CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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FIDUCIA

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2008 23:42
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FIDUCIA

«Non riponete la fiducia nell'uomo che è un soffio di vento. A che serve?» (Isaia 2:22 TILC). Un errore fatale C'è un errore fatale che spesso molti fanno in religione: credere nell'uomo, nelle sue capacità e risorse. Religione dovrebbe essere soprattutto un rapporto di fiducia e di dipendenza con Dio ma accade spesso che, al contrario, sia l'essere umano al centro di tutto. Si crede nelle proprie capacità di conquistarsi da soli la salvezza eterna, si divinizzano esseri umani rendendo loro il culto, ci si serve di immagini religiose, di segni ed oggetti ai quali si attribuisce potere magico, ci si affida ciecamente ad autorità religiose umane e tradizioni ritenute infallibili... Certo, ci è difficile immaginare Dio, ci sembra astratto e lontano, vorremmo vedere e toccare, preferiamo concezioni semplici e quelle che ci vengono più spontanee... tutto questo è comprensibile, ma Dio non è un uomo e l'uomo non è e non sarà mai Dio: c'è una sostanziale differenza fra il Creatore e la creatura, e fra essi non c'è e non ci sarà mai confusione. La necessità di una riforma Dobbiamo superare una concezione rozza e materialista della religione, dobbiamo liberarci dalle superstizioni e dalle primitive paure che ci bloccano e ci condizionano. Questo molti lo comprendono, ma la risposta non è liberarci del tutto dalla religione come alcuni ritengono di dover fare (sarebbe come il classico "buttare via il bambino con l'acqua del bagno"!) ma riformare la nostra religione, ripulirla, raffinarla, renderla conforme a verità. Dobbiamo giungere a conoscere chi è Dio e a renderGli il culto che Gli è dovuto (il culto religioso spetta a Lui solo) e dobbiamo avere una concezione realistica e sobria della creatura, dell'essere umano, conoscendo quali siano i suoi limiti e vere possibilità. Il criterio ultimo della verità Come si fa a ripulire in questo modo le nostre concezioni su Dio e sull'uomo, come si fa a riformare la nostra religione? Qual è il modello verace a cui dobbiamo conformarci? Chi stabilirà per noi ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? Chi può dire a questo riguardo una parola autorevole? Non è questione di opinioni: una parola autorevole la può dire solo la Bibbia, la Parola di Dio. Da sempre hanno cercato di farla tacere togliendola dalle mani della gente. C'era un tempo in cui veniva duramente perseguitato chi la leggeva e voleva metterla in pratica; oggi dicono che è un libro "difficile" che può essere veramente capito solo da

"specialisti"; c'è chi la relativizza e chi la discredita (è ovvio: è pericolosa per chi vuole

mantenere il dominio sulle coscienze). Noi però vogliamo prenderla sul serio quale

veramente essa dice ed ha dimostrato di essere: Parola di Dio. Desideriamo che sia la

Bibbia ad essere il criterio ultimo di verità, regola della nostra fede e della nostra

condotta.

Per questo, nel breve saggio che oggi ti sottopongo, vorrei passare in rassegna alcuni

aspetti delle concezioni oggi più diffuse quanto a religione, mostrare il loro fatale

errore ed indicare quale, invece, è la concezione corretta, quella che Dio ci ha mostrato

nella Bibbia. Si potrebbe dire certo molto di più di quanto il nostro limitato spazio

ci permette, ma può già essere un inizio per stimolarti a proseguire la ricerca.

La radice del problema

Avevamo iniziato con l'osservare che c'è un errore fatale che spesso molti fanno in

religione: credere nell'uomo, nelle sue capacità e risorse. Avevamo affermato che la

religione dovrebbe essere soprattutto un rapporto di fiducia e di dipendenza con Dio,

ma accade spesso che, al contrario, sia l'essere umano al centro di tutto. Perché tutto

questo?

Per chi conosce la Bibbia questo non è motivo di sorpresa alcuna: mettere l'uomo

al posto di Dio è il peccato fondamentale che ci ha alienato da Lui.

Nel primo libro della Bibbia troviamo il racconto che descrive come il Nemico di

tutto ciò che è vero, giusto e buono aveva ingannato Adamo ed Eva. Come era riuscito

a convincerli a ribellarsi a Dio? Dicendo loro che non era affatto vero che trasgredendo

le leggi di Dio sarebbero incorsi nella morte, come Dio aveva loro intimato, ma che

anzi, in quel giorno:
«gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio, conoscendo ilbene ed il male» (Genesi 3:5). Già, "sarete come Dio", non c'è nulla di più allettante:

misconoscere che siamo solo creature e pensare di poter fare tutto ciò che ci piace!

Molto più avanti nella Bibbia troviamo questo spiegato ancora più chiaramente:

«...poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato

come Dio, anzi, sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore

senza intendimento si è ottenebrato... e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile

Dio in un'immagine simile a quella di un uomo corruttibile... Essi hanno cambiato la

verità di Dio in menzogna ed hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore,

che è benedetto in eterno. Amen»
(Romani 1:21,23,25). Vedete dunque: misconoscere

Dio, cambiare la verità in menzogna, e mettere sugli altari ...un essere umano,

una creatura (sia letteralmente che figurativamente)! Comodo, non è vero? Chi

vuole vivere senza Dio mette al centro l'essere umano come misura di tutte le cose e

chi proprio non sa rinunciare alla religione mette sugli altari un uomo! ...e chi proprio

non vuole rinunciare ad essere "cristiano" adatta il cristianesimo ai propri gusti ed inclinazioni

applicando etichette cristiane a ciò che rimane sempre e fondamentalmente

culto dell'uomo!

Vediamone alcune illuminanti conseguenze.


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26/12/2008 23:36
 
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Il mito dell'uomo buono e la triste realtà

Vi sono alcuni "inguaribili ottimisti" che, come se non bastasse lo spettacolo della

miseria, corruzione e degradazione dell'essere umano ogni giorno sotto i nostri occhi,

insistono col dire che l'uomo è fondamentalmente buono, che ha Dio nel cuore e che -

se solo volesse, e nelle giuste condizioni ambientali- potrebbe creare il paradiso sulla

terra. Un simile uomo basterebbe esortarlo, istruirlo, guidarlo e ...saprebbe fare il bene.

Non solo, ma credono che con un po' di aiuto... avrebbe la capacità di conquistarsi

da solo la salvezza eterna presso Dio, con i propri sforzi, meriti, opere... e se proprio

non ce la facesse Dio, alla fine, sarebbe sempre pronto a perdonarlo, a "chiudere un

occhio" sulla sua "debolezza".

Sarebbe bello fosse così, ma questa non è l'immagine che Dio dà dell'uomo nello

stato in cui oggi si trova.

Ascolta: «...i disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza»

(Genesi 8:21). «Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato

» (Geremia 17:9); «Non c'è alcun giusto, neppure uno. Non c'è alcuno che abbia

intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono

divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno... i loro piedi sono veloci

per spandere il sangue, sulle loro vie c'è rovina e calamità... non c'è timore di

Dio davanti ai loro occhi... tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio»

(Romani 3:10-18,23).

Se pensi che tutto questo sia "eccessivo" (e non si tratta nemmeno di tutte le possibili

citazioni) dimostri proprio fino a che punto il Nemico ti abbia ingannato su te

stesso!

Si, altro che "uomo buono" che con la sua "buona volontà", seguendo le leggi di

Dio, potrebbe redimersi dalle conseguenze del suo malfare: il testo biblico precedente

continua dicendo:
«Tutto questo lo dice la Bibbia e noi sappiamo che lo dice per coloro

che sono sotto il dominio della legge. Perciò tutti chiudano la bocca e il mondo

intero si riconosca colpevole davanti a Dio, perché nessuno potrà essere riconosciuto

giusto da Dio in base alle opere che la legge comanda. La legge serve soltanto a

far conoscere ciò che è male»
(Romani 3:19,20 TILC).

Una delle caratteristiche di Dio è la Sua santità e la sua giustizia: non c'è alcun

perdono a buon mercato per l'uomo presso Dio. Nulla di impuro può sussistere davanti

a Lui e l'essere umano è marcio e corrotto, totalmente incapace di giungere

(ammesso che lo volesse) agli standard che Dio ha posto per la sua salvezza eterna.

«Chi salirà al monte dell'Eterno? Chi starà nel suo santo luogo? L'uomo innocente di

mani e puro di cuore, che non eleva l'animo a vanità e non giura con frode...»
(Salmo

24:3,4). Nemmeno i personaggi religiosi più eccellenti avrebbero mai potuto raggiungere

il livello di santità che Dio richiede per poter essere salvati. Se leggete le autobiografie

di coloro che sono stati proclamati santi scoprirete come erano essi stessi

ad ammettere -nonostante le loro conquiste- di essere ben lungi da ciò che dovevano

essere, e ben coscienti della loro miseria. L'apostolo Paolo afferma -e parecchio tempo

dopo la sua conversione- :
«Io scopro questa contraddizione: ogni volta che voglio

fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male... eccomi dunque,

con la mente, pronto a servire la legge di Dio, mentre di fatto, servo la legge del peccato.

Me infelice! La mia condizione di uomo peccatore mi trascina verso la morte:

chi mi libererà?»
(Romani 7:21-25 TILC).

Nessuno si faccia illusioni allora, anche se queste vengono edulcorate dalle "soluzioni"

che le varie religioni propongono. Non solo questo mondo è irriformabile, anche

con la migliore buona volontà, ma tutti andiamo incontro al giusto giudizio di i

nappellabile condanna da parte di Dio: «...pensi forse... di scampare al giudizio diDio?» (Romani 2:5).

Non c'è proprio allora nessuna speranza per l'uomo? Si, solo quella dell'Evangelo

di Gesù Cristo che ci parla di
qualcun altro che per amor nostro è venuto in questo

mondo per poter redimere dalla loro miseria un gran numero di uomini e di donne

pagando Lui il prezzo della loro salvezza e mettendoli in condizione di essere
rigenerati,

rinnovati interiormente, per potere comparire davvero santi ed irreprensibili

davanti a Dio. Ascolta un brano fra i tanti della Bibbia che parla della meravigliosa

grazia di Dio in Gesù Cristo:
«aspettando la beata speranza e l'apparizione della

gloria del grande Dio e salvatore nostro, Gesù Cristo, il quale ha dato sé stesso per

noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante

nelle buone opere... Ma quando apparvero la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo

amore verso gli uomini, egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo

fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione

e il rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha copiosamente sparso su di

noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia,

fossimo fatti eredi della vita eterna, secondo la speranza che abbiamo. Sicura è

questa parola...»
(Tito 2:13,14; 3:4-7).

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26/12/2008 23:40
 
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La mediazione unica di Gesù Cristo

Come vedi, grande è l'inganno della mentalità che idealizza l'uomo e gli rende culto.

E' questo un buon punto però per introdurre un'altro aspetto del problema: la divinizzazione

dell'uomo a fini religiosi.

Nello stato in cui ci troviamo, la distanza che ci separa da Dio è immensa. Pretendere

di accedere al Dio tre volte santo è impossibile, sporchi come siamo, farlo come

se niente fosse è illusione ed inqualificabile arroganza. Giobbe lo sapeva molto bene.

Sapeva bene che poteva gridare fin che voleva ma che Dio, così come egli si trovava era irraggiungibile. Dice:
«Grida pure! C'è forse qualcuno che ti risponde? A chi tra i santi ti rivolgerai?» (Giobbe 5:1). E molto realisticamente affermava: «Se sono già stato condannato, perché affaticarmi invano? Anche se mi lavassi con la neve e pulissi le mie mani con la soda, tu mi getteresti nel fango... Egli infatti non è un uomo come me, a cui possa rispondere, e che possiamo comparire in giudizio assieme.

Non c'è alcun arbitro fra di noi, che ponga la mano su tutti e due» (Giobbe 9:29-33). Già, un arbitro, un mediatore è necessario fra Dio e l'uomo, uno che interceda in favore suo, uno che sia Dio e uomo allo stesso tempo. L'Evangelo, però, a questo problema provvede una magnifica risposta. Nella citazione biblica precedente abbiamo introdotto la persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo come unica via per la salvezza dall'umana miseria: è Lui la risposta, è Lui l'unico essere umano in cui Dio è sceso per assumere Egli stesso l'opera dell'umana salvezza altrimenti impossibile. L'Evangelista Giovanni dice: «Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli era nel principio con Dio... E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi... Nessuno ha mai visto Dio, l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere» (Giovanni 1:1,14,18).

Zaccaria, padre di Giovanni Battista, profetizzò dicendo «Benedetto sia il Signore

Dio d'Israele, perché ha visitato e compiuto la redenzione per il suo popolo, e ci ha

suscitato una potente salvezza» (Luca 1:68,69).

L'apostolo Pietro testimoniando della sua fede davanti ai capi del popolo ed agli

anziani di Israele, afferma: «...e in nessun altro è la salvezza, poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati» (Atti 4:12). L'apostolo Paolo afferma: «...vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo, il quale ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per tutti» (2 Ti. 2:5,6).

L'apostolo Giovanni dice: «Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù risto, il giusto. Egli è l'espiazione per i nostri peccati» (1 Giovanni 2:1,2).

Ancora Paolo: «Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi è

colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi» (Romani 8:33,34).

Così la lettera agli Ebrei: «Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore. Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero perché la morte impediva loro di durare, ma costui [Cristo] perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, per cui egli può salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli per sempre per intercedere per loro» (Ebrei 7:24,25), e ancora: «...ma ora, una sola volta, alla fine delle età, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di sé stesso» (Ebrei 9:26).

Da queste ed altre citazioni possiamo affermare dunque che: Gesù Cristo è l'unico

mediatore che ci sia stato dato fra Dio e l'essere umano. Egli è Dio con noi. Egli ha

pagato completamente il prezzo della nostra salvezza. Egli può salvarci appieno: i

Suoi meriti sono infiniti e nessuno potrebbe pretendere di integrarli come se non fossero sufficienti. Tutti sono salvati per grazia di Dio mediante il ravvedimento e la fede in Lui, nessuno può lucrare né per sé stesso né per gli altri alcun merito davanti a Dio. Egli è il garante della nostra salvezza. Egli solo può intercedere per noi.

Se questo è vero come risulta chiarissimo da questi ed altri testi della Bibbia, è pagano ed offensivo verso Dio fabbricarci altri salvatori, altri mediatori, altri intercessori, altri avvocati, altri dispensatori di grazie. Ciò che Cristo ha compiuto è pienamente sufficiente e disponibile a chiunque voglia avvalersene con fede e non abbiamo bis ogno di uomini o donne divinizzati, non abbiamo bisogno né di santi, né di madonne.

Rivolgersi a loro, oltre che ad essere un inganno di Satana, è un palese dispregio della completezza e sufficienza di ciò che Cristo ha fatto e può fare per noi.

Tutti i veri credenti dei tempi passati sono stati accolti nella gloriosa comunione

con Cristo in Dio, ma essi sono là non perché lo abbiano meritato, ma perché sono

stati anche loro salvati per grazia e Dio si è compiaciuto di contarli fra i suoi eletti e di purificarli con il prezioso sangue di Cristo. L'apostolo Paolo diceva:
«Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Corinzi 15:10).

La stessa Maria, la madre di Gesù, riconosce di essere stata indegnamente scelta

da Dio per questo scopo, e riconosce di essere anche lei una peccatrice salvata per

grazia:
«L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha avuto riguardo alla bassezza della sua serva; poiché ecco, tutte le generazioni mi proclameranno beata» (Luca 1:46-48). Perché "beata", perché noi magnifichiamo il grande amore di Dio per aver dato un così grande onore ad un comune e mortale peccatore, tanto quanto lo era Maria.

Quando un giorno qualcuno loderà Maria con queste parole: «Beato il grembo che

ti ha portato e le mammelle che ti hanno allattato» il Signore Gesù risponderà: «Beati piuttosto coloro che odono la parola di Dio e l'osservano» (Luca 11:27,28).

D'altronde gli apostoli e gli angeli stessi rifiutavano con sdegno che qualcuno mai

rendesse loro un culto religioso. Gli apostoli Paolo e Barnaba avevano nel nome di

Cristo operato nella città di Listra un grande miracolo. Gli abitanti di quella città li avrebbero considerati divinità in terra, ma Paolo grida:
«Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo esseri umani con la vostra stessa natura e vi annunziamo la buona novella (di Gesù Cristo)» (Atti 14:15). Cornelio si getta ai piedi di Pietro e fa atto di adorazione, ma Pietro risponde: «Alzati, sono anch'io un uomo» (Atti 10:26).

L'apostolo Giovanni ha l'esperienza dell'incontro con un angelo, al vedere il quale cade i suoi piedi per adorarlo, ma l'angelo afferma: «Guardati dal farlo! Io sono un conservo tuo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di coloro che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!» (Apocalisse 22:9).Vale dunque il preciso comandamento di Dio, ribadito da Gesù, che dice:

«Adora

il Signore Dio tuo e servi a lui solo» (Matteo 4:10; Cf. Deuteronomio 6:13), un principio che possiamo riassumere in questo modo: «Il culto religioso deve essere reso a io, Padre, Figlio e Spirito Santo, e a Lui solo; non ad angeli, santi o altre creature; e dopo la caduta, questo non può avvenire senza un mediatore, né per mezzo di un mediatore diverso da Cristo solo» (Conf. di Westminster, 21:2).


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26/12/2008 23:41
 
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Immagini, segni ed oggetti...
Il dovere di conoscere Dio e il Suo piano per la redenzione umana, come pure chi
siamo noi, secondo quanto la rivelazione biblica ci insegna, impone a noi pure il dovere
di rendere culto a Dio esclusivamente nel modo in cui Egli ha stabilito.
Questo è un principio importante che può essere formulato in questo modo: «La
luce della natura mostra che c'è un Dio che ha signoria e sovranità su tutto, che Egli è
giusto e buono e che fa del bene a tutti. Perciò è degno di essere temuto, amato, lodato,
invocato, creduto e servito con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la forza.
Il modo accettevole di adorare il vero Dio, però, è stato rivelato da Lui stesso, e quindi
le forme della nostra adorazione sono limitate dalla sua volontà rivelata. Non è lecito
adorarlo secondo invenzioni e schemi umani, né secondo i suggerimenti di Satana, né
con immagini, né in altri modi non prescritti dalle Sacre Scritture» (Conf. di Westminster,
21:1).
La Parola di Dio afferma: «Avrai cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando;
non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai da esse» (Deuteronomio 12:32). Gesù
stesso rimproverava gli scribi ed i farisei con queste parole: «Invano mi rendono
un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini» (Matteo 15:9), ed
aveva affermato a chiare lettere che: «Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo
in spirito e verità» (Giovanni 4:24).
Immagini religiose. In chiara contraddizione con quanto affermato dalla Parola
di Dio, però, una vasta pratica diffusa nella nostra cultura insiste ad usare nel culto
immagini religiose, pratica variamente giustificata, ma inaccettabile di fronte al chia ro comandamento di Dio che dice: «Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna
delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai» (Esodo 20:4,5). «Non vi farete
idoli, non vi erigerete immagini scolpite o alcuna stele e non collocherete nel vostro
paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi difronte ad essa; poiché io sono
l'Eterno, il vostro Dio» (Levitico 26:1).
La tendenza a materializzare l'oggetto del culto fa parte della natura umana decaduta,
ed è tipica del paganesimo, sempre risorgente e variamente mascherato.
Un pane speciale? Altrettanto errato secondo la Parola di Dio è materializzare il
pane dell'Eucaristia come se Cristo fosse davvero presente in esso. La Scrittura ci dice
che l'Eucaristia è una semplice commemorazione dell'unico sacrificio di Cristo offerto
quel tempo per noi «Fate questo in memoria di me» (1 Corinzi 1:15,25) ed un annunzio
del suo valore salvifico. Quando Gesù diceva «Questo è il mio corpo» (Matteo
26:26 e paralleli), Egli parlava con un linguaggio figurato, d'altronde tipico per Lui
(diceva ad es. "Io sono la porta...", "Io sono la luce...", "Io sono la via, la verità e la vita",
"Io sono la vite" ecc.). Quando Gesù aveva fatto quel Suo famoso discorso (Giovanni
6:22 ss) indicando Sé stesso come pane della vita, ed aveva esortato tutti a
"mangiare della sua carne", i presenti ne erano rimasti scandalizzati, pensando che
Egli fosse impazzito, esortando all'antropofagia. Egli però parlava in senso figurato,
tant'è vero che al termine del Suo discorso, Egli osserva: «E' lo Spirito che vivifica; la
carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita» (Giovanni 6:63).
L'apostolo Paolo osservava altresì: «(Dio) ci ha resi ministri idonei del nuovo patto,
non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita» (2
Corinzi 3:6).
La dottrina generalmente nota come transustanziazione, secondo cui la sostanza
del pane e del vino viene trasformata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo
dopo la consacrazione da parte di un sacerdote o in qualche altro modo, è in contrasto
non solo con la Scrittura, ma anche con il buon senso e la ragione. Inoltre essa
sovverte la natura stessa del sacramento ed è stata ed è la causa di numerose superstizioni
e di grossolane idolatrie. Il principio stabilito dalla Scrittura è perciò il seguente:
«I partecipanti degni, che prendono esteriormente gli elementi visibili di
questo sacramento, li ricevono anche interiormente e spiritualmente per fede, realmente
e veramente, ma non carnalmente né corporalmente, e si cibano spiritualmente
di Cristo crocefisso e di tutti i benefici della sua morte. Il corpo ed il sangue di Cristo
non sono presenti né corporalmente né carnalmente in, con o sotto il pane ed il
vino, ma sono veramente ma spiritualmente presenti alla fede di chi crede in questa
ordinanza, così come gli elementi esteriori sono presenti ai loro sensi» (Conf. di Westminster,
29:7).
In positivo possiamo dunque affermare a proposito del culto che a Dio deve essere
reso, che «Fanno parte del culto religioso ordinario che si deve rendere a Dio: la lettura
delle Scritture con santo timore; la sana predicazione, e l'ascolto attento della
Parola, in obbedienza verso Dio, con intelligenza, fede e riverenza; il canto dei salmi
di tutto cuore; come pure la debita amministrazione e il degno ricevere dei sacramenti
istituiti da Cristo. A questi vanno aggiunti, da effettuarsi in diversi tempi e stagioni,
in modo santo e religioso: i solenni digiuni, e i rendimenti di grazie in occasioni speciali
» (Conf. di Westminster, 21:5).

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26/12/2008 23:42
 
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Un'acqua che lava i peccati? La tendenza non biblica ad assegnare ad un oggetto
o ad un rito di per sé stesso un potere particolare, lo possiamo anche vedere nel
valore che spesso viene dato al battesimo.
Si ritiene che il gesto del battesimo, amministrato in un certo modo, possa conferire
di per sé stesso la "grazia santificante" che cancella il peccato originale ed anche attuale,
rimettendo tutta la pena per essi dovuta, non solo, ma che esso ci imprima il
carattere di cristiani, ci renda figli di Dio ed eredi del paradiso. Lo si ritiene assolutamente
necessario per salvarci.
Tutto questo è sbagliato. E' mediante il ravvedimento e la fede personale nel Signore
e Salvatore Gesù Cristo che ci vengono conferiti i meriti della passione e morte
di Gesù Cristo, veniamo liberati dalle conseguenze eterne del peccato e ci viene aperta,
per grazia, la porta del paradiso. E' l'esercizio della fede in Gesù Cristo che ci rende
figli di Dio (1 Gv. 1:12) ed è lo Spirito Santo, che accompagna la fede in Cristo, che ci
imprime il carattere di cristiani. Il battesimo di per sé stesso non dà proprio nulla, ma
è conferma esteriore di quello che è già avvenuto nella vita del credente.
Il battesimo (e la Cena del Signore) diventano efficaci strumenti di grazia, non
perché abbiano in sé stessi qualche virtù, o in colui che li amministra ma solo per la
benedizione di Cristo, e l'opera dello Spirito Santo in coloro che li ricevono per fede.
Pietro scrisse: 1 Pi. 3:21. ...la quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia
della carne, ma la richiesta di una buona coscienza presso Dio), che ora salva
anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo (1 Pi. 3:21).
Il Battesimo è un'ordinanza del Nuovo Testamento, istituito da Gesù Cristo ed inteso
ad essere segno per la persona battezzata della sua comunione con Lui, nella Sua
morte, sepoltura e risurrezione, e del suo essere innestato in Lui, di remissione dei
peccati, e di essersi affidato a Dio in Gesù Cristo, per vivere e camminare in novità di
vita.
Le autorità religiose e le tradizioni
La religione corrotta che mette l'uomo al centro del culto, materializzando gli elementi
della religione, si manifesta anche in un altro modo, che vorrei menzionare qui,
anche se solo sommariamente.
Una chiesa perfetta? Il fenomeno si presenta in questo modo: identificando
una struttura od organizzazione umana con la sola chiesa di Cristo, "autorizzata e benedetta"
in modo unico da Dio, unica depositaria della verità, e nel cui solo mezzo si
può trovare salvezza; inoltre identificando il leader religioso che sta al vertice di questa
organizzazione come vicario di Cristo, unico successore autorizzato di Pietro e dotato
di infallibilità dottrinale perché guidato dallo Spirito Santo. Questa concezione
materialista è nettamente in contrasto con quanto la Parola di Dio afferma.
Che cos'è la chiesa di Cristo? Essa ha una realtà essenzialmente spirituale. La chiesa
cattolica o universale, la quale è invisibile, è composta dalla somma degli eletti che
sono stati, che sono, e che saranno raccolti insieme in unità, sotto Cristo, il Suo Capo.
Essa è la sposa, il corpo, il compimento di Colui che porta a compimento ogni cosa in
tutti. La chiesa visibile, la quale sotto l'Evangelo è pure cattolica o universale cioè non
confinata ad una nazione come sotto la legge, consiste di tutti coloro che, nel mondo intero professano la vera religione rivelata dalla Bibbia, insieme ai loro figlioli. E' il
regno del Signore Gesù Cristo, la casa e la famiglia di Dio.
Una tale chiesa non è identificabile con una particolare organizzazione. Infatti
questa chiesa cattolica è stata a volte più, a volte meno, visibile e le chiese particolari,
membri di essa, sono più o meno pure a seconda della misura in cui la dottrina dell'Evangelo
viene insegnato ed abbracciato, le ordinanze amministrate ed il culto pubblico
celebrato con maggiore o minore purezza. Difatti anche le chiese più pure sono
soggette a contaminazione e ad errore; alcune sono degenerate al punto da non essere
più chiese di Cristo, ma "sinagoghe di Satana" (Ap. 18:2; Ro. 11:1822). Ciononostante
vi sarà sempre sulla terra una chiesa per rendere culto a Dio secondo la sua volontà.
Un leader religioso infallibile? E' infine di estrema importanza affermare che
-anche se questo potrà dispiacere a qualcuno- che non v'è altro capo della chiesa se
non il Signore Gesù Cristo (Cl. 1:18; Ef. 1:22). Il Papa di Roma perciò non può essere
in alcun senso il capo della chiesa, ma è da identificarsi piuttosto con l'anticristo,
quell'uomo di peccato e figliolo di perdizione, il quale si innalza nella chiesa contro
Cristo, e contro tutto quello che è chiamato Dio (Mt. 23:810; 2 Te. 2:8,9; Ap. 13:6),
come ha dimostrato ampiamente di essere nel corso della storia, opponendosi od alterando
ad arte quanto il Signore ha rivelato nella Bibbia.
Certamente dobbiamo riverire ed avvalerci del contributo dei teologi e degli studiosi
della Bibbia, come pure di tutte quelle autorità carismatiche nelle quali, nel corso
della storia, chiaramente traspariva lo spirito di Cristo, ma esse rimangono umane,
e quanto dicono e fanno deve sempre essere confrontato con quanto afferma la Scrittura,
unico criterio di base per stabilire che cos'è la verità, chiara per tutti nelle sue
dottrine essenziali, e interprete di sé stessa nei brani più oscuri o controversi.
Le tradizioni. La fede cristiana non può neppure condizionata in modo vincolante
dalle tradizioni che si sono sviluppate lentamente nel corso dei secoli. Lo sviluppo
storico di istituzioni come le chiese cristiane non è necessariamente ed automaticamente
legittimo, come se qualunque cosa venisse fatta o decisa nelle chiese fosse benedetta
dal Signore. Molti errori sono stati commessi dalle chiese come istituzioni, e
spesso ad errore si è accumulato errore e questo è divenuto spesso un accumulo di
scorie che soffocano il puro deposito di verità contenuto nella Bibbia. Ogni cosa passata,
presente e futura, va verificata confrontandola con la Bibbia, parola di Dio autorevole
ed unica autorità per quanto riguarda la fede e la condotta del cristiano e delle
sue istituzioni.
Il giudice supremo mediante il quale ogni disputa religiosa dovrà essere appianata,
ogni decreto di concili, opinione di antichi scrittori, dottrine umane, spiriti privati,
dovranno essere esaminati, e alle cui sentenze dobbiamo trovare la nostra pace, non
potrà essere altro che lo Spirito Santo che parla tramite le Scritture (Mt. 22:29,31; Ef.
2:20; At. 28:25).
Conclusione
Ecco dunque esposto ampiamente, anche se non in modo evidentemente completo,
come vi sia oggi un errore fatale che spesso molti fanno in religione: credere nell'uomo,
nelle sue capacità e risorse. Lo ribadisco ancora: religione dovrebbe essere
soprattutto un rapporto di fiducia e di dipendenza con Dio ma accade spesso che, al
contrario, sia l'essere umano al centro di tutto. Si crede nelle proprie capacità di con quistarsi da soli la salvezza eterna, si divinizzano esseri umani rendendo loro il culto,
ci si serve di immagini religiose, di segni ed oggetti ai quali si attribuisce potere magico,
ci si affida ciecamente ad autorità religiose umane e tradizioni ritenute infallibili...
Dobbiamo perciò assolutamente superare una concezione rozza e materialista della
religione, dobbiamo impegnarci per liberare la nostra fede dalle superstizioni e dalle
primitive paure che ci bloccano e ci condizionano. Dobbiamo, in una parola, forti di
quanto la Bibbia autorevolmente afferma e riformare la nostra religione, ripulirla,
raffinarla, renderla conforme a verità. Dobbiamo giungere ad avere idee chiare su Dio
e a renderGli il culto che Gli è dovuto e dobbiamo giungere ad avere una concezione
realistica e sobria della creatura, dell'essere umano, conoscendo quali siano i suoi limiti
e vere possibilità.
Tutto questo non solo è possibile, ma è doveroso.
Attraverso il messaggio della Bibbia, che oggi ho ribadito attraverso questa mia
esposizione, Dio ti vuole parlare. Non è per caso che sei arrivato al termine della
lettura di questo scritto. Dio ti vuole parlare perché tu Gli stai a cuore, ed Egli desidera
che tu abbia la piena intelligenza di quanto Egli ha rivelato, e che, abbandonando
l'errore, tu abbracci la verità rivelata e la viva con coraggio.
Quando l'Apostolo Paolo, parlando alla gente religiosa di Atene, aveva esposto il
messaggio dell'Evangelo, denunziando i loro idoli e correggendo il loro pensiero religioso,
egli li aveva esortati a rinnegare quanto non è coerente con la Parola di Dio, a
confessare onestamente il loro peccato davanti a Dio e ad affidarsi completamente al
Signore Gesù Cristo per essere salvati. Egli disse: «Ma ora, passando sopra ai tempi
dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto, che si ravvedano. Poiché
egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di
quell'uomo che egli ha stabilito [Gesù Cristo]; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo
dai morti» (Atti 17:30,31).
Molti quel giorno avevano respinto il suo messaggio con sdegno, altri si erano fatti
beffa di lui. Alcuni però «si unirono a lui e credettero» (Atti 17:34).
Sarai anche tu fra coloro che hanno accettato quel giorno la completa rivelazione
di Dio in Gesù Cristo, come riportata nella Bibbia, per aderire ad essa e solo ad essa
per la gloria di Dio? Io prego il Signore che così possa essere.
[Testo del 12 agosto 1992, p. 4934. Tutte le citazioni bibliche qui riportate, salvo
diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizione 1991, La
Buona Novella, Brindisi].

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