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02/09/2012 16:32 | |
E si sono radicalmente alterati i rapporti con Dio perché Dio interviene e l’uomo e la donna hanno paura e si nascondono. Quindi vedete che ciò che fondamentalmente costituisce l’uomo - il rapporto con Dio, il rapporto con gli altri e il rapporto con il mondo, e quindi la vita - tutto è radicalmente alterato. E questo è ciò che il peccato provoca. Dio allora in questa situazione che è ormai avvenuta, interviene. Prima con le domande e poi con le sanzioni.
Prima le domande. Non per avere una spiegazione, ma perché l’uomo prenda coscienza della follia di quello che ha fatto. Sono domande in forma accusatoria: “Che cosa hai fatto?” E’ la formula tipica dell’accusa nel resto della Bibbia, dove uno non chiede “Cosa hai fatto?” intendendo “Spiegami cosa è successo”, ma “Ti rendi conto di cosa hai fatto?” perché l’altro possa prendere coscienza del proprio peccato. Solo che, appunto, l’uomo e la donna, davanti a queste domande, invece di prendere coscienza del proprio peccato e quindi di confessarlo, accusano gli altri e ultimamente accusano Dio.
Perché la donna è quella “che tu mi hai messo accanto” e il serpente - la donna non lo dice, ma l’ha detto il narratore all’inizio - è una creatura che Dio aveva fatto. Si vede qui proprio fin dove può arrivare la follia del peccato che ti porta all’autogiustificazione che diventa accusa di Dio, di questo Dio invece che ti sta chiedendo perché ti vuole perdonare. E tu invece lo accusi. “E se Dio non mi avesse messo in questa situazione io non avrei peccato. Se Dio non m’avesse dato la donna io non avrei preso il frutto e se Dio non avesse fatto il serpente... La colpa è di Dio, l’ha fatto lui il serpente mica io”.
Pedro
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