CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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APOCASISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 17:39
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10/01/2010 17:35
 
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CAPITOLO PRIMO - RIFLESSIONI






APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

 

CAPITOLO PRIMO

   

PROLOGO

 [1]Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni.

Rivelazione, in Greco  è “Apocalisse”: 'Apok£luyij' Ihsoà Cristoà, ¿n œdwken aÙtù Ð qeÒj, de‹xai to‹j doÚloij aÙtoà § de‹ genšsqai ™n t£cei, kaˆ ™s»manen ¢poste…laj di¦ toà ¢ggšlou aÙtoà tù doÚlJ aÙtoà'Iw£nnV,”.

Nella rivelazione Dio svela se stesso, il suo mistero. Svela anche l’uomo a se stesso, il suo mistero.

Nella rivelazione Dio manifesta, svela, rende palese anche alcuni eventi della storia che si compiranno in essa, a lunga o a breve distanza.

Ecco come la Scrittura, Antico e Nuovo testamento, presentano la rivelazione di Dio all’uomo.

“Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo El-Betel, perché là Dio  gli si era rivelato, quando sfuggiva al fratello” (Gn 35,7).

“Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli, sempre, perché pratichiamo tutte le parole di questa legge” (Dt 29,28).

“La donna andò a dire al marito: Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto terribile. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome” (Gd 13,6).

“Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: Così dice il Signore: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo padre, mentre erano in Egitto, in casa del faraone?” (2Sam 2,27).

“In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore” (1Sam 3,7).

“In seguito il Signore si mostrò altre volte a Samuele, dopo che si era rivelato a Samuele in Silo” (1Sam 3,21).

“Rispose Samuele a Saul: Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha rivelato questa notte. E Saul gli disse: Parla!” (1Sam 15,16).

“Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai fatto una rivelazione al tuo servo e gli hai detto: Io ti edificherò una casa! perciò il tuo servo ha trovato l'ardire di rivolgerti questa preghiera” (2Sam 7,27).

“Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò le ginocchia. Giezi si avvicinò per tirarla indietro, ma l'uomo di Dio disse: Lasciala stare, perché la sua anima è amareggiata e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha rivelato” (2Re 4,27).

“Tu, Dio mio, hai rivelato al tuo servo l'intenzione di costruirgli una casa, per questo il tuo servo ha trovato l'ardire di pregare alla tua presenza” (1Cro 17,25).

“E` bene tener nascosto il segreto del re, ma è cosa gloriosa rivelare e manifestare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male” (Tb 12,7).

“Io vi voglio manifestare tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho già insegnato che è bene nascondere il segreto del re, mentre è cosa gloriosa rivelare le opere di Dio” (Tb 12,11).

“Quanto al discorso tenuto da Achior nella tua riunione, noi ne abbiamo udito il contenuto, perché gli uomini di Betulia l'hanno risparmiato ed egli ha rivelato loro quanto aveva detto davanti a te” (Gdt 11,9).

“Io ti guiderò attraverso la Giudea, finché giungerò davanti a Gerusalemme e vi porrò in mezzo il tuo trono. Tu li potrai condurre via come pecore senza pastore e nemmeno un cane abbaierà davanti a te. Queste cose mi sono state dette prima, io ne ho avuto la rivelazione e l'incarico di annunziarle a te” (Gdt 11,19).

“Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi” (2Mac 11,29).

“Intanto Rodoco, appartenente alle file dei Giudei, aveva rivelato i segreti ai nemici: fu ricercato, preso e tolto di mezzo” (2Mac 13,21).

“Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza” (Sal 24,14).

Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita” (Sal 38,5).

“Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia” (Sal 97,2).

Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d'Israele le sue opere. (Sal 102,7).

“La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. (Sal 118,130).

“Chi va in giro sparlando rivela un segreto, non associarti a chi ha sempre aperte le labbra” (Pro 20,19).

“Discuti la tua causa con il tuo vicino, ma non rivelare il segreto altrui” (Pro 25,9).

Senza la rivelazione il popolo diventa sfrenato; beato chi osserva la legge” (Pro 29,18).

A chi fu rivelata la radice della sapienza? Chi conosce i suoi disegni?” (Sir 1,5).

“L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere; alla morte di un uomo si rivelano le sue opere” (Sir 11,27).

“Ricòrdati che la morte non tarderà e il decreto degli inferi non t'è stato rivelato” (Sir 14,12).

“Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è” (Sir 19,27).

“Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento dell'uomo” (Sir 27,6).

“Della ripetizione di quanto hai udito e della rivelazione di notizie segrete” (Sir 41,26).

“Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli” (Is 8,16).

Attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora” (Is 8,20).

“Ma il Signore degli eserciti si è rivelato ai miei orecchi: Certo non sarà espiato questo vostro peccato, finché non sarete morti, dice il Signore, Dio degli eserciti. (Is 22,14).

“A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza? (Is 40,14).

“Non siate ansiosi e non temete: non forse già da molto tempo te l'ho fatto intendere e rivelato? Voi siete miei testimoni: C'è forse un dio fuori di me o una roccia che io non conosca?” (Is 44,8).

“Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?” (Is 53,1).

“Così dice il Signore: Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi” (Is 56,1).

“Se, invece, rifiuti di uscire, questo il Signore mi ha rivelato” (Ger 38,21).

“Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano senza rivelare il segreto dei loro lavori?” (Bar 3,18).

“Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato” (Bar 4,4).

“Rispose il re ai caldei:  Questa è la mia decisione: se voi non mi rivelate il sogno e la sua  spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in  letamai” (Dn 2,5).

“Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?” (Dn 2,26).

“Ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri  ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei  giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate  per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto” (Dn 2,28).

“Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal  monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo,  l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che  avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è  la spiegazione” (Dn 2,45).

“Quindi rivolto a Daniele gli disse: Certo, il vostro Dio è il Dio degli  dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto  svelare questo mistero” (Dn 2,47).

“L'anno terzo di Ciro re dei Persiani, fu rivelata una parola a Daniele, chiamato Baltazzàr. Vera è la parola e la lotta è  grande. Egli comprese la parola e gli fu dato d'intendere la  visione” (Dn 10,1).

“Ma l'uno nascondeva all'altro la sua  pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di  unirsi a lei” (Dn 13,11).

“In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti” (Am 3,7).

“Allora questa parola del Signore fu rivelata per mezzo del profeta Aggeo” (Ag 1,3).

“Il ventuno del settimo mese, questa parola del Signore fu rivelata per mezzo del profeta Aggeo” (Ag 2,1).

“Il ventiquattro del nono mese, secondo anno di Dario, questa parola del Signore fu rivelata per mezzo del profeta Aggeo” (Ag 2,10).

“In quel tempo Gesù disse: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

“Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11,27).

“E Gesù: Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17).

“In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto” (Lc 10,21).

“Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Lc 10,22).

“Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18).

“Perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?” (Gv 12,38).

“E` in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede” (Rm 1,17).

In realtà lira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia (Rm 1,18).

Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio (Rm 2,5).

Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state affidate le rivelazioni di Dio. (Rm 3,2).

Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! E` invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento (Rm 7,13).

Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi (Rm 8,18).

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio (Rm 8,19).

A colui che ha il potere di confermarvi secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni (Rm 16,25).

Ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede (Rm 16,26).

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor 2,10).

E ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con il dono delle lingue; in che cosa potrei esservi utile, se non vi parlassi in rivelazione o in scienza o in profezia o in dottrina? (1Cor 14,6).

Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono di interpretarle. Ma tutto si faccia per l'edificazione” (1Cor 14,26).

Se uno di quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo taccia (1Cor 14,30).

Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. (2Cor 12,1).

Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia (2Cor 12,7).

“Infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo (Gal 1,12).

Di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo (Gal 1,16).

“Vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano (Gal 2,2).

Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata (Gal 3,23).

“Perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui (Ef 1,17).

“Come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente (Ef 3,5).

Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito (Ef 3,5).

Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce (Ef 5,13).

Nessuno vi inganni in alcun modo!  Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo  iniquo, il figlio della perdizione (2Ts 2,3).

Solo allora  sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della  sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo (2Ts 2,8).

“Che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e signore dei signori (1Tm 6,15).

“Ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo (2Tm 1,10).

“Che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi (1Pt 1,5).

E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo (1Pt 1,12).

Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare (1Pt 4,13).

Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1Gv 3,2).

Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni (Ap 1,1).

Se “Apocalisse” significa rivelazione, perché essa spesso si connota nella mentalità credente come “fatti portentosi, calamitosi, di catastrofe universale”?

La risposta non può essere che una sola: nella Scrittura il Signore rivela anche la storia del male che si avventa contro i figli di Dio per distruggerli. Per molti diviene assai facile identificare questi contenuti di disastro con l’intera rivelazione e chiamare i disastri rivelazione, o apocalisse.  Infatti si dice spesso: “è un’apocalisse”, un vero disastro, una distruzione totale.

Dovremmo invece essere più obiettivi, più esatti nel parlare. Lo richiede la natura stessa della rivelazione.

Dio non rivela il disastro per farci conoscere il disastro. Dio rivela il disastro che le forze del male scatenano sui figli della luce per manifestare, rivelare loro che la vittoria non è delle forze del male, ma dei figli della luce.

Dio rivela la catastrofe che sta per cadere addosso ai discepoli di Gesù, a quanti credono nel suo nome, non per dire la potenza delle forze del male, ma che le forze del male si vincono proprio rimanendo ancorati in Cristo.

Cristo è il vincitore della storia. Questo è l’esatto contenuto della rivelazione.

Cristo è il vincitore perché è più forte di ogni potenza di male.

Cristo è il vincitore perché lui è l’uomo forte, il più forte, semplicemente il forte.

Cristo ha vinto ogni potenza di male, di tenebra, di peccato, di vizio, di stoltezza, di insipienza, di crudeltà, di empietà, di odio, di invidia.

Cristo ha vinto il male in tutte le sue manifestazioni.

Cristo rivela le cose che stanno per accadere per dire ai suoi discepoli: “Non abbiate paura. Non temete. Io ho vinto il mondo. Chi rimane in me, vincerà il mondo come io l’ho vinto”.

L’apocalisse di Giovanni apostolo è il più grande messaggio di speranza, di consolazione. È il più grande annunzio di Cristo e della sua vittoria sulla morte e sul peccato. È il più grande annunzio del trionfo degli eletti che avranno la forza di perseverare in Lui e con Lui sino alla fine.

La storia e il suo mistero sono nelle mani del Padre. Dio ha i sigilli della vita e nessun altro.

I sigilli della storia – come si potrà constatare in appresso – sono consegnati a Cristo Gesù.

Il mistero è del Padre. Il Padre lo consegna al Figlio. Il Padre consegna al Figlio solo quella parte di mistero che Lui vuole che sia rivelato.

Quanto deve rimanere avvolto dal silenzio, dalla non conoscenza, il Padre non lo consegna al Figlio e il Figlio non lo può rivelare.

Non lo rivela perché non è oggetto di rivelazione. Padre e Figlio sono una sola volontà di rivelazione.

Ciò che vuole il Padre lo vuole anche il Figlio. Ciò che il Padre non vuole, neanche il Figlio lo vuole.

Il Figlio vive per compiere la volontà del Padre sulla terra e nel Cielo.

La rivelazione è di Gesù Cristo. È di Gesù Cristo come mediazione, non come fonte, origine. Origine, fonte, principio di ogni rivelazione è il Padre.

Il Padre ha dato la sua rivelazione a Gesù Cristo per rendere noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere. Cosa sono queste cose che devono presto accadere? Ma soprattutto: quali sono queste cose e quale sarà l’imminenza del loro succedersi? E ancora: chi sono i servi ai quali la rivelazione è diretta?

I servi sono i fedeli discepoli di Cristo Gesù. Sono tutti coloro che sono stati rigenerati da acqua e da Spirito Santo, aderendo alla Sua Parola, che essi vivono fedelmente.

Il presto di Dio, o l’imminenza delle cose che devono accadere, non è per nulla determinabile nel tempo.

Il presto di Dio dice certezza, sicurezza, fatto che immancabilmente avverrà, anzi che sta per venire.

Il cristiano vive sempre in questo “presto” di Dio, perché le cose che devono avvenire, possono avvenire da un momento all’altro. Quando esse vengono, sono già venute.

Il “presto” di Dio dice anche ineluttabilità. Nulla può far sì che esse non accadano. Poiché  di certo devono accadere, è giusto che ognuno si prepari.

Come ci si prepara a vivere il “presto” di Dio? in un solo modo: con la fede.

Le parole che il Signore rivolse ad Abacuc in un tempo di vera “apocalisse” per il popolo dell’alleanza, valgono per ogni discepolo del Signore per tutta l’estensione della terra, lungo tutti i secoli, fino alla consumazione del mondo. Ecco il testo di quella rivelazione:

Abacuc - cap. 1,1-17: “Oracolo che ebbe in visione il profeta Abacuc. Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: Violenza! e non soccorri? Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Non ha più forza la legge, né mai si afferma il diritto. L'empio infatti raggira il giusto e il giudizio ne esce stravolto.

Guardate fra i popoli e osservate, inorridite e ammutolite: c'è chi compirà ai vostri giorni una cosa che a raccontarla non sarebbe creduta. Ecco, io faccio sorgere i Caldei, popolo feroce e impetuoso, che percorre ampie regioni per occupare sedi non sue. Egli è feroce e terribile, da lui esce il suo diritto e la sua grandezza. Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli, più agili dei lupi della sera. Balzano i suoi destrieri, venuti da lontano, volano come aquila che piomba per divorare. Tutti avanzano per la rapina. La loro faccia è infuocata come il vento d'oriente, ammassano i prigionieri come la sabbia.

Egli dei re si fa beffe, e dei capi si ride; si fa gioco di ogni fortezza, assale una città e la conquista. Poi muta corso il vento: passa e paga il fio. Questa la potenza del mio Dio!

Non sei tu fin da principio, Signore, il mio Dio, il mio Santo? Noi non moriremo, Signore. Tu lo hai scelto per far giustizia, l'hai reso forte, o Roccia, per castigare. Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l'iniquità, perché, vedendo i malvagi, taci mentre l'empio ingoia il giusto? Tu tratti gli uomini come pesci del mare, come un verme che non ha padrone. Egli li prende tutti all'amo, li tira su con il giacchio, li raccoglie nella rete, e contento ne gode. Perciò offre sacrifici alla sua rete e brucia incenso al suo giacchio, perché fanno grassa la sua parte e succulente le sue vivande. Continuerà dunque a vuotare il giacchio e a massacrare le genti senza pietà?”.

Abacuc - cap. 2,1-20: “Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti. Il Signore rispose e mi disse: Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette perché la si legga speditamente. E` una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede.

La ricchezza rende malvagi; il superbo non sussisterà; spalanca come gli inferi le sue fauci e, come la morte, non si sazia, attira a sé tutti i popoli, raduna per sé tutte le genti. Forse che tutti non lo canzoneranno, non faranno motteggi per lui? Diranno: Guai a chi accumula ciò che non è suo, e fino a quando? e si carica di pegni! Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori, non si sveglieranno i tuoi esattori e tu diverrai loro preda? Poiché tu hai spogliato molte genti, gli altri popoli spoglieranno te, a causa del sangue umano versato, della violenza fatta alla regione, alla città e ai suoi abitanti.

Guai a chi è avido di lucro, sventura per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto, e sfuggire alla stretta della sventura. Hai decretato il disonore alla tua casa; hai soppresso popoli numerosi, hai fatto del male contro te stesso. La pietra infatti griderà dalla parete e dal tavolato risponderà la trave. Guai a chi costruisce una città sul sangue e fonda un castello sull'iniquità.

Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli fatichino per il fuoco e le nazioni si stanchino per un nulla? Poiché, come le acque colmano il mare, così la terra dovrà riempirsi di conoscenza della gloria del Signore. Guai a chi fa bere i suoi vicini versando veleno per ubriacarli e scoprire le loro nudità.

Ti sei saziato di vergogna, non di gloria. Bevi, e ti colga il capogiro. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, a causa del sangue umano versato, della violenza fatta alla regione, alla città e a tutti i suoi abitanti. A che giova un idolo perché l'artista si dia pena di scolpirlo? O una statua fusa o un oracolo falso, perché l'artista confidi in essi, scolpendo idoli muti?

Guai a chi dice al legno: Svegliati, e alla pietra muta: Alzati. Ecco, è ricoperta d'oro e d'argento ma dentro non c'è soffio vitale. Il Signore risiede nel suo santo tempio. Taccia, davanti a lui, tutta la terra!”.

Le cose accadono, sono accadute, accadranno. Inevitabilmente accadranno, a causa della potenza del male che sovrasta la storia e del peccato che regna nel mondo.

Dio le rivela, perché i servi di Cristo Gesù indossino fin da subito l’armatura della fede e si preparino al combattimento, se vogliono essere vincitori in Cristo Gesù. Solo chi si rivestirà di una grande fede potrà andare fino in fondo, potrà perseverare sino alla fine. Tutti gli altri, quanti non indosseranno l’armatura della fede, miseramente cadranno. Saranno travolti dalla potenza del male, perché non hanno perseverato nella fede, camminando di fede in fede.

Le cose che devono presto accadere, rivelate dal Padre al Figlio, dal Figlio sono state manifestate a Giovanni per mezzo del suo angelo.

Gli Angeli nella Scrittura sono investiti di questo altissimo ministero: rivelare ed anche spiegare le cose di Dio.

Giovanni dovrà rendere manifesto alla Chiesa quanto l’angelo gli ha comunicato, rivelato da parte del Signore nostro Gesù Cristo.

[2]Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto.

Giovanni sa che quanto lui ha ricevuto non viene dall’angelo come origine, principio, fonte.

L’origine, il principio, la fonte è Dio Padre. La Parola che Giovanni ha ricevuto viene dal Padre.

Il Padre però non parla se non per mezzo del Figlio.

È il Figlio che rende testimonianza alla verità del Padre, o alla sua Parola.

Una Parola del Padre che non è detta a noi per mezzo del Figlio, che non è attestata a noi per mezzo del Figlio con vero atto di testimonianza, mai potrà dirsi del Padre.

È questa la vera essenza della nostra fede nella Parola del Padre. La Parola è del Padre, se testimoniata da Cristo Gesù. Se non è testimoniata da Cristo, mai potrà dirsi del Padre.

Giovanni attesta così e ribadisce la totale mediazione di Cristo nelle cose del Padre.

Tutto ciò che è del Padre viene a noi per mezzo di Cristo Gesù. Se non viene per mezzo di Cristo, di sicuro non è rivelazione del Padre.

Quanti non hanno Cristo non hanno il Padre. Quanti non ricevono la testimonianza di Cristo, sono senza rivelazione del Padre.

Cristo Gesù è il Rivelatore e la Rivelazione del Padre.

Senza Cristo Gesù non c’è vera conoscenza del Padre, perché non c’è vera rivelazione di Lui.

Giovanni ci dice anche il modo attraverso il quale il Padre per mezzo di Cristo Gesù gli ha manifestato le cose che devono presto accadere.

Lo ha fatto per mezzo della visione.

Cosa è in verità, nella sua essenza la visione?

Essa consiste nel dare all’apostolo, o a chi deve vedere, occhi di spirito, i soli che sono capaci di vedere oltre il muro dell’attimo presente e allargare gli orizzonti anche fino alla consumazione dell’intera storia. L’uomo, in questa visione, non vede con i suoi occhi di carne. Vede invece con gli occhi del suo spirito, illuminati dalla grazia di Dio e resi capaci di vedere ciò che il Signore vuole che essi vedano. La visione in spirito è vero mistero ed è grandissima grazia che il Signore concede a persone da lui scelte perché manifestino ai suoi figli le cose che Lui vuole che siano loro manifestate.

La visione in spirito è propria dei profeti. Per questa visione è come se essi fossero proiettati in mezzo agli avvenimenti, rendendosi spettatori di essi.

Nella visione in spirito lo strumento non solo vede. Vede e comprende secondo verità ciò che ha visto. Comprende e riferisce in pienezza di verità ciò che ha visto e compreso per opera dello Spirito Santo.

La visione in spirito dona una intelligenza della realtà assolutamente vera, santa, giusta, perfetta.

Chi vede con gli occhi della carne, può anche sbagliarsi e sbagliare.

Chi vede con gli occhi dello spirito, non sbaglia, non si sbaglia sia nel vedere, che nel comprendere e nel riferire.

La visione in spirito è avvolta dalla verità più santa, più profonda, più autenticamente corrispondente alla realtà.

[3]Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.

La beatitudine è la via della vita, anzi la via della pienezza della vita.

La Chiesa vive nel tempo degli uomini: tempo di tentazione, di peccato, di miseria spirituale e materiale, di cattiveria, di malvagità, di guerra, di martirio, di rinnegamento della verità, di perdita della coscienza, di oscuramento dei valori morali.

Il tempo degli uomini spesso è tempo senza Dio, senza il vero Dio. Il vero Dio è uno, i falsi dei sono molti, gli idoli che l’uomo si costruisce sono infiniti, senza numero.

La moltitudine degli idoli si avventa contro il vero Dio, gli adoratori dei falsi dei combattono gli adoratori dell’unico vero Dio.

La differenza nel combattimento è grande: gli adoratori dei falsi dei si servono della falsità, della calunnia, della menzogna, dell’inganno, della minaccia, della tortura, di ogni violenza, della stessa morte per distruggere gli adoratori del vero Dio.

Gli adoratori del vero Dio hanno solo un’arma di difesa: la loro fede nella Parola assieme alla perseveranza in questa fede fino alla morte di croce.

Loro non possono fare il male, neanche con il pensiero. Loro devono solo amare, anzi devono offrire la loro vita per i loro crocifissori, uccisori, carnefici.

Le forze del male scatenate dagli adoratori degli idoli, o dei falsi dei, sono quanti sono gli uomini che si sono votati alla falsità.

Gli adoratori del vero Dio non hanno forze “umane” da opporre. Hanno solo una forza: la loro fede, il loro amore per Cristo Gesù, la loro speranza della vita eterna. La fede è nella Parola di Cristo. L’amore è il compimento di ogni Parola di Cristo Gesù. Anche la Speranza è cammino nella Parola al fine di raggiungere il regno eterno di Dio.

Dinanzi alle forze del male, che tolgono ogni respiro agli adoratori del vero ed unico Dio, i cristiani possono smarrirsi, confondersi, venir meno, perdere la fede nella Parola della salvezza, retrocedere dalla via sulla quale si sono incamminati, ritornare nel peccato e nella falsità di un tempo.

Cosa fare perché questo non avvenga? Una cosa sola si può fare: rinsaldare la fede nella Parola, rinnovare l’amore nella Parola, fortificare il cammino nella Speranza della vita eterna.

Come si fa ad operare tutto questo secondo pienezza di verità? Semplicemente mostrando la “temporaneità” della vittoria del male, rivelando l’eternità della vittoria del bene.

Il “bene” che produce il male è solo apparente, effimero, dura un istante. Mentre il male che produce il male è un male eterno.

Il “male” che produce la perseveranza nel bene anche esso è effimero, è solo del corpo. Poi dopo viene l’eternità della gioia, della pace, della vita.

Per questo è “beato chi legge e beati sono coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte”.

È beato perché scoprirà la fine dei malvagi, ma anche dei giusti. Scoprirà attraverso le parole di questa profezia quanto è illusorio fare il male, mentre fare il bene produce vita eterna.

Il male conduce alla perdizione eterna, all’inferno. Il bene genera vita eterna, apre le porte del Paradiso.

L’Apocalisse, rivelazione delle cose che stanno per accedere, ha proprio questa finalità: dire ai cristiani perseguitati, martoriati, umiliati, crocifissi, decapitati, dati in pasto alle fiere, fatti pubblico spettacolo nei circhi, imprigionati, calpestati, lapidati, fustigati, calunniati di gravi misfatti, di perseverare nella loro fede, di consegnare la vita a Cristo, esponendola anche al martirio.

Dopo questa breve sofferenza si apriranno le porte del Paradiso. È il Paradiso la speranza del cristiano. Per entrarvi lui deve essere capace anche di offrire il suo corpo al martirio.












Queste riflessioni sono cattoliche e prese dal web

Riflessioni teologico-sapienziali

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