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02/09/2012 16:30 | |
Dicevamo che davanti alla donna che ormai è rimasta presa in trappola, il serpente dà la sua botta finale per la caduta della donna. Vedete: anche la risposta del serpente è un’affermazione non verificabile. Dice: “No, non è vero, Dio vi ha detto questo perché non vuole che conosciate il bene e il male”, ma una cosa di questo tipo non si può verificare. O ti fidi o non ti fidi. E questo anche è un elemento significativo nell’insegnamento di questo racconto, perché ci dice che noi siamo davanti a due parole, a due sapienze, quella di Dio e quella del serpente. E tu devi decidere di quale ti fidi.
Perché non è verificabile la risposta del serpente come però a volte non è verificabile neppure il comando di Dio. Allora tu puoi fare riferimento alla tua esperienza, all’esperienza di coloro che ti hanno preceduto, ma anche lì dipende se ti fidi o non ti fidi. In altre parole quello che è in gioco è la fede. Ed è inutile andare in cerca di quello che mi può garantire dentro la fede. E’ la fede che si garantisce da sé. Siamo davanti a due sapienze, quella del serpente e quella di Dio.
“La donna ne mangiò, poi ne diede anche al marito che era con lei”. Vedete, il gesto di per sé è un gesto bello, un gesto di comunione. La donna non tiene per sé il frutto, ma lo dà all’altro. Solo che non ci può essere comunione nella separazione da Dio, nella contrapposizione a Dio. Allora, quello che sembra il gesto bello, io che ho preso il frutto che secondo me è un tesoro prezioso e lo condivido con te, se fatto in contrapposizione a Dio, non è condividere un tesoro, ma la morte.Pedro
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