CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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UN AMORE INDIVISO

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2012 19:06
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23/09/2012 18:36
 
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SOMMARIO - SCONFIGGERE I GIGANTI

di Walter Barge

La salute fisica

            Nel mondo naturale esiste un principio secondo il quale una medicina non è valida se non riesce a neutralizzare o a distruggere un batterio. É anche vero che non esiste un procedimento unico secondo cui la medicina combatte le malattie; se a livello molecolare esiste un modo per attaccare qualsiasi malattia, le ricerche ancora non lo hanno scoperto. Devono quindi fare affidamento su diversi fenomeni fisici, secondo la struttura molecolare del batterio.

            Un tipo d’attacco medicinale consiste nel neutralizzare una parte della struttura

molecolare del batterio creando il suo opposto e impegnandolo in ogni punto. Un altro consiste nel penetrare la parete del batterio e farlo esplodere dall'interno. Un terzo avviene inoculando nel corpo batteri/virus morti, per sviluppare anticorpi che combatteranno la malattia quando poi insorgerà, eliminandola. Un quarto metodo consiste poi nell'eliminare chirurgicamente il tessuto malato. Questa verità della relazione complessa di medicina e cure mediche alla malattia è una spiegazione del motivo per cui il mantenimento della salute fisica è un problema tanto complesso.

Salute spirituale e maturità

           Il raggiungimento della salute spirituale è ugualmente complesso, ma un numero enorme di persone che si professano cristiane non s'impegnano mai veramente a sviluppare la propria maturità spirituale. Credono che la nuova nascita spirituale - dopo il riconoscimento di Gesù come nostro Salvatore e Signore - sia sufficiente, e di dover quindi passare tutta la vita in attesa di andare in cielo; oppure non sanno che la salvezza del cristiano è due cose allo stesso tempo: un evento e un processo.

1.      L'evento è la vita nuova al momento in cui si confessa la nostra fede In Gesù quale Salvatore;

2.      Il processo inizia quando si capisce che Gesù è il Signore della nostra vita, e che ora il nostro compito è quello di concentrarci sul viaggio verso la casa del Padre, uniti al giogo con Gesù, nostro Fratello Maggiore.

            Ai Romani l'Apostolo Paolo rese chiarissimo il concetto che Gesù è sia il Salvatore sia il Signore (Rom. 10,9). Accettarlo come Salvatore è relativamente facile; conquistiamo la vita eterna a costo zero, perché il prezzo lo ha pagato Lui.

            Ma riconoscere Gesù come Signore della nostra vita è una faccenda ben diversa. Egli ha detto che dovevamo rinnegare noi stessi, prendere la nostra croce ogni giorno e seguirlo incondizionatamente (Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23). Pietro ha anche affermato che ci sarebbe costato caro (1 Pt).

            Il nostro viaggio è complicato dalla presenza dell'EROS nella nostra vita. Siamo incapaci di progredire in una vita di AGAPE perché abbiamo in noi tante cose da superare. Nella condizione naturale, e anche in quella di cristiani carnali, ci resta difficile resistere ai sette giganti: sembrare buoni, sentirsi bene , avere ragione, stare al controllo, realizzare i nostri secondi fini o scopi nascosti - nascosti al resto del mondo, e che ci sforziamo di nascondere anche a Dio; ottenere un vantaggio personale da tutte le situazioni e, infine, starsene alla larga (indisturbati), da tutti.

            Tutti questi tratti hanno in sé l'uncino dell'EROS; sono riferiti a "se stessi," sono egoistici e radicati nell'orgoglio, nella paura dell'uomo e nella paura di essere respinti.

 

SEMBRARE BUONI

            Vogliamo apparire buoni agli occhi degli uomini. É qualcosa di più del volersi guadagnare o meritare il rispetto e una buona reputazione. La Scrittura ci dice di pensare a cose onorevoli tra gli uomini (1 Pt. 2,11-15), ma noi vogliamo di più; ci riteniamo migliori di ciò che siamo (Rom. 12,3) e vogliamo che gli altri ci vedano come un personaggio molto speciale.

            Le persone particolarmente vulnerabili a questa forma di EROS non sono mai state approvate a sufficienza da bambini e da ragazzi, ed ora manipolano le circostanze e la gente per guadagnarsi la stima e l'approvazione degli altri.

            Qual è l'antidoto? Come raddrizzare quest'uncino nelle relazioni? La via efficace è un esercizio di fede contando sul sacrificio di Gesù quale evidenza della nostra vita nuova in Cristo, che diventa perfettamente accetta al Padre;

è per quanto buoni e bravi possiamo apparire, non saremo mai perfetti in maniera accettabile;

è ma dopo la Croce e la Risurrezione, noi "sembriamo buoni" al Padre grazie a Gesù. Non ha alcuna importanza apparire buoni davanti agli uomini, che non possono certo eguagliare il Padre come importanza. Dobbiamo smettere di avere paura degli uomini e cominciare a temere il Signore.

SENTIRSI BENE

            Vogliamo sentirci bene. Ovviamente ci sentiamo bene, ma aspettarsi di sentirsi bene sempre, in ogni momento, sia nel fisico sia spiritualmente, non è realistico. Gli apostoli hanno esposto chiaramente il fatto che, come cristiani, il nostro ruolo è quello di soffrire. Paolo disse così ai Romani:

"E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche delle nostre tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la perseveranza (CEI = pazienza), la perseveranza un carattere (virtù) provato; e il carattere provato la speranza; e la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Romani 5,3-5).

La tribolazione fa parte della nostra eredità; la speranza che ne risulta produce la gioia. La nostra eredità non è la felicità, ma la gioia! E questa non dipende dalle cose o dalle circostanze buone e favorevoli; è radicata nell'AGAPE di Dio. Quel tipo di amore e la nostra risposta allo stesso sono la vera fonte dei sentimenti buoni e positivi; tutto il resto è effimero.

AVERE RAGIONE

            Temiamo che l'aver torno ci sminuisca, così asseriamo di avere ragione e di riconoscerci nel giusto. Ciò alimenta il nostro orgoglio: è una cosa davvero radicale. L'antidoto è altrettanto semplice ma sempre tanto difficile da intraprendere. Ci dobbiamo umiliare. Dio potrebbe umiliare ciascuno di noi in qualsiasi momento. A Giobbe chiese dove si trovava quando Egli poneva le fondamenta della terra (Gb 38,4-7). E noi, dove eravamo quando Dio le chiamò all'esistenza attraverso la Sua Parola? E dove siamo ora? É vero, siamo figli prediletti, ma siamo anche tutti dei peccatori orgogliosi. Dio ci comanda di umiliarci abbracciando la Croce, di vedere la nostra realtà spirituale. Solo dopo Egli potrà farci sorgere per compiere la Sua opera (1 Pt 5,6-11). L'unica medicina che riuscirà a curare l'orgoglio è la timorosa determinazione a distruggere proprio quello stesso orgoglio dal di dentro. Questa manifestazione dell'EROS è uno dei giganti più forti.

STARE AL CONTROLLO

            Vogliamo stare al controllo per il timore di perderlo. Non riusciamo a credere, ad avere in Dio una fiducia sufficiente da permettergli il controllo della nostra vita. La nostra paura ultima è la morte. Se credessimo alla Sua Parola che Egli non ha nessuna intenzione di farci del male, che siamo i Suoi figli preziosi (Gv 1,11-13), amati ed acquistati a caro prezzo (1 Cor 6,20), potremmo affidargli, in tutta sicurezza, tutti i dettagli della nostra vita. Se per Lui noi siamo tutto questo, allora il controllo della nostra vita da parte Sua sarà molto migliore di quanto potrebbe mai essere il nostro.

            Ma il solo modo per neutralizzare il gigante dell'Eros sta nel credere in Dio, credere che ci dia la grazia di abbandonare il controllo nelle mani del Padre ed amarlo, mentre ci conduce verso la Sua casa. Dobbiamo lasciar andare tutto, ogni persona, progetto, possesso, istituzione, relazione - tutto va riposto nelle Sue mani. Dobbiamo riconoscere e porre fine alle nostre manipolazioni, per quanto subdole, degli altri.

 

VANTAGGIO PERSONALE

            É "naturale" volere un vantaggio personale, ma i cristiani adorano un Dio che trascende il naturale. Se non possiamo per trascuratezza contravvenire alle Sue leggi, poiché vi sono sempre delle conseguenze, dobbiamo ricordare che il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe Si prende cura dei passeri e veste i gigli dei campi (Mt 6,25-33; 10,29-31). Egli provvederà a noi, quanto basta a nostro vantaggio. Ma in noi scarseggia la fiducia; L'antidoto è credere in Dio e nelle Sue promesse. Siamo i Suoi figli; la Sua provvista è la migliore.

Pedro

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