| | | OFFLINE | Post: 5.293 | Sesso: Maschile | |
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02/09/2012 16:33 | |
Un esempio tipico? Pensate a Davide e Betsabea. Lui voleva passare una notte con una donna bella. Probabilmente illudendosi che questo in fondo non avrebbe fatto male a nessuno. Il marito della donna era pure via, quindi non avrebbe fatto male a nessuno, invece avrebbe fatto bene a Davide perché era un modo per prendersi una pausa dal terribile peso di essere re. Per di più c’era la guerra, quindi era in tensione, era preoccupato, quindi voleva solo passare una notte rilassandosi, magari con l’illusione che l’indomani avrebbe potuto gestire meglio le cose del regno perché era più contento e soddisfatto. Allora in fondo che male c’è nel fare una cosa che tutto considerato mi fa bene? Vedete l’inganno? E quando poi Davide lo fa, ecco cosa succede a lui che voleva solo passare una notte con una donna bella. Si ritrova in una situazione per cui la donna rimane incinta e allora lui fa un obbrobrio inaccettabile, cerca di rifilare il figlio al marito della donna. Chiamando Uria dal campo di battaglia e dicendogli: “Vai a lavarti i piedi”, tradotto: “Vai a letto con tua moglie”, cosicché il figlio risultasse figlio di Uria. E quando Uria non va invece a casa dalla moglie, allora Davide lo uccide - tra l’altro in modo infame, perché è Uria stesso a portare l’ordine di uccisione a Ioab. Tutto è cominciato con la voglia di passare una notte in compagnia di una donna bella.
Tutto comincia così, ma si finisce con un omicidio. Perché quando tu innesti la spirale del peccato, quella ti va fuori di controllo. Allora o tu riesci ad interrompere la spirale confessando la tua colpa, oppure sei costretto a fare altro male per coprire il male che hai già fatto. Si comincia con un adulterio e si finisce con un omicidio. Questo è automatico. Ecco un altro aspetto del perché il serpente è qualche cosa che è al di fuori di me. Ed ecco perché allora c’è anche un pochino questa percezione che l’uomo ha sì delle propria responsabilità, ma contemporaneamente sa di essere stato vittima. Di nuovo siamo nel paradosso, perché se sei libero e fai il male volontariamente non è vero che sei vittima. Invece sono vere tutte e due le cose. Vittima delle circostanze. Bastava che Davide passeggiasse sulla terrazza mezz’ora prima o mezz’ora dopo e non avrebbe visto Betsabea e non sarebbe successo niente. Vittima delle circostanze. Vittima di una pulsione sessuale che non è stato capace di controllare, vittima del desiderio. C’è qualcosa di questa percezione che l’uomo ha del peccato. Siamo responsabili, ma vittime di inganno, però responsabili di quell’inganno. E’ così.Pedro
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