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02/09/2012 16:35 | |
Qui si apre per l’uomo una nuova storia che è ormai segnata inevitabilmente dal peccato e che però Dio riesce a modificare. Nemmeno Lui può cancellare il fatto che il peccato ci sia stato. Neppure Dio può, davanti alla donna che ha preso il frutto e che l’ha mangiato insieme all’uomo, intervenire e dire: “No, facciamo così, fermiamo tutto, torniamo indietro di tre giorni e ricominciamo daccapo”. Se la donna ha mangiato il frutto, l’ha mangiato e non ci sono santi. Ma Dio può cancellare il peccato intervenendo nella realtà di peccato e modificandola e quindi trasformando le conseguenze del peccato in possibilità di salvezza e entrando ora in questa storia dell’uomo che ormai è diversa da prima. Ormai non può più essere come era prima di mangiare il frutto. E però Dio può accompagnare, continuare ad essere vicino all’uomo in questa sua realtà, in questa sua nuova storia segnata dal peccato, ma da un peccato che è perdonato, che l’uomo allora può lasciarsi perdonare.
Ed è quello che avviene quando Dio parla di morte. E guardate che la morte qui assume questa connotazione positiva di offerta di salvezza, ma presentata come la realtà negativa, maledetta, che vuol dire tornare alla terra. Solo che la terra non è più quella di prima, adesso la terra è stata maledetta dal peccato dell’uomo. Quindi è un tornare alla terra che non è più il tornare alla terra che ti riconosce, la terra madre. Torni ad una terra che a motivo di te è stata maledetta. Eppure anche questo ritorno alla terra può avere questa dimensione salvifica perché Dio è capace di perdonare.
L’uomo e la donna vengono cacciati dal giardino e dunque entrano in una nuova storia e in nuovo rapporto con il mondo, che non è più quello di prima perché adesso la terra su cui l’uomo e la donna vivono e la terra a cui ritornano morendo, non è più quella benedetta del giardino, ma quella maledetta che produce solo spine e cardi. Quindi la storia dell’uomo ormai è cambiata, segnata inevitabilmente dal male che l’uomo ha commesso. Ma dentro questa storia pur così segnata dal male, dal peccato, dalla sofferenza, Dio non lascia solo l’uomo. Allora la donna si chiama Eva (Hawwah), che è un nome che ha a che fare con il verbo hayah che vuol dire vivere e far vivere, e infatti si dice: “La chiamò Eva perché fu madre di tutti i viventi”.Pedro
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