CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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I POPOLI MEDIO-ORIENTALI

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2010 17:44
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02/05/2010 17:34
 
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CASSITI

Le fonti storiche ci raccontano del popolo dei Cassiti, di origine asiatica, provenienti dalle montagne nord-iraniche e paragonabili ai barbari di età romana, che intorno al 1700 a.C. si stabilirono approssimativamente nell’area corrispondente all’Assiria e al nord di Babilonia, ingaggiando diverse lotte con il grande Hammurabi. Essi ebbero anche un periodo di dominazione nella regione babilonese, detto "dinastie di età cassita", che andò dal 1530 a.C. al 1080 a.C. ed ebbe come re: Agumkakrime, Karaindas, Kurigalzu I e II, Burnaburias II . Tale popolo venne sconfitto dagli elamiti, che, in segno di vittoria, portarono la statua del dio Marduk da Babilonia a Susa.


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EBLAITI

Nel 1964 presso Tell Mardikh, in Siria, un'equipe di archeologi italiani iniziò una campagnia di scavo che portò alla luce, nel 1968, i resti della città di Ebla.

Più di 15.000 tavolette e numerosi resti di palazzi reali, tra cui ricordiamo la famosa Corte delle Udienze , emersero dal deserto. La scrittura impiegata era quella cuneiforme dei Sumeri, che ebbe un proprio sviluppo. L'importanza del tutto particolare della misteriosa cittá nord-siriana sta soprattutto nel fatto che si tratta di uno dei rarissimi centri urbani del III millennio a.C. tra l'Eufrate e il Mediterraneo ad essere menzionato nei testi contemporanei di Mesopotamia e d'Egitto. Fu il centro delle culture proto-siriana e proto-sumera.


Oltre Mari e Tuttul sull'Eufrate, in quest'area sono menzionate solo Yarmuti ed Ebla nelle iscrizioni di Sargon di Akkad. Ancora una volta di Ebla parlano le iscrizioni di Naram-Sin, successore di Sargon, sulla celebre stele di vittoria trovata a Susa, dedicata al dio solare Shamash a Sippar.


Un'iscrizione del grande re recita:
"Mai dalla fondazione dell'umanitá nessun re tra i re aveva preso Armanum ed Ebla...
Nergal aprí la strada di Naram-Sin, il forte, e gli diede Armanum ed Ebla; gli offrí anche Amano, la Montagna dei cedri e il Mare Superiore ".

Ebla era una delle pochissime grandi cittá che controllavano politicamente e militarmente il "Paese Superiore". Chiamavano così la valle dell'Eufrate e l'alta Siria, con chiaro riferimento al corso del grande fiume che scende dalle montagne anatoliche verso la piana alluvionale della Mesopotamia meridionale.



Ebla conobbe un florido periodo di ricchiezza ed esercitò il predominio su una zona limitrofa in cui si trovavano Karkemish, Kharran, Armi, Emar, Damasco, Hama , Ugarit e Biblo, dunque parte della Siria e Fenicia. Numerosi furono i commerci con la regione del Sumer e le città locali.

Tra i sovrani ricordiamo Igrish-Khalam, Irkab-Damu, Arrulum, Ibrium, Ibbi-Zikir e Ishar-Damu. A tale proposito ricordiamo che la documentazione, seppure ricca, non offre molte indicazioni circa l'attività reale ed il potere ad esso conferitogli. Anche in questa popolazione c'era una diversa struttura sociale che vedeva ai vertici la famiglia reale e quella sacerdotale.

Venivano venerate divinità diverse da quelle sumere, a testimonianza dell'indipendenza da questi ultimi. La grande divinità di ebla era KU.RA., su cui vi sono varie ipotesi. La più accreditata ci dice che questo nome rappresenta la dea Shala, da cui nasce Ishtar, legata ad Hadad, dio della tempesta.

Vi sono poi il dio della giustizia Utu e la dea Idabal, progenitrice di Bal.

Numerose furono le attività: lavorazione dell'oro, commercio, lavorazione dei tessuti, produzione di ceramica e statue, istruzione, diffusione della cultura, attività di scriba.


Nel 2400 a.C. subì devastazioni da parte di Sargon, successivamente fu il nipote, Naram-Sin a distruggerla. Venne assoggettata per un periodo alla città di Mari e subì l'influenza della siriana Aleppo, cadendo sotto il controllo amorreo. Poi fu la volta degli Hyksos che la assoggettarono. Infine, verso il 1600 a.C., la città tramontò definitivamente ad opera degli Ittiti .


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EDOMITI

Conosciuti come i discendenti di Esaù, fratello di Giacobbe, figlio di Isacco. Si stabilirono a sud della Giudea, in prossimità dell'Egitto. Popolo di pastori, agricoltori e commercianti, sufficientemente armato, in grado di difendersi da solo dalle minacce esterne.

Il centro principale fu la città di Elat.

Fu un notevole centro commerciale fin dall'antichità, anche se non si hanno particolari notizie all'infuori degli accenni biblici e dei reperti archeologici.

Essi rivelarono cinque periodi di occupazione che vanno dal X al V-IX sec. a.C. Vennero alla luce anche delle installazioni per la lavorazione del rame, risalenti al tempo di Salomone.

Insieme ad Elat viene menzionata anche Ezion Gheber, luogo di probabile origine fenicia e centro di grande commerci con l'Arabia. Le due località erano probabilmente tanto vicine da formare un solo agglomerato.La località ebbe un'importanza maggiore al tempo di Salomone, quando il re vi costruì una flotta per il commercio con l'Oriente,in Ezion Gheber,cioè Elat, sulle rive del Mar Rosso.

Da qui giungevano alla corte di Gerusalemme l'oro, l'avorio,le pietre preziose e il legno di sandalo.Vicino alla città di Elat vi erano anche le cosiddette Miniere di Salomone.



EDOM IN EPOCA BIBLICA

La località di Elat è ricordata nella Bibbia insieme con Ezion Gheber.

Nel viaggio verso la Terra Promessa, dopo il fallito tentativo di entrare nel paese di Canaan dal sud, gli Ebrei passarono oltre " il paese dove abitavano i nostri fratelli, i figli di Esaù ( Edomiti), lungo la via dell'Araba per Elat e Ezion Gheber ".

La Bibbia ricorda il tentativo di Giosafat di costruirvi le " navi di Tarris" per cercare l'oro nel favoloso paese di Ofir. Amazia sottomise gli Edomiti che abitavano nella regione e suo figlio Azaria (Ozia) fortifico Elat che lui stesso aveva riconquistato.

Durante il regno Acaz, essa fu definitivamente persa: Il re Edom riconquistò Elat, ne scacciò i Giudei e tornarono ad abitarvi gli Idumei fino ad oggi.

Le bibliche città gemelle Eliat-Ezion Gheber con l'adiacente spiaggia del Mar Rosso, da tempi immemorabili, marcavano l'estensione in larghezza dell'estremo sud della terra d'Israele, mentre il Mediterraneo, conosciuto dalla Bibbia come Mare dei Filistei, ne indicava il confine occidentale: "Metterò i tuoi confini dal Mar Rosso fino al Mare dei Filistei "( Es 23,31).


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ELAMITI

Ad est della Caldea c’è il territorio dell’Elam con capitale Susa, il cui popolo sarà sempre in lotta con gli assiri e diventerà alleato dei babilonesi. Essi gestiranno il controllo della Persia sud-occidentale per diverso tempo e saranno protagonisti della storia babilonese.

Gli elamiti furono famosi per la produzione di ceramica.


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FENICI

Verso il 1800 a.C. sulle coste libanesi, già abitate dai Cananei, si presentò il "popolo del mare", risultato di una migrazione nord europea che, conquistata la Grecia, in particolare la civiltà micenea, per mezzo dei Dori, si riversò su Creta, luogo di altra florida cultura, e su Cipro. Da qui ci fu una invasione delle coste libiche, fino a quelle egiziane, dove Ramsete riuscì ad ottenere un vittoria. I popoli del mare, o anche Khreti e Plethi (Cretesi e Dori), si assestarono in Cananea, fondando, alcuni, la Filistea; altri, amalgamandosi con le popolazioni locali, diedero luogo alla civiltà fenicia. Inoltre una parte di questa migrazione dalla Grecia si diresse presso gli Ittiti, sconfiggendoli e da qui in Mesopotamia.

Siamo intorno al 1500 a.C., nasce la città di Tiro che diventa più importante di Biblo. In questo periodo i navigatori cananei cominciano ad avere navi più robuste, impiegando il legname ed il cedro libanese, ed a percorrere rotte più lunghe (fino ad allora si viaggiava lungo la costa). Questo cambiamento è dovuto senz’altro ad una contaminazione da parte dei popoli del mare. Israele ingaggerà dure lotte contro la Filistea (basti ricordare l’episodio di Davide e Golia), mentre con i fenici avrà sempre un rapporto pacifico ed improntato su un carattere commerciale.

I fenici saranno un grande popolo di mercanti e fondarono colonie in tutto il Mediterraneo ed oltre. La loro civiltà sopravvisse alle varie dominazioni.

Per ulteriori dettagli, si rimanda all' apposita sezione.


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FILISTEI

Intorno al 1800 a.C. sulle coste libanesi si presentò il "popolo del mare", risultato di una migrazione nord europea che, conquistata la Grecia, in particolare la civiltà micenea, per mezzo dei Dori, si riversò su Creta, luogo di altra florida cultura, e su Cipro. Da qui ci fu una invasione delle coste libiche, fino a quelle egiziane, dove Ramsete, faraone egizio, riuscì ad ottenere un vittoria.

I popoli del mare, o anche Khreti e Plethi (Cretesi e Dori), si assestarono in Cananea, fondando, alcuni, la Filistea; altri, amalgamandosi con le popolazioni locali, diedero luogo alla civiltà fenicia. Inoltre una parte di questa migrazione dalla Grecia si diresse presso gli Ittiti, sconfiggendoli e da qui in Mesopotamia.

Israele ingaggerà dure lotte contro la Filistea (basti ricordare l’episodio di Davide e Golia), mentre con i fenici avrà sempre un rapporto pacifico ed improntato su un carattere commerciale.


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ITTITI

Popolazione dell'anatolia che fondò un vasto impero intorno al 1500 a.C. che comprendeva la Turchia, la Siria e parte della Mesopotamia. Venne distrutta dall'avvento dell'invasione dei Popoli del Mare, che stabilirono in Anatolia la popolazione dei Frigi . Valorosi guerrieri, furono conosciuti in tutto il mondo medio-orientale.

Giunse a contendere il potere all'Egitto ed annoverò tra i suoi re Suppiliulumas. Per maggiori dettagli si può consultare l'apposita sezione.


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GIUDEI

Popolazione di origine semita che ebbe il proprio fulcro in Gerusalemme, più volte distrutta dalle varie dominazioni. La prima comparsa fu intorno al 2000 a.C. a seguito di mescolanze con altre popolazioni locali.

Furono ostili e subirono le dominazioni Babilonesi, Persiane, Egiziane e Romana. Notevoli furono i commerci con i Fenici e con le altre popolazioni limitrofe. Il massimo splendore fu raggiunto con il re Salomone che, portando avanti la leggenda di Davide, costituì un regno florido.

Vivevano prevalentemente di pastorizia.


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GUTEI

Dal 2150 a.C. al 2050 a.C. Sumer subì l'invasione dei Gutei, popolazione barbara di origine armena, che depredarono tutte le città e mieterono vittime. I sargonidi non seppero resistere all'invasione e persero il loro regno: Accad venne distrutta.

Vi furono alcuni ensi che collaborarono con i Gutei, altri, come quello di Uruk, che vi resistettero.

La rivolta sumera partì proprio da Uruk con il re Gudea, noto nella leggenda come Utukhengal, che dopo 100 anni di lotta respinse la popolazione barbarica, governata dal re Tirigan.

Egli regnò in pace un paese già dilaniato dalle numerose guerre.
Pedro

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02/05/2010 17:35
 
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MARII

Nel 1933 presso Tell Hariri, zona desolata e pietrosa della Siria Orientale, a poca distanza dalle rive del fiume Eufrate fu portata casualmente alla luce la statua che rappresentava la divinità di Ishtar Virile. Appena un anno dopo gli scavi riportarono alla luce la città di Mari .



Mari era una città di cultura mesopotamica, fondata dai proto-sumeri attorno al 2500 a.C. e successivamente abitata da una popolazione di stirpe Amorrita. La città era antichissima, grande e potente. Subì l'incursione degli Ittiti e di Sargon di Accad.

Posta in una posizione geografica eccezionale, controllava tutti i traffici commerciali che dalla Mesopotamia menavano all’area Mediterranea, l’Egitto, la Palestina, l’Anatolia. Questa posizione strategica la portò in conflitto nel XVIII sec. a.C con la nascente potenza Assira sorta nell’alta valle del fiume Tigri.

La ricchissima città commerciale, i cui abitanti presero il nome di Marii, fondò una lega di resistenza anti-assira, all’interno della quale la maggiore alleata era Babilonia, del giovanissimo ed ambizioso Re Hammurabi, nascente potenza della Mesopotamia Centrale, che scacciò l’esercito invasore e sembrò assicurare a Mari altri secoli di prosperità e ricchezza.

Pochi anni più tardi, nel 1759 a.C., l’antico alleato colpiva a tradimento la città, già in cronica decadenza, e le truppe di Hammurabi davano alle fiamme i palazzi e i palmeti di Mari, dopo un furioso saccheggio, non potendo tollerare che un’altra città che non fosse la loro controllasse la via per il Mediterraneo. In breve tempo, il nome di Mari, città sacra alla dea Ishtar, scomparve dalla Storia e dalla memoria degli uomini.

Tra i re ricordiamo Iku-Shamagan, Ishtup-Shar, Iplul-Il, Enna-Dagan, Iku-Shar, Khida'ar.


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MEDI

Ad est della mesopotamia si erge la Media, con capitale Ectabana, la quale manterrà un’indipendenza dal 728 a.C. al 550 a.C.. Essa, sotto la guida del re Ciassarre , alleandosi con Babilonia, segnerà la fine del regno assiro, conquistando la città di Ninive. Nello stesso tempo gestiva il controllo di tutto il Parsua, la regione comprendente la Persia.

Successivamente, da controllore della Persia, passerà ad essere controllata, subendo l'ascesa di Ciro il Grande .

Ciò avvenne sotto il re Astiage, di cui Ciro era il nipote.


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MITANNI

Popolazione posta a nord della Mesopotamia, di cui si ricorda il re Tushratta che aveva contatti con i regnanti egiziani ed ittiti. Questo popolo trae origine dagli Hurriti, provenienti dalle regioni caucasiche che avevano come centro principale la città di Urartu.


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NABATEI

I Nabatei erano in origine delle tribù nomadi del deserto dell’Arabia che verso il VI sec. a.C. si installarono nella regione a sud oltre il Mar Morto. Sembra sia stata l’invasione della Palestina da parte di Alessandro Magno con gli sconvolgimenti politici che essa comporto, a spingere queste tribù a penetrare nel Neghev. Esse stabilirono subito delle strade carovaniere per il commercio fra Gaza e il Mar Rosso con la loro capitale, Petra. Le strade che provenivano dall’occidente si incontravano ad Avdat e proseguivano su un’ampia carovaniera verso Petra; il commercio era infatti la principale occupazione dei Nabatei.

L’epoca nabatea è testimonianza ad Avdat da rinvenimenti di ceramiche. La scala che dalle rovine della città sale all’acropoli, è dello stesso periodo. Furono rinvenute anche delle iscrizioni per lo più a carattere dedicatorio e delle statuette di animali e di uomini.

Nel 106 d.C., L’imperatore Traiano mise fine al regno nabateo annettendolo all’imperatore romano; Avdat fu incendiata e completamente distrutta.

Se ne iniziò la ricostruzione solo agli anziani del III sec. d.C.; sono di quell’epoca due templi dedicati a Giove e ad Afrodite; attorno alla necropoli sorse il quartiere residenziale.

Immagini di .... PETRA


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PERSIANI

L’origine del popolo persiano è varia e composita, frutto di un processo di integrazione tra popolazioni autoctone e diversi processi migratori a carattere indoeuropeo.

L’attuale altopiano dell’Iran, che anticamente era conosciuto come Persia (dal nome della regione iranica Parsa), è stato sempre ricco di minerali e di beni di prima produzione, soprattutto a carattere industriale. Inoltre, ha rappresentato un luogo di incontro e di passaggio obbligato per i ricchi commerci tra il Mediterraneo e l’India, tra l’Arabia e la Cina.

I persiani hanno dato vita ad un grandissimo impero, che nel corso dei secoli, ha conosciuto diverse popolazioni dominatrici, tutte comunque di origini iraniche, che ha condiviso il potere sul mondo con Roma e che ha dato vita ad una splendida arte e ad una moltitudine di religioni, che si sono diffuse in tutto il mondo.

Nel II millennio compaiono le prime migrazioni indoeuropee che hanno influenzato, seppure debolmente, le regioni iraniche, le quali hanno sempre trovato una valida difesa nella conformazione geografica del paese.

Nel I millennio a.C. si verifica l’incursione dei popoli del mare che devastano tutto il mondo conosciuto, in particolare l’Asia Minore, la Grecia e l’area siro-palestinese. Tale migrazione penetra prepotentemente anche nella regione iranica, formando una popolazione conosciuta come indo-iranica, che ha molte affinità con quella celtica presente in Europa. La città principale è Siyalk, già conosciuta nei millenni precedenti. Si verificano diverse lotti tra i nobili che provocano divisioni tra le varie popolazioni iraniche.

Era necessaria l’unità dunque. In particolare la Persia, con capitale Pasargade, è sotto il dominio della Media, con capitale Ectabana. In questo periodo l’Urartu, con il re Rusa I, vedrà un periodo di predominio in queste regioni.

In questo quadro di lotte tra popolazioni, si inseriscono anche le migrazioni degli Sciti e dei Cimmeri, che sono citati anche nella Bibbia. In particolare i primi conquistano la Media e parte dell’Assiria, apportando continue razzie e devastazioni, ma anche un patrimonio culturale soprattutto nel campo scientifico e religioso.

Il primo re che caratterizza la supremazia persiana è Achemene (che darà origine alla stirpe achemenide), che intorno al 700 a. C. fonda un piccolo principato in seno al regno elamita. Approfittando della guerra tra Assiria ed Elam, i Persiani, attraverso il re Tepsi (675 – 640 a. C.) consolidano il dominio su altri territori. Il regno viene diviso tra i due eredi Ariaramne (640 – 590 a. C.), a cui spetta il regno del Parsa, e Ciro I (640 – 600 a. C.) che regna sul Parsumash.

La Media, con il re Ciassarre, vince su Ninive e l’Assiria ed ingloba nel suo regno anche i due potentati persiani. Intanto Babilonia, alleata della Media, ha il predominio sull’Elam. Ad Ariaramne succede Arsame, mentre nell’altro regno ha il potere Cambise I, il quale sposò la figlia di Astiage, re della Media, ed ebbe come figlio Ciro il Grande, che, riunificati i regni, rivalutò la capitale Pasargade.

Questi, succeduto al padre, avrà come alleate le diverse popolazioni iraniche e desterà sospetti nel nonno, il quale gli muoverà guerra, perdendo. Nasce così il regno persiano, che, nel corso dei secoli, fino al 651 d. C., prenderà diversi nomi, in funzione delle popolazioni iraniche che avranno il predominio.

Si rimanda a l'apposita sezione.


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SARGONIDI

E' l'altro nome con cui sono noti gli Accadi.


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SIRIANI

Popolazione composita di origine semita-amorrea che fece la prima comparsa intorno al 2000 a.C.

Occuparono una zona strategica compresa tra l'Anatolia e la Fenicia, molto vicina all'Egitto, a cui furono sottomessi per diverso tempo. I centri principali furono la città portuale di Ugarit, luogo di commerci e di scambi, la città di Aleppo, crocevia di carovane, la città di Damasco, luogo di cultura e religiosità e Karkemish, città di frontiera, prossima a Sumer.

Ricordiamo inoltre la città di Palmyra, colonia romana di cui oggi si conserva un interessante sito archeologico.


Abili mercanti, conobbero ricchezze e furono soggetti a numerose guerre. Subirono diversi domini e contaminazioni culturali: Sumeri, Babilonesi, Ittiti, Popoli del Mare, Assiri, Persiani, Greci, Romani.

Tuttavia conservarono una propria cultura e religione, denominata appunto cultura siriana. .


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SUMERI

La civiltà dei Sumeri colloca le proprie origini in un periodo antecedente al 3000 a.C., prendendo il posto della cultura derivante dalla cosidetta "Gente di Obeid", popolazione nomade che si era stabilita nella parte sud-orientale della Mesopotamia (la terra tra i due fiumi), presso il villaggio di El Obeid , regione ricca di acqua, ma anche di inondazioni. Oggi tale regione è caratterizzata dalla presenza dello Shatt el-Havy, un canale che unisce i due fiumi mesopotamici. La città più importante fu Eridu.

Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui sumeri significa portatori di coltura.

Intorno al 3000 a.C. si assiste ad una migrazione del popolo sumero, proveniente dalla regione montuosa che comprende gli attuali Iran ed India, verso la regione meridionale mesopotamica caratterizzata da frequenti inondazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate le quali formavano paludi. A questa si unisce anche un flusso migratorio proveniente dal Mar Caspio, dunque di estrazione scita.

Viene fondata la città sacra di Uruk, che prese il posto di Eridu. Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.

Nel periodo che va dal 3000 al 2600 a.C. circa la città di Uruk domina la scena politica sumera. Nascono altre città come Ur, Lagash, Nippur, Kish, Eridu, Larsa, Umma, Isin . Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.

Per ulteriori dettagli si può consultare l'apposita sezione.


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URARTU

Popolazione degli Hurriti, proveniente dalle regioni caucasiche che avevano come centro principale la città di Urartu, che diede origine al regno di Urartu, corrispondente all'attuale Armenia. Gli urarti conobbero un periodo di dominazione della regione corrispondente al nord dell'Iran e conservarono sempre una propria indipendenza, favoriti anche dalla conformazione geografica del territorio, ricco di montagne e vallate fertili.

Intorno al 1700 a.C. gli hurriti sottomisero un po’ tutta la mesopotamia ed invasero anche il regno anatolico degli ittiti. Dagli hurriti hanno avuto probabilmente origine gli Hyksos, popolazione che conquistò l’Egitto e sotto la quale gli ebrei si trasferirono sul delta del Nilo.
Pedro

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ARABI





ORIGINI

ARABIA PRE-ISLAMICA

MAOMETTO

ARABIA ISLAMICA

ESPANSIONE ARABA
ISLAMISMO

ISLAM e SCIENZA

CALIFFATI

LE CROCIATE

LA LINGUA ARABA



Pedro

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Le Origini


Gli antichi egiziani davano a questi nomadi semiti che si aggiravano attorno all'Egitto il nome di "vagabondi delle sabbie" o Ara-Bar. Dunque sono tutti Ara-Bar quelli che poi si chiameranno poi Ebrei e Arabi.
E' piuttosto difficile separare l'etnia degli Ebrei e degli Arabi. Erano entrambi due popoli semiti. Secondo la Bibbia, il nome Ebreo discenderebbe da Eber, a sua volta discendente da Sem figlio di Noè (il capostipite dei popoli semiti) e antenato di Abramo, il comune patriarca delle due religioni: dell'ebrea, che sarebbe discesa da Isacco figlio di Abramo e di Sara; e la Musulmana, che (secondo Maometto) sarebbe discesa da Ismaele figlio dello stesso Abramo e di un'altra moglie alla quale il patriarca si era unito su consiglio della stessa Sara, dal momento che nei primi anni essa non era riuscita a dargli un figlio.

Il testo biblico stabilisce così una parentela strettissima fra ebrei e arabi. E secondo alcuni studiosi ebrei e arabi si avvicinano ai misteriosi habiru, o agli aramei, nomadi presenti un po' in tutto il vicino Oriente fra il 2000 e 2200 a.C.

Una separazione più che "divisione" di questi due popoli, avviene quando una parte della discendenza di Abramo, divenuta troppo numerosa, si reca in Egitto dove vive pacificamente. Cambiata la situazione politica sotto i faraoni Ramesete II e Meneptah, questo popolo vittima di persecuzioni, sotto la guida di Mosè decise di tornare in Palestina, dove consolidò un regno con il vincolo religioso fra le stirpi dei due rami. Infatti anche gli arabi di oggi riconoscono Mosè come profeta; e si danno anche il suo nome: Moslen.

Questo per quanto riguarda gli Ara-Bar (nomadi) che vivevano a nord, mentre quelli sedentari, vero cuore dell'Arabia erano sulle sponde del golfo Persico, nell'Oman e nello Yemen.
Alcune tribù anche in questi anni si spostano nel settentrione, verso la Palestina; troveremo alcune di queste tribù (che divennero poi famose - Aws e Khazraj, ) nell'oasi-piantagione di Yathrib (Medina) e alla Mecca (la tribù dei Quraysh, anche questi diventati sedentari)

Secondo alcuni studi archeologici, le prime formazioni politiche arabe risalgono al V secolo a.C. con i regni dei Minei e dei Sabei, nella penisola arabica, nel cui centro si stanziarono tribù nomadi, mentre a sud si formarono insediamenti di tipo agricolo-mercantile.


SABEI e MINEI

I Sabei furono i primi arabi che si accostarono alla civiltà. Essi appaiono nelle tarde iscrizioni cuneiformi, mentre il più antico riferimento nella letteratura greca è nella HISTORIA PLANETARUM di Teofrasto (228 a.C.). La prima patria dei Sabei, si trovava nell'angolo sud-occidentale della penisola. La fertilità del territorio favorita dalla pioggia, la sua vicinanza al mare e la sua posizione strategica sulla via dell'India, furono fattori determinanti del suo sviluppo. Vi si producevano spezie, mirra ed altri "aromata" come l'incenso, che venivano utilizzati per condire cibi o per essere bruciati nel cerimoniale di corte e nel rituale religioso. Il commercio di questi prodotti, non privo di difficoltà, lungo la rotta che attraversava il Mar Rosso, spinse i Sabei ad aprirsi una strada terrestre tra lo Yemen e la Siria, lungo la costa occidentale passando attraverso la Mecca e Petra.

Lungo questo percorso furono fondate parecchie colonie sabee, dalle quali forse provenivano i Sabei che figurano nei documenti assiri ed ebraici ( la Regina di Saba ). I Sabei erano il ramo più illustre dell'intera famiglia dell'Arabia meridionale di cui facevano parte anche i Minei; i regni che essi fondarono non ebbero mai carattere militare, iniziati sotto forma di teocrazia, finirono poi come dinastie laiche. Il periodo sabeo, secondo la scuola arabista che sostiene la cronologia bassa, durò dal 750 a.C. al 115 a.C.



Pedro

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02/05/2010 17:38
 
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La REGINA di SABA


Chi era realmente la regina di Saba, era solo una figura mitica?

Se fosse così, cosa ha alimentato l’incredibile leggenda che la circonda?

Gli arabi la conoscevano come la regina Bilquis, gli etiopi la chiamavano Macheda, per gli ebrei e i cristiani è la regina di Saba. La regina venne a conoscenza della fama di Salomone e si recò a Gerusalemme per conoscerne la saggezza. Arrivò con un gran seguito e con cammelli carichi di spezie. La storia della regina di Saba probabilmente ha origini giudee, ma esiste anche una versione persiana, la troviamo anche nel Corano difatti gli arabi affermano che credesse nella grandezza di Halla.

In nessuna parte del Mondo la leggenda della regina di Saba è più viva che in Etiopia. Per questo popolo rappresenta il mito fondamentale della loro civiltà. La storia tramanda che Saba, regina di Axum, aveva sentito decantare la saggezza del re Salomone e volle fargli visita per mettere alla prova la sua sapienza proverbiale.

Dalla visita a Gerusalemme, avvenuta tra il 1000 ed il 950 a.C. vi è menzione nel Talmud ebraico, nella Bibbia - Antico Testamento, nel Corano ed ovviamente nel Kebra Nagast, Gloria dei re che è il libro fondamentale per la storia dell'impero degli altopiani, elaborato in Etiopia nel XIV secolo.

La storia dice che la regina di Saba recatasi dal potente re Salomone per sottoporgli alcuni enigmi per sondare le capacità tanto decantate del sovrano, ne rimase affascinata. Dall'unione del re Salomone con la regina, fu concepito Menelik, il cui significato intrinseco è "Figlio dell'uomo saggio" che portava nel sangue le tracce di una ascendenza divina e che sarebbe stato il capostipite di una stirpe salomonica; da qui nasce il fatto che gli Etiopi siano una un popolo eletto. Menelik, cresciuto e divenuto re, fece proprio il simbolo del leone di Giuda che innalzò a simbolo del proprio regno. Divenuto adulto, volle far visita al presunto padre Salomone e quando fece ritorno ad Axum, trafugò o gli fu affidata, l'Arca dell'Alleanza.

Essa non arrivò con Menelik ad Axum, ma impiegò qualche secolo dopo un lento peregrinare in terra d'Egitto. Questo avvenimento è ricordato con i lenti ed esasperanti riti che la Chiesa Copta etiopica celebra in onore dell'Arca in occasione di Ghenna e Timkat che sono il Natale e l'Epifania del rito copto. Le feste di celebrazione di queste due ricorrenze fanno rivivere lo splendore di quelle che furono le corti di Gerusalemme ed di Axum.

La regina visse a circa 120 Km da Sana'a, capitale dello Yemen. Ad est di Sana’a, a Marib che era la capitale dell’antica Saba. Marib era situata nel punto in cui si incrociavano le carovane che trasportavano incenso in direzione del mar Rosso e l’intera regione con il passare degli anni, a causa dei fortunati e fiorenti commerci, prese il nome di Arabia Felix. Poche le tracce nella città per svelare il mistero che circonda la regina di Saba, se veramente è esistita si pensa che possa essere vissuta a Marib, al centro del deserto, circondata dallo splendore di grandi templi e palazzi.

A quattro Km. da Marib ci sono delle colonne (cinque) che si ergono dal deserto, le colonne fanno parte del tempio di Bar’an, per la gente del posto è il tempio della regina di Saba e le colonne fossero il sostegno posteriore del trono della regina, era un tempio sabeo devoto ad Almaqah, Dio della Luna. Molto meglio conservato ma completamente insabbiato, è il tempio Mahran Bilquis (otto colonne) riportato alla luce nel 1952, quando iniziarono degli scavi. Gli archeologi ne scoprirono l’entrata e la sagoma di una grande struttura che probabilmente aveva nell’antichità un tetto piatto di bronzo, il tempio aveva la forma di un’enorme ellisse di 117 metri di larghezza.

Sempre secondo la leggenda, la Regina regnava su un dominio di grande ricchezza, oggi questo non sembrerebbe possibile in una terra così desolata e arida. Fu costruito un grandioso sistema d’irrigazione che fece del deserto un giardino, l’acqua proveniva dalla grandiosa diga di Marib, lunga 640 metri ed alta 11 situata in pieno deserto in fondo allo Wadi Adhana. Gli archeologi hanno scoperto che la diga, di cui ancora è evidente la struttura, sia stata costruita nel sesto secolo avanti Cristo, cioè 400 anni dopo il leggendario regno di Saba, ma sono state scoperte tracce di una precedente struttura più antica di qualche centinaia di anni.
Pedro

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02/05/2010 17:38
 
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L'Arabia Pre-Islamica


Per capire a fondo i contenuti dell'Islam è importante conoscere, sia pur brevemente, ciò che fu l'Arabia, penisola dell'Asia sud-occidentale, prima dell'avvento di Muhammad. Questa premessa appare necessaria in quanto l'epoca pre-islamica è stata profondamente diversa, da tutti i punti di vista, dalla civiltà arabo-musulmana che l'ha seguita. Prima del 622 d.c., data che corrisponde all'anno 1 dell'Egira ( fuga di Muhammad e dei suoi seguaci dalla Mecca a Medina ), non esisteva una nazione vera e propria, ma un sistema tribale.

Da tempi remoti gli Arabi abitavano questa terra arida e immensa. Terra grande come un terzo dell'Europa, ma poco popolata e in parte desertica a causa della scarsità delle piogge. Gli Arabi impararono a cercare l'acqua in profondità scavando pozzi, ma quando questa talvolta sgorgava da una sorgente, allora appariva l'oasi, stupenda di verde. Il nomadismo pastorale era il genere di vita che tali condizioni ambientali imponevano. Già da duemila anni prima di Cristo era stato addomesticato il cammello, la cui adattabilità al deserto è ben nota. Il latte di cammella e i datteri coltivati nelle oasi, dove vivevano pochi sedentari, costituivano il cibo dei Beduini. Alcune popolazioni semi-nomadi coltivavano cereali, legumi e frutta, ma solo se le condizioni climatiche lo permettevano. Queste popolazioni vivevano in stretto rapporto e avevano bisogno le une delle altre. Le relazioni tra di loro erano generalmente pacifiche e di natura economica. Il cammello, animale resistente e veloce poteva portare carichi pesanti. Le carovane raggiungevano le zone più fertili dell'Arabia del Sud, caricavano le merci prodotte localmente e quelle che provenivano dall'India, dall'Africa e dall'Estremo - Oriente per poi rivenderle nell' Arabia del Nord e nel Medio Oriente. I Beduini facevano pagare un dazio per il transito delle carovane sul territorio da loro controllato.

Su scala territoriale più ristretta tra nomadi e sedentari avvenivano parecchi scambi. Numerosi mercati e fiere costituivano occasione di incontro e talvolta presso un'oasi o un santuario assumevano un carattere permanente. Nascevano così città disseminate nel deserto oltre a quelle che sorgevano nelle oasi. Nelle città le strutture sociali erano simili a quelle dei nomadi. Le cellule di base erano le sotto-tribù o clan, piccoli gruppi umani il cui numero era stabilito dalla legge della necessità vitale. Più clan formavano una tribù. Queste relazioni erano perlopiù pacifiche, ma la miseria di cui spesso soffrivano questi gruppi arabi, rendevano abbastanza frequenti le razzie (ghazwa) per impossessarsi delle ricchezze, spesso relative, dei più fortunati. Le regole delle razzie erano codificate dall'uso: si cercava ad esempio di non uccidere mai, perché l'omicidio comportava gravi conseguenze. Non vi erano leggi scritte, poiché mancava uno Stato che le imponesse con la forza, ma ciascuno sapeva a quali conseguenze andava incontro in caso di omicidio. " Occhio per occhio, dente per dente ". La vendetta (ta-ar) era uno dei pilastri della società beduina e si basava sull'egalitarismo tribale. Ogni gruppo sceglieva un capo la cui autorità dipendeva esclusivamente dalle sue qualità personali e umane. Il disaccordo di un solo membro su una decisione importante poteva rimetterla in discussione.

Naturalmente c'erano tribù più ricche e tribù più povere, ma generalmente questa situazione non era mai definitiva, bastava un periodo di siccità per ritornare brutalmente allo stato di miseria e di eguaglianza. Le arti non avevano grande spazio in questa società sempre in movimento ad eccezione dell'arte della parola. Gli Arabi ammiravano l'eloquenza, gli uomini che sapevano utilizzare la parola (per dare un consiglio, per mettere fine ad una situazione imbarazzante). Ancor più ammirata era la poesia. La poesia cantava i temi universali dell'amore, della gioia, del dolore, ma ancor di più veniva usata per esaltare qualcuno o come satira, per colpire il nemico, per renderlo ridicolo e naturalmente riceveva sempre una replica. La religione non costituiva una grossa preoccupazione per i Beduini che dovevano ogni giorno lottare per sopravvivere. Credevano in una terra popolata da spiriti, generalmente invisibili, ma che si potevano manifestare sotto forma di animali, di alberi o rocce. Anche le divinità erano numerose, ma nessuna prevaleva sulle altre. Alcune avevano un carattere astrale come Venere e la dea del Sole, altre incarnavano nozioni puramente astratte come il dio dell'Amore o la dea della Morte. Nella città di Mecca il gran dio era Hobal, idolo in cornalina rossa. Per ottenere la protezione degli dei e degli spiriti si edificavano santuari, si facevano offerte, si ricorreva a sacrifici dapprima umani e in seguito di animali. Gli Arabi praticavano la divinazione attraverso il volo degli uccelli e la magia era diffusa. Temevano il malocchio e si proteggevano con amuleti. In realtà come è già stato fatto notare, queste tribù nomadi, disperse, fameliche, anarchiche seguivano un ideale morale che era loro peculiare, nella cui formazione la religione non era fondamentale. L'uomo modello possedeva nel suo grado più alto la " moruwwa", cioè la virilità che comportava la fedeltà al proprio gruppo, il coraggio, il rispetto alla parola data, il senso dell'ospitalità, la fierezza nel sopportare il dolore. Tutti questi valori non facevano riferimento a nessun aldilà. Per l'uomo il valore supremo era l'uomo stesso.

A Sud dell'Arabia si trovava un paese che, pur facendo parte della grande penisola, era molto diverso dal Nord. Gli antichi chiamavano questa terra l' "Arabia felice" ricca com'era di vegetazione e di bestiame. Bagnata dal mar Rosso e dal mar Persico, il clima era salubre, i porti numerosi e ricchi. Le sue montagne venivano raggiunte dai monsoni dell'Oceano Indiano, l'acqua non mancava e permetteva lo sviluppo dell'agricoltura. Vi crescevano la mirra e l'incenso e la produzione dei profumi era fonte di ricchezza. Questi Arabi del Sud che non si riconoscevano tali, parlavano una lingua vicina all'arabo, la loro civiltà era sedentaria e cittadina e si fondava sull'agricoltura e sul commercio. I loro Stati si chiamavano Saba, Qatabàn, Awsan, Ma'ìn, Hadramout ecc . . . Ogni Stato era diretto da una tribù dominante e privilegiata.

Gli Arabi del Sud erano maestri di architettura e avevano costruito sofisticati sistemi di irrigazione. Il grado di civiltà raggiunto era elevato e si dimostrava in tutte le arti. Erano molto religiosi e avevano innalzato molti templi amministrati da una classe di preti che godeva di grande considerazione. Gli dei e le dee che adoravano erano numerosi ed alcuni erano gli stessi degli Arabi del Nord. Tra queste popolazioni che vivevano sedentarie nel lusso, all'interno di Stati organizzati in modo complesso e i nomadi dai costumi qualche volta selvaggi, il contrasto era grande. Dopo il trionfo dell'Islam nel VI secolo dopo Cristo, gli Arabi del Sud furono rapidamente convertiti e tutti partirono alla conquista del mondo, ma il ricordo di questa brillante civiltà sopravvisse a lungo. La penisola arabica non era comunque quel paese impenetrabile che molti pensavano fosse, molte idee straniere, soprattutto ellenistiche, circolavano. Del resto lo si può notare nella lingua che, ben prima dell'avvento dell'Islam, presentava molte parole straniere. Le lotte dei grandi imperi bizantino e sassanide ebbe ripercussioni importanti sul mondo dei nomadi. La conquista dell'Arabia del Sud da parte degli Etiopici e poi dei Persiani significò l'inizio del declino di questa civiltà. Le guerre intestine tra i principi, così come le guerre straniere in cui era stata coinvolta, cambiò il ruolo dei Beduini. Essi potevano di nuovo farsi pagare più caro il ruolo di mediatori o di guida per il traffico terrestre. Vecchi Beduini sedentari da poco, si rivelarono abili uomini d'affari che potevano assumere la complessa organizzazione delle carovane. Le città prosperavano, soprattutto Mecca. Il processo di dissoluzione della società tribale iniziava.

Questa trasformazione economica comportava una trasformazione intellettuale e morale, non erano più le tradizionali qualità dell'uomo del deserto che portavano al successo, ma la capacità di condurre gli affari a buon fine. L'avidità si diffondeva, i legami di sangue diventavano meno importanti e cedevano il posto a quelli fondati su interessi comuni. I poveri e gli onesti soffrivano di fronte all'arroganza crescente dei nuovi ricchi, ma il vecchio ideale tribale attraverso il quale si poteva criticarli era morto. Nuovi valori si diffondevano. Le grandi religioni monoteiste e universaliste, giudaismo e cristianesimo presente nella penisola arabica, esercitavano il loro fascino. Da esse derivarono varie forme di religiosità sincretistica in cui trovavano ancora spazio motivi pagani, ma il cui orientamento era monoteista. Da ricordare a questo proposito il fenomeno dell' hanif, così venivano chiamate alcune persone religiose e oneste che professavano un monoteismo semplice senza riconoscersi nelle religioni esistenti. Fu in questo paese mobile e in crisi che Muhammad fece la sua apparizione.



Pedro

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02/05/2010 17:44
 
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Pedro

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