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02/09/2012 16:31 | |
L’idea è: “Erano nudi”, cioè esposti l’uno all’altro, in balia l’uno dell’altro, ma non avevano motivo di averne paura, non era per loro un’esperienza di morte. Tra l’altro pensate anche antropologicamente, nella nostra esperienza anche attuale, come è esplicativa questa faccenda della nudità. La nudità può essere capita all’interno di una percezione ed anche di un rapporto con il corpo proprio e altrui che sia ancora un rapporto di rispetto e di comprensione del mistero. Ma basta accendere la televisione e di misteri ce ne sono pochi. Ma quella è una degenerazione del rapporto al corpo. Se noi parliamo, invece, di un rapporto al corpo serio, provate a pensare cosa vuol dire essere nudi, in positivo, quando un uomo e una donna si amano e fanno l’amore. Lo fanno nudi. E questo non perché è più erotico - anche per carità - ma c’è proprio simbolicamente un esporsi e un darsi totalmente all’altro che la nudità esprime e simboleggia. Io sono ormai completamente senza difese, è quel diventare uno che anche la nudità significa. Da lì nasce poi quella complicità, quel conoscersi, quel non avere più paura dell’altro e che l’altro mi conosca. Che è la meraviglia del volersi bene, perché sono questi i momenti grandiosi del volersi bene. Di due persone che possano fidarsi talmente uno dell’altro da giocarsi la vita intera e per sempre e senza segreti. La nudità.
Ma adesso pensate al negativo, e lo sanno bene gli esperti in tortura. Se tu vuoi piegare la coscienza e la forza di resistenza di un uomo, rimani vestito tu, ma metti nudo lui. Proprio perché uno ha questa percezione terribile dell’essere in balia. Ebbene, dice ironicamente il nostro testo, gli occhi di questi si aprono, e conoscono di essere nudi. E allora immediatamente corrono ai ripari. Prendono delle foglie e cominciano a costruire le loro difese, le loro barriere, che si vede poi bene, servono, sono ormai necessarie. Perché quando Dio interviene e comincia a fare le domande, c’è da parte dell’uomo e della donna la fuga al “si salvi chi può”, “muoia lui purché mi salvi io”. Allora: “Cosa hai fatto tu, uomo?” - “Io? Mica io, la donna! Muoia lei purché mi metta in salvo io”. E la donna: “Io? Mica io! Il serpente!”.
C’è questo gioco terribile dove si vede ormai bene che la solidarietà tra l’uomo e la donna, che pure era stata significata dal gesto della donna che gli dava il frutto, è assolutamente finita, perché si è ormai radicalmente alterato il rapporto tra i due, così come si è radicalmente alterato il rapporto con il mondo. Il giardino invece di essere il luogo da coltivare, in cui camminare la sera insieme a Dio, passeggiando, diventa invece il luogo che tu utilizzi per nasconderti e da cui strappi le foglie per costruirti le barriere.Pedro
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