| | | OFFLINE | Post: 5.293 | Sesso: Maschile | |
|
02/09/2012 16:29 | |
Quindi se uno capisce questo quando poi vuole obbedire a S.Teresa e va a costruire il Carmelo a Oslo, mette l’infermeria a sud, per obbedire a S.Teresa che gli ha detto di metterla a nord. Ora questa è l’obbedienza biblica. E guardate che comunque niente è automatico, perché il rischio è che qualcuno dica: va bene, abbiamo capito, d’ora in poi facciamo il contrario di quello che ci dicono... No! Ogni volta uno si deve interrogare sul senso e poi obbedire al senso. Fate attenzione: al senso attraverso la lettera. Guai a lasciare la lettera. Che uno non dica: beh, io ormai obbedisco al senso, ormai ho lo Spirito, ormai della lettera della Legge non mi importa niente. Non ha più niente a che vedere con me. Non è così, perché se S.Teresa non avesse lasciato scritta questa cosa dell’infermeria, non avrebbe lasciato questo insegnamento dell’amore per la sorella malata. La lettera è fondamentale. Solo che poi la devi capire e devi obbedire. Devi obbedire alla lettera, ma nello Spirito.
Quando noi siamo davanti ad un comando di Dio, noi abbiamo la possibilità o di mettere l’infermeria a nord o di metterla a sud. Di obbedire secondo il senso o di obbedire come si obbedisce ad un despota: ha detto di fare così ed io lo faccio. Se io entro in questo tipo di obbedienza, sono obbediente in modo servile, non da figlio, ma da schiavo. L’obbedienza formale, che si limita a fare, senza cuore. Quando cominciamo ad obbedire così a Dio senza più capire ciò che Dio ci comanda e limitandoci ad osservare la lettera, quello che avviene è che il comando di Dio inevitabilmente comincia ad espandersi, perché invece di essere un comando diventa un tabù. Perché io, donna che sono nel giardino, non so più perché Dio mi ha detto che non devo mangiare di quell’albero, e allora dico: “Boh, mi ha detto di non mangiarlo... non lo mangio. Non lo mangio... ma potrò toccarlo?”. Se io non capisco perché muoio se lo mangio, mi può venire il dubbio che potrei morire pure se lo tocco. Allora per sicurezza non lo tocco nemmeno... Ci potrò passare vicino? Sai, per sicurezza, evitiamo anche di passarci vicino. Lo potrò guardare? Nel dubbio meglio anche non guardare. Allora io vivo nel giardino, che dovrebbe essere il luogo della mia gioia, evitando di toccare tutto, di guardare, con la testa girata indietro.
Uno allora arriva a dire: “Se è così, io dal giardino me ne vado!” E’ facile ridere se diciamo questo, ma pensate a cosa succedeva quando ci si diceva che non si può mangiare la carne al venerdì. Ed era una cosa che aveva un senso bello, perché la Chiesa come madre ci dava delle indicazioni di senso. Ci diceva: guardate il venerdì è il giorno in cui si fa memoria della Passione del Signore, allora è anche il giorno in cui si fa memoria del fatto che la rinuncia, anche la sofferenza, se vissute in un certo modo, hanno un senso. E poi c’è un’esigenza di carità, di condivisione. Allora il venerdì non mangiate carne, che è un cibo da ricchi. Fatelo come fatto simbolico. E’ un modo con cui voi assumete quello che ha il sapore di una rinuncia, il giorno in cui il Signore Gesù ha rinunciato a difendersi per salvare gli altri e quindi ad entrare nel cammino della morte e questo diventa poi la possibilità di condividere con altri, perché quello che tu non utilizzi oggi per comprare la carne può servire ad altri per mangiare. Vedete che era molto bello.Pedro
|
|
|
|
|