CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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APOCASISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 17:39
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Città: ROMA
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Sesso: Femminile
10/01/2010 17:37
 
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San Paolo così parla del suo rapimento presso il Signore, o il terzo Cielo: “Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio, fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,1-10).

Il giorno del Signore indica la Domenica. I cristiani al tempo in cui Giovanni ha scritto l’Apocalisse vivevano questo giorno come il giorno consacrato al Signore. Possiamo affermare che già è avvenuta la sostituzione del Sabato con la Domenica.

Il giorno del Signore è il primo giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione di Cristo Gesù.

“Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro” (Mt 28,1).

“Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole” (Mc 16,2).

Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni” (Mc 16,9).

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato” (Lc 24,1).

Negli Scritti del Nuovo Testamento troviamo indicazioni precise sul trasferimento della sacralità dal sabato al primo giorno della settimana.

Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte” (At 20,7).

Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette proprio quando verrò io”. (1Cor 16,2).

La tromba serve per richiamare l’attenzione, per svegliare dal sonno, per convocare, per radunare il popolo, per preparare le schiere al combattimento, o per farle smettere da ogni attività.

Ecco alcuni passaggi essenziali dell’Antico e del Nuovo Testamento:

“Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi furono sconfitti davanti a Israele” (1Sam 7,10).

“Egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, ecco, tuona con voce potente” (Sal 67,34).

“Allora una voce potente gridò ai miei orecchi: Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano” (Ez 9,1).

“Appunto al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore” (Es 19,16).

Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono” (Es 19,19).

“In quel giorno suonerà la grande tromba, verranno gli sperduti nel paese di Assiria e i dispersi nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, in Gerusalemme” (Is 27,13).

“Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati” (Is 58,1).

“Annunziatelo in Giuda, fatelo dire a Gerusalemme; suonate la tromba nel paese, gridate a piena voce e dite: Radunatevi ed entriamo nelle città”(Ger 4,5).

“Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Le pareti del mio cuore! Il cuore mi batte forte; non riesco a tacere, perché ho udito uno squillo di tromba, un fragore di guerra” (Ger 4,19).

“Fino a quando dovrò vedere segnali e udire squilli di tromba?” (Ger 4,21).

“Io ho posto sentinelle presso di voi: Fate attenzione allo squillo di tromba. Essi hanno risposto: Non ci baderemo!” (Ger 6,17).

“Alzate un vessillo nel paese, suonate la tromba fra le nazioni; preparate le nazioni alla guerra contro di essa, convocatele contro i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz. Nominate contro di essa un comandante, fate avanzare i cavalli come cavallette spinose” (Ger 51,27).

Dà  fiato alla tromba! Come un'aquila sulla casa del Signore... perché hanno trasgredito la mia alleanza e rigettato la mia legge” (Os 8,1).

Suonate la tromba in Sion e date l'allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino” (Gl 2,1).

Suonate la tromba in Sion, proclamate un digiuno, convocate un'adunanza solenne” (Gl 2,15).

Risuona forse la tromba nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore?” (Am 3,6).

“Giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo” (Sof 1,16).

“Allora il Signore comparirà contro di loro, come fulmine guizzeranno le sue frecce; il Signore darà fiato alla tromba e marcerà fra i turbini del mezzogiorno” (Zac 9,15).

“Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa” (Mt 6,2).

“Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli”  (MT 24,41).

“In un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati” (1Cor 15,52).

“Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al  suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo” (1Ts 4,16).

“Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva” (Ap 1,10).

“Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito”. (Ap 4,1).

Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò” (Ap 8,7).

Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue” (Ap 8,8).

Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque” (Ap 8,10).

Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente” (Ap 8,12).

“Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!” (Ap 8,13).

Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso” (Ap 9,1).

Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio”. (Ap 9,13).

“E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte” (Ap 9,14).

“Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Ap 10,7).

Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli” (Ap 11,15).

“La voce degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei suonatori di tromba, non si udrà più in te; ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; e la voce della mola non si udrà più in te” (Ap 18,22).

Dio non parla a Giovanni con voce sommessa, dolce, piana, quasi impercettibile.

Dio gli parla con voce potente, simile al suono di una tromba. La voce è forte perché Giovanni possa ascoltarla in tutto il suo vigore.

Niente di quanto il Signore dice deve andare perduto. Tutto deve essere udito. Tutto ascoltato. Tutto riferito con altrettanta fermezza e decisione.

Da questo versetto (v. 10) la conclusione da trarre è una sola: ciò che Giovanni si sta accingendo a scrivere non è frutto della sua mente. È invece vera rivelazione, vero dono di Dio, vera visione.

Quanto Giovanni sta per scrivere viene dal di fuori di sé, viene dal cielo. Viene da Dio.

[11]Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa.

Giovanni è rapito in estasi. Dio ha introdotto gli occhi della sua anima nel mistero della storia.

Lui vede l’invisibile ad ogni occhio umano. Lo vede perché il Signore gli ha aperto gli occhi dell’anima.

Quello che vede Lui deve scriverlo. Deve scriverlo per inviarlo alle sette Chiese.

Queste sette Chiese sono il simbolo, la figura della Chiesa universale.

L’Apocalisse è il Libro che la Chiesa deve sempre leggere, meditare. In essa è racchiuso il mistero della sua storia nel tempo e nell’eternità.

Deve leggerlo perché da esso dovrà apprendere dove conduce il male e dove porta il bene.

Deve leggerlo perché in esso è contenuta la chiave di tutta la sua vita.

Queste sette Chiese – sono sette città dell’Asia Minore, o proconsolare, erano collegate da un circuito di strade – indicano che la fede cristiana si era ben radicata in questa regione.

Dagli Atti degli Apostoli sappiamo che il primo missionario in assoluto fu l’Apostolo Paolo.

[12]Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro

Giovanni udì la voce potente. Udì anche il primo comando della voce. Non sapeva però chi fosse colui che gli stesse parlando.

Si volta per vedere colui che gli stava parlando e cosa vede?

Vede sette candelabri d’oro. I candelabri d’oro indicano il luogo della presenza di Dio.

Ecco cosa dice l’Antico Testamento in ordine ai candelabri d’oro:

I cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro” (1Re 7,49).

Gli consegnò anche l'oro destinato ai candelabri e alle loro lampade, indicando il peso dei singoli candelabri e delle loro lampade, e l'argento destinato ai candelabri, indicando il peso dei candelabri e delle loro lampade, secondo l'uso di ogni candelabro” (1Cro 28,15).

Fece dieci candelabri d'oro, secondo la forma prescritta, e li pose nella navata: cinque a destra e cinque a sinistra” (2Cro 4,7).

I candelabri e le lampade d'oro da accendersi, come era prescritto, di fronte alla cella, (2Cro 4,20).

“Essi offrono al Signore olocausti ogni mattina e ogni sera, il profumo fragrante, i pani dell'offerta su una tavola monda, dispongono i candelabri d'oro con le lampade da accendersi ogni sera, perché noi osserviamo i comandi del Signore nostro Dio, mentre voi lo avete abbandonato” (2Cro 13,11).

Chi avesse desiderio di conoscere sia le norme riguardo la “Dimora”, sia quelle riguardanti il Tempio di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio, potrà leggere con frutto Es 25,1-31,18; 36,1-38; 1Re 6,1-7,51; 2Cro 2,1-5,14; Ez 40,1-44,31 (Quasi tutti questi passi verranno riportati in seguito, durante la trattazione).

Il numero sette indica pienezza. Pienezza di luce che è figura della pienezza della Luce Eterna che è Dio stesso.

La Luce è la Casa di Dio. La Luce sarà anche la Casa Eterna di ogni discepolo di Gesù.

[13]e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro.

In mezzo ai candelabri d’oro, in mezzo alla luce, Giovanni vede la Luce vera, quella che è venuta sulla terra per illuminare ogni uomo.

La Luce vera è però nelle vesti di uno simile a figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.

C'era uno simile a figlio di uomo: quest’uomo è quello visto dal profeta Daniele secondo la descrizione che lui stesso ci offre:

Daniele - cap. 7,1-28: “Nel primo anno di Baldassàr re di Babilonia, Daniele, mentre  era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse  il sogno e ne fece la relazione che dice: Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i  quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar  Mediterraneo e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra,  salivano dal mare.

La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata  da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore  d'uomo.

Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava  alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: Su, divora molta carne.

Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la  quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio.

Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva  dieci corna.

Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime  corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di  un uomo e una bocca che parlava con alterigia.      

Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. 

Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno  proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e  gettato a bruciare sul fuoco. Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo.      

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto. Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le visioni della  mia mente mi avevano turbato; mi accostai ad uno dei vicini e gli  domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa spiegazione: Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che sorgeranno dalla terra; ma i santi dell'Altissimo  riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli.

Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era  diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo  metteva sotto i piedi e lo calpestava; intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e  davanti al quale erano cadute tre corna e del perché quel corno aveva  occhi e una bocca che parlava con alterigia e appariva maggiore delle  altre corna.

Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva  guerra ai santi e li vinceva, finché venne il vegliardo e fu resa  giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi  dovevano possedere il regno. Egli dunque mi disse: La quarta bestia significa che ci sarà sulla  terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la stritolerà e la calpesterà. Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e  dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re e proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno  dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo.

Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e  distrutto completamente. Allora il regno, il potere e la grandezza di  tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi  dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno  e obbediranno. Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel  cuore”.

Quest’uomo è Cristo Gesù. Nella sua umanità egli riceve questi poteri divini. Anzi la sua umanità è rivestita di virtù divine. La profezia è chiara: “Dio gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto”.

Presentando Gesù come il Figlio dell’uomo secondo la profezia di Daniele, troviamo già la prima verità: nessuno potrà distruggere il regno di Cristo Gesù. Se nessuno lo potrà distruggere, nessuno si deve lasciare ingannare dalle apparenze.

Le apparenze sono la storia di persecuzione e di morte inflitta ai discepoli di Gesù. La realtà è il trionfo di Cristo su ogni potenza sia della terra che del cielo, sia nel secolo presente che in quello futuro.

“Figlio dell’uomo”, è stato l’unico titolo che Gesù si è dato lungo tutto il corso della sua vita pubblica. Era l’unico titolo non inquinato di colorazione politica, come invece era l’altro: “Figlio di Davide”.

Nei Vangeli questo titolo. “Figlio dell’uomo”, si identifica con Gesù stesso. Gesù è il Figlio dell’uomo”.  Da puntualizzare che questo titolo compare solo nei Vangeli, sulla bocca di Gesù. Una volta solo sulla bocca di Stefano (Atti). Poi non comparirà mai più in tutto il Nuovo Testamento.

“Gli rispose Gesù: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8,20).

“Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua” (Mt 9,6).

“Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo” (Mt 10,23).

“E` venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere” (Mt 11,19).

“Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato”  (Mt 12,8).

“A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro” (Mt 12,32).

“Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt 12,40).

“Ed egli rispose: Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo” (Mt 13,37).

Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità” (Mt 13,41).

“Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?” (Mt 16,13).

“Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni” (Mt 16,27).

“In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno” (Mt 16,28).

“E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti” (Mt 17,9).

“Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro” (Mt 17,12).

“Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini” (Mt 17,22).

“E` venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era perduto” (Mt 18,11).

“E Gesù disse loro: In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, sederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele” (Mt 19,28).

“Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte”“(Mt 20,18).

“Appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28).

“Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo” (Mt 24,27).


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