CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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AD IMMAGINE DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 18:24
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10/01/2010 17:58
 
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Dice il Signore

"Dopo Mosè ed Aronne vennero dal Faraone e gli annunziarono: Dice il Signore, il Dio di Israele: lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto!Il Faraone rispose: "Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce per lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e neppure lascerò partire Israele!".Ripresero: "Il Dio degli Ebrei si è presentato a noi. Ci sia dunque concesso di partire per un viaggio di tre giorni nel deserto e celebrare un sacrificio al Signore nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada".Ma il re d'Egitto disse loro: "Perché, Mosè ed Aronne, distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori". Il Faraone aggiunse: "Ecco, ora sono numerosi più del popolo del paese. Voi li vorreste far cessare dai lavori forzati!".La terra sarà tua e della tua discendenza! Dio vuol mantenere la sua promessa. La volontà dell'uomo pone ostacoli alla realizzazione del piano di Dio.Cosa fare? Invitare l'uomo a collaborare con lui. "Lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto".Nel piano originario di Dio tutto si sarebbe svolto di una maniera lineare. Di amore ad amore. Di corresponsabilità a corresponsabilità. Di volontà a volontà.Tra Dio e l'uomo ci sarebbe stata una sincronia perfetta tra le due volontà. La volontà di Dio sarebbe stata volontà dell'uomo se non ci fosse stato il peccato. Se l'uomo, ad un certo punto della sua storia, non avesse deciso di realizzarsi secondo un altro progetto di uomo, un progetto di uomo che non è secondo Dio.Tutto sarebbe stato perfetta armonia tra la creatura ed il suo creatore se l'uomo non avesse compiuto all'inizio dei tempi quell'atto di non fede. Egli non ha creduto alla parola del Signore.Ma Dio deve realizzare comunque il suo piano. La terra sarà tua e della tua discendenza. Deve mantenere quanto ha promesso. Ma come mantenerlo di fronte a quell'uomo che non solo non intende collaborare con lui, che non solo non resta neutro o in una situazione di attesa, ma che pone ostacoli sul suo cammino?Come mantenerlo dinnanzi al Faraone e a tutti gli altri faraoni che non vogliono che Egli sia fedele alla sua parola impedendogli di realizzare quel dialogo di amore e di salvezza con l'uomo, la sua creatura, l'oggetto del suo amore?Dio potrebbe senz'altro ricorrere ad un'azione di forza. Potrebbe! Ma non lo farà mai. L'azione di forza è sempre degli impotenti. Di quelli che vivono di tempo e che non hanno tempo. Di quelli che pensano che con l'azione violenta si ottiene tutto.Né la forza, né l'azione violenta hanno mai prodotto qualcosa di buono. Tali metodi non convincono e non convincendo non producono salvezza.La calma è la virtù dei forti. E di calma Dio ne ha sempre dimostrata parecchia. E mentre l'uomo domanda che discenda fuoco dal cielo perché distrugga la città incredula, Dio invece non vuole la morte del peccatore, ma che egli si converta e viva.E' questa la logica di Dio. Dio è misericordia e perdono. Egli vuole la conversione! Egli attende che il figlio che ha abbandonato la casa paterna vi ritorni. Sarà accolto con un lauto banchetto!Lascia partire il mio popolo. Il Faraone si rifiuta. Non conosce il  Dio degli Ebrei. Inizia l'opera di convincimento coi segni della sua potenza e della sua forza. Con i segni della sua superiorità e della sua capacità di vittoria su ogni elemento che voglia contrastare la sua volontà che vuole attuare quanto promesso al suo fedele servitore Abramo e alla sua discendenza.Il Faraone non si convince ai primi segni. Indurisce il suo cuore. Si scaglia contro. Aggrava la stessa situazione dei lavoratori Ebrei i quali sono costretti a produrre la stessa quantità di mattoni senza più essere forniti della paglia con la quale i mattoni venivano impastati.Essi stessi devono andare a raccoglierla nei campi. La condizione diviene ancora più dolorosa. Essi sono messi a dura prova dal comportamento del Faraone. Che strana logica divina questa che trasforma la liberazione in dura schiavitù, che aggrava il male prima di portare la salvezza, che ti fa discendere nella fossa prima di liberarti!Che logica strana quella divina che potrebbe in un solo istante capovolgere ogni situazione e tutte le situazioni e nello stesso tempo non fa nulla, o meglio sembra non far nulla perché vuole che siano gli uomini gli attori della storia e degli eventi anche se in definitiva essi devono essere diretti secondo la sua volontà ed il suo piano di salvezza e non secondo la volontà ed il piano di perdizione degli uomini.Non si può entrare nella logica di Dio se non si tiene conto di due grandi verità: dalla gratuità del dono e dalla libertà dell'uomo, la parola di Dio e la fede dell'uomo nel credere alla parola del suo Signore.Il Faraone come l'Ebreo non credettero alla Parola di Dio. Anche Mosè era titubante. Eppure egli aveva ricevuto il segno del roveto ardente. Ma anche nel ricevere la missione, la pochezza e la nullità dell'uomo lo fanno diventare ancora più piccolo e più insignificante.Chi sono io per realizzare, o Signore, il tuo piano? Non ti accorgi che hai sbagliato indirizzo? Non so neanche parlare! In queste condizioni chi è più pazzo, tu, che mi hai scelto per liberare il tuo popolo, o io che accetto?Ma il Signore che comprende il timore sacro della sua creatura, la sorregge lungo il cammino perché essa non vacilli, l'aiuta perché accetti di collaborare per la realizzazione del piano del suo Signore.Mosè ebbe timore di accettare il piano di Dio. Gli Ebrei ed il Faraone non credettero nella possibilità di una tale liberazione. Il Faraone non credette perché troppo forte e sicuro di se stesso e delle sue truppe, delle capacità insite nell'uomo e nel suo regno.Gli Ebrei non credettero in ragione del loro niente della loro schiavitù. Eppure Mosè ed Aronne in questa situazione di incredulità completa da una parte e dall'altra, di totale non collaborazione degli oppressi e degli oppressori, vanno ad annunziare al Faraone la volontà divina di liberare il suo popolo. Lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto!Il Signore inizia così l'opera di conversione degli uni e degli altri. Egli dà inizio al suo piano di salvezza che è un piano di salvezza per tutti. Egli vuole che le sue pecorelle conoscano e credano alla sua voce, qualunque essa sia.Egli vuole che il lupo diventi agnello ed entri nel suo unico ovile.Ma la libertà è libera. L'uomo può rifiutarsi di credere, come può accettare la parola di salvezza e di liberazione. Il cuore del Faraone si indurisce. Egli non ascolta la parola di Aronne e di Mosè.Comincia l'opera di convincimento. E' il tempo dei segni! Il segno che è per natura sua non univoco, che lascia libero spazio alla volontà dell'uomo, è il mezzo scelto da Dio perché egli si apra alla fede, la quale essendo un atto di tutto l'uomo deve essere un atto della sua intelligenza, della sua volontà, della sua corporeità.Tutto l'uomo deve prendere parte all'atto più importante e più deciso della sua esistenza e della sua vita!Dio dà dei segni al Faraone. Le dieci piaghe d'Egitto. Il Faraone indurisce sempre più il suo cuore. Mosè convince gli Ebrei a credere in quella voce di verità e quindi li prepara per uscire dall'Egitto. L'ora della liberazione sembra ormai vicina! Mancano gli ultimi preparativi.Chi vincerà, Dio o il Faraone, poiché quest'ultimo rifiuta sempre ogni segno che il Signore manda a lui perché egli apra il suo cuore e confessi la nullità dinnanzi all'azione divina?E' questo ostinarsi dinnanzi all'azione di Dio che  determina nella sua essenza il peccato contro lo Spirito Santo.Peccato che non sarà mai perdonato, non perché imperdonabile in se stesso come peccato, perché Dio è pronto a perdonare l'uomo, sempre e in ogni momento.E' imperdonabile in ragione dell'atteggiamento dell'uomo che rifiuta la sua grazia, che rifiuta di accettare la volontà di Dio.Con il suo atteggiamento impedisce che il piano di Dio si realizzi. Egli stesso si pone come ostacolo dinnanzi all'azione salvatrice del suo Signore. Egli non solo non vuole salvarsi. Egli non vuole neanche che altri possano accettare la salvezza di Dio.Egli non solo rifiuta di riconoscere la volontà di Dio. Vorrebbe che la volontà di Dio si adeguasse alla sua! Che la sua fosse volontà di Dio. Non lasciando spazio alla libertà di Dio, non lascia spazio neanche alla libertà degli altri!Il suo peccato non sarà perdonato perché egli non ha Dio! Egli si è fatto Dio. Denaturando così l'immagine e la somiglianza divina secondo la quale egli era stato creato dal suo Signore!Questo peccato è un peccato satanico. E' il peccato dell'origine dell'uomo e di ogni tempo: Voi sarete simili a Dio! Io sono Dio. Non posso permettere che un altro Dio venga a dettarmi la sua volontà, o un piano di salvezza differente dal mio che è un piano di autosufficienza e di autosalvezza.E' stato questo l'atteggiamento del Faraone. E' questo l'atteggiamento di ogni uomo che non permette che il piano di Dio si realizzi nei modi e nelle forme voluti dal suo Signore. Ma la storia del Faraone ci insegna che un uomo può combattere contro un uomo, ma un uomo non potrà mai combattere contro Dio. Un uomo può vincere un altro uomo, ma un uomo non potrà vincere Dio.Non perché Dio voglia strafare contro l'uomo e voglia compiere soprusi contro la sua creatura. Se l'uomo potesse vincere contro Dio, allora l'amore sarebbe sopraffatto dall'odio, la donazione ed il sacrificio dall'egoismo, la vita dalla morte.E questo è impossibile perché sarebbe annullare Dio che è amore, che è donazione e vita.L'odio può vincere un altro odio. Ma l'odio non vincerà mai l'amore che è infinito, che è Dio.La storia del Faraone ci insegna che l'uomo non può impedire al suo Signore di attuare il suo piano di salvezza. Ci insegna che l'uomo è sempre invitato ad accettare la parola di salvezza del suo Signore. Ci insegna che Dio vuole sempre che l'uomo divenga il suo partner nella storia della salvezza.Storia nella quale non ci sono né vincitori, né vinti e dove deve regnare non la gelosia, la contesa, l'invidia, ma l'amore che è salvezza.Storia nella quale ognuno deve sentirsi corresponsabile del piano di Dio e secondo le sue forze attuarlo e condurlo a compimento, dove ognuno aiuta l'altro affinché tutti insieme possano raggiungere la terra promessa, ricordando che l'invidia non è da Dio, né la gelosia.La storia del Faraone insegna a noi Ebrei che siamo stati invitati a realizzare il piano di salvezza, a celebrare una festa a Dio nel deserto di questo mondo senza Dio e senza fede, di non aver paura anche se non appena Mosè ed Aronne si presentano al Faraone, questi inasprisce il suo cuore, lo indurisce ed impone una servitù ancora più dura.E' proprio in questo preciso momento, nel momento in cui la prova diviene più aspra e più snervante, che è il caso di emettere la nostra professione di fede e dire: "Signore, io credo nella tua parola! Tu ci darai la terra; ci farai passare attraverso il mare se lo è necessario. Farai perire cavalli e cavalieri, ma noi saremo salvi. La tua parola è verità. Quanto hai detto lo attui sempre".Dio trionferà sempre. Ma egli prima di trionfare domanda una fede incondizionata, quasi impossibile.Ecco perché prima della salvezza e della liberazione, c'è l'inasprimento. Ecco perché prima della risurrezione c'è sempre una morte.L'uomo è messo nella morte totale. Il suo atto di fede ha il suo valore. Io credo che tu mi libererai. Io lo credo nel momento in cui umanamente parlando non c'è più possibilità di vita. Io sono morto. 

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