CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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AD IMMAGINE DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 18:24
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10/01/2010 17:54
 
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PERSONAGGI
Una parola ed una storia sono all'origine della nostra fede. Un avvenimento e la sua interpretazione fondano il dialogo d'amore e di salvezza tra Dio e l'uomo. Dio agisce e rivela il senso salvifico della sua azione all'uomo. Questi vive una storia d'amore, ascolta una parola di salvezza.La fede cristiana ha così una dimensione interpersonale. Due persone entrano in relazione, in comunione, in dialogo, in amicizia. Questo dato fondamentale della fede cristiana, questo dialogo interpersonale in una storia umano-divina, che vuole da se stesso  e per se stesso arrivare all'altra persona, esclude tutto quel processo gnostico, di sforzo dell'uomo che pretende decifrare l'indecifrabile, e per noi cristiani, il mistero trinitario.Al Dio di Gesù Cristo non si arriva attraverso lo sforzo dell'uomo. Il Dio della Scrittura non si dimostra con la nostra razionalità. Se ciò fosse possibile, noi non avremmo più bisogno di fede. La dimostrazione non domanda fede, ma comprensione. Essa non lascia spazio alla libertà. Impone l'accettazione.Poiché la parola e la stessa storia sono all'origine della nostra fede. La fanno nascere. Fede è infatti accettare questa parola che interpreta la nostra storia. E' fondare su di essa la nostra esistenza. E' anche immettersi in un dialogo d'amore. Consideriamo come esso si svolge e chi sono i due partners di cui uno parla e l'altro ascolta e quali sono le conseguenze dell'ascolto e del non ascolto di questa parola d'amore e di salvezza.La parola sulla quale noi fondiamo la nostra fede è stata codificata nelle Scritture, la Sacra Bibbia.Questa ci presenta una Persona che all'inizio del tempo, in principio, quando nulla ancora esisteva, con la sua parola potente ha creato ogni cosa."Sia la luce". "E la luce fu". "E Dio vide che la luce era cosa buona". "Sia il firmamento". E Dio disse ancora: "La terra produca esseri viventi".Dopo aver creato tutto lo scenario, Dio sta per dare vita a colui che è al centro di tutto il creato. Per questa opera non basta più la semplice parola, il puro comando: "Sia la luce"; "la terra produca".C'è un intervento diretto di Dio. Un calarsi lui stesso le mani nella pasta per impastare quest'uomo. Non c'è distacco. Non c'è: "Sia"; non c'è: "Produca", ma: "Facciamo". Dio è all'opera lui stesso: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche, su tutti i rettili che strisciano sulla terra"."Dio creò l'uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò".Tra i due partner emerge già la non uguaglianza. L'uomo non è Dio. Dio non è l'uomo. Non è l'uomo che crea il suo Dio. E' Dio che crea l'uomo. Il rapporto tra Dio e l'uomo è un rapporto di creaturalità. L'uomo non è creatore. Egli è stato voluto e creato dal suo Dio. Egli non è l'immagine di Dio. Egli è stato creato ad immagine di Dio. Cosa vuol dire? Anzitutto chi è Dio?Dio è amore. Dio è comunione. Dio è creatore. Dio è Trinità. Dio è bontà. Dio è saggezza. Dio è sapienza infinita. Dio è libero, anzi libertà.Poiché l'uomo è stato creato ad immagine di Dio, egli deve realizzarsi riflettendo in se stesso questa immagine divina. Egli sarà uomo se realizzerà in lui questa immagine secondo la quale egli è stato creato."Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza". L'uomo sarà quindi uomo solo se ama, se vive in comunione, se è creatore, se partecipa dell'altro, se è buono, se è saggio e sapiente, se è libero.Saranno sempre l'amore, la comunione, la creatività, l'interpersonalità, la bontà che caratterizzeranno l'uomo secondo Dio e lo definiranno nella sua essenza.Quanta differenza dalla definizione che ci offre la filosofia: "l'uomo è un animale ragionevole".L'uomo non è un animale ragionevole. L'uomo è un essere creato ad immagine e somiglianza del suo Dio. E' Dio il termine di paragone. E' il suo creatore. E' l'Altissimo che ci manifesta la nostra dignità. Non l'animale. Un gatto, un cane, un leone, anche il più bello ed il più intelligente, resta sempre un animale. Non cambia la sua natura.Anche se quello non ragiona ed io sì, siamo e restiamo sempre animali. L'uomo è una creatura eccelsa. E' stata creata ad immagine e somiglianza di Dio. Nel suo sangue scorre un qualcosa di divino. Ah! Se solamente conoscesse quest'uomo la sua dignità e il rapporto che lo lega al suo creatore, non si definirebbe più un animale, anche se... ragionevole! Sei ad immagine e a somiglianza di Dio! Prendine atto! Agisci di conseguenza! Sii uomo!E pur tuttavia l'uomo è creatura. E' questo il fondamento primo della nostra fede. E' ad immagine e a somiglianza di Dio! Ma è sempre creatura. E' la più eccelsa tra tutte le creature visibili, eppure sempre creatura.Può, anzi deve, dominare il creato. Ma non per questo può annullare la sua relazione fondamentale che lo costituisce creatura e lo definisce tale.Se stiamo insistendo molto su questo concetto è perché noi siamo convinti che esso è all'origine della nostra conversione a lui. E' al principio del nostro ritorno a Dio per cercarlo nella semplicità e nella purezza del cuore. E' perché noi siamo convinti che questo è stato sempre il male prometeico che rifiuta ogni dipendenza.L'uomo non accetta oggi questo legame e questa dipendenza dal suo Dio, dal suo creatore. Ed infatti è stata questa la sua prima tentazione che resterà quella di sempre.Quando in quel capitolo della Genesi, il primo libro della nostra Bibbia, il narratore sacro ha voluto raccontarci il primo atto di insubordinazione della creatura al suo creatore, usa una frase che colpisce: "voi sarete simili a Dio".E' questo il peccato. Voler essere simili a Dio. Ma l'uomo non è Dio. Egli è stato creato ad immagine e somiglianza. E' Dio il nostro creatore.Mettiamo un po' di ordine nelle nostre idee. Se Dio è il creatore dell'uomo, ciò significa che è Dio che ha creato l'uomo. Anche se lo ha creato in un certo modo, ad immagine e somiglianza, lo ha sempre creato in una dipendenza a lui. Tra i due vige un rapporto di creaturalità. Nel senso che Dio ha impresso nella natura dell'uomo l'immagine e la somiglianza della sua natura divina.Dio è buono. L'uomo deve realizzarsi nella bontà. Dio è creatore. L'uomo deve concretizzarsi nella sua operosità creatrice, inventrice, trasformatrice. Dio è libertà. L'uomo deve vivere di libertà e di libero arbitrio. Sono due parole queste che mettono l'uomo in crisi. Poiché l'uomo è per natura creatura e deve vivere  conformemente all'immagine e alla somiglianza che ha ricevuto dal suo creatore, questi interviene con la sua parola per indicargli la via ed il cammino da seguire.Qui un'altra messa a punto si impone. Quando noi diciamo che Dio è libertà, oppure quando noi asseriamo che Dio è onnipotente,, si potrebbe pensare che il nostro Dio è un essere dispotico che può fare ciò che vuole. Questa è una concezione più pagana che cristiana di Dio! Quando noi diciamo che Dio è libero, o che egli è onnipotente, noi vogliamo semplicemente affermare che Dio agirà sempre conformemente alla sua natura.In Dio non c'è distinzione, o differenza, tra pensiero ed azione. Tra parola e fare. Egli disse e tutto fu fatto. Egli è. Egli è atto puro. Nella sua natura Dio è amore. Nella sua manifestazione Egli sarà sempre amore, giustizia, misericordia, creatività.La libertà in Dio è quindi la sua facoltà e anche la sua costante possibilità di agire sempre secondo la sua propria natura che è amore, giustizia, misericordia. Ecco perché Dio non è libero, ma libertà; Dio non è buono, ma amore. Dio non è giusto, ma giustizia. Egli è. Poiché l'uomo partecipa della libertà di Dio, egli deve realizzarsi agendo secondo la propria natura. Egli sarà veramente libero quando la sua azione è in conformità a quell'immagine e a quella somiglianza che porta impressa in se stesso. Egli è ad immagine di Dio.Il più infelice degli uomini è sempre colui che non sa amare, che non vuole amare, che non è amato e che non vuole essere amato. Quando egli non riflette in se stesso l'immagine di Dio, quando egli non vive secondo la somiglianza che il creatore ha impresso nella sua natura e secondo la quale egli è stato creato, egli non si realizza. Egli non diviene uomo. Egli non è libero, ma schiavo di se stesso e degli altri esseri che lo circondano.Può sembrargli di essere libero, ma in realtà non lo è, perché non vive conformemente alla sua libertà, alla sua natura. Lavora invano e per niente. Ma non certo per la realizzazione in se stesso dell'immagine di Dio e quindi per la sua felicità. Accettare la legge della creaturalità è accettare che Dio sia Dio e l'uomo uomo, è accettare la nostra dipendenza dal nostro creatore, anche se è una dipendenza di amore.Accettare la legge della creaturalità è accettare che la parola del Signore fondi e diriga tutta la nostra esistenza, è accettare che l'uomo si realizzi conformemente alla sua natura facendo splendere sul suo volto l'immagine e la somiglianza secondo la quale egli è stato creato.

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