Melin
00venerdì 26 dicembre 2008 23:41
Immagini, segni ed oggetti...
Il dovere di conoscere Dio e il Suo piano per la redenzione umana, come pure chi
siamo noi, secondo quanto la rivelazione biblica ci insegna, impone a noi pure il dovere
di rendere culto a Dio esclusivamente nel modo in cui Egli ha stabilito.
Questo è un principio importante che può essere formulato in questo modo: «La
luce della natura mostra che c'è un Dio che ha signoria e sovranità su tutto, che Egli è
giusto e buono e che fa del bene a tutti. Perciò è degno di essere temuto, amato, lodato,
invocato, creduto e servito con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la forza.
Il modo accettevole di adorare il vero Dio, però, è stato rivelato da Lui stesso, e quindi
le forme della nostra adorazione sono limitate dalla sua volontà rivelata. Non è lecito
adorarlo secondo invenzioni e schemi umani, né secondo i suggerimenti di Satana, né
con immagini, né in altri modi non prescritti dalle Sacre Scritture» (Conf. di Westminster,
21:1).
La Parola di Dio afferma: «Avrai cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando;
non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai da esse» (Deuteronomio 12:32). Gesù
stesso rimproverava gli scribi ed i farisei con queste parole: «Invano mi rendono
un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini» (Matteo 15:9), ed
aveva affermato a chiare lettere che: «Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo
in spirito e verità» (Giovanni 4:24).
Immagini religiose. In chiara contraddizione con quanto affermato dalla Parola
di Dio, però, una vasta pratica diffusa nella nostra cultura insiste ad usare nel culto
immagini religiose, pratica variamente giustificata, ma inaccettabile di fronte al chia ro comandamento di Dio che dice: «Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna
delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai» (Esodo 20:4,5). «Non vi farete
idoli, non vi erigerete immagini scolpite o alcuna stele e non collocherete nel vostro
paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi difronte ad essa; poiché io sono
l'Eterno, il vostro Dio» (Levitico 26:1).
La tendenza a materializzare l'oggetto del culto fa parte della natura umana decaduta,
ed è tipica del paganesimo, sempre risorgente e variamente mascherato.
Un pane speciale? Altrettanto errato secondo la Parola di Dio è materializzare il
pane dell'Eucaristia come se Cristo fosse davvero presente in esso. La Scrittura ci dice
che l'Eucaristia è una semplice commemorazione dell'unico sacrificio di Cristo offerto
quel tempo per noi «Fate questo in memoria di me» (1 Corinzi 1:15,25) ed un annunzio
del suo valore salvifico. Quando Gesù diceva «Questo è il mio corpo» (Matteo
26:26 e paralleli), Egli parlava con un linguaggio figurato, d'altronde tipico per Lui
(diceva ad es. "Io sono la porta...", "Io sono la luce...", "Io sono la via, la verità e la vita",
"Io sono la vite" ecc.). Quando Gesù aveva fatto quel Suo famoso discorso (Giovanni
6:22 ss) indicando Sé stesso come pane della vita, ed aveva esortato tutti a
"mangiare della sua carne", i presenti ne erano rimasti scandalizzati, pensando che
Egli fosse impazzito, esortando all'antropofagia. Egli però parlava in senso figurato,
tant'è vero che al termine del Suo discorso, Egli osserva: «E' lo Spirito che vivifica; la
carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita» (Giovanni 6:63).
L'apostolo Paolo osservava altresì: «(Dio) ci ha resi ministri idonei del nuovo patto,
non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita» (2
Corinzi 3:6).
La dottrina generalmente nota come transustanziazione, secondo cui la sostanza
del pane e del vino viene trasformata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo
dopo la consacrazione da parte di un sacerdote o in qualche altro modo, è in contrasto
non solo con la Scrittura, ma anche con il buon senso e la ragione. Inoltre essa
sovverte la natura stessa del sacramento ed è stata ed è la causa di numerose superstizioni
e di grossolane idolatrie. Il principio stabilito dalla Scrittura è perciò il seguente:
«I partecipanti degni, che prendono esteriormente gli elementi visibili di
questo sacramento, li ricevono anche interiormente e spiritualmente per fede, realmente
e veramente, ma non carnalmente né corporalmente, e si cibano spiritualmente
di Cristo crocefisso e di tutti i benefici della sua morte. Il corpo ed il sangue di Cristo
non sono presenti né corporalmente né carnalmente in, con o sotto il pane ed il
vino, ma sono veramente ma spiritualmente presenti alla fede di chi crede in questa
ordinanza, così come gli elementi esteriori sono presenti ai loro sensi» (Conf. di Westminster,
29:7).
In positivo possiamo dunque affermare a proposito del culto che a Dio deve essere
reso, che «Fanno parte del culto religioso ordinario che si deve rendere a Dio: la lettura
delle Scritture con santo timore; la sana predicazione, e l'ascolto attento della
Parola, in obbedienza verso Dio, con intelligenza, fede e riverenza; il canto dei salmi
di tutto cuore; come pure la debita amministrazione e il degno ricevere dei sacramenti
istituiti da Cristo. A questi vanno aggiunti, da effettuarsi in diversi tempi e stagioni,
in modo santo e religioso: i solenni digiuni, e i rendimenti di grazie in occasioni speciali
» (Conf. di Westminster, 21:5).
Melin
00venerdì 26 dicembre 2008 23:42
Un'acqua che lava i peccati? La tendenza non biblica ad assegnare ad un oggetto
o ad un rito di per sé stesso un potere particolare, lo possiamo anche vedere nel
valore che spesso viene dato al battesimo.
Si ritiene che il gesto del battesimo, amministrato in un certo modo, possa conferire
di per sé stesso la "grazia santificante" che cancella il peccato originale ed anche attuale,
rimettendo tutta la pena per essi dovuta, non solo, ma che esso ci imprima il
carattere di cristiani, ci renda figli di Dio ed eredi del paradiso. Lo si ritiene assolutamente
necessario per salvarci.
Tutto questo è sbagliato. E' mediante il ravvedimento e la fede personale nel Signore
e Salvatore Gesù Cristo che ci vengono conferiti i meriti della passione e morte
di Gesù Cristo, veniamo liberati dalle conseguenze eterne del peccato e ci viene aperta,
per grazia, la porta del paradiso. E' l'esercizio della fede in Gesù Cristo che ci rende
figli di Dio (1 Gv. 1:12) ed è lo Spirito Santo, che accompagna la fede in Cristo, che ci
imprime il carattere di cristiani. Il battesimo di per sé stesso non dà proprio nulla, ma
è conferma esteriore di quello che è già avvenuto nella vita del credente.
Il battesimo (e la Cena del Signore) diventano efficaci strumenti di grazia, non
perché abbiano in sé stessi qualche virtù, o in colui che li amministra ma solo per la
benedizione di Cristo, e l'opera dello Spirito Santo in coloro che li ricevono per fede.
Pietro scrisse: 1 Pi. 3:21. ...la quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia
della carne, ma la richiesta di una buona coscienza presso Dio), che ora salva
anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo (1 Pi. 3:21).
Il Battesimo è un'ordinanza del Nuovo Testamento, istituito da Gesù Cristo ed inteso
ad essere segno per la persona battezzata della sua comunione con Lui, nella Sua
morte, sepoltura e risurrezione, e del suo essere innestato in Lui, di remissione dei
peccati, e di essersi affidato a Dio in Gesù Cristo, per vivere e camminare in novità di
vita.
Le autorità religiose e le tradizioni
La religione corrotta che mette l'uomo al centro del culto, materializzando gli elementi
della religione, si manifesta anche in un altro modo, che vorrei menzionare qui,
anche se solo sommariamente.
Una chiesa perfetta? Il fenomeno si presenta in questo modo: identificando
una struttura od organizzazione umana con la sola chiesa di Cristo, "autorizzata e benedetta"
in modo unico da Dio, unica depositaria della verità, e nel cui solo mezzo si
può trovare salvezza; inoltre identificando il leader religioso che sta al vertice di questa
organizzazione come vicario di Cristo, unico successore autorizzato di Pietro e dotato
di infallibilità dottrinale perché guidato dallo Spirito Santo. Questa concezione
materialista è nettamente in contrasto con quanto la Parola di Dio afferma.
Che cos'è la chiesa di Cristo? Essa ha una realtà essenzialmente spirituale. La chiesa
cattolica o universale, la quale è invisibile, è composta dalla somma degli eletti che
sono stati, che sono, e che saranno raccolti insieme in unità, sotto Cristo, il Suo Capo.
Essa è la sposa, il corpo, il compimento di Colui che porta a compimento ogni cosa in
tutti. La chiesa visibile, la quale sotto l'Evangelo è pure cattolica o universale cioè non
confinata ad una nazione come sotto la legge, consiste di tutti coloro che, nel mondo intero professano la vera religione rivelata dalla Bibbia, insieme ai loro figlioli. E' il
regno del Signore Gesù Cristo, la casa e la famiglia di Dio.
Una tale chiesa non è identificabile con una particolare organizzazione. Infatti
questa chiesa cattolica è stata a volte più, a volte meno, visibile e le chiese particolari,
membri di essa, sono più o meno pure a seconda della misura in cui la dottrina dell'Evangelo
viene insegnato ed abbracciato, le ordinanze amministrate ed il culto pubblico
celebrato con maggiore o minore purezza. Difatti anche le chiese più pure sono
soggette a contaminazione e ad errore; alcune sono degenerate al punto da non essere
più chiese di Cristo, ma "sinagoghe di Satana" (Ap. 18:2; Ro. 11:1822). Ciononostante
vi sarà sempre sulla terra una chiesa per rendere culto a Dio secondo la sua volontà.
Un leader religioso infallibile? E' infine di estrema importanza affermare che
-anche se questo potrà dispiacere a qualcuno- che non v'è altro capo della chiesa se
non il Signore Gesù Cristo (Cl. 1:18; Ef. 1:22). Il Papa di Roma perciò non può essere
in alcun senso il capo della chiesa, ma è da identificarsi piuttosto con l'anticristo,
quell'uomo di peccato e figliolo di perdizione, il quale si innalza nella chiesa contro
Cristo, e contro tutto quello che è chiamato Dio (Mt. 23:810; 2 Te. 2:8,9; Ap. 13:6),
come ha dimostrato ampiamente di essere nel corso della storia, opponendosi od alterando
ad arte quanto il Signore ha rivelato nella Bibbia.
Certamente dobbiamo riverire ed avvalerci del contributo dei teologi e degli studiosi
della Bibbia, come pure di tutte quelle autorità carismatiche nelle quali, nel corso
della storia, chiaramente traspariva lo spirito di Cristo, ma esse rimangono umane,
e quanto dicono e fanno deve sempre essere confrontato con quanto afferma la Scrittura,
unico criterio di base per stabilire che cos'è la verità, chiara per tutti nelle sue
dottrine essenziali, e interprete di sé stessa nei brani più oscuri o controversi.
Le tradizioni. La fede cristiana non può neppure condizionata in modo vincolante
dalle tradizioni che si sono sviluppate lentamente nel corso dei secoli. Lo sviluppo
storico di istituzioni come le chiese cristiane non è necessariamente ed automaticamente
legittimo, come se qualunque cosa venisse fatta o decisa nelle chiese fosse benedetta
dal Signore. Molti errori sono stati commessi dalle chiese come istituzioni, e
spesso ad errore si è accumulato errore e questo è divenuto spesso un accumulo di
scorie che soffocano il puro deposito di verità contenuto nella Bibbia. Ogni cosa passata,
presente e futura, va verificata confrontandola con la Bibbia, parola di Dio autorevole
ed unica autorità per quanto riguarda la fede e la condotta del cristiano e delle
sue istituzioni.
Il giudice supremo mediante il quale ogni disputa religiosa dovrà essere appianata,
ogni decreto di concili, opinione di antichi scrittori, dottrine umane, spiriti privati,
dovranno essere esaminati, e alle cui sentenze dobbiamo trovare la nostra pace, non
potrà essere altro che lo Spirito Santo che parla tramite le Scritture (Mt. 22:29,31; Ef.
2:20; At. 28:25).
Conclusione
Ecco dunque esposto ampiamente, anche se non in modo evidentemente completo,
come vi sia oggi un errore fatale che spesso molti fanno in religione: credere nell'uomo,
nelle sue capacità e risorse. Lo ribadisco ancora: religione dovrebbe essere
soprattutto un rapporto di fiducia e di dipendenza con Dio ma accade spesso che, al
contrario, sia l'essere umano al centro di tutto. Si crede nelle proprie capacità di con quistarsi da soli la salvezza eterna, si divinizzano esseri umani rendendo loro il culto,
ci si serve di immagini religiose, di segni ed oggetti ai quali si attribuisce potere magico,
ci si affida ciecamente ad autorità religiose umane e tradizioni ritenute infallibili...
Dobbiamo perciò assolutamente superare una concezione rozza e materialista della
religione, dobbiamo impegnarci per liberare la nostra fede dalle superstizioni e dalle
primitive paure che ci bloccano e ci condizionano. Dobbiamo, in una parola, forti di
quanto la Bibbia autorevolmente afferma e riformare la nostra religione, ripulirla,
raffinarla, renderla conforme a verità. Dobbiamo giungere ad avere idee chiare su Dio
e a renderGli il culto che Gli è dovuto e dobbiamo giungere ad avere una concezione
realistica e sobria della creatura, dell'essere umano, conoscendo quali siano i suoi limiti
e vere possibilità.
Tutto questo non solo è possibile, ma è doveroso.
Attraverso il messaggio della Bibbia, che oggi ho ribadito attraverso questa mia
esposizione, Dio ti vuole parlare. Non è per caso che sei arrivato al termine della
lettura di questo scritto. Dio ti vuole parlare perché tu Gli stai a cuore, ed Egli desidera
che tu abbia la piena intelligenza di quanto Egli ha rivelato, e che, abbandonando
l'errore, tu abbracci la verità rivelata e la viva con coraggio.
Quando l'Apostolo Paolo, parlando alla gente religiosa di Atene, aveva esposto il
messaggio dell'Evangelo, denunziando i loro idoli e correggendo il loro pensiero religioso,
egli li aveva esortati a rinnegare quanto non è coerente con la Parola di Dio, a
confessare onestamente il loro peccato davanti a Dio e ad affidarsi completamente al
Signore Gesù Cristo per essere salvati. Egli disse: «Ma ora, passando sopra ai tempi
dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto, che si ravvedano. Poiché
egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di
quell'uomo che egli ha stabilito [Gesù Cristo]; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo
dai morti» (Atti 17:30,31).
Molti quel giorno avevano respinto il suo messaggio con sdegno, altri si erano fatti
beffa di lui. Alcuni però «si unirono a lui e credettero» (Atti 17:34).
Sarai anche tu fra coloro che hanno accettato quel giorno la completa rivelazione
di Dio in Gesù Cristo, come riportata nella Bibbia, per aderire ad essa e solo ad essa
per la gloria di Dio? Io prego il Signore che così possa essere.
[Testo del 12 agosto 1992, p. 4934. Tutte le citazioni bibliche qui riportate, salvo
diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizione 1991, La
Buona Novella, Brindisi].