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02/09/2012 16:31 | |
Il testo qui diventa fortemente ironico. Il serpente aveva detto: “Se voi mangiate del frutto i vostri occhi si apriranno e voi conoscerete il Bene e il Male”. La donna prende il frutto, lo dà all’uomo, lo mangiano e il narratore, ironicamente, chiosa: “E allora si aprirono i loro occhi” - proprio come aveva detto il serpente - “e conobbero” - proprio come aveva detto il serpente - “di essere nudi”. Ecco l’ironia, si avvera esattamente quello che ha detto il serpente, si aprono gli occhi e loro conoscono, solo che invece di conoscere il Bene e il Male, conoscono di essere nudi, cioè conoscono di aver bisogno di difendersi.
Perché cos’è la nudità nella prospettiva biblica? Voi ricordate la fine del capitolo 2 di Gen dice: “L’uomo e la donna erano nudi e non ne avevano vergogna”. Sapete tutti che non c’entra niente qui il comune senso del pudore. Avere vergogna non vuol dire avere pudore. Avere vergogna nella Bibbia vuol dire essere smascherati, riconosciuti colpevoli e perciò dover morire. Dunque la vergogna è una cosa seria. E’ oggettivamente ciò che ti porta alla morte e soggettivamente quel senso di sgomento, di terrore e di smarrimento che si accompagna all’esperienza del morire.
Per questo i Salmi ogni tanto dicono: “Signore i nostri nemici siano svergognati, si copra di vergogna il loro volto”. Noi potremmo dire: “Beh, se è solo questo, che devono diventare rossi di vergogna, ci si può anche stare, se è tutto qui il castigo”. No, lì si sta chiedendo: “Falli fuori tutti, che muoiano!”. Il testo di Gen 2 dice che erano nudi e non avevano paura, non avevano quel senso di sgomento che si prova davanti alla morte. Perché essere nudi vuol dire effettivamente esporsi all’altro, essere simbolicamente senza difese e senza più segreti. E vuol dire che sei in balia dell’altro, perché l’altro ti vede come sei, ti conosce per quello che sei e ti può controllare, manovrare, sei nelle sue mani.Pedro
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