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02/06/2009 17:14 | |
Lo Staretz Amvrosij di Optina, che era spesso interpellato, come grande guida monastica e spirituale, su fenomeni di visioni e voci, si basava sugli insegnamenti fondamentali dei Padri; e ammoniva coloro che cercavano la sua guida di non fidarsi delle voci udite durante la preghiera, o delle trasformazioni delle icone – profumi o fiamme provenienti da esse –, che potevano apparire segni positivi, ma a cui non doveva essere attribuito alcun significato, poiché cose del genere possono anche essere inganni del nemico. In una seduta di domande e risposte con un francescano, ad una delle “veggenti” di Medjugorje fu chiesto perché Ivanka, la ragazza che aveva visto per prima l’apparizione, aveva detto: “E’ la Beata Vergine”. La risposta fu: “A chi altri avrebbe potuto pensare? Una meravigliosa giovane madre con un bambino e una corona sul capo. Era chiaro.” L’apparizione fu accettata senz’alcun dubbio come la Vergine, e le fu rivolta la parola prima di averla aspersa con acqua santa (come consigliarono poi le donne più anziane del villaggio). I “miei angeli” – come l’apparizione ripetutamente chiamava i giovani – chiesero un segno, e la visione gentilmente fece girare le lancette dell’orologio di uno dei visionari. In occasione dell’ultima visione di Ivanka, il 7 maggio 1985, la Gospa, in risposta alla richiesta di Ivanka, fece apparire la madre della ragazza, morta qualche mese prima dell’inizio delle apparizioni. “Nostra Signora mi chiese cosa desideravo, e io chiesi di vedere la mia madre terrena. Allora Nostra Signora sorrise, annuì col capo e, all’istante, mia madre apparve. Sorrideva. Nostra Signora disse di alzarmi. Mi alzai, mia madre mi abbracciò e mi baciò...” Poi parlò a Ivanka e scomparve. I ragazzi si fidarono ciecamente dell’apparizione di Medjugorje: fiducia che fu incoraggiata dai francescani, i quali si comportarono come i loro confidenti e direttori spirituali. Non vi era alcun concetto di prelest, non sembrava esserci alcuna considerazione della temibile oscurità della mente umana decaduta. Lo stesso argomento usato per sostenere l’autenticità di Medjugorje – “l’albero lo riconoscerete dai frutti” – , cioè la fervente preghiera, le conversioni, le guarigioni, il senso di pace e gioia, era stato usato da “carismatici” e revivalisti protestanti, dagli evangelici indonesiani e da vari movimeti eretici nel corso della storia. Hindu e buddhisti dicono senza dubbio la stessa cosa, quando sottolineano l’intensa devozione dei loro seguaci, durante i pellegrinaggi di massa ai templi, e le guarigioni avvenute ai santuari dei loro maestri spirituali. Sant’Ignazio Brianchaninov, nei suoi ammonimenti ai cristiani ortodossi, ci ricorda il terribile pericolo di essere ingannati da spiriti maligni: “Se i santi stessi non hanno sempre saputo riconoscere i demoni che erano loro apparsi con l’aspetto di santi e dello stesso Cristo, com’è possibile per noi illuderci di riconoscerli senza errore! ...I santi maestri della lotta cristiana... ci ordinano di non fidarci di alcuna immagine o visione... se dovessero apparire all’improvviso, di non conversare con loro...”, ma, risolutamente consapevoli della nostra “indegnità e incapacità di vedere santi spiriti, pregare Dio di proteggerci dalle trappole e dagli inganni astutamente disposti dagli spiriti maligni”... “L’unica via per entrare rettamente nel mondo degli spiriti è la dottrina e la pratica del combattimento cristiano. L’unica via per entrare rettamente nella percezione sensoriale degli spiriti è l’avanzamento e la perfezione cristiana.”
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