistanza tra Dio e il mondo, trascorre la nostra povera vita religiosa mescolata di preghiere, di contraddizioni e di compromessi. Dio solo è, Dio solo sa, Dio solo può. Questa è la verità.

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28 maggio: Verrà l'ora

Dio solo è reggitore del cosmo, Dio solo sa quando morrò, Dio solo può convertire la Cina. Perché assumersi responsabilità che non abbiamo, perché stupirci se l'Islam non ha ancora scoperto il Cristo e se il Buddismo regna senza inquietudini e crisi in milioni di fratelli? Verrà l'ora; ma questa non dipende da me.
C'è o non c e una geografia di Dio, una storia sacra per tutti i popoli, un procedere nel tempo verso una maturità?
Abramo non conobbe il Cristo, se non nella speranza della persona; ma non per questo andò perduto o fu dimenticato dal Padre. Non era giunto il tempo dell'Incarnazione.
Ci sono i piani di Dio, e questi contano; ci sono i piani umani, e questi non contano, o almeno contano in rapporto al loro sincronizzarsi con i primi.
Ma è Dio che precede e non l'uomo. Maria stessa poteva morire nell'attesa senza vedere il Cristo, se Dio non decideva esser giunta l'ora dell'Incarnazione. Gli uomini di Galilea avrebbero continuato a pescare nel lago e a frequentare la sinagoga di Cafarnao, se non fosse venuto Lui a dire: «Venite». Ecco la verità che dobbiamo imparare nella fede: l'attesa di Dio; e questo non èun piccolo sforzo. Questo «attendere»; questo «non preparare piani»; questo «far silenzio» è la cosa più interessante che compete a noi.
Poi verrà anche «l'ora della chiamata»; l'ora in cui si deve parlare; l'ora della messe. Ma ciechi, ciechi noi se in tale ora penseremo di essere gli attori ditali meraviglie: la meraviglia, semmai, è che Dio si serva di noi così miserabili e così poveri.

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29 maggio: Un giardino

Un esempio: C'era nel deserto un giardino, l'uomo prima della caduta.
I secoli, la mancanza di lavoro, le invasioni l'hanno distrutto. Ora è un pezzo di deserto. Come agisce il piano di Dio attraverso l'uomo?
Chi va, chi prende la zappa, chi lavora è certamente l'uomo. Senza questo lavoro non torna il primitivo giardino. Ma qual è la differenza? Che nel sottosuolo oggi è tornata l'acqua fatta affluire da Dio. Il compito dell'uomo è di riportarla alla superficie, èfar canali, zappare, seminare, piantare.
Ma l'uomo è libero di agire secondo un suo piano? No, perché il suo piano deve essere subordinato alle leggi che lo presiedono e presiedono al giardino: le stagioni, la qualità del seme, l'acqua, il sole, ecc. Qui sta l'errore dell'uomo: dimentica tali leggi e lavora indipendentemente da esse.
Ecco gli errori da me vissuti ad usura! Lavorare in superficie, fare tutto il piano e ... non ricorrere all'acqua o non tener conto del sole. Nel deserto - e il mondo è un tremendo deserto - l'acqua è tutto per un giardino. E il «sine qua non». Difatti disse Gesù: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15, 5).
In quanto poi alla preparazione stessa del piano (preventivo) non è molto più giusto, più salutare, più umile, più vero, più prezioso, ricorrere a chi conosceva il giardino già prima, per averlo fatto Lui, per averlo lungamente lavorato, per essere il vero giardiniere? Non solo, per averlo ricomprato col Suo Sangue.
Proprio qui agisce la mancanza di fede: non tener conto di Lui, non sentirlo, non vederlo, non stimarlo, non cercarlo.
Fede vuoi dire: vedere Dio che riempie il mondo.

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30 maggio: Nella sua dimora

La fede oggi è difficile. È un indiscusso segno dei nostri tempi. La caduta delle culture l'ha resa nuda, il trapasso di civiltà l'ha fatta dolorosa. Direi che è giunto un tempo in cui Dio lo
scopriamo più facilmente nel suo negativo.
Di solito di Dio non udiamo la melodia quando sussurra, ma rabbrividiamo quando tace.
L'uomo si sente solo anche perché le Chiese sono state colte di sorpresa e sovente, prese dallo spavento, credono di salvarsi guardando al passato invece di marciare verso la novità di Dio con la confidenza di bimbi.
E tempo di Apocalisse e raramente come oggi il libro di Giovanni è un buon testo con cui pregare. Dice il Signore:
«Io sono l'Alfa e l'Omega il Principio e la fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte di Vita» (Ap 21, 6).
E a chi è spaventato dalla solitudine: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed Egli sarà il "Dio-con-loro"» (Ap 21, 3).
E a chi soffre e trema:
«E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte,né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate...
Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 4s).
Ma dove l'Apocalisse può davvero essere il testo più illuminante per i giorni che viviamo è nell'atteggiamento di attesa del Dio che viene, del Cristo che torna.
«Maranàtha!» pregava la comunità di san Giovanni a Efeso.
Vieni Signore Gesù, vieni! (cf. Ap 22, 17-20).

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31 maggio: L'intimità

L'intimità divina comincia e finisce con la confidenza.
Quanto mi piace l'uomo che confida nel Signore.
Di lui ho detto: Non vacillerà, sarà stabile per sempre.
Vorrei dirvi: provate.
Non avrete gioia più completa!
La vita divina diverrà Paradiso, intimità, preghiera continua.
Provate a dire:
«Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo» (Sal 18, 2s).
La vita d'intimità vissuta già sulla terra è l'anticipo del regno, è la pace vera.
E la pienezza dell'amore.
Vi do alcuni consigli, scrivete.
Quando ti alzi al mattino apri la finestra e prega: Dio mio ti amo.
Quando vai al lavoro e sei stanco e senti il bisogno di aiuto, di pace: Padre mio mi abbandono a te.
Quando soffri lo scontro tra te e la storia, tra te e i fratelli prega così: Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà.
Quando soffri portando su dite la passione di Gesù, di' con forza: sia fatta la tua volontà Signore.
Quando vedi oscuro nella tua vita e non riesci ad afferrare i fili della presenza di Dio in te, di' con coraggio: Signore sei tu il mio pastore.
Quando sarai vicino alla morte celebra la tua messa: guarda mio Figlio in croce e di' il tuo Amen.
Non sarai solo in quel momento: io, il tuo Dio, sarò con te come lo sono stato per tutta la tua vita.
E ricordalo: la vera vita comincia allora.

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