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02/09/2012 16:37 | |
Quello che è interessante è che questo Caino è il primo frutto del primo conoscersi dell’uomo e della donna. Uomo e donna che sono stati cacciati dal giardino, uomo e donna che con il loro peccato hanno ferito a morte la vita, e quindi hanno radicalmente alterato il rapporto di armonia con la vita e che però continuano ad essere oggetto dell’amore fedele di Dio, che non solo dà loro vestiti di pelli, ma tiene fede alla sua promessa di vita. Quindi nonostante l’uomo e la donna abbiano ferito a morte la vita, Dio fa sì che la vita, nonostante tutto, continui. Quest’uomo e questa donna si conoscono, la fedeltà di Dio alla vita si manifesta, nasce un figlio. La vita, anche se ferita, continua.
Però è una vita ferita, è una vita che ha in sé il germe del peccato, è segnata dal fatto che l’uomo e la donna hanno peccato. E questo adesso si vedrà. Perché la vita continua, e non una vita qualunque, ma quella di Gen 1, quella a cui Dio è fedele, una vita che si moltiplica, una vita in sovrabbondanza. Non nasce solo Caino, ma nasce anche un altro figlio, proprio a testimoniare che si tratta della vita benedetta, la vita del “Crescete e moltiplicatevi”. Dio rimane fedele alla sua parola di benedizione; allora non nasce solo un figlio, così tanto per dire: “Non blocchiamo proprio tutto”. No, è la vita benedetta! Quindi ne nasce anche un altro, in sovrabbondanza e benedizione.
Nasce Abele, per il cui nome la donna, Eva, non dà nessuna spiegazione, non fa alcun gioco sonoro, ma non ce n’è bisogno, perché Abele in ebraico si dice Hebel, che vuol dire alito, soffio, vapore, quindi cosa inconsistente. Tanto da poter significare vanità ed essere il termine che Qohelet usa in continuazione nel suo Libro, quando dice: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”.Pedro
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