CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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AD IMMAGINE DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 18:24
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10/01/2010 18:00
 
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Io sono il Signore tuo Dio

"Dio allora pronunciò tutte queste parole: Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me.Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi".Io sono il Signore tuo Dio. E' così che vuole essere riconosciuto il Signore. In una situazione di salvezza e di liberazione, di rinascita alla libertà, il Dio dei nostri Padri si presenta come il suo Signore e si accinge a stringere con lui un patto di alleanza.Tu mi riconoscerai come il tuo Signore. Io ti riconoscerò come il mio popolo.Tu mi amerai come il tuo Signore. Io sarò sempre il tuo liberatore. Il tuo salvatore. Colui che per salvarti è capace, e tu nei hai visto le grandi gesta, a scendere in un paese e sconfiggerne gli dèi.Ecco perché ti puoi fidare di me. Ecco perché tu non devi andare a cercarti altri dèi. Non solo non devi. Non puoi.Io sono il tuo liberatore. Io sono il tuo Signore. Non puoi misconoscere questa grande opera che io ho compiuto per te. Non puoi rinnegarmi dopo averti liberato.Senza di me tu non sei niente. Sei solo un vagabondo che erra nel deserto. Non hai alcuna possibilità di salvezza. Basterebbe la prima banda di beduini per ridurti a niente.Non sono state le tue capacità di guerriero a liberarti. Anzi tu sei stato talmente pigro per la tua liberazione che se fosse stato per te avresti preferito rimanere nel regno della schiavitù. Avresti preferito costruire ancor mattoni.Non saresti stato capace neanche di desiderare la tua liberazione. Infatti al primo pericolo, al solo vedere i carri del Faraone hai avuto paura e volevi rinnegarmi per ritornartene in Egitto.Non solo non sei niente senza di me. Non hai neanche la volontà di diventare un qualcosa. Se sei qualcosa lo devi a me. Lo devi alla mia promessa che ho fatto ai tuoi padri: ad Abramo, Isacco e Giacobbe.Io ho solo una parola e devo mantenerla. Con te o senza di te. Se tu non vuoi entrare nella terra che ho giurato di dare ai tuoi padri, entreranno i tuoi figli, ma io devo mantenere la mia promessa. Se tu vuoi entrare nella terra le condizioni sono queste: Io sono il Signore tuo Dio. Non sono un altro Dio. Non sono un Dio sconosciuto. Un Dio che vuole essere riconosciuto da te come il tuo solo Dio senza averti dato nessuna prova e nessun segno della sua sovranità.Io sono il Signore tuo Dio. Lo stesso Dio che ti ha tratto fuori dall'Egitto. Lo stesso Dio che ti ha dato la configurazione di popolo. Lo stesso Dio che ti fa essere e ti ha fatto essere. Lo stesso Dio che ti farà sempre essere se tu mi riconoscerai come il tuo Signore.Come il tuo Dio unico e solo. Tu non devi averne altri. Non devi fabbricartene altri. Sarebbe rinnegare me come tuo Dio. Sarebbe non avere fiducia in me come Dio salvatore.Sarebbe andare a ricercare la salvezza in un altro, abbandonando me che ti ho liberato dalla terra di schiavitù.Quando eri nella terra di schiavitù non avevi altri dèi cui ricorrere se non il Dio dei tuoi padri. Adesso che sei nel regno della libertà ti devi ricordare che non ce ne sono altri per te.Io devo essere l'unico. Se tu farai questo patto con me e mi riconoscerai per sempre, anch'io ti riconoscerò. Altrimenti ti farò ritornare al nulla come nel nulla eri prima della mia liberazione.Schiavo eri e schiavo ritornerai, sarai nuovamente condannato ai duri lavori della schiavitù. Mi devi riconoscere come il tuo unico e solo Signore.Io sono geloso. La mia Signoria non voglio che se la prenda alcun altro dio. Non devi accordargliela. Non devi pensare di farti un altro dio e prestargli fiducia, dargli quell'amore che devi solo a me.Altrimenti non posso essere con te. Non posso prometterti la libertà per sempre. Non sopporterò a lungo la tua infedeltà.Hai sperimentato il mio amore per te. Adesso ti chiedo di essere fedele a questo amore. Non puoi pensare di essere con me e con altri. Devi essere solo mio. Devi essere il mio popolo come io sono il tuo Dio.Io non amo la divisione del cuore. Io sono geloso. O tutto, o niente. Se vuoi essere mio, lo devi essere per sempre e totalmente. Se vuoi essere di altri, a te la scelta. Ricordati però che senza di me nulla eri e nulla diverrai.Senza di me schiavo eri e schiavo ti ridurrai. Non c'è neanche bisogno che io intervenga per punirti. Basta che io ritiri la mia mano da te e tu diverrai preda del primo venuto. Tu non sei niente.Il discorso di Dio è per l'Israelita un discorso capace di essere compreso dall'uomo che aveva fatto l'esperienza della liberazione.Ancora l'Israelita non era arrivato all'unicità di Dio. Un solo Dio creatore del cielo e della terra. La nullità e l'inesistenza degli altri dèi.Egli viveva ed aveva vissuto sempre in un mondo politeista e ancora pensava che ci fossero altri dèi insieme al suo Dio. Egli era convinto però che il suo Dio fosse un Dio forte, potente, capace non solo di sconfiggere il dio del Faraone, ma addirittura di andare nel paese d'Egitto e sconfiggerlo nel suo regno.Cosa inaudita per un povero beduino che era incapace di difendersi sul suo proprio territorio. Andare a sconfiggere il nemico nel suo proprio campo, non era impresa per lui di ogni giorno.Ecco perché egli esclamò dopo l'esperienza della liberazione: quale nazione ha dèi così potenti capaci di andare a sconfiggere gli dèi nel loro proprio regno?Chi ha un Dio così forte da scendere in Egitto e liberare il suo popolo?Di andare nel regno di un altro Dio e dare la libertà a quel popolo che il Faraone teneva prigioniero con l'aiuto del suo dio? Se il nostro Dio ha fatto questo è un Dio grande.Dio gli ricorda tutto questo. Io ti ho liberato. Io ti ho dato la salvezza. Tu non sei più schiavo. Sei libero. Lo devi a me. Io ti ho amato. Tu puoi riconoscermi come tuo Signore.Io ho fatto qualcosa per te. Devi solo ricambiarmi, nella misura in cui tu puoi, quello che io ho fatto. E per ricambiarmi devi solo riconoscermi come il tuo unico Signore, il tuo unico Dio.Dall'esperienza alla fede. Dalla storia alla metastoria. Dalla liberazione all'accettazione del suo Signore. Dalla costituzione a popolo al riconoscimento del suo liberatore.Ci sarebbero tante considerazioni da fare nell'agire di Dio. Il Signore non si rivolge mai al singolo. Fa la promessa ad Abramo, perciò è una promessa alla discendenza, alla nazione, a quella stirpe che sarà più numerosa delle stelle del cielo e della sabbia del mare.Non è il singolo che è invitato a riconoscere che il Signore che lo ha liberato è l'unico suo Dio. Il singolo non è niente. Il Signore chiama il singolo a fare parte di una Chiesa, di un popolo, di una nazione, di una stirpe, nel nostro caso, nel caso dell'Israelita, per una grazia particolare di Dio, diviene una nazione santa, un popolo sacerdotale, una stirpe eletta, un sacerdozio regale.Il singolo è importante in quanto è parte di un popolo. Il Signore vuole essere riconosciuto come Signore da tutto il popolo. Vuole essere celebrato da tutto il popolo.Tutto il popolo deve emettere la sua professione di fede nel Dio che lo aveva liberato e riconoscerlo come suo Signore, come il Signore della sua vita, del suo presente e del suo futuro.Egli era stato per loro il Dio dei loro padri. Deve divenire il loro Signore. Non sarà più il Dio dei loro Padri: di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, che ha udito il loro grido nella terra di schiavitù.Egli è il Dio liberatore. Egli è il Dio che li ha costituiti come popolo. Egli vuole essere riconosciuto come loro unico Signore. Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù.Non avrai altri dèi di fronte a me. Io ti ho liberato. Riconoscimi come tuo liberatore. Io ti ho salvato. Riconoscimi come tuo salvatore. Non ti chiedo altro.E poiché sono stato capace di salvarti nel passato, ti salverò nel futuro, ti proteggerò nel presente. Tu stai vivendo gli effetti della mia protezione ogni giorno. Non ti farai altri dèi. Non fabbricartene altri. E' inutile ricorrere ad altri quando ci sono io per te. Quando tu eri in Egitto, nessuno è venuto a soccorrerti. Sono il Dio dei tuoi padri. Quando lo sarai ancora, ricordati di me, del tuo liberatore, del tuo salvatore. Non ricorrere ad altri. Per te sarò io il tuo Signore, l'unico tuo Dio.E' l'alleanza di Dio con il suo popolo. Israele nasce come popolo. Ha un suo statuto: i dieci comandamenti.Dio è amore; tali vuole i suoi figli: capaci di amore.Ed i comandamenti non sono se non segni di amore dell'uomo verso Dio e dell'uomo verso l'uomo.Dio è amore. Aveva creato l'uomo ad immagine del suo amore e del suo mistero di comunione.Adesso, piano piano, comincia ad educare l'uomo ad aprirsi al suo amore. Ad agire da uomo. Ad amare.Ad essere uomo. A realizzarsi come tale. A realizzare se stesso "funzionando" secondo il segno di amore di Dio. E Dio lo educa piano piano ad aprirsi al suo mistero. Ad accettarlo e a viverlo. Piano, piano...Con il peccato l'egoismo e la divisione erano entrati prepotentemente nel cuore dell'uomo. In lui regnava non l'unità, ma la scissione, la singolarità, l'individualità.Ecco perché Dio chiama il singolo, non perché resti singolo, ma perché divenga popolo, Chiesa, stirpe eletta e regale sacerdozio.Dio non chiama alla singolarità, ma all'unione, all'amore, all'essere un solo corpo e un solo spirito.Una sola cosa con gli altri. A vederli come parte integrante di noi stessi. Ad amarli come noi stessi. Solo amando si diventa uomini. Solo amando si diventa come Dio. Solo amando si diventa amore e Dio è amore. Solamente che Dio lo è per natura. Noi lo saremo per partecipazione, per adozione.E' questo il mistero dell'uomo con il suo Dio. Solo non avendo altri dèi, l'uomo sarà completamente uomo. Solo non avendo altri dèi, l'uomo potrà vivere da liberato e da salvato. Solo non costruendosi altri dèi egli costruirà se stesso.Solo distruggendo se stesso egli potrà costruirsi altri dèi.Solo rinnegando il suo essere uomo si rinnegherà Dio.Solo ritornando alla schiavitù si può dimenticare il Dio liberatore.

Ecco perché il Signore inizia il suo patto con il suo popolo ricordandogli che egli è l'unico Signore. Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altri dèi fuori che me.


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