Dio è morto
Ho visto
la gente della mia età andare via,
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia,
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già,
dentro le notti che dal vino son bagnate,
dentro le stanze da pastiglie trasformate,
dentro le nuvole di fumo,
nel mondo fatto di città,
essendo contro ed ingoiare
la nostra stanca civiltà.
È un Dio che è morto,
ai bordi delle strade, Dio è morto,
nelle auto prese a rate, Dio è morto,
nei miti dell’estate, Dio è morto.
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria e dell’eroe,
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità,
le fedi fatti di abitudini e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato,
la dignità fatta di vuoto,
l’ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto.
È un Dio che è morto,
nei campi di sterminio, Dio è morto,
coi miti della razza, Dio è morto,
con gli odi di partito, Dio è morto.
Io penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge.
In ciò che noi crediamo, Dio è risorto.
In ciò che noi vogliamo, Dio è risorto.
Nel mondo che faremo, Dio è risorto!
Nomadi / Francesco Guccini, 1967